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Ritorno da Roma in treno


di PattyeFranco
01.11.2016    |    25.478    |    13 9.2
"Fu nuovamente Marcello a prendere l'iniziativa, facendomi finalmente girare e mettermi in piano, così da potermi finalmente osservare frontalmente, ..."
Dopo la parentesi di racconti recenti, ritorniamo al passato..
Io e mio marito, decidemmo di passare qualche giorno a Roma, scegliendo di andarci in treno, tramite delle conoscenze trovammo un piccolo alberghetto per dormire. La decisione di questo viaggio era per festeggiare il nostro anniversario, 5 anni di matrimonio, una specie di viaggio di nozze.
Proprio come due sposini, partimmo, un viaggio tranquillo, lento e sicuramente piacevole. A Roma girammo per il lungo e il largo, una fantastica esperienza. In una particolare occasione, incontrammo un ragazzo della provincia di Milano, era venuto a Roma per incontrare la sua ragazza, uno di quegli amori a distanza, si erano conosciuti in vacanza, si sa che in gioventù è facile prendersi delle sbandate.
Capitò di incontrarci casualmente in giro per la città . Era un gran bel ragazzo, anche lei non era da meno, scoprimmo di alloggiare nello stesso albergo proprio una sera al rientro da una giornata di tanto girovagare.
Così che si cominciò a fare conoscenza. Il giorno dopo approfittammo di lui e specialmente di lei che conosceva bene la città, per poter visitare meglio la città e alla fine trovare qualche ristorante tipico romano, per cenare.
Riuscimmo a cenare assieme, lui sembrava perso di lei, lei invece sembrava abbastanza fredda nei suoi confronti, comunque riuscimmo a creare una bell'armonia. Finita la cena io e Franco decidemmo di lasciarli soli, ne avevano tutto il dirittro.
Poi arrivò il giorno di tornarcene a casa, non ci trovammo più con il ragazzo. Prima di tornarcene a casa, volevamo scambiarci i recapiti, magari per incontrarci dalle nostre parti a bere qualcosa. Sapevamo che lui sarebbe rimasto ancora un paio di giorni, quindi lasciammo detto al portiere di salutarcelo e gli lasciammo anche il nostro recapito telefonico, naturalmente quello di casa, i cellulari allora erano ancora lontani.
Così che riprendemmo il treno per tornarcene a casa, prendemmo un treno notturno, potendo così dormire tranquillamente sul treno abbassando i sedili.
Il treno partì in orario, in quello scompartimento c'eravamo solo io e Franco, i 6 sedili in uso durante la giornata, con pochi movimenti si trasformavano in 3 cuccette o letti per il riposo notturno.
Dopo una mezz'oretta di viaggio, chiudemmo la porta e reclinammo i nostri sedili, creandoci così i letti.
Avevamo con noi anche delle coperte, era tutto previsto, spegnemmo la luce principale lasciando le sole luci di cortesia, qualche bacetto, qualche coccola, poi pronti a dormire
Ad un certo punto si apre la porta, credavamo fosse il controllore, invece sospresa delle sorprese è Marcello (questo il suo nome), il ragazzo che avevamo conosciuto a Roma. Subito ci chiede se c'è posto anche per lui, naturalmente, visto che due sedili erano ancora liberi lo facemmo accomodare.
La sorpresa fu quella di vederlo sul treno, visto che doveva rimanere a Roma ancora per qualche giorno. Motivo della sua partenza anticipata? fu che la ragazza gli rivelò che era già fidanzata.
Mise via il suo bagaglio e si sedette cominciando a raccontarci un po' la sua storia e quello che furono i giorni della sua vacanza, compresa la rivelazione da parte della ragazza che era già fidanzata, era totalmente giù di morale. Mi faceva una gran pena, mi dispiaceva un casino per questa sua disavventura.
Cercai di confortarlo un po', io e Franco ci eravamo messi seduti pur lasciando i nostri sedili reclinati. Da far presente che io avevo la minigonna, a quei tempi era parecchio di moda, quindi restando seduta a chiacchierare su quei sedili, le gambe restavano parecchio scoperte, in qualsiasi modo mi metessi..
