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La fichetta di mia figlia 3


di Papy60
31.01.2011    |    122.775    |    0 8.5
"Ma sono arrabbiata con te - Mille brutti pensieri attraversarono la mia mente, Non dissi niente, fatti due passi le feci una carezzina sui capelli, ..."
Il giorno dopo ci si guardava in modo diverso, anche mentre ci si preparava per uscire, lei per la scuola, io per il lavoro; I nostri sguardi si incontravano di continuo alterando la normalità esistente sino allora.
Fortuna volle che con mia moglie c'era una maretta per alcuni screzi che ci avevano portato a tenerci il muso; Questo facilitava e mi permetteva di stare più a lungo con la mia piccola.
Quel mattino siamo arrivati alla scuola all'ultimo momento e tutto perchè prima d'uscire dal garage non riuscivo a staccare la bocca dalla sua; Troppo dolce quel frutto proibito e, come Adamo non seppe resistere al fascino della sua Eva, così io cedevo all'eros che mia figlia sprigionava con la sua sensuale freschezza.
Senza dubbio alcuno giocavano i suoi 13 anni che avevano un ruolo prevalente sul mio più intimo ego, Tenermi questo corpicino aderente, nel sentirmi cingere dalle sue tenere braccine e annegare la lingua nella sua piccola bocca, erano tutti elementi che mi estraniavano dal mondo esterno, tanto che per recuperare il tempo dovetti correre come un pazzo con l'auto per arrivare appena appena in tempo.
Queste sensazioni occuparono la mia mente per tutta la giornata; Finalmente alla sera dopo cena, restammo soli.
Ero ancora seduto a tavola che venne a sedersi a cavalcioni sulle mie gambe, ovviamente la gonna le era salita e le due stupende cosciette erano lì alla portata delle mie mani che avide corsero subito a quell'esplicito invito; Me la tiro su, sia per sostenerla che per palpare quella carne fresca; Ci baciamo, spingo un pochino il bacino sotto di lei; Maledetti quei stracci che separano il mio uccello dal suo nido; Palpo le chiappette con passione.
--Aspetta papà...- mi dice, disarcionandosi, e in un baleno si sfila le mutandine; ho il cuore che batte all'impazzata, guai se arrivasse mia moglie, ma l'attrazione di quel giovane sesso, l'eccitazione che provo nel constatare la mia bambina, che bambina non è più, mi fa sragionare e corro il rischio del disastro.
Mi apro la patta e quando si rimette in sella, la mia cavallerizza si trova il mio uccello duro che si para davanti alla sua fichetta; Lo impugno e lo faccio scorrere fra le umidicce labbra vaginali, su e giù, su e giù; Lei si tiene salda al collo, ci baciamo.
Nella mia vita ho vissuto dei brutti momenti, ma questo supremo piacere mi ripaga largamente dei patimenti subiti; Ho fra le braccia la mia figlioletta, un'adolescente fanciulla che con i suoi 13 anni emana una sensualità che avvince, avvince il cuore e l'anima del suo babbo che agisce sotto questi stmoli indescrivibili.
Sfrego la cappella sul grillo, la sento guaire, poi sentendo il mio orgasmo arrivare, mi fermo; Anche se la posizione mi è scomoda, riesco a raggiungerle il monticello del pube, che gioia cercarle fra i peletti il bottoncino; Lo solletico e dopo poche sgrillettate
sobbalzando mi sussurra.
-- Ooohh papà vengo... siii vengo... aahhh...
Mi bagna le dita la mia piccolina, poi su quel sughetto immergo la mia cappella ripercorrendo quella valle di piacere. Mi incollo alla sua boccuccia, mi meno e spruzzo quasi subito la mia linfa sull'adorata fichettina sporcandole anche la gonna; Me la coccolo ancora un pochino giocando con le polpose tettine.
-- Vediamo se sei brava di farlo rizzare di nuovo.-le dico poco dopo sedendo sul bordo della sedia e allungando le gambe; E' un'invito a farmi un pompino, l'uccello è ancora farcito di sperma, so ormai che per lei non è un problema;S'accuccia e sorridendomi lo prende in bocca.
