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Il Diavolo e l'acqua Santa 3


di papy60
27.03.2012    |    25.569    |    0 9.6
"- Adesso , dove li porta - chiese l'angelo - Non so, ma spesso li portano avedere scene erotiche, gente che chiava e loro, si cercano i sessi e non..."
-- Ma lei - chiese Angelino - non si vergognava per nulla? Le raccontò tutto? - Certo, aveva capito che piaceva anche a lui le cosine di sesso e così, le raccontò tutto spiegandogli per filo e per segno -Santo cielo -
mormorò, abbassando costernato le palpebre..
Per quei sette otto giorni che Nadia restò a letto, la donna, dopo una prima goduriosa scopata, per eccitarlo di nuovo, le raccontò come fu deflorata. Nel buio e nella loro intimità, con voce calda e suadente, le diceva: Già da qualche tempo la mia fichetta aveva fatto conoscenza con la sua cappella; Sì era molto piacevole anche il semplice sfregamento del glande fra le mie labbra vaginali, quella volta però, nel suo laboratorio, appena rimanemmo soli, mi tolsi le mutandine e mi sedetti sul bordo del divano. Il mio papà mi leccò dapprima a lungo il sesso facendomi contorcere come una serpe, poi, inginocchiatosi su un cuscino, che lo elevava giusto all'altezza della mia passerina, fece scivolare avanti e indietro la cappella allargandomi bene le labbra della mia vulvetta. Fu molto bravo nel farlo, lo vedevo molto cauto, non disse nulla ma capii che era giunto il grande momento; Quando sentii la cappella che premeva cercando di farsi strada io, con le dita di ambedue le mani, tenni allargate le grandi labbra. Lentamente, millimetro dopo millimetro, lo sentii avanzare in me. Ormai anch'io avevo deciso e pensai " Sverginami papà, fammi diventare donna, voglio sentirti dentro di me, oggi e sempre " Diedi un leggero colpetto di reni catturandogli la cappella congestionata
poi disturbata solo da un leggero dolore, lo sentii avanzare in me. Entrò con più della metà del suo membro, pensa Carlo, il mio papà, il mio babbo era dentro di me, dentro la mia piccola fica; Mi aveva sverginata. Aveva sverginato me, la sua figliola di appena dodici anni . Che meraviglioso porco era...pure io però. Rimase fermo dentro il mio ventre per qualche attimo, forse per gustarsi appieno il mio stretto cunicolo; Poi si ritrasse di qualche centimetro e con un colpo secco di reni, si incollò a me. Con dolcissima lentezza cominciò a chuiavarmi; Non saprei dirti quanto durò quella scopata, so solo dire che ho cominciato a sfregarmi il bottoncino d'amore, finchè non mi si annebbiò la vista e godetti...godetti. Ritornai in me appena in tempo per vederlo strabuzzare gli occhi per il suo godimento. Mi allagò la vagina con una copiosissima sborrata. Restammo uniti così per oltre 15 minuti dopo esserci scambiati un lieve ma significativo sorriso. Amorevolmente mi chiese se avevo sofferto molto, e al mio no, mi innondò di bacetti coccolosi. Mentre narrava, Clara aveva l'accortezza di giocherellare col cazzo e, non appena lo valutava idoneo e abbastanza duro, gli si impalava sopra cavalcandolo libidinosamente.
Raccontò che dai dodici sedici anni, nessuno s'accorse di nulla, dandole modo di apprendere l'arte che più prediligeva, e cioè l'arte del pompino, a volte disse che se c'era solo mezzora disponibile,preferiva sfruttarla praticandogli un bel bocchino. Disse - io ci godevo psicologicamente, mi piaceva da matti sia il sapore dello sperma, ma sopratutto vedere le espressioni del viso del mio babbo sotto gli spasimi del piacere.
Abbiamo rischiato tante volte di venire sorpresi, perchè erano troppo pochi quei due incontri settimanali.
---E vennero scoperti poi? - chiese Angelino, ormai curioso di conoscerne gli sviluppi. - Sì, dopo ben quattro anni di chiavate clandestine, i due si fecero beccare nel bel mezzo di un 69.
