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Ricordi d'infanzia 15-The evolution


di Papy60
17.06.2010    |    34.062    |    0 8.4
"Non deve ricorre alla memoria, ce l'ha li davanti e parla ancora, allunga una mano e me lo tasta, lo scappella un pochino, si bagna di saliva un ditino, ..."
--Erano trascorsi una ventina di giorni dalla fatidica ora X , venti giorni nei quali per una buona metà passati a letto, infrangendo per quantità le regole che avevamo stilato a suo tempo, ma è stato il pomeriggio successivo, domenica, che pur lamentando un leggero bruciore, per altro l'avevo anch'io, la mia Sara cercava ancora le coccole e quando ci fece capire di volere di più, la dissuasi ma con fatica.
- No tesoro mio no...è ancora troppo presto lasciamo passare qualche giorno ancora - Le dicevo questo con voce carezzevole tenendomela stretta stretta -
- Papà questa notte sentivo un po' di dolore nel fare pipì ma adesso è quasi sparito del tutto -
- Bambina mia no, oggi per festeggiare faremo un bel giretto sui colli, ceneremo con una bella pizza e...
per le cosine belle ne abbiamo del tempo...vedrai che poi ti stancherai -
- Non mi stancherò mai e poi mai - disse con risoluta fermezza; Me la strinsi con struggente affetto guardando la mia Anna che crollava il capo in segno di compatimento. Per tutto il pomeriggio la piccola s'era chiusa in un ostinato mutismo, solo là in pizzeria si era sciolta e la vedemmo serena ma questa serenità era dovuta alla sua natura di vera troietta. Nascosta dalla lunga tovaglia, ho sentito la sua manina toccarmi la coscia e risalire presto sul mio pacco; Il leggero tessuto dei calzoni le ha consentito di sentire la repentina impennata del mio uccello; Subito corsero guardinghe occhiate fra noi due, neanche mia moglie s'era accorta.
La carezza era così eccitante che ben presto dovetti bloccarla. Ero prossimo alla goduta, poi Anna vedendomi stranito mi chiese vedendomi stranito.-
- Luca, stai bene? che hai? -
- Nulla mia cara...solo che tua figlia mi sta facendo una sega - Scoppiammo tutti a ridere, fu una bella serata, serena e all'insegna dell'allegria conclusasi con una bellissima chiavata nel nostro talamo coniugale; Quella sera disturbati solo da un leggero dolorino, abbiamo eseguito una stupenda pecorina.
- Mamma ma... tu non sei un po' gelosa? - chiese sbacciucchiandola - Ma dai... il papà te lo sei goduto
per anni, lascialo un po' a me adesso - e Anna scoccandole un bel baciotto sulla bocca rispose:
- Si tesoro mio per farti felice questo e altro - e aggiunse - ormai non ti fa più bruciore vero? -
- No m'è passato tutto. - Ma aveva mentito perchè mentre la stantuffavo la sentii emettere più di un mugolio che era un misto di piacere e di dolore. Certo che le delizie di sentirmi la pancia accarezzata dalle guance del suo culetto e il viaggiare col mio pestello nell'antro dell'amore, erano ben diverse da quelle pur piacevolissime quando le mettevo il cazzo prigioniero
fra le sue cosciette. Ora finalmente tenendola ai fianchi le pompavo la tanto bramata fica. Era per entrambi un piacere indescrivibile, difficile catalogare quel modo d'accoppiarsi, anche noi come i mitologici centauri eravamo una mistura di fiabesco e di bestiale; Mi tenevo stretto il suo corpicino come fa il montone con la pecora, pistonavo il lei mostrando a mia moglie tutta la muscolatura delle coscie e del culo in forte tensione; Mia figlia con la testa conficcata tra i cuscini, rinculando agevolava la mia cavalcata e la madre completava il quadro erotico sgrillettandosi appoggiata alla tastiera del letto; Anna godette quasi subito e ancora ansante corse
in aiuto della figlia solleticandole la clitoride; In pochi secondi la piccola ebbe il suo orgasmo esternandolo con lamentosi mugoliie fremiti; Io quando la sentiigodere, rallentai, e nel breve rilassamento le
cercai le tettine; Che meraviglia quei piccoli e deliziosi senini, li palpavo e accarezzavo dolcemente, mi misero addosso una tenerezza infinita. Continuavo ad andare avanti e indietro nel suo pancino, ma lentamente, docemente assaporandole tutti gli aspetti;
Quelle mammelline mi intenerivano, ma poi l'istinto animalesco ebbe il sopravvento. Ricominciai aumentando gradatamente il ritmo e riagganciatomi ancora agli esili fianchi ripresi a galoppare: Quattro o cinque minuti di violenti scossoni, battendo e schiacciando le palle sul suo sesso, sborrai; Mi svuotai in lei, che goduta colossale tanto che perdo un poco i sensi, vengo avvolto dal torpore e fu lì che chudendo gli occhi udii e distinsi il mitico suono delle campane.