Mi resi conto che i suoi occhi cadevano molto spesso sulle mie gambe, e il vedere che non riusciva ad evitare sguardi continui, mi creò una certa inquietudine, naturalmente di piacere.
Come ho già detto, era un bel ragazzo e capivo la Romana che non aveva saputo resistere dal tradire il fidanzato con lui, aveva un fascino tutto suo.
Il viaggio continuava e sicuramente era ancora lungo, i treni di allora erano molto più lenti, quindi decisi di andare in bagno, prima di rimetterci a dormire e prima che anche Marcello reclinasse i suoi sedili per crearsi un letto anche per se.
Nello scendere da quella specie di letto, avendo la minigonna, innavertitamente gli mostrai ben più delle gambe, fortuna avevo gli slip, il suo sguardo non potè certo evitare..
I suoi continui e persistenti sguardi furtivi, mi stavano intrigando parecchio, sarebbe forse stato meglio che gli slip non ci fossero? chi lo può dire?
Tornando dal bagno vidi che nel corridoio c'era il controllore, meno male, così avremmo potuto poi dormire senza il pensiero che ci risvegliasse più tardi.
Stava già controllando i nostri biglietti e quello di Marcello, avvicinndomi mi resi conto che Marcello e Franco avevano già reclinato gli ultimi due sedili, quindi poi per rientrare e rimettermi al mio posto, dovetti veramente fare i miracoli, così che Marcello approfittò nuovamente per godersi un po' di spettacolo.
Prima di metterci a dormire, chiesi a Marcello di chiudere con la sicura la porta scorrevole e tirare le tendine. Si era creata un'ottima atmosfera, si era ricreato quel po' di feeling che già si era creato la sera della cena.
Era comunque meglio mettersi a dormire, altrimenti saremmo arrivati a Milano più rincoglioniti che mai, ci coprimmo cercando di dormire. Mi avvicinai a Franco gli diedi un bacio per la buonanotte, poi di impulso mi girai e baciai sulla fronte anche Marcello, mi era venuto totalmente naturale, forse per allentare la sua tristezza. Con quel bacio, mi assalirono dei brividi, ma cosa mi stava succedendo? Mi girai di nuovo in costa verso Franco, guardandolo con uno sguardo di intesa, facendogli capire quanto mi stava intrigando quel ragazzo in quella situazione. Cavoli non riuscivo proprio a dormire, mi giravo e rigiravo.
Pure Marcello era inquieto, lo vedevo quando mi rigiravo verso di lui, era disteso guardando fisso il soffitto.
Fu proprio in un momento che ero girata verso Marcello, quando sentii la mano di Franco andare ad intrufolarsi sotto la gonna, andando a stuzzicarmi la passera da dietro, ma che fa questo pazzo? Solitamente si dice: “non istigare il can che dorme”. Io non stavo dormendo, perchè già piena di strani pensieri, ora ci si metteva pure lui ad intrigarmi, inevitabilmente mi girai e mi misi a baciarlo con intensità, aveva svegliato la mia eccitazione, infilandosi sotto gli slip a stuzzicare la passera.
Nel trambusto della situazione, la coperta si era spostata scoprendomi dietro.
Decisi di fermare Franco, la cosa avrebbe potuto andare ben oltre. Rigirandomi verso Marcello, mi resi conto che si stava toccando, sicuramente quel poco, lo aveva sicuramente fatto immaginare, così da eccitarlo.
Franco non demorse di certo, quindi iniziò di nuovo a toccarmi, facendomi aumentare sempre più l'eccitazione. Ora anche il pensiero che Marcello non sarebbe certo rimasto solo a guardare, mi assillava ancora di più.
Presa quindi dalla situazione intrigante, della presenza di Marcello, mi rigirai verso Franco scoprendomi letteralmente e baciandolo con tanto entusiasmo. Ormai ero preda di strane sensazioni e di una piacevole euforia.
Non sapevo certo come avesse potuto comportarsi Marcello a quella situazione, la gonna sollevandosi non era che un piccolo pezzo di stoffa che non copriva più niente.