Il contrasto tra il suo angelico visetto e il molle sesso di suo padre, sarebbe da immortalare, è però un'mmagine che viene subito superata dalle successive; Lo ciuccia, tocca le palle, ci gioca ma sono vuote ed è fantastico vedere la sua bocchina che rincorre il mio salsicciotto che le sfugge d'ogni parte. Ho appena sborrato, mi ci vorrebbe un po di più tempo, non da segni di vita, anche i ghirigori della linguetta sulla cappella non ottengono l'esito sperato;
Deve averci provato gusto col suo primo lavoretto di bocca perchè traspare chiaro dai suoi occhietti il piacere che prova.
E' il suo 2° raund e lei se lo lavora muovendo la testolina come fa il cagnolino nella ciotola dell'acqua; I succhiotti si protraggono a lungo dandomi modo di provare oltre a brividi fisici, aanche a godermi spiritualmente quel bocchino eseguito dall'inesperta bocca della mia bimbetta.
Una buona mezzora di reciproco diletto, poi sebbene un pò a fatica, riuscii a venire; Non fu abbondante quella sborrata ma sufficente perchè la mia piccola ne fosse premiata; Lo ingoiò e ridendo, mi fece sentire il sapore del mio sperma, baciandomi e ficcandomi la linguetta in bocca.
Io gestisco un'agenzia di assicurazioni, spesso mi sposto, ma spesso resto in ufficio; E' sabato, sono in ufficio, suona il campanello dell'entrata, il sabato pomeriggio non si lavora,l'ufficio è chiuso, chi sarà? Porca boia, è lei mia figlia; So e capisco subito cosa cerca, la faccio entrare, do una furtiva occhiata giù per le scale e appena s'ode lo scatto della porta, mi ruba la bocca, mi si appende al collo e mi si struscia addosso,; Ha il fuoco nelle vene.
Il mio uccellaccio, veloce come il pensiero, si è rizzato; C'è la fica, c'è la fica, questo è l'urlo che capta; Credo che come certi animali, percepisca gli ultrasuoni. Poche parole di prammatica frammezzate da lascivi baci, poi senza nessun accordo comincio a spogliarla.
La mia piccola ninfa è nuda, dovrei ammirarne la fulgida bellezza, ma la frenesia che mi assale per pascermi di quel perfetto corpicino me lo impedisce, in un'attimo sono nudo anch'io, ha il fuoco fra le cosce questa fanciulla.
-- Papà, papà...- mi prega con una vocina infantile - leccami, leccami la fica...-
Siede sulla poltrona, m'inginocchio davanti a tale prodigio della natura, bevo il profumo che dilaga dalla sua vulvettina seminascosta tra i peletti; Comincio baciando l'interno delle cosce, a destra e a sinistra poi il taglietto profumato di libidine e mentre lecco m'accorgo che è la prima volta che la sento dire dalla sua bocca la parola fica e a questo pensiero ho come una frustata d'incitamento, in lei non vedo più la mia bambina, ora ho fra le mani una donna, una giovane puttanella affamata di cazzo, del cazzo di suo padre,
Lecco a lungo la fessurina mordicchiandole il grillettino, poi nel godere, quasi mi strozza serrandomi forte la testa con le sue gambette; Freme, sussulta, poi si abbandona all'indietro assumendo una posa di un'indicibile lussuria; Vedo le piccole tette di profilo, i capelli scompigliati sul visetto la fanno sembrare ancora più giovane dei suoi 13 anni, solo il boschetto scuro dei pelini del pube danno l'età giusta a questa porcellina in miniatura; Porcellina che però ha avuto l'ardire e la sfrontatezza
di chiedere a suo padre di leccarle la fichetta.
