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Il Diavolo e l'acqua Santa 9


di papy60
12.06.2012    |    16.081    |    0 9.6
"Gli occhi dei genitori erano polarizzati dall'andarivieni del delizioso sesso del ragazzino nel prezioso ricettacolo della loro bambina..."
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°° L'angelo, prese a spaziare con lo sguardo sulle lingue di fuoco, cercando di individuare il suo Diavolo.
ma, tra le tante membra di dannati che le infuocate folate di vento,lasciavano intravedere, vide invece individuandoli, i due protagonisti della terribile storia; Durò pochi attimi quella visione orrenda, vide Clara che correva all'impazzata con i capelli in fiamme che, tenendo per mano il marito, ululava il suo tormento.
-- Li vedi Angelino...li vedi? - Si sentì sibilare all'orecchio; Il Demonio quella volta non lo aveva sorpreso, l'angelo cominciava a capire ormai i suopi trucchi, con una punta di superiorità, gli sorrise.
-- Si...li ho visti sì, li ho visti...ma dai, racconta...dimmi come andò a finire questa storia...-
-- Come andò a finire? Intanto loro, per un certo tempo, se la spassarono, pensa che Clara il sabato successivo, riuscì nel suo intento di far fare al piccolo Paolo, un pompino al marito.
-- Madonna Santa che...anche tra maschi? -
-- Sì, sì...tesoro - gli aveva mormorato stuzzicandogli l'uccellino,- tesoro...sii bravo...fai come me, così...mhhm
°° Cinque minuti dopo, staccava la bocca dal turgido membro dell'uomo e baciava le labbra del ragazzino.
°° Paolo era solo titubante, non schifato. Non aveva mai disdegnato di baciarla anche subito aver bevuto il succo del marito, poi, prerssato dalle sue parole e dalle sue mani, lo imboccò. Gli piacque di più di quel che pensava. Sbocchinò maldestramente quella verga imponente, deglutendo buona parte della sborrata. Il superfluo che traboccava da tutte le parti, fu leccato dalla donna che s'infervorò così tanto da sottolineare quel perverso atto incitando i due protagonisti con le sue lubriche oscenità.
-- Dai Carlo...vieni, vieni godi...sborra in bnocca al mio fratellino dai, dai...e tu, Paolo caro, bevi, bevi il succo di questo uccellone, sì, sì...da bravo...sì sì dopo io berrò il tuo...sì, tua sorella, vedrai berrà il tuo liquorino...sì..
°° Cullato da queste litanie, i sensi dell'uomo si spalancarono. Un'ora dopo, ripetutamente sollecitati dalle due femmine, i due maschi si esibirono in un 69 provando un nuovo e insperato piacere.
°° Dopo altri quattro mesi di questi indescrivibili caroselli d'amore, sempre più intensamente sollecitati dalla ragazzina che smaniava dalla voglia di sentirsi un cazzo dentro, i due genitori accondiscesero, pur temendo per lei. Si decise che fosse il cazzetto dello zio a compiere l'opera e, si rinviò l'evento al giorno del compimento del suo quattordicesimo compleanno. Gli ultimi giorni furono vissuti da tutti