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incesto

Ladro d'amore


di papy60
27.05.2013    |    34.736    |    2 6.9
"A Michele, esaurita la carica erotica e mentre si rivestivano, il pensiero corse al vile ricattatore che voleva partecipare a quel sontuoso banchetto; Anna..."
Con un semplice grimandello e, forte della sua esperienza, Alberto era riuscito ad entrare facilmente nella villetta periferica, appena entrato si guardò attorno e , quasi subito, mentre si stava appressando per cercare il suo bottino, udì un fragore e un sbattere di porte che lo bloccò, il proprietario era entrato anticipatamente sfatando la sua normale routine.
- Cazzo !!! - pensò il ladro - Doveva rientrare a casa alle 20,00 ...ora che minchia faccio...- e cercando di sgattaiolare fuori, si era rifugiato in uno sgabuzzino tenendo l'uscio accostato; Da lì controllava l'ampio corridoio .

Poco dopo il suo cuore che già batteva forte, ebbe un'impennata paurosa, impennata da infarto; Aveva visto una cosa inimmaginabile : Il padrone di casa che lui ben conosceva, stava baciando sulla bocca una bella ragazzina, una piccola che poteva avere si e no 12 - 13 anni ; La stava baciando sulla bocca e poteva vedere benissimo le loro guance in movimento; Erano le lingue dei due che si gustavano un lungo bacio a furor di lingua, quando poi vide le mani dell'uomo che sollevata la gonnellina impastavano i glutei del nudo culetto, il ladro le parve di venir meno dalla forte emozione.

"Carpe-diem", questa parola le balenò nella mente, " cogli l'attimo" e soffocando un' intimo grido di vittoria, pensò subito al ricatto. Estrasse allora il telefonino, l'accese e, mentre i due tutti presi dalla loro foga continuavano a gemere, lui immortalava le loro gesta; Un riso di trionfo affiorò sul viso dell'intruso, sorriso che si accentuò quando sentì la fanciulla dire :
- Papà...sei contento, non ho messo le mutandine oggi...sei contento ? -
- Oh sì, sì amore...sei la mia adorabile porcellina...sì sei la mia porcellina...-

Il giorno dopo, al suo rientro dal lavoro, il padre trovò nella buca delle lettere una busta senza alcuna indicazione, incuriosito dalla stranezza l'aperse subito, restò di sasso; Sentì il mondo crollargli addosso, dentro vi erano tre foto che chiaramente lo ritraevano in pose esplicitamente compromettenti; Sulla prima l'uomo stava baciando la figlia tenendole una mano sul culetto nudo, la seconda ritraeva la piccola col suo cazzo in mano e la terza lui la stava spogliando dove spiccava i piccoli seni della ragazza.

Muovendosi come un automa, entrò in casa, subito il telefono squillò; Due parole solo udì "Dobbiamo parlare"
Un secco clic chiuse la comunicazione. Michele quella notte non chiuse occhio, adducendo un lieve malessere andò a letto presto suscitando una certa ansia sia alla moglie che alla figlia.

Alberto, il ladro ricattatore, lo lasciò di proposito nell'atroce attesa, sapeva che avrebbe passato le pene dell'inferno e questo avrebbe giocato fortemente in suo favore.
Michele capì d'essere sotto ricatto e le fu facile vedersi rovinato. Il mattino successivo se ne stava come inebetito seduto alla scrivania del suo ufficio, se ne stava lì con quei terribili pensieri per la testa, era tesissimo; La temuta telefonata giunse puntuale "L'aspetto al bar qui sotto, ora" furono le uniche parole.

Col cuore in tumulto Michele si precipitò fuori, appena entrato nel locale cercò affannosamente con gli occhi il misterioso ricattatore; Mentre tutto tirato scrutava i visi dei presenti, si sentì toccare una spalla da dietro, quel tocco lo percepì come una pugnalata alla schiena che lo fece barcollare bruscamente.
- Stia calmo signor Michele...sono sicuro che ci accomoderemo...su sediamoci...- L'uomo si lasciò guidare, sedettero ad un tavolo un po' appartato; Dopo due lunghi minuti di assoluto silenzio, Michele chiese con voce incerta:
- Ho visto e...mi dica, cosa vuole...? -
- Ecco...- iniziò l'altro con voce pacata - in un primo tempo avevo pensato di chiederle molto...ma poi, dopo aver visto e rivisto diciamo,il mio reportage, ho cambiato idea...vede...sono anch'io amante di donne giovani, e...- aggiunse sottovoce - nel vedere la sua ragazzina, la sua bella figlioletta...ho deciso, non voglio soldi...no voglio assaggiare anch'io quel fresco e perfetto corpicino della piccola Anna...perché è così che si chiama vero? -
- Ma lei è pazzo...no...non è possibile no...-
- Invece amico caro è possibilissimo...- rispose passando dal lei al confidenziale tu, -...tu conosci bene la gravità delle cose...spiega a tua figlia quello che vuoi...raccontale pure la favola del lupo, ma voglio anch'io la piccola...- Alzatosi in piedi, le dette un paio di colpetti su una spalla e continuò - ...vedrai che tutto andrà per il meglio...in fondo risparmi grana...- finì sarcasticamente andandosene. Michele restò lì imbambolato più che mai; Mai avrebbe pensato ad una richiesta del genere.

