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Ladro d'amore 2


di papy60
04.06.2013    |    22.674    |    0 8.4
"Le cose per Alberto, andavano un po' troppo per le lunghe, pregò allora il padre di darsi da fare anche perché lui a contatto con la fanciulla si eccitava..."
PREGASI LEGGERE DAL PRIMO CAPITOLO

Appena entrato, l'ospite venne presentato da Michele alla moglie Elena; Superati i primi convenevoli di prammatica, in attesa di sedere a tavola, fu fatto accomodare in salotto; Alberto seguendo un tacito copione, si mantenne pensieroso e serio però dava, e non sapeva trattenersi dal farlo, dava spesso delle occhiatine alla ragazzina.
Quando strinse la manina alla fanciulla aveva indugiato non poco sia col fissarle il viso sia nel tenerle la mano e questo fu interpretato dalle due donne come un suo commovente sentimento rievocativo.
La signora Elena rimase lì con loro in soggiorno per una ventina di minuti, corse poi in cucina per preparare la cena.
Tutta la serata fu all'insegna di u -n palpabile imbarazzo, solo i due uomini conoscevano veramente la situazione, Alberto poi nel congedarsi, sussurrò al padrone di casa:
- Sei stato grande stasera...continua a lavorarti così la piccola...OK? - L'altro tacque abbozzando un mezzo sorriso; Poco più tardi la famigliola s'era messa a guardare un film alla tv; Pur essendo un film piuttosto truce, nel viso dell'uomo traspariva un lieve sorrisino, in quelle poche ore passate assieme al suo "nemico" ebbe modo di vedere di potersela cavare, anche se le spiaceva non poco di immaginarsi la sua bimba in quelle mani sacrileghe.
Col rituale bacetto della buonanotte l a piccola Anna andò, accompagnata dalla madre, andò a letto; Lui, mentre la tv andava a vuoto, corse col pensiero accadutogli anni addietro, quando ancor ragazzino, assistette casualmente ad un approccio sessuale fra un ragazzino della sua età e una bambina; Nel rievocare quelle immagini avvertì nei calzoni un certo movimento, sin toccò e in pochi secondi gli si irrigidì; Sovrapponendo la visione di quei ragazzini all'immaginati giochi che Alberto voleva da sua figlia, si ritrovò col cazzo in mano durissimo, si stava masturbando ad occhi chiusi e, arrivato vicino all'eiaculazione, corse in bagno scaricando nella tazza del water una copiosa sborrata.
A giocargli questo tiro fu di certo il voyeurismo nato forse da quel lontano evento; Questa sua risvegliata "mania" l'aiutò a sopportare meglio Alberto che da quella sera era quasi diventato di casa aumentando la famigliarità con la bambina che lo vedeva sempre più come un povero papà inconsolabile.
Nel giro di una settimana Alberto si era fatto così voler bene dalla piccola che la convinse a chiamarlo zio; L'uomo ovviamente se la guardava con morbosa avidità, quante volte si ritrovò a deglutire vistosamente nell'ammirarle il tondo culetto; Se lo vedeva passare sotto il naso celato dalle corte gonnelline e lui a sognare di perdersi fra quelle montagnole di soda e fresca carne.
Le cose per Alberto, andavano un po' troppo per le lunghe, pregò allora il padre di darsi da fare anche perché lui a contatto con la fanciulla si eccitava continuamente.
- Anna ti sei accorta com'è depresso zio Alberto ? -
- Eh sì poveretto...ma cosa ci possiamo fare...-
- Beh...forse non mi crederai, ma proprio ieri mi ha chiesto una cosa...una cosa...insomma voleva che le mostrassi le tue foto in costume da bagno...quelle fatte al mare...-
- Le mie foto ? -
- Sì !!! -
- Oddio papà...forse vuole vederle perché...sa di noi...? -
- Può darsi però ...ho pensato...invece di mostrargli le foto...che ne dici se domani quando viene...le fai vedere le gambine...eh...?eh...?che ne dici...? -
- E...come ?-
- Semplice amore semplice, tiri su un po' la gonna...e le vede no...? -
- Ma mi vergogno papà...-
- Macché vergognarti...allora, al mare...le mostravi a tutti no ? - Anna nella sua innocenza non poteva capire la grande differenza che passa tra la al mare e a casa; La ragazzina restò un po' perplessa Michele allora se la baciò mugolando lavorandole il cavo orale e slinguandola a lungo.
Era la lingua di un padre che sondava la boccuccia della sua bambina di tredici anni, una piccola che seppur fisicamente poco sviluppata, ma che sapeva però il fatto suo..
Anche quel pomeriggio i due incestuosi amanti con sempre più passione di davano gioie inenarrabili, passione che li lasciava sfiniti ma non sazi.
Il seguente pomeriggio all'ospite gli si fece vedere dal loro vasto terrazzo il parco ludico cittadino dove bambini di tutte le età si rincorrevano garruli e felici.
- Beato te Michele che ti puoi godere di queste bellezze - disse Alberto soffermandosi intenzionalmente sulla piccola Anna.