Era successo che sua madre se la intendeva con un giovane vicino, sposato da pochi anni; La moglie che lo teneva d'occhio, fattasi aprire con una scusa, irruppe in casa, l'uomo nudo, si rifugiò nella cameretta della ragazzina, beccandola, come si è detto, mentre faceva col babbo un bel 69. - Ma cos'è questo 69 - Chiese Angelino - Beh.. è una pratica sessuale...se vuoi te la spiego ma...non vorrei corromperti - Le fece poi un sorrisino di compatimento e, proseguì il racconto. In quella cameretta che per un paio d'ore si udiva solo i fremiti e i sospiri dei due incestuosi amanti nei loro giochini d'amore, irruppe sua madre, il suo drudo e la sposina che , urlando come una pazza creò un tremendo casino. Il fatto trapelò nel vicinato, tanto che la sua famiglia dovette trasferirsi in un'altra città.
A quell'epoca, Clara aveva 16 anni, una suo sorellina di nove e un fratellino, Paolo, appena nato. Carlo, il marito, commentò il racconto dicendo - Siamo proprio una bella razza noi, vero? - Poi temendo d'essere frainteso, precisò: Sì, io che mi piacerebbe leccare la fica della mia bambina, tu che scopavi con tuo padre e, tua madre che lo cornificava alla grande...non c'è ombra di dubbio, siamo proprio dei porcelloni, non ti pare?
- Sicuro - le rispose lei - ma non ti credere che lo siamo solo noi, ho saputo di una donna che si divertiva col suo fratellino di appena dieci anni, mentre lei ne aveva una ventina ; Si è beccata una dura punizione, ma ci vuoi pensare a questa ragazza che succhia il pisello del piccolo e magari, se lo guidava in fica? - Si, si sarà anche divertita ma, cazzo era troppo giovane e la pena se l'è meritata - Poi , smentendosi clamorosamente, mentre galoppava col sesso infuocato, nel ventre della moglie, con voce rotta dagli sforzi, le disse - Si amore sì, le cose più sono proibite e più sono piacevoli - Siii sborrami dentro....anaffiami l'utero si dai...così..così -
Carlo ebbe una potente eiaculazione, riprese poi a sditalinarla, ripetendole le sue stesse parole.
Clara, socchiudendo gli occhi, si rivedeva stesa sul divano, aperta alla bocca di suo padre che le brucava il pube, sentiva la bocca del marito suggerle un capezzolo, e rivedeva il ballo dei baffetti paterni che le spazzolavano le mammelline nel succhiarle il piccolo capezzoilo..
Una sera, Carlo, stava armeggiando con la chiave nella toppa, quando la porta si aprì di colpo; Era la sua bambina che avendolo visto dalla finestra, arrivare, lo aveva anticipato; Era ansiosa di stare un pò sola col suo babbo. La piccola le gettò le braccia al collo e, alzandosi sulla punta dei piedi, si portò alla giusta altezza per dargli una bacio sulla bocca. Un bacio che non aveva nulla di filiale. Incollò le labbra a quelle del padre e, mossa da un'innata inclinazione, aprì la boccuccia. Che gioia per l'uomo. Quel giorno, più volte in ufficio, aveva rivolto il pensiero a quel momento. Ora che la sua piccola era guarita, si era chiesto fin dove avrebbe potuto spingersi; Aveva anche creduto di potersi controllare, ma ora, averla lì fra le braccia, stringeva a sè quel corpicino guizzante, vedeva quel visetto infantile, che socchiudendo gli occhi si beava estasiato nel sentirsi baciare, lui sentiva che stava perdendo il controllo di se stesso. Non seppe resistere; Dapprima incerto, poi via via più spedito, insinuò la lingua tra le labbara della sua bambina, gliela dardeggiò sui dentini,
incontrò la linguetta che, come morsa dalla tarantola, rispose viperina.
Ai due parve poco il tempo di quelle deliziose effusioni, ma rimasero allacciati lì nel corridoio per più di un quarto d'ora. La figlia non sembrava intenzionata a smettere, per lei era una fantastica novità. Il padre, ormai spiazzato psicologicamente, si stava già eccitando. Si era messo a palparle il culetto in fiore, gustando in contemporanea, la freschezza della virginea bocca; Poi agguantando le carnose chiappette, la sollevò da terra. Nadia si avvinse con le sue gambine alle cosce del babbo che, senza fatica alcuna, percorse il corridoio
fino alla sala da pranzo portando con sè il prezioso tesoro. - Nadia, amore - disse lui deponendola - ci sono le finestre aperte, ci possono vedere, su vieni qua, ma prima chiudile - Con due balzi da gazzella,la fanciulla obbedì rapidaamente, tornando dal suo paparino che si era già seduto.
