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Lui & Lei

Dopo di lei il nulla 3


di papy60
30.10.2011    |    13.538    |    0 9.6
"Il cazzo rischiava di esplodere dall'eccitazione, era troppo bello, troppo; La mia piccola mogliettina col suo minuto corpicino, col suo altalenare su e giù..."
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La complessa situazione che s'era creata, mi tarmentava ossessivamente l'animo; Il terrore e la consapevoilezza che per me presto finirà, e finirà male, non mi lasciava; Questi continui pensieri venivano
fortunatamente ripagati dalla gioia e dal piacere di ritrovarmi, al rientro dal lavoro, la mia mogliettina in erba, che cosa encomiabile per la sua età, accudiva alle facende domestiche in modo impeccabile, frutto senza dubbio dal tirocinio subito nella casa degli zii.
Con la stessa morbosità del neonato che, se la madre tarda, le cerca il capezzolo così io, al rientro dall'ufficio, cercavo bramoso la dolce bocca della mia piccola Lisa; Assaporavo con tutto me stesso le sue labbra gustandone tutti i sapori; Me la tenevo avvinta stretta stretta quasi soffocandola, ripagandomi così la spasmodica attesa.
Spesso ci si attardava talmente tanto in quegli abbracci, che Lisa, al mio arrivo,imparò a spegnere i fornelli; Quante volte trasportati dal desiderio si correva ridendo nella camera da letto e con che velocità lei si toglieva le mutandine e io i calzoni e boxer e lì tra spasimi di piacere ci godevamo l'un l'altro; Ed è stato in uno di questi round che lei stessa mi si mise a cavallo e imboccandosi l'uccello sulla sua fichina, ha cominciato ad andare su e giù nell'eterna danza d'amore.
Il cazzo rischiava di esplodere dall'eccitazione, era troppo bello, troppo; La mia piccola mogliettina col suo minuto corpicino, col suo altalenare su e giù su di me; Le piaceva sentire nel pancino il mio maschio attrezzo.
Che piacere psichico vederla godere,vedere l'espressione del suo visetto tirato negli spasimi dell'orgasmo;Puntellandosi con i polsi sul mio petto, Lisa agile come una gazzella si pompava l'uccello con la sua stretta passerina mentre io la tenevo per le cosce accompagnandola nella sua stupenda cavalcata, quando però ho sentito arrivare il mio orgasmo, l'ho rovesciata sotto di me e dopo alcune stantuffate, accompagnate da mugolii di piacere, uscii dalla vulvetta e con un paio di veloci menatine, le sborrai una copiosa bordata sulla pancia.
Passò ancora un'altra settimana, erano già trascorsi venti giorni dal suo arrivo, venti giorni pieni di gioie ma passati troppo velocemente; Avevo capito da me stesso e me lo ha confermato il mio amico Paolo che mi conveniva tenermela e godermela più a lungo possibile, tanto ormai la frittata l'avevo fatta.
Leggevo i giornali che non passava giorno che non si parlasse di lei, leggevo e sono stato tentato più volte a porre termine a questo sequestro, perchè,in fondo di questo si trattava, ma al solo pensiero di perdere quei piaceri d'alcova mi fece optare per tenerla più a lungo possibile.
Mi narrava delle sue vicissitudini con gli zii e questi racconti facevano nascere in me sentimenti molto contrastanti; M'intristiva la gelosia che provavo nel sentire che il suo corpicino fosse stato usato da altri. ma a volte quelle scene mi eccitavano; Le chiedevo di spiegarmi anche nei dettagli quelle sue prime esperienze, che risvegliarono in me antiche e mai sopite passioni.
- Ma a te piacevano quei giochetti? - Le chiesi -
- Ad essere sincera un pochino sì - mi confessò dopo le mie insistenze - una cosa in particolare mi piaceva, cosa che loro assecondavano....avevo allora otto anni, mia zia fingendo di essere la mia mamma, lì sul divano, mi coricavo sul suo grembo e lei trattenedomi come fossi una bambina da latte, si denudava un seno che io sucucchiavo...mia zia allora aveva 32 anni, aveva un bel seno, glielo ho succhiato per oltre un anno e quasi tutte le sere.
- E tuo zio?
- Mio zio seduto di fronte a noi, si masturbava e godeva, spessissimo però poi, mi apriva le gambine e mi leccava sotto anche allora molte volte improntava la punta del suo coso e mi spruzzava il suo seme sulla mia passerina.-
Nel sentire questi racconti, mi si impennò l'uccello e eccitato al massimo, porsi la cappella alla bocca della piccola Lisa sussurandole, da porcello quale sono sempre stato.