Nei suoi deliranti e ossessionanti ragionamenti, aveva anche pensato di poter pagare un riscatto pur intuendo
di restare comunque nelle sue mani, ma quella richiesta lo sbilanciava completamente.
Anche il giorno dopo giunse in ufficio la seconda telefonata, Michele nel frattempo aveva un po' digerito quella pretesa e, quando si ritrovò seduto col ricattatore, il suo animo era meno scombussolato del giorno precedente. Si parlarono per oltre mezzora; Alberto vedendolo cedevole, le propose di studiare assieme il metodo per far cedere la bambina; La terza volta poi che si ritrovarono, il padre si sentì suggerire una storiella strappalacrime di facile presa nel cuore di una fanciulla.

Ovviamente, pur non approvando intimamente, il padre, alla prospettiva del baratro che gli si è aperto, davanti agli occhi, abbassò la guardia, decise di tentare.
La spada di Damocle che le gravava sul capo non le permetteva di mostrarsi felice a casa come le altre volte e la figlia, quando rimasti soli la sul divano, se ne accorse del suo stato d'animo.
- Papà...cos'hai oggi...non sei contento d'essere con me ? -
- Ma certo amore che sono felice...solo che sto pensando ad un mio povero amico...- e qui il padre iniziò ad ordire la trama suggeritagli dal ricattatore - ...sapessi Annina mia...aveva anche lui una figlia, una bella bambina come te...l'amava immensamente proprio come io amo te...-
- Dici "voleva"...perché ora non le vuole più bene ? -
- Sapessi amore...purtroppo un mese fa la figlia morì...fu investita da un Pulmann...lui è disperato...vorrebbe lasciarsi morire...-
- Oh poveretto...chissà che dolore, che sofferenza...-
- Credo sia una cosa tremenda...ed è per questo che sono un po' triste sai gioia...ma ora non parliamo di cose tristi...mmmhhhuuu...lasciati baciare amore mmmhhhuuu...-
Il padre le dette un delicato bacetto sulle pronunciate labbra cancellando l'ombra di tristezza che traspariva dal celestiale visetto della sua bambina, poi quasi con disperazione si strinse forte quel delizioso corpicino, le cercò la bocca affondando la lingua; Con un'usitata bramosia cominciò a sondare quella dolce oasi d'amore giocando lieto con la guizzante linguetta di sua figlia.

La cullò per alcuni minuti poi, dopo aver infilato una mano sotto la maglietta, vellicò la tenera carnina delle piccole tettine nella loro primissima fase di crescita; Anche se i tumoli erano piccoli dettero ugualmente al padre una sferzata di libidine che le prese cuore e cervello; Aveva fra le mani due piccoli monticelli di morbida carne erano le tettine in erba della sua piccola di 13 anni che tanto amava.
- Mi tolgo le mutandine papà..- chiese la piccola dopo che le dita del babbo le stavano vellicando il monte di Venere sopra il leggero tessuto degli slippini.
- Sì tesoruccio sì...brava angelo mio brava...- Lei alzatasi in piedi, tirò su la gonnellina mostrando così le sue snelle gambine al suo babbo già infoiato; Il cazzo dell'uomo che già era duro, ebbe un significativo guizzo nei calzoni; L'uomo poté godere del rarissimo privilegio di vedersi offrire la fichetta, una fessurina di 13 anni proprio dalla sua bellissima figlioletta; La fanciulla si fece scendere l'intimo indumento che lui districò dalle caviglie;Alzò gli occhi e si trovò a pochi centimetri dal prezioso taglietto di sua figlia, il cui profumo le invase le narici inebriandolo.

La ragazza pur essendo alle prime armi ebbe l'innata e civettuola mossa di tenersi alzata la gonna ancheggiando lentamente il piccolo bacino; Il suo babbo vide allora il paradiso; Il piatto e liscio pancino, il lieve monticello del pube con la sua impalpabile spruzzatina di pelini biondi, la proibitissima valle della vulvetta, le due perfette e snelle coscette e il tutto aromatizzato dal conturbante profumo di fica giovane, misto al profumino di pipì, cose queste che cancellarono i rimasugli timori di incesto che ancora aleggiarono nel suo io più profondo.