Postasi in piedi tra le gambe divaricate, la piccola cercò ancora la bocca del suo papà; Si lasciò sondare il cavo orale provando nuovi brividi che aumentarono paurosamente, quando l'uomo, palpandole le cosce, si era avvicinato alla sua passerina. Sebbene separate dal leggero indumento intimo, le carezzine del pollice che il padre le faceva sul monticello del pube, aveva eccitato turbando la piccola, che tradiva la sua gioia con gridolini smozzicati.
L'uomo, sentendo che la situazione le stava sfuggendo di mano, causa il cazzo che stava impazzendo nei calzoni e, temendo grossi pericoli, fece una bella paternale alla fanciulla , facendosi promettere che se voleva ancora quei baci e quelle carezze, doveva promettergli di non farne parola con nessuno, doveva restare un loro segreto. -Ti insegnerò a baciare...in fondo cosa c'è di male - Oh sì papà sì... - disse convinta e, mettendosi poi guancia a guancia, chiese in un sussurro - Mi piace tanto sai? Ma dimmi, sto imparando bene ? Sono brava ? - Bravissima tesoruccio mio - la rassicurò felice . Intanto, infilata sotto la gonnellina la mano sinistra, si beava accarezzandole i carnosi glutei. Ilm pollice aveva contin uato a vellicare la leggera protuberanza del pube e, sentendola la bimba, così cedevole, aumentò il ritmo. Subito si sentì sibilare negli orecchi il respiro sempre più affannuso della figlioletta; Chissà da quanto tempo la piccola sognava una carezza intima come quella, e mentre le si scatenava l'inferno nei calzoni, Carlo portò anche la destra sotto la gonna. Dopo una breve carezza alla pelle di seta delle cosce, ormai senza più freni inibitori, raggiunse la fichettina al di sopra del leggero tessuto delle mutandine. Lei allargò un pochino le gambe agevolando così l'ardita carezza. Facendo scorrere il polpastrello sul tessuto degli slippini, il padre poteva sentire egualmente bene il rigonfiamento delle labbra vulvari. Nadia fremeva tutta e si spostava continuamente spostando il peso del corpo da una gamba all'altra. Era ormai eccitatissima, voleva qualcosa di più; Carlo era tentato di infilare un dito al di sotto del bordino delle mutandine e lavorarle il sesso al nudo, ma sapendo che la moglie sarebbe rientrata di lì a poco, desistette. Non voleva compromettere il lavoro di convincimento condotto sino allora sulla moglie.
Continuò così, percorrendo col dito la piccola fessura che, con le sue secrezioni aveva bagnato il tessuto rendendolo ancora più impalpabile. Gli pareva di percepire il bottoncino della clitoride; Ogni tanto interrompeva la masturbazione per godersi la levigatezza delle coscette. Con queste, e con i ripetuti su e giù sulla passerina, la piccola raggiunse l'orgasmo, il suo primissimo orgasmo.
Soffiando sulle orecchie del papà, con fremiti e mugolii, la fanciulla godette immensamente, Le sembrava incredibile, avere tra le braccia la sua bellissima bimba, invece era vero, era assolutamente vero. Aveva ancora le dita e riprese a massaggiare la fessura sopra le mutandine bollenti e pregne di quel virgineo nettare, di quella meravigliosa primizia.
Una rapida occhiata all'orologio, fece distogliere l'uomo dal suo incestuoso gioco, cercando di apparire sereno e tranquillo, Carlo anche se aveva un tremendo tumulto nei calzoni, trovò la forza di staccarsi dal suo gioiello, con una pacchetta sul sedere, mandò la bambina a lavarsi e a cambiarsi le mutandine. Ne approffittò per scaricare con una rapida sega gli straripanti coglioni riempiendo di sperma bollente il fazzoletto.