- Già...è vero. però non occorre guardare fuori ho anche in casa una splendida bellezza non credi ? -
- Sicuro amico, sicuro...hai una figlia bellissima e, vedrai, fra pochi anni risplenderà ancora di più...- Disse così prendendola per un braccino palpeggiando la morbida e giovane carne della fanciulla - Sei bella sai ? Sei troppo bella...-
Il padre ridendo se la prese in braccio prendendola da sotto le ginocchia portandola di peso in casa; Un tuffo sul divano quasi seppellendola sotto di sé; Ridendo le tempestò il visetto di baci ninnandola felice; La piccola divertita, squittiva con gioiosi e acutissimi strilli e nella festosa lotta alzando le gambine al cielo mostrando così allo "zio" Alberto le candide mutandine, lui s'impappinò davanti a tanta bellezza ma poi, sbarrò gli occhi che quasi le uscivano dalle orbite, quando vide una mano del padre palpare una coscetta; Il cuore dell'uomo allora accelerò bruscamente; Il momento tanto atteso stava arrivando.
Anna riuscì a tirarsi giù la gonna coprendo anche la mano del suo papà.
- Anch'io con la mia figliola facevo così...come voi, sapete ? - Farfugliò Alberto al quale il cazzo gli urlava nei calzoni; Lo scampanellìo che preavvisava la chiusura serale del vicino parco, ricordò a Michele che la moglie sarebbe arrivata da lì a poco.
- L'avvio è buono - disse a Michele nell'avviarsi all'uscita - ma domani dobbiamo cominciare prima...ok ? -
Era un ordine perentorio. Il dì appresso:
- Anna vai ad aprire...sarà zio Alberto...deve portarmi dei documenti...- Era questo un modo per giustificare agli occhi della piccola le sue frequenti visite; Ad Alberto gli si illuminò il volto quando la bambina gli aprì la porta.
- Ciao bellissima...- esclamò con entusiasmo dandole un bacetto nel bel mezzo della fronte - Dov'è papà ? -
- In salotto zio...vieni...- rispose prendendolo per mano con la sua fresca manina; I due uomini finsero di vagliare alcuni fogli parlando fra loro per alcuni minuti, intanto la piccola, dopo aver gironzolato per la stanza, aveva cinto ai fianchi il padre coccolandosi su di lui; Sorridendo Alberto chiese alla bambina:
- Vuoi bene al tuo papà vero Anna ? -
- Oh sì...tanto tanto...- mormorò stringendosi ancora di più a lui chiudendo i suoi bei occhi sognanti.
Alberto che fremeva per accelerare i tempi, suggerì al padre:
- Bene...fai pure le coccole alla tua bambina no...? Non vedi che ti cerca...? - Così mentre lui fingeva di controllare ancora i documenti sulla tavola, Michele abbracciata la figlia, le baciò la bocca; Cinque lunghi e brevi minuti durò quel bacio sotto gli avidi occhi di Alberto che fremeva tutto eccitato e udì, senza distinguere che il babbo sussurrò qualcosa agli orecchi della bimba; Poi di colpo il miracolo:
- Guarda Alberto, guarda la mia bambina...ti vuole accontentare...su Annina su dai...fai vedere allo zio le gambine ...-
La piccola colorandosi il visetto di rosso, sollevò titubante la corta gonnellina; Quale meraviglioso spettacolo, due perfette gambette prive di qualsivoglia macula, lisce, vellutate e leggermente abbronzate apparvero agli occhi stralunati dell'uomo; Ah come avrebbe voluto avventarsi sopra, palparle, impastarle, baciarle mordere, dovette invece reprimere quei potenti fremiti riuscendoci ma a stento.
Michele aveva allora allacciata ai fianchi la sua creatura e, un attimo prima che la piccola lasciasse cadere giù la gonna, mise una mano fra le snelle coscette.
- Vieni qui amore...vieni qui...fai sentire ancora al tuo papà come sei fatta bene...perché la mia bimba è fatta bene sai Alberto...sentissi come sono sode queste coscette...-
- Michele...allora lo fai apposta...per farmi soffrire...sai anche tu cosa c'era tra me e mia figlia...-
Anna intanto, pur se emozionata, seguiva questi dialoghi mordendosi le labbra; Si teneva al collo del babbo, lì in piedi fra le sue gambe e lui da seduto nella sedia aveva facile accesso alle intimità della piccina.
Alberto attratto come la mosca al miele, s'avvicinò tutto tremante; Schiarendosi la gola disse:
- Fate toccare un pochino anche a me queste belle gambine ? Vuoi Anna - chiese rivolto alla bambina - e accucciandosi ai piedi e senza attendere il consenso le prese dapprima il polpaccio sotto il ginocchio destro, poi fissando la bimba per vedere la reazione, iniziò a risalire oltre il ginocchio; Pochi secondi, poi s'incontrò con la mano del padre; Perversione più unica che rara.
La bambina era frastornata, avrebbe voluto fermare quelle avance, non reagì; Era mossa verso lo zio da un ingenuo e naturale sentimento altruistico; Pensò che, poverino, aveva perduto da poco la figlioletta e lei in fondo si sentiva di poterlo un po' consolare.