Mi accasciai sul suo corpicino occultandolo sotto il mio; Mi gira di fianco e resto supino; Vengo destato da dolci bacetti, socchiudo gli occhi, è la mia Sara, la mia bellissima bambina, il suo visino imparadisa la mia mente, l'abbraccio e nel più assoluto silenzio i pensieri volano, in una frazione di secondo, rivedo tutta la nostra metamorfosi, rivedo quando per la prima volta le toccai le nascenti tettine, quando le risalii sotto la gonnellina palpeggiando le sue gambette, il suo culetto, quando le vellicai le labbruzze della fichina e ore sono qui, sono appena uscito dal suo pancino dopo averle pompato dentro la mia sborra; E' tutto terribilmente meraviglioso; Le sorrido, accarezzo dolcemente il visino scostandole una ciocca di capelli, mia figlia è bella, bellisima, nei suoi occhi penetranti leggo tutta la nostra storia, vedo l'incontenibile felicità che sprizza da tutti i pori, felicità suggellata con un lungo bacio. Anche questa volta mia moglie la pulisce, la lava usando però la lingua. Sara l'agevola, tiene alzata una gamba e la madre le lappa l'inguine, glielo lava e glielo lavora alacremente come fa il micio nelle sue pulizie diurne. Ho il cazzo reduce da una delle sue più belle chiavate, è molle, è madido di piacere, Sara lo tocca con i suoi ditini, lo fa con una dolcezza non sua, forse lo vede come un pulcino smarrito; Lei lo guarda, io guardo lei; Sono momenti dove aleggia un delicato erotismo; Mia figlia, la mia bambina attivata dalla naturale curiosità, curiosità insaziabile di adolescente che pur col desiderio sessuale sopito, vuole conoscerne tutti i dettagli; Col pollice e l'indice tira giù un pochino la pelle del prepuzio, il glande violaceo boccheggia, il suo taglietto è il fulcro della sua attenzione, lo munge un poco, una goccia cristallina emerge -
- Papà...come adoro il tuo pisello. - Che gioia di figlia, è adorabile; Avvicina il visino, ora ne assapora anche l'odore; Un minuto, due minuti, poi
- Come mi piace il suo profumo - mormora estasiata; Se lo coccola, se lo struscia sul naso, sulle labbra, sulle guance e ricaccia sempre più giù il mio rimorso che come tappo di sughero tenta sempre di emergere. La nostra bramosia raggiunge limiti estremi, per quasi due mesi facciamo l'amore quasi ogni giorno; Un pomeriggio che mancava Anna, squilla il telefono -
- Papà è Lucia - sussurra -
- Quale Lucia - chiedo con un gesto, lei portandosi un dito al naso mi impone di tacere, parlano per un paio di minuti poi chiude.
- E' Lucia quella mia compagna, quella che ti trova ganzo.
- Se non è bella come te lasciamo perdere.-
- No no no è molto bella invece ha 15 anni e ha due tette da miss Italia.
- Mi offendi sai tesoro? Non sei un po' gelosa?
- Sì è vero sono una sciocca, sono gelosa e anzi guai se ci tradisci. In quella mi balena in testa un'idea.
- Vediamo...però però...però, vuoi vhe le facciamo un bel scherzetto? Dai, dai che lo facciamo...adesso la chiami e le racconti che mi hai visto nudo...oppure che mi hai spiato mentre scopavo la tua mamma...si dai vediamo come reagisce, magari le descrivi il mio uccello, perchè fra voi c'è molta confidenza vero?
- Sì, si ci raccontiamo tutto - e chiudendo gli occhi e tentennando il capo - di noi no naturalmente.
Detto fatto digita.
- Pronto Lucia...voglio raccontarti di mio papà - e ridacchiando inventa la storiella della spiata, io tendo l'orecchio e sento l'altra ragazzina che chiede.
- Com'è l'uccello...è lungo?...quanto? - Sara
squittisce e le risponde esltandolo oltre il vero; La cosa mi eccita non poco; Sentire due ragazzine che parlano del mio cazzo mi fanno agire, lo tiro fuori, è quasi duro; L'avvicino al telefono,Sara mi getta un'occhiata furbesca e sempre ridacchiando glielo descrive.
- Sarà una ventina di centimetri...e sì..è bello lungo e anche grosso. Non deve ricorre alla memoria, ce l'ha li davanti e parla ancora, allunga una mano e me lo tasta, lo scappella un pochino, si bagna di saliva un ditino, col polpastrello percorre delicatamente la corona della cappella.
- Non ci crederai Lucia ma mi son eccitata, mi vergogno dirtelo ma è così...il glande era di un rosso violaceo, ma più sul rosso e sotto due grossi kiwi.
Col polpastrello percorre delicatamente la corona del glande - e l'altra.
- Mi sarebbe piaciuto un sacco essere stata con te e vederli. - Parlano sempre sghignazzando tutte e due. M'è diventato durissimo, lo spingo sulle labbra di mia figlia. E' una scena lussuriosa al massimo livello. C'è una ragazzina che parla alla sua amichetta e nelle pause d'ascolto s'abbocca la cappella del papà; Fatico a trattenermi dal riso e dall'eccitazione, comincio a menarmelo, poco dopo non rido più sono vicino all'orgasmo, una manina mi solletica le palle, quando capisce che la sborrata è imminente.