--Madonna Santa, che cosa mi racconti...una bambina, una piccolina già così sporcacciona...-
--Perché mai ti sorprendi tanto...t'ho detto che siamo stati noi diavoletti a metterci il pepe nella sua fichettina...
a lei, le si può imputare al massimo, di esserlo fatto mettere...Guardali ora, guardali ora che il fumo si è un pò diradato....li vedi come si toccano...soffrono sai...si toccano e non possono sfogarsi..li senti come ululano, sembrano lupi affamati - Poi il diavolo ne chiamò un'altro pregandolo di allontanare quei due - che mi stanno rompendo i cogliono - aggiuse. - Adesso , dove li porta - chiese l'angelo - Non so, ma spesso li portano avedere scene erotiche, gente che chiava e loro, si cercano i sessi e non trovandoli...- Sì sì ho capito...ma ora dai continua a raccontare - Lui con un malizioso risolino, riprese a narrare:
Loro erano lì, reduci dai loro piaceri proibiti cercando di avere un aspetto normale, riuscendoci malamente. La madre rientrò, non s'accorse di nulla e, come sempre si fece aikutaare dalla figlia a preparare la tavola.
Carlo, mentre si cenava, portò il discorso sull'amore e, guardando la tv, disse - Se invece di somministrarci tante brutture, si parlasse dell'amore quanto meglio andrebbe il mondo...pensate, volersi bene tutti, tutti quanti - e dette un'occhiata di sottecchi alla figlia. Carlo, dopo la cena, fu il primo ad andare in bagno e, facendo capolino in cucina, salutò le sue donne, precisando che se ne sarebbe andato a letto a leggere un pò.
Mezzora dopo, se le vide arrivare rincorrendosi gioiosamente; Lo scavalcarono con gran gtrambusto, infine Nadia si mise a cavalcioni della mamma, ridendo sguaiatamente ; Clara c'era cascata, non s'accorse che la piccola agiva così per stare vicino al padre.; Lui che aveva intuito tutto, intervenne nel gioco e, disarcionandola, l'attirò a sè. Nel gaio trambusto che ne seguì, l'uomo, incurante della moglie si palpeggiò le cosce della figlioletta, ad un tratto, teneva le dita sull'inforcatura in un gesto che poteva esssere casuale, senochè, Clara fingendosi gelosa, protestò - Che stai facendo ? Porcellone, tocchi la sua passerina? No caro mio no ! E' la mia che devi accarezzare...capito? La mia, potrei essere gelosa sai? - E' gelosa, è gelosa -
esclamò lui voltandosi divertito, e lì, sotto gli occhi della ragazzina, spinse una mano sotto la corta camicia da notte della moglie e andandole direttamente sulla fica.protetta da uno slippino trasparentissimo - Ecco..ecco..
sei contenta così ? Faccio le moine alla tua passerina...contenta?...Ti piace?
La piccola ebbe modo di vedere chiaramente le mani del papà muoversi su tutto il corpo della mamma.
Le liberò una tetta e fingendosi neonato, si mise a succhiare un capezzolo. Anche la donna , quasi si fosse accordata col marito, provava un perverso piacere in quei giochi a tre. Stava rivivendo le forti sensazioni del suo incesto; Nadia era lei, Carlo suo padre, così quando vide la bimba tenere gli occhi sbarrati sulla gobba che gonfiava il pigiama del marito, allungò una mano catturandola: La piccola era come ipnotizzata, guardava
la mano materna colma di quel sesso che da qualche tempo popolava la sua mente; La vedeva muoversi lentamente su e giù, non credeva ai suoi occhi - Così grosso ce l'hanno gli uomini - si chiedeva timorosa, poi riflettendo, si disse che se tutte le donne lo ricevono dentro, la cosa doveva essere giusta " Certo che era ben grosso " e le sarebbe piaciuto vederlo al nudo.