- Su da brava bimba mia, da brava...succhia il latte della tua zietta...ecco così, così...succhiami amore e impastami le palle che arriva il latte caldo....siiii il latte caldo caldo.
Lisa, tornando forse col pensiero al suo passato, si prese in bocca solo metà della cappella, trattandola
come fosse un vero capezzolo; Socchiuse gli occhi e succhiò ritmicamente; Succhiò forte, come volesse veramente bersi il latte, succhiò incavando le gote ed era estremamente eccitante vederla; Mi impastava le palle ritmicamente come farebbe un gatto che "fa la pasta" prima di coricarsi.
Quando poi venni, e lei mi bevve, estasiato da tanta libidine, le accarezzai il visetto, i capelli e lei, interpretando la parte del neonato, deglutì il mio latte fino all'ultima goccia, poi staccandosi con uno schicco, mi sorrise e felice mi allacciò al collo baciandomi con la sua bocchina insaporita dal mio sperma.
Dopo un mesetto, cominciai a leggere sul suo cuore, la voglia di uscire ; Aveva ragione, era giusto era naturale quella voglia; Per lei stava diventando sempre più pesante restare chiusa in casa; Nel frattempo, da solo, ero andato nei negozi comprandole qualche pezzo di abbigliamento, le presi un paio di magliette ,
altrettante sottane e vari indumenti intimi.
- Prova queste Lisa - le dissi quel giorno di ritorno dalle compere - prova questi slippini - lei ovviamente lo fece, fu contenta; Ovviamente finimmo per farci un'ennesima scopata.
Sul come programmare il nostro futuro prossimo, vidi e capii i suoli dubbi; Le spegai che quando prima o poi cesserà il nostro idillio, non le crederanno anche se giurerà che fra noi non é successo niente e che loro esperti in questi frangenti, la faranno confessare, al limite la sottoporranno ad esami ginecologici e accerteranno la verità.
- Giorgio - mi rispose dopo avermi ascoltato attentamente - dirò loro che se non sono più vergine la colpa è di mio zio, dirò che lo fece quand'ero ancora piccolina , così - aggiunse - quello stronzo pagherà le sue colpe -
Stufo e preoccupato di vederla sempre più triste, una sera decisi rischiando di portarla fuori; Alla chetichella uscimmo dal condominio, andammo in un paesino ad una trentina di km. mangiammo una pizza, ovvio non si era tranquilli, specie io, mi pareva che tutti sapessero, che da un momento all'altro due carabinieri interrompessero per sempre questa mia meravigliosa avventura, mandavo giù un boccone di pizza e, mi vedevo già dietro le sbarre accusato addirittura di pedofilia anche perchè dai giornali avevo appreso che Lisa non aveva diciasette anni come sosteneva, ma solo poco più di dodici; Ormai m'aveva conquistato il cuore questa donnina in erba; Mi consolavo dicendomi che quando sarebbe diventata adulta l'avrei sposata, ma Dio mio era troppo il tempo che mancava..
Quella sera comunque, nessuno ci riconobbe e Lisa felice come non mai mi fece pasare una notte da sballo; Quando esausti, ci stringemmo in un languido abbraccio, le sussurrai moltissime paroline dolci, dolci e sincere che scaturivano veramente dal profondo del mio cuore; Mi ero innamorato di una bambina, mio Dio di una bambina; mi struggevo il cervello imprecando contro il destino chiedendomi perchè questa gemma non aveva qualche annetto in più.
Per vederla più serena, uscimmo altre tre volte, cambiando pizzerie e località, si era creato un'eccitante routine, al nostro rientro, Lisa ebbra di felicità, mi regalò tutte le gioie che il suo corpo, ma sopratutto il suo cuoricino potevano darmi.
Vivemmo esaltanti momenti di piacere sessuale, Lisa, addirittura volle che la sodomizzassi; Ricordo ogni istante di quella perversione.
- Giorgio - mi disse - ti ho dato il mio cuore, il mio cervello, la mia passerina...voglio regalarti la mia verginità anale...ti amo troppo e non avendoti dato la verginità che ogni donna offre al proprio uomo, ti do questa...è da tempo che ci rifletto....prendimi Giorgio, sono tua.
Pochi al mondo possono vantare d'aver ricevuto una simile offerta; La mia Lisa aveva un culetto a mandolino, bello, liscio, privo di qualsiasi imperfezione; Io che non glielo avevo mai chiesto per tema di offenderla e mi giudicasse male, quando me lo offrì, mi sentii vacillare.