Franco si era decisamente infilato con la mano sotto le mutandine e mi stava letteralmente facendo aumentare certe voglie, incurante della presenza di Marcello. Ma ecco che mi sento una mano sfiorarmi le gambe e inizia ad accarezzarmele, mi sale un forte brivido, mi rendo conto che è Marcello. Mi sento bloccata e non so che fare nonostante la forte eccitazione. Sento che Marcello si avvicina sempre più verso di me, la sua mano si allunga fino ad intrufolarsi sotto la camicetta ed andare a toccarmi il seno.
Ma come si permetteva? Così incurante di tutto e toccarmi? Ma i brividi erano sempre più forti, forti emozioni dentro di me e continuavo a baciare con intensità Franco, che era sempre più intenso sulla mia passera. Ormai anche quella mano di Marcello sul seno era un piacere.
Fu ancora Marcello che ad un certo punto, si prese la mia mano e se la accompagnò fino a farmi prendere in mano il suo eccitato membro, che impudente. Per la miseria, che caldo e massiccio membro, che fare? Sono in preda a fremiti di piacere, la tentazione è girarmi e prendere di petto Marcello, ma non riesco, continuo con la mano a toccargli ed accarezzargli il suo membro e baciare nel frattempo Franco che continuava a stuzzicare la mia passera, ma ero frenata da non so cosa.
Ormai ero nel mondo del piacere, già ansimando di piacere, anche se ancora in preda ad un pochino di imbarazzo nei confronti di Marcello.
Fu ancora l'impudenza di Marcello a farmi passare da un forte turbamento e imbarazzo a forti tremiti di piacere, quando lo sentii, con sorpresa, prendere gli slip e sfilarmeli, mentre la mano di Franco era sempre più imperterrita a far bagnare di umori la mia passera, un forte fremito mi assalì in quel momento.
Per la misera che intraprendenza questo Marcello e che coraggio.
Gli slip se ne erano ormai andati e io mi stavo lasciando trasportare sempre più dalla situazione, in preda a forti sensazioni. Marcello allungò pure lui la mano sulla passera, unendosi a quella di Franco, che piacevole turbamento. Stavo gioendo delle loro attenzioni, sempre più coinvolgenti. Sentire la mano e le dita di Marcello che mi stuzzicava la passera da dietro, unita alle dita di Franco che solleticavano il clitoride, un'estrema e piacevole sensazione.
Non avevo ancora osato girarmi verso Marcello, nonostante la tentazione e la voglia erano ormai al limite, continuavo ad accarezzargli il membro, dietro la mia schiena. Sapevo che nel momento che mi sarei girata verso di lui, mi sarei lasciata andare totalmente al gustarmi ogni possibile percezione di piacere.
Marcello si era lasciato andare ad ogni iniziativa e di nuovo con la sua ormai confermata intraprendenza, iniziò anche con lo slacciarmi la camicetta e poi il reggisenno. Non so cosa mi trattenesse dal girarmi e fare di lui ogni cosa pensabile, ma proprio ero in preda a timori che non capivo, nonostante mi stavo lasciando fare di tutto, con l'eccitazione alle stelle.
Aveva preso l'iniziativa cominciando con l'accarezzarmi le gambe, poi il seno, accompagnare la mia mano sul suo membro, fino poi a sfilarmi gli slip, accarezzarmi la passera e ora a togliermi camicetta e reggiseno, denudandomi quasi completamente, in uno scompartimento di un treno, non so come, ma gli avevo permesso ogni libertà, ma cosa mi frenava ancora? Forse la voglia di lasciare a Franco e specialmente a Marcello il piacere di decidere ogno momento di puro godimento.
Guardavo spesso negli occhi Franco, con occhi pieni di gioia e piacere, notando anche in lui, il piacere di lasciare sempre più l'iniziativa a Marcello e alle mie sensazioni.
Fu nuovamente Marcello a prendere l'iniziativa, facendomi finalmente girare e mettermi in piano, così da potermi finalmente osservare frontalmente, esclamando così: “Finalmente riesco a vedere questa fantastica abbondanza, mi stavo stufando di immaginare” così che finalmente si lasciò andare, iniziando a baciarmi sulla bocca con un'intensità impressionante, lasciando che le nostre lingue finalmente iniziassero ad intrecciarsi sempre più freneticamente.
A quel bacio mi sciolsi decisamente, gli misi la mano dietro la testa, per trattenerlo e non farlo più smetttere, un bacio al limite dell'apnea.