- Devo lasciarti Lucia...c'è papà che sta per venire, ciao ciao. - Chiude e scoppia in una fragorosa risata, calmato il ridere la mia cocca riprende in bocca il mio fungo, la lascio slinguazzare un pochino ma si interrompe spesso con sbruffate di riso incontenibili; Poi seria si applica al succhiotto
un paio di minuti poi le blocco la testolina con la sinistra, lascio fra le carnose labbra solo il glande
e con la destra me lo meno; Poche menatine e le riempio il cavo orale del mio sperma; Alza gli occhi, inghiottisce, è lussuria, lussuria pura. Alla sera mia figlia ha voluto raccontare lei stessa l'accaduto alla
madre ridendo fino alle lacrime
- Pensa mamma...papà sta per venire le ho detto...ahahah ed era vero ahahah verissimo ahahah.-
Finita la cena.
-Sparecchia tu la tavola, vado in salotto a spupazzarmi il papà anch'io...ne avrò diritto o no.- Dieci minuti dopo Sara entrando in salotto ci vede abbracciati, il mio zip è aperto e sul tappeto gli slip della mamma -
- Vi do l'imput io - ci dice ridendo e vedendo la
nostra momentanea inerzia; Ci improvvisa così uno spogliarello molto eccitante ma purtroppo col sottofondo del telegiornale, m'affretto a cambiare canale, peggio, la classica esegue la Requien di Mozart
Quando riesco ad rintracciare una musichetta allegra, la nostra puttanella, cubista improvvisata ha già le tettine al vento; Che gioielli. La guardiamo ridenti, è la nostra creatura, se è così puttana l'abbiamo voluta noi. Ci teniamo tete^ a tete^ Dobbiamo guardarla e solo le mani giocano con le nostre intimità e quando il mio scettro è duro, mia moglie tira su la sottana mi si siede in grembo e si infila l'uccello voltando la schiena al palcoscenico; Perde lo spettacolo, ma si guadagna tutti i miei 18 centimetri; Galoppa e spinge, spinge schiacciandosi l'utero sulla mia cappella. Sono momenti che valgono una vita, sto chiavando la mia bella mogliettina, le sono dentro fin quasi le palle, mentre guardo la mia figlioletta che si spoglia lascivamente e restando completamente nuda; Ecco ora sempre lentamente si stende sul basso tavolino, alza e agita le gambette, sembra una ninfa sorta dalle acque.
Le fragoline scure dei capezzolini, la macchia scura che cela la dolce fessura, mi fanno impazzire; Sempre al ritmo della musica e leggera come piuma al vento ci viene vicino, abbraccia da dietro la madre e le cerca il clito, la msturba,le accarezza anche i seni e l'accompagna nel suo altalenarsi su di me. Anna gode stringendomi con forza a me Poi ancora quattro o cinque su e giù e vengo anch'io urlo sborrandole nel ventre; Anna appena disarcionata mi si siede accanto e sarà la bocca della nostra porcellina
che me lo laverà; Succhia gustandosi il perverso coctail shacherato dai suoi genitori. Anna va in bagno e quando torna mi vede che estasiato sto leccando la passerina di mia figlia, si siede e m'aiuta; Dobbiamo far godere anche lei poverina; Passo alle mammelline, le succhio, le bacio, le impasto, le lecco, le mordo i capezzolini; Bacio la bocca, gioco con la linguetta
che viperina guizza come un'anguilla; Tutto questo mentremia moglie si da al saffismo leccandole la fica e il buchino del culo; Lo fa così ad arte che sento Sara fremere ai colpi di lingua. Ho appena goduto ma stranamente è tornato rigido e quando decido di chiavare la mia bambina, lei ha già provato un paio di orgasmi, allora la prendo, la trascino sul tappeto la metto giù supina mi corico su di lei ed è lei che me lo prende e l'indirizza nel suo ricettacolo; Una ventina di affondi, mi rigiro su me stesso portadola sopra di me; E' un piacere indescrivibile. Sara si puntella con le mani sul mio petto e tenendosi l'uccello in grembo, mi chiava. I suoi 40 chili sono i più leggeri ch'io conisca; Mi stupisce, muove il bacino da professionista, va su e giù, avanti e indietro insieme poi roteando si fa toccare tutte le pareti della sua calda e stupefacente fica; Le gambette
spalancate con le ginocchia piegate si trova in una posizione un po' precaria ma subito Anna le si pone dietro, la sostiene e ricambia il favore ricevuto poco prima cercandole il bottoncino fremente. Ecco la sento godere, sento i suoi liquidi colarmi sulla pancia, scivolare sui coglioni e scendere sulle coscie; Il pregiato tappeto persiano si impreziosisce ancor più inzuppando la sua ambrosia; Subito dopo anche un poco del mio succo va ad arricchire il prezioso tappeto.
E' tutto troppobello, non trovo ma credo non ci siano aggettivi all'altezza e allora, parafrasando una frase di Mark Twain mi dico - Se il Paradiso non mi offre qualcosa di meglio, io ci rinuncio-


( Continua ) Papy60
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