Si spogliò completamente, si pose a pancia sotto offrendo alle mie mani e alla mia visione le due collinette delle natiche, natiche che addolcivano la sinuosità del suo splendido corpicino.
Rimasi paralizzato davanti a tale spettacolo, anche se già conoscevo quel gioiello mi bloccai, e fu di certo il sapere che la sua padroncina me lo offriva su un piatto d'argento; Infatti pur avendo una tremenda erezione, ancor prima di toccarlo, lui si erse per l'eccezionale offerta della mia moglie/bambina.
Mi avvicinai a lei quasi con religiosità e, dopo averle posto un cuscino sotto la pancia, le deposi un sacco di leggeri bacetti sui due sodi glutei; Inebriato dal loro profumo incominciai a leccarli; Appoggiata una guancia su quell'inneguagliabile cuscino, mi gustai tutta la sua carnalità, infine affondai la lingua sulla piccola valle leccando e baciandola; Le leccai e a lungo la rosellina dell'orifizio, poi eccitato al massimo, mi posizionai e alla luce soffusa dell'unico abatjour, improntai la cappella sulle crespine, la vidi entrare un pochino, farsi strada ed entrare; Lisa con un stoicismo encomiabile, sopportava il dolore soffocando le grida che certamente le scaturivano dentro nel sentirsi allargare l'ano, M'accorsi del suo soffrire.
- Amore - le dissi - rilassati....rilassa i muscoli del sederino...sarà meno doloroso, rilassati....-
Lisa capì, vidi allora la mia cappella che si inoltrava in lei; Sostai una ventina di secondi nella holl, poi spinsi e lentamente, lentamente le entrai tutto nel culetto; Al contatto delle natiche sul mio ventre provai una sensazione talmente esaltante da darmi il capogiro; Il mio cervello delirava, capiva che stavo inculando una pupetta meravigliosa, che felice mi offriva quel nido d'amore.
Tenendola ferma ai fianchi sostai in lei per oltre un minuto, era così piacevole quel tepore da bloccare anche il naturale corso dell'inculata; Poi scrollandomi dall'oblio, comincia l'andarivieni e sempre lentamente con un ritmo sempre regolare, la inculai.
Non un lamento uscì dalla sua bocca, la mia bambolina non volle disturbare il mio piacere; Durò venti minuti il tempo che la pistonai, venti minuti indescrivibili, il muscolo dello sfintere stringeva la base del mio cazzo come volesse mungermelo, infatti quando mi sentii vicino all'orgasmo, l'avvertii.-
- Ecco amore ecco....Lisa amore ti sto inculando....siiiii....mi senti vero? Mi senti?...Sono dentro di te, nel tuo sederino...tutto dentro siiii...dentro...è bello tesorino mio è bello....ti ho rotto il culetto sai? Mmmmuuuhhh
hai un culetto d'oro siiii ecco ecco vengo sborrooooooo.-
Come il toro colpito a morte, stramazza al suolo, così caddi su di lei, tramortito da tanto piacere.
- Credevo facesse più male - disse con un sorriso un pò tirato appena staccati; Io la coccolai per oltre mezzora ringraziando il destino che ci ha fatto incontrare.
Tre giorni dopo,alle cinque del mattino, sentiamo suonare, capii subito tutto e i nostri cuori rischiarono di scoppiare; Era la resa dei conti; Due carabinieri ci vennero a prelevare, evidentemente qualcuno l'aveva riconusciuta.
Quando il mio amico Paolo,venne a trovarmi nel parlatorio del carcere,, mi disse sotovoce.
- Te lo dissi che finiva male.
- Lo sapevo da me...ma è stato così bello che lo rifarei.-
Fui condannato a tre anni anche se dopo sei mesi, mi misero agli arresti domiciliari; Le imputazioni furono
per sequestro di minore, intralcio alle indagini e altre voci varie.
Gli zii di Lisa si beccarono una più feroce punizione, 9 anni a lui e 5 a lei, Lisa mai confessò i nostri veri rapporti, nonstante ciò non le credettero e fui condannato. però il mio vero dramma fu che Lisa fu messa in un centro di recupero fino all'età adulta, rintracciarono poi i suoi parenti che si erano stabiliti in Belgio e l'affidarono a loro.
Tre anni dopo, scontata la pena e tornato libero, constatai che le traversie patite sebbene confortate da quei momenti felici, mi convinsero che ormai per me era finita. Dopo di lei il nulla.-
FINE
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