Franco nel frattempo, mi stava baciando e accarezzando un seno, mentre Marcello oltre a baciarmi accarezzava l'altro.
Ansimavo come un'indiavolata durante quell'interminabile bacio, finchè Marcello decise che era ora di cominciare a dedicarsi alla passera, procedendo lentamente con sensuali baci su tutto il mio corpo.
In quella specie di cuccetta, con il naturale rumore del treno sui binari, tutto diventava sempre più intrigante ed eccitante.
Ormai Marcello si stava dolcemente dedicando alla mia passera, la accarezzava, la baciava e la leccava con profonda passione. Lo sferragliare del treno che scorreva sulle rotaie aiutava certamente a coprire il mio ansimare.
Franco era tremendamente preso pure lui da questa eccitante situazione, si era messo deciso a coccolarmi, baciarmi in tutti i modi possibili, per farmi sentire sempre più sopra le stelle, mi ero presa tra le mani anche il suo membro, accarezzandoglielo dolcemente.
Ero tanto estasiata dal piacere che stavo provando. Marcello era sempre più intento a farmi godere con quella lingua e quelle dita nella passera, mi stava letteralmente facendo godere. Leccandomi sul clitoride e penetrandomi con le dita mi portò ad un primo e deciso orgasmo, ero terribilmente elettrizzata da quella situazione, iniziai a gemere e quasi a gridare di piacere, Franco riusciva a fatica, a tamponarmi con un bacio la possibilità di urlare, mentre con una mano mi accarezzava e stringeva il seno. Anche Marcello con una mano mi stava accarezzando l'altro seno, era una sensazione tremendamente piacevole. Mi stavo godendo tutto questo preludio, estasiata dai loro baci, le loro carezze, il loro calore nel farmi sentire sempre più inondata di piacere.
All'esaurimento di questo primo orgasmo, i ruoli tra Franco e Marcello cambiarono, ora era Franco che si dedicava alla mia passera, Marcello si era letteralmente avvicinato con il suo membro vicino alla mia bocca. Senza esitazioni, mi avvicinai baciandolo dapprima sul glande, per poi iniziare a leccarlo come fosse un cono di gelato, tenendolo in mano in maniera non troppo decisa e leccandolo ai lati con colpetti leggeri, per poi affrontare la parte superiore, da leccare con maggior intensità.
Ma proprio in quell'istante, ci accorgemmo che il treno stava rallentando, fermandosi in una stazione, fortuna ce ne rendemmo conto subito, così che Franco si affrettò ad abbassare pure la tenda del finestrino. Ci fu una attimo di stasi, c'era gente che saliva e che passando tentava di aprire la porta. Lo stallo non fu comunque totale, infilandoci sotto la coperta, le loro mani continuavano ad accarezzarmi ovunque, nemmeno le mie stavano ferme, mi ero presa tra le mani entrambi i loro membri accarezzandoli e massaggiandoli dolcemente, gustandomi la loro massiccia durezza.
Appena il treno ripartì, Marcello spiò fuori nel corridoio, scostando un pochino la tenda e notando una certa calma, spinse via di nuovo la coperta e lentamente ritornammo ai nostri piaceri. Franco tornò a dedicarsi alla passera ormai piena di umori, mentre io ripresi nuovamente a gustarmi il membro di Marcello, ormai non solo a colpi di lingua e di baci, ma anche affondandolo lentamente dentro la mia bocca, accompagnando il movimento con la mano.
Franco era sempre più intenso col suo leccarmi e a penetrarmi con le dita, muovendole quasi al tempo dello sferragliare del treno, sembrava cercasse di mantenere quel ritmo, ma vedendomi gemere e ansimare sempre più per il piacere, anche lui aumentò sempre più l'intensità con lingua e dita.
Anche Marcello stava ansimando per il piacere, perchè anch'io aumentavo l'energia sul suo membro, in armonia con la profondità del godimento che stavo provando.
Di nuovo un forte orgasmo mi pervase il corpo, Franco ci aveva messo tutto il suo impegno per farmi godere in quel modo. Durante quel piacevole momento, aumentai anch'io di vigore con il membro di Marcello, rischiando di farlo giungere subito allo schizzo, fu veloce lui a ritrarsi per poi abbassarsi a baciarmi, l'intensità in quel momento era tremendamente vigorosa. L'orgasmo si prolungò per parecchio, più io godevo più loro intensificavano il loro impegno a farmi stravolgere dal piacere. Credo che nel silenzio di quel vagone, oltre lo sferragliare del treno si potessero sentire anche i miei gemiti e il mio ansimare forse udibili anche dal corridoio, fortuna le mie urla erano parzialmente soffocate dal possente e gradevole bacio di Marcello.
Dopo quell'inesauribile orgasmo, stravolta, gli chiesi un attimo di pausa, comunque sempre una pausa di piacevoli coccole, carezze e baci. Fu proprio in quella pausa che qualcuno bussò sul vetro della porta, cavoli chi è adesso? Non sarà qualcuno che ha sentito i nostri gemiti, il nostro ansimare? Subito ci copriamo e mentre Marcello fa per guardare fuori dalla tendina, si sente: “Biglietti, controllo biglietti”, pensai subito quasi scocciata: ”Ancora?”
Franco passò subito i nostri biglietti a Marcello, cosi che, sia io che Franco potessimo fingere di dormire.
Marcello fortunatamente era ancora parzialmente vestito, dovette solo tirarsi su i pantaloni e aprire fingendosi insonnolito.
Io e Franco eravamo sotto le coperte fingendo di dormire, ma avendo qualcosa sotto la schiena che mi infastidiva, decisi di girarmi sul fianco rivolta verso Franco, ed ecco che succede il patatrac, la coperta mi seguì scoprendomi il dietro. Mi resi subito conto che nonostante avessi ancora la gonna, stavo mostrando un gran spettacolo al controllore, cavoli che fare? Continuo a fingere di dormire o mi copro? Mi accorsi che il controllore non aveva potuto evitare di ammirare un piacevole spettacolo, dall'improvviso silenzio molto innaturale che si era creato. Marcello era in assoluto silenzio e nonostante i biglietti fossero gia stati bucati, la porta che non si chiudeva, questo poteva solo significare che il controllore si era incantato a guardare.
Non capivo se Marcello si fosse subito accorto della situazione, ma credo che dal probabile sguardo sorpreso del controllore, gli sia scappato sicuramente di girarsi a guardare. In quel momento mi sentii assalire da brividi, non sapwevo più che fare, che pensare. Brividi di timore, di eccitazione, di qualcosa che non capivo, ma sapevo di avere solo pochi pensieri. Sentii poi il controllore bisbigliare a Marcello: “Ma hai visto? che spettacolo, è senza mutandine!!!”, Marcello con linguaggio colorito gli rispose: “oh! Cazzo, uno spettacolo veramente e io che ho dormito fino adesso, peccato! ci sarebbe stato da provarci nonostante il marito”.
I brividi stavano andando sempre più in crescendo, brividi di assoluto piacere uniti ai timori di imprevidibilità. Questa strana situazione, mi stava facendo impazzire, ero già piena di eccitazione per quello che era già successo e ora pure il controllore che si stava godendo lo spettacolo della mia passera in bella mostra. La tentazione di approfittare e divertirmi di questa situazione era forte, il mio animo esibizionista era in pieno fermento, Marcello sapeva che ero sveglia e stavo fingendo di dormire, ma purtroppo non sapeva cosa mi stesse passando per la testa, ma sapeva che sentivo quello che dicevano.
Quindi presa dalla tentazione, continuando a fingere di dormire, mi mossi ancora facendo in modo di far cadere ancora di più la coperta, mostrando così anche la schiena nuda, oltre a mettermi in modo di dare maggiore visuale della passera e sentire il controllore esclamare: “Cazzo!!! ma è mezza nuda, ha solo la gonna ed è come se non ci fosse!!!”
Franco si era reso conto della strana situazione e osservandolo, lo vidi socchiudere a malapena gli occhi, così che gli strizzai l'occhio per fargli capire che qualcosa dentro di me si stava muovendo, sicuramente pure lui aveva sentito le frasi del controllore e di Marcello.