Intanto i genitori si erano scaldati, Carlo aveva introdotto le dita sotto il cedevole bordo degli slip, masturbando lentamente la pelosa topa. Clara ricambiava la carezza menandoglielo sorniona.ancora sopra il pigiama. La presenza della figlioletta dava loro un'eccitazione supplementare; L'uomo era ormai vicinissomo all'orgasmo e dovette allontanarle frettolosamente la mano poi, tornando i sè, disse - Clara, tesoro...non vorrai mica fare all'amore davanti a nostra figlia vero? Soi che dovevi darle delle lezioni...ma così...mi sembra un pò troppo, non cre3di? - La nostra Nadia è molto intelligente - rispose la moglie - e sono convinta che non racconterà mai a nessuno dei nostri giochetti - poi rivolgendosi alla bambina - Vero tesoro che non ne parlerai con nessuno? - Di sicuro no...questi sono cose nostre... e poi non sono mica cretina - rispose ripensando al bel ditalino che le aveva fatto il suo paparino - Clara allora, abbracciò la sua creatura colmandola di baci sulle guance. L a piccola si lasciava baciare ma, teneva sempre gli occhi sulla gobba che il padre messosi supino, ostentava con orgoglio.
Improvvisamente Nadia, scavalcando la madre le si pose a fianco e le chiese bisbigliandole all'orecchio
- Mammina...ti piace?...Ti piace toccare il pisello di papà? E' bello? - Cosa state complottando voi due? - chiese l'uomo che non aveva capito neanche una parola - Cose nostre - rispose fingendosi risentita, la madre
poi rivolta a Nadia - Oh sì tesoro, vedrai che quando crescerai, piacerà anche a te - affettuosamente la baciò, ma con quale sorpresa si sentì ricambiare il bacio. La piccola le cercò la bocca e Clara ne rimase, dapprima sorpresa e subito dopo sgomenta nel sentirsi forzare le labbra e avvertire la linguetta che cercava la sua
- Quanto siete belle ed eccitanti così - osservò l'uomo e, allungando una mano sulla schiena della bambina, la fece aderire ancor di più alla mamma. - Sai cosa mi ha detto questa porcellina? - disse melliflua, Clara - mi ha detto che le piacerebbe toccare il tuo pisellone - Non è vero!!! - Insorse subito la piccola - le ho chiesto se le piace toccarlo, toccarlo lei...non io...ha detto una bugia sai papà? - Dopo un attimo di riflesione, il padre rispose - Beh...sono sicuro che non ne hai ancora visto nessuno vero? E so anche che sei curiosa di vederlo...non è così forse? Dopotutto cosa c'è di male...e la nostra educazione sessuale? Dove la mettiamo? Se tu fossi una buona madre, accontenteresti e istruiresti tua figlia...ecco - Sentendosi sfidata così, ma sopratutto per stare al gioco, non esitò ad estrarre dal pigiama l'uccello, che durissimo svettava verso il soffitto, mostrandosi nella sua superba interezza.
Nadia rimase a bocca aperta, finalmente poteva ammirare un sesso maschile, un cazzo: Strabuzzava gli occhi impensierendo il padre che temete d'aver traumatizzato la bimba che invece subito dopo si mise a sedere per vedere meglio. Clara, continuando il ruolo educativo, iniziò a menare l'uccello che ostentava la sua rossa e lucida cappella - Sai Nadietta come si chiama questo movimento? Sega...sì sega, quando un cazzo, viene mosso su e giù, su e giù così, si dice sega...la tua mammina sta facendo una sega al tuo paparino - Carlo, arrapato all'enesima potenza, per non esplodere subito , le bloccò la mano; Lei invece, un pò scherzando, non volle fermarsi ; Furono sufficenti ancora tre o quattro menatine, che dal glande partì una serie di spruzzi di sperma, inzaccherando mani e lenzuola.
Per la presenza della figliolette, Carlo si era un pò vergognato, Clara, ridendo sguiatamente continuò a scutergli il cazzo. Nadia aveva visto, per la prima volta, la vera natura del sesso maschile.
La sereata si concluse con un'affettuosa sculacciata alla bambina che venne rimandata nel suo letto ma, con la promessa che la seconda lezione si sarebbe tenuta nello stesso letto, l.'indomani sera.
Clara rimasta col marito, gli descrisse il proprio sbalordimento per il tipo di baci che la loro pupetta le aveva dato; Carlo ne rise ma fece lo gnorri tacendole il fatto di essere lui il maestro; Le sospinse la testa verso il suo voglioso cazzo . L'angelo, scuotendo la testa, mormorò - Cose incredibili...incredibili...troppo sporcaccioni...tutti...l'inferno lo meritano davvero - .
Continua
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