La piccola si ritrovò con due mani sotto la gonnellina, una del suo dolce paparino e , l'altra dal povero zio Alberto; Ben presto quelle carezze agirono sui suoi ormoni e, si lasciò fare.
Uno sforzo quasi sovrumano dovette fare lo zio per vincere la voglia di correre subito a toccarle la piccola fica.
Indugiò sul turgore di quella carne soda; I due maschi si fissarono per alcuni istanti. "Sei contento" pareva dicessero gli occhi del padre mentre l'altro mostrava la sua gioia nel pregustare il prelibato piatto servitogli così eroticamente e perversamente.
Lussuriosi brividi cerebrali percorrevano la mente del ladro mostrando la sua malcelata bramosia al padre, che pur eccitato si stava godendo le grazie della sua figlioletta.
La manina destra della piccola Anna si posò, per non cadere, sulla spalla dello zio Alberto che accucciato continuava a palparla, quel gesto, zio Alberto lo interpretò come un tacito invito, socchiuse fremente gli occhi
risalendo estasiato su su, dalla coscia al piatto pancino; Le diafane mutandine gli impedivano in parte al completo godimento di quel corpicino anche se, così limitato, era sempre favoloso..
Poco dopo mentre Alberto passeggiava sulla nuda pelle attorno all'ombelico, il padre allacciato l'elastico degli slippini li fece scendere fino alle ginocchia.
- Ma papà...- si lamentò la ragazzina piagnucolando, cessò di colpo sotto lo sguardo fulminante del suo genitore; Poi la mano di Alberto nel ridiscendere si soffermò sul meraviglioso monticello pubico, liscio, tepido e terribilmente eccitante; L'uomo trentotto anni stava accarezzando lubricamente il pube di una ragazzina di tredici anni addirittura con la complicità di suo padre; Incredibile.
Ecco, ecco...con dita tremanti scese ancora un poco e lì, all'apice della fessurina incontrò la nocciolina della clitoride; La vellicò titillandola delicatamente con il polpastrello.
- Ti piace...? - chiese nel sentire le vibrazioni del corpicino e i suoi primi ansiti ; La muta risposta l'ebbe quando avvertì le gambe della bambina allargarsi per fare spazio dito che curioso iniziò a scorrere su e giù lungo la già umidiccia fessura.
Le azioni del padre erano marginali, lasciava ad Alberto il campo libero, cosicché mentre lui allungando il collo ricominciò a baciare la bocca della sua bimba, Alberto mise in moto anche l'altra mano, calò alle caviglie le mutandine incominciando a vagare e ad impastare quel paradiso del piacere.
Con la sinistra palpava le sode chiappette e, con la destra, iniziò il più delizioso ditalino da lui mai fatto in vita sua; La fichetta vibrava come un diapason sotto le sue abili dita e, quando poco dopo, se le sentì annaffiare continuò a titillare il clitoridino seppur con la mano tenuta bloccata nella dolce morsa delle coscette della piccola.
Non più di 30 secondi durarono le convulsioni dell'orgasmo; Alberto si tenne aggrappato al prelibato corpicino sia per tenerlo fermo , che per soffocare l'impetuosa libidine che le era cresciuta dentro; Anche i suoi gemiti si erano uniti in sinfonia con quelli della piccola Anna.
- Oh gioia...gioia...gioia... continuava la sua lubrica litania questo ladro d'amore che mai avrebbe pensato d'avere una vena pedofila.
Alberto distolta l'attenzione dalla piccola Dea ,buttò lo sguardo sul padre; L'uomo si era tirato fuori il cazzo e se lo stava smanettando apertamente.
- Sediamoci sul divano - bofonchiò l'uomo già avviato verso l'orgasmo; Sospinse la figlia seguito da Alberto che sedette dall'altra parte della piccola; In un baleno, il padre si calò i pantaloni fino alle ginocchia guidando una mano della figlia sul suo cazzo che svettava durissimo.
Pochi secondi dopo, Anna ridacchiando sfacciatamente, impugnò anche l'altro cazzo che il solerte zio, imitando il padre, le porse; Per non sborrarsi nei calzoni, Alberto se li era calati anche lui e, aveva ragione di ridere Anna; La scena era ridicola e eccitante allo stesso tempo; Una bambina di tredici anni masturbava due cazzi adulti contemporaneamente cosa di certo rarissima se si aggiunge che uno di quei cazzi era di suo padre.
Godette per primo Michele nonostante avesse con la figlia una certa dimestichezza però, nel vedere la sua creatura che con l'altra mano impugnava il cazzo di un altro uomo, quella scena lo fece esplodere; Come i casi della vita possono cambiare le idee, in un primo tempo era geloso verso Alberto, ora non più .
L'orgasmo del ladro d'amore fu soddisfacente al massimo; Al culmine del suo piacere le si annebbiò la vista; inondò la candida mano con il suo colpevole sborro.
Con un ditino di quella stessa manina, quella notte la piccola Anna nel suo lettino, chiudendo gli occhi sognanti e, sicura di aver fatto un'opera di bene, quel ditino cominciò a solleticare la sua piccola fica.-
Continua
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