Con frenetico ardore il padre si avventò su quella grazia di Dio, iniziando a baciare e a leccare dall'interno delle coscette; Quei baci e le lascive leccatine, la bimba se li godette socchiudendo gli occhi dal piacere.
L'alito del suo papà le riscaldava oltre al suo fremente grembo, anche il cuore; Era bello sentire la lingua del suo babbo pennellarle la rugiadosa fessurina e non ci volle molto tempo per premiare la brava e gentile lingua con l'ambrosia stillata dalle sue mucose vaginali.

Come sempre nei suoi orgasmi Anna automaticamente stringeva la faccia del suo papà con le coscette e lui, chiuso in quella dolce prigione continuava a lappare e bersi quell'impagabile liquorino servitogli dalla sua figlioletta nel più prezioso calice del mondo; Era solo da pochi mesi che la figlia ricambiava l'omaggio con il pompino; Anche quel pomeriggio dopo aver goduto per due volte nella bocca del suo papà, Anna si prese fra le sue carnose labbra la tozza cappella del suo paparino; Le era piaciuto subito la prima volta il sapore muschiato del cazzo paterno, tanto che già da allora si faceva il suo bell'ingoio.

Lettore, cerca di immaginarti la scena: Una ragazzina dal visetto angelico, che socchiude la boccuccia tenendo il cazzo in mano e fissando la paonazza cappella; Si avvicina, lo assaggia con la punta della lingua, una due, tre leccatine, alza gli occhi al suo papà, lo prende in bocca e, seria come fosse davanti ad una giuria, comincia a pompare sia con la bocca che con la manina; La piccola è seduto sul basso divano, il padre le sta davanti in piedi con i calzoni alle ginocchia.
La testolina va su e giù in sintonia con la bocca, la manina muove su e giù la pelle, ogni tanto azzarda una carezza alle palle, le piace sentire i coglioni scivolare dentro la loro sacca; Ogni poco si ferma e tenendosi avvinta con l'altra mano al culo del babbo le piace appoggiare la velluta guancia sulla pancia paterna facendosi accarezzare dai fulvi peli pubici.

Ecco questa è la scena che si sta svolgendo in casa di Michele, sua figlia gli sta facendo un superbo pompino e, come tutte le cose il rovescio della medaglia è il fatto che questi momenti durano sempre troppo poco; E' troppa l'eccitazione, da sua figlia nel giro di pochi mesi si è goduto una trentina di bocchini; Solitamente il padre si scarica in bocca della piccola che lei ben presto da brava porcellina imparò a berselo.
Era la seconda sborrata che l'uomo apprezzava al 100x100, così anche quel pomeriggio, accantonato in un angolo della memoria il pericolo del ricatto, si stava scopando la figlia con la consueta irruenza; L'aveva fatta mettere a pecora e tenendola ferma agli esili fianchi se la scopava per bene.

Si poteva godere l'indescrivibile piacere del contatto del pube sulle fresche e sode chiappette della piccola Anna che si sentiva non solo riempire il pancino ma godeva immensamente nel sentirsi sbattere ritmicamente le palle su di sé.

A Michele, esaurita la carica erotica e mentre si rivestivano, il pensiero corse al vile ricattatore che voleva partecipare a quel sontuoso banchetto; Anna nel vedere un'ombra di tristezza sul viso del suo babbo, chiese:
- Papà...ti vedo triste...non ho forse fatto bene il pompino...? -
- Ma no tesoro...sei stata magnifica tu...stavo pensando al mio amico...-
- Dispiace anche a me la sua storia...-
- Pensa Annina...anche lui la sera con la figlia...si amavano...come noi...ora poveretto...mi fa una pena...-

Anna restò colpita da questa storia soprattutto di riflesso vedendo il padre profondamente scosso; Restò lì silenziosa e pensierosa.
Michele con un mellifluo sorriso prese con una mano il mento della ragazzina, la fissò negli occhi.
- Sai cosa mi disse un giorno che ci aveva visto assieme ? Mi disse " Michele ti ho visto con tua figlia...è una bella ragazzina... quanti anni ha? " e quando che le ho detto che ne avevi 13 fece un bel sospirone dicendomi che ero fortunato, poi abbiamo parlato e...siccome è un vero amico mi confidò che lui con sua figlia faceva l'amore da oltre un anno...poveraccio, figurati adesso...le manca la figlia e le manca il sesso...-
- Poveretto...mi fa pena...è sposato ?...ha la moglie ? -
- No amore, è vedovo... ormai passa i giorni quasi sempre in osteria...prima lo si vedeva poco in giro...stava sempre a casa con la usa figlioletta...-
- A fare l'amore...credo..- Disse Anna contrita e che si era inserita mentalmente nel racconto bugiardo del padre.
- Sai Anna...ho pensato, una di queste sere di invitarlo a cena da noi...che ne dici...? -
- Sì...così lo conosco anch'io...-
Alle 18,30 della sera dopo, il campanello di casa squillò!!!

-- Continua --


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