Poi, ancora il controllore sussurrò: “Per la miseria che spettacolo, se non fosse perchè c'è il marito, una mano rischierei certo di allungarla” e Marcello subito pronto, gli risponse: “Pensi me, che ci devo dormire e far finta di niente! Mi sa che questa notte non dormo più”, bravo anche lui a fingere che stessi dormendo veramente. Il batticuore mi assaliva, ma mi stavo innervosendo perchè non riescivo a vedere le reazioni del controllore e il suo viso sicuramente sorpreso ed eccitato, così che mi feci coraggio e mi girai letterlamente dall'altra, riuscendo così a vedere in qualche modo le sue espressioni. Naturalmente mi ritrovai anche con il seno in bella vista e la passera non da meno, visto che la gonna ormai si era sollevata del tutto.
In qualche modo, riuscivo a spiare e vedere lo sguardo elettrizzato del controllore, con una mano che si accarezza sopra i pantaloni il suo membro sicuramente eccitato, ogni tanto si girava a guardare se arrivava qualcuno dal corridoio. Proprio nell'attimo in cui era distratto a gurdare fuori, guardai Marcello strizzandogli un occhio, facendogli capire il mio stato d'animo, sperando alla sua facile intraprendenza. Capì subito i miei pensieri, aveva capito che il mio scoprirmi la seconda volta e il girarmi poi, erano fatti apposta. L'eccitazione stava salendo sempre più, l'animo esibizionista era in pieno fermento. Piegai una gamba, cosi da avere la passera ancora ben più visibile e aperta.
Fu questo mio rimuovermi che diede lo spunto a Marcello di iniziare un gioco del tutto imprevedibile, ma sicuramente intrigante e fortemente eccitante, guardando il controllore sussurrò: “Io ci provo, provo a fargli una carezza, magari nemmeno se ne accorge o può pensare che sia il marito, vediamo cosa succede, mal che va mi prendo una sberla sonora”. Io ero avvolta da un unico brivido e aspettavo solo la mano di Marcello, che naturalmente non tardò ad arrivare. Vidi sul viso del controllore un certo sguardo, quasi di timore, ma altamente eccitato, controllando sempre più spesso nel corridoio.
Marcello con la mano, venne direttamente sul seno, sfiorandomelo dolcemente e accarezzandolo un po', poi lentamente si abbassò sulla pancia. Iniziai a muovermi leggermente, fingendo di sentire un certo solletico.
Con Marcello piegato verso di me, riuscivo a spiare meglio il controllore che era sempre più eccitato, si stava quasi masturbando da sopra i pantaloni, si notava bene che il pene era decisamente eccitato.
Io ero sempre più in fremito, la mano di Marcello si stava avvicinando alla passera, sentii in quel momento il controllore sussurrare: “Guarda che se si sveglia sono cavoli amari”, ma Marcello lo rassicura: “Non credo, è un po' che dorme, sarà nel sonno più profondo, almeno spero”. La sua mano era ormai sulla passera, accarezzandomi un po' sul pelo e iniziando poi a sfiorami sulle labbra, cavoli io ero un fuoco, la mia passera era umida dei miei umori e sempre più si stava inumidendo. Marcello sapeva il fatto suo, aveva capito che il gioco era eccitare il controllore, ma di godere anche noi da questa strana situazione, quindi iniziò a stuzzicarmi il clitoride. Non riuscii a trattenermi, cominciai così a muovermi sempre più per il piacere che stavo provando, pur sempre fingendo di dormire.
Il Controllore era sempre più intrigato, non riusciva ad avvicinarsi più di tanto, ma vedeva chiaramente che le dita di Marcello stavano giocando piacevolmente sulla mia passera e vedeva bene che stavo anche provando del piacere. Marcello arrivò a questo punto ad infilare anche le dita.
No, non doveva farlo, con quella penetrazione, masturbandomi lentamente, non potevo evitare dal contorcermi e ansimare per il piacere, Stavo letteralmente godendo di nuovo, ero letteralmente avvolta da mille brividi di piacere, continuavo con l'ansimare e gemere, fingendo sempre di dormire, ma pronta anche a fingere un piacevole risveglio, non riuscendo più a restarmene ferma, assalita da una forte voglia di baciarlo. Riuscii comunque a trattenermi e gustarmi piacevolmente quello strano orgasmo, finchè ad un tratto il controllore gli sussurrò: “cavoli devo andare, siamo quasi alla prossima stazione e tra poco ci fermiamo, con dispiacere devo proprio andare, comunque ragazzo buona fortuna”, Marcello gli risponde:”Grazie, spero solo che non si svegli il marito, che è già molto”, quindi il controllore chiuse la porta e si allontanò.
Ero troppo eccitata e non riuscii più a trattenermi, quindi mi lanciai come una furia su Marcello, baciandolo vigorosamente con passione, mettendomi sopra di lui, presi tra le mani il suo pene estremamente massiccio e me lo accompagnai alla passera.
“Solo un attimo” mi sussurrò Marcello, si girò chiudendo bene con la sicura la porta, io ero fuori di me, non riuscivo ad aspettare ancora un attimo, la voglia era troppa. Per tanto tempo avevo goduto di soli preliminari, quindi indirizzai il suo membro tra le labbra della mia passera e piacevolmente lo feci affondare dentro di me. Che piacevole sensazione sentirlo finalmente penetrare a fondo, cominciai a muovermi, roteando e muovendomi avanti e indietro, volevo gustarmelo piacevolmente tutto dentro.
Ero talmente piena di desiderio, che già stavo godendo e gemendo di piacere, Marcello mi stringeva e accarezzava anche i seni, anche lui era estremamente elettrizzato da questa strana situazione.
“Ma Franco? che fa si è addormentato?” mi chiese Marcello, tra ansimi di piacere, sinceramente non credevo che stesse dormendo, credevo solo che mi stava lasciando sfogare nei mei piaceri, ma a Marcello risposi: “Non so proprio, probabilmente si, ma non preoccuparti”.
Ogni tanto mi abbassavo a baciare Marcello, ma poi piena di fuoco e di voglia di godere, sempre più cominciai a cavalcarlo, su e giù, facendo scorrere per tutta la sua lunghezza il suo membro dentro di me; il godere e il piacere erano sempre più alle stelle, i miei ansimi e sospiri erano sempre più forti, stavo avendo un nuovo orgasmo, una vera esplosione di piacere. Riuscivo a malapena a trattenere le urla, ma nel pieno di questo orgasmo, per il gran piacere non riuscii a trattenere un urlo di sfogo, per fortuna in contemporanea con lo stridire dei freni del treno, ero veramente fuori di me.
Il treno si stava fermando, eravamo arrivati alla stazione. Ma volevo sentire ancora dentro di me, il membro di Marcello, non volevo che uscisse. Una volta fermo il treno, ci fermammo anche noi, nonostante la tanta voglia che avevo ancora in corpo. Con il suo membro sempre dentro di me, mi piegai verso di lui e cominciai a baciarlo con estrema passione, muovendomi lentamente con il bacino, tanto per continuare a sentire il piacevole suo pene. Il tempo che il treno rimase fermo, noi restammo presi dal nostro lungo ed interminabile bacio e dalle carezze reciproche. Fortuna che la porta era ben chiusa e le tende ben tirate, perchè qualcuno provò ad aprire. Mi immagino la scena se qualcuno ci avesse trovati in quella situazione.
Appena il treno ripartì, ricominciai a muovermi con maggiore intensità, cercando di mantenere il ritmo del treno, proseguii per un po' a cavalcarlo, ma poi fu Marcello che nuovemente prese l'iniziativa, sfilò il suo membro, mi fece sdraiare, per poi mettersi sopra di me.
Era piacevolmente eccitato, capii che ora voleva essere lui l'artefice del mio godimento, mi allargò le gambe e di nuovo mi ripenetrò con il suo possente membro. Iniziò così, con la più classica delle posizioni a stantuffarmi e baciarmi. Sarà stata anche una delle posizioni più classiche ma sicuramente sempre piacevole, Marcello riusciva a mantenere sempre alto il mio piacere. Iniziò di nuovo a cambiare lentamente le cose, la sua intraprendenza lo portò a penetrarmi in svariate posizioni, facendomi provare, sempre più, maggiori piaceri, in qualsiasi modo mi facesse mettere era sempre un tripudio di piacere, mi penetrava con decisione e passione, ero fuori me, mi contorcevo e gemevo sempre di più,
Ormai anche lui era al limite, sentiva la voglia di esplodere. Con movimento deciso e poderoso, riuscì a farmi perdere il controllo in un altro imponente orgasmo, ora mi stavo proprio godendo il tutto per tutto. Inziai di nuovo a gemere dannatamente forte, aggrappata a lui, quasi graffiandolo, non riuscivo più a trattenermi. In questo piacevole momento, ecco che ricompare Franco estremamente eccitato, baciandomi e impedendomi così di urlare ancora, amplificando ancor di più quella sensazione di piacere e di godimento. Marcello non si fece certo sorprendere dall'improvviso risveglio di Franco, anzi lo spinse ad essere ancora più deciso. La cadenza nei suoi affondi stava cambiando, sentivo la vibrazione estrema di quel membro dentro di me, ma ecco che l'ansimare di Marcello iniziò a salire sempre di più, finchè: “Sto per venire, sto per godere, vengoooooo!!!!!” e decisamente lo sfilò schizzandomi ovunque, il suo sperma cadde su ogni parte del mio corpo.
E ora come faccio con Franco? Lo lascio li così? No sicuramente, anche lui aveva tutto il diritto di godere di questa situazione, quindi mi ripulii un pò con dei fazzoletti, dallo sperma di Marcello e mettendomi sul fianco mi girai verso Franco, andandomi a prendere tra le labbra il suo eccitato membro. Anche in questa situazione, Marcello ritrovandosi di nuovo la passera in bella vista da dietro e ancora ben inumidita dai miei umori, non seppe resistere, quindi allungò la mano accarezzandomela di nuovo, mentre mi stavo gustando il pene di Franco.
Ma il bello è, che non tutto era finito, in corridoio si sentiva qualcuno parlare, Marcello subito spiò dalla tendina e dal riflesso dei finestrini vide che era il controllore di prima, quindi disse:”che facciamo se ci chiede ancora i biglietti?”, gli risposi di botto senza pensare: ”Sposta leggermente la tendina, quel poco che gli basta per poter guardare dentro, ma non aprire, ormai non gli interessano più i biglietti” rimettendomi con decisione a gustarmi con piacere il pene di Franco, restando nella medesima posizione. Marcello continuò a giocare con la mia passera. Al sentire quelle dita accarezzarmi la passera, dando ogni tanto spunti di penetrazione, ero ancora piacevolmente fuori da ogni tipo di freno. Fuori era tornato il silenzio e quando Marcello mi sussurrò: “Guarda che è fuori e sta guardando”, gli risposi: “Fai finta di niente”, fui di poche parole, mi stavo letteralmente gustando ogni momento e il sapere che il controllore ci stava guardando, aumentò il mio piacere, Marcello di nuovo mi penetrò con le dita, fino a riuscire a farmi godere di nuovo, così che presa da quell'orgasmo, feci scoppiare Franco, in una eccezionale esplosione di sperma.
Stravolta da tanto godere, mi misi sdraiata abbandonandomi decisamente. Franco e Marcello in contemporanea mi baciarono sul seno, baciandomi poi sulla bocca appassionatamente, prima uno poi l'altro..
E il controllore? Bhè mi resi conto, che stava ancora spiando, ma poi avendo visto che ormai tutto era finito se ne andò. Ormai eravamo quasi alla fine del viaggio, un viaggio lungo, ma purtroppo anche terribilmente breve.
Arrivati a Milano, dopo aver preso la nostra roba ci avviammo nel corridoio, in attesa di scendere, c'era parecchia gente e pure il controllore, che era vicino alla porta dove saremmo scesi.
Alla Stazione, mentre la gente scendeva, lui salutava tutti con un semplice buongiorno, ma quando fu il nostro turno, ci salutò con: “Buongiorno, spero che il viaggio sia stato di vostro gradimento, sempre a vostra disposizione”, Marcello rispose sorridendo: “Meglio di così non poteva andare”, poi anche io risposi: “Un po' movimentato ma piacevole, mai fatto un viaggio così speciale”, poi scendemmo e ce ne andammo. Con Marcello siamo ancora amici e in quel periodo ci furono altre occasioni di provare forti sensazioni assieme.
Mio marito a casa, mi sussurrò: “ti amo, auguri di Buon Anniversario”.
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