Ho il cazzo duro come l'acciaio, la fichetta è lì aperta,invitante, le faccio un su e giù fra le scivolose labbra verginee, poi mentre lei tiene gli occhi socchiusi nel rilassamento post-orgasmico, appoggio la cappella sul buchino e con un netto colpo di reni le sono dentro.
Un grido strozzato accompagna la deflorazione; La piccola con gli occhi sbarrati mi guarda, tende le braccia per allontanarmi; Inutile le peso sopra e le sono artigliato alle chiappe; Resto immobile dentro il pancino mentre lei comincia a martellarmi con le mani chiuse a pugno.
-- Ferma amore, ferma, non aver paura... lo so che ti ho fatto male ma passerà presto... calmati... - continuai poi - prima o poi si doveva farlo... ecco passa, passa... -
Resto così per alcuni secondi, poi mi muovo piano, dolcemente, le scruto il visetto, piagnucola e ride assieme; Mi mostra una smorfia di dolore, poi un pò alla volta quel ghigno si attenua.-
-- Io non volevo, non volevo... mi hai fatto male... ahi ahi - si lamenta; Come un'automa le spingo dentro ancora un poco del mio sesso; Non ascolto i piagnistei, vado avanti e indietro lentamente, mi spingo ancora di più dentro la vulvetta incollando il mio bacino al suo; Sento anch'io un dolorino.
Mi torna alla mente la mia giovinezza, è la seconda volta che svergino una fica, questa è di mia figlia l'altra fu una mia fiamma, mia moglie invece non era vergine, a lei ruppi il culo dopo sposati.
Sono confuso, non avevo programmato di farlo, è stato un'attimo di smarrimento, ho perso il controllo, nel sentirmi la dolce fichetta sotto di me spinsi e svrginai la mia dolce bambina.
Ormai la frittata è fatta, chiavo, adagio ma chiavo; Un continuo lamento accompagna la mia scopata, sento laggiù uno sciabordio, mi prende un pò di paura, mi immagino un lago di sangue; Cinque, dieci, venti va e vieni, poi mi si aprono le valvole dei coglioni e mi scarico tutto dentro la fichetta.-
-- Mi sei venuto dentro... no, sei matto... e se resto incinta? -
-- Ma no angelo mio no - la rincuoro - con la prima volta non si resta mai incinta - affermo questo anche se non ne sono proprio sicuro .
Mi stacco, esco sfilandomi da lei, invio subito lo sguardo laggiù, per vedere il macello; Traggo un sospiro di sollievo nel constatare che c'era pochissimo sangue.
-- Papà, papà... perchè l'hai fatto? -
-- Hai ragione angelo mio - rispondo contrito - è stato più forte di me, credimi... perdonami, perdonami-
Corrucciata corre in bagno, mi si stringe il cuore, mi fa pena e vedo la mia bimba vittima del mio egoismo, egoismo che non seppi frenere.
Ragionavo così in quel momento dopo aver placato gli stimoli sessuali, il giorno dopo però, dopo quel labile pentimento, torno sui miei passi; Mi è bastato ripensare a quei sublimi momenti, all'immenso piacere provato nel penetrare la fica della mia piccola, di aver sentito mia quella carnina fresca e sopratutto il piacere psichico di essere stato il primo, rieccomi ancora lì che la desidero come prima, più di prima.
La sera e il mattino successivo, mia figlia, almeno ai miei occhi mostrava un certo malessere, a mezzogiorno però era già più serena.
L'interrogavo con gli occhi, ma lei sviava i miei sguardi; Mi preoccupai non poco, quando dopo cena, invece di venire in salotto come sempre, si è ritirata nella sua cameretta.
Volevo conoscere il suo stato di salute, ma anche i suoi pensieri, così poco dopo, schiudendo la porta le chiesi come stava.-
-- Non sto male... ma sono arrabbiata con te -
Mille brutti pensieri attraversarono la mia mente, Non dissi niente, fatti due passi le feci una carezzina sui capelli, lei girò il viso dall'altra parte che per me fu un pugno allo stomaco.
-- Buonanotte amore, buonanotte...-
-- nnnnotte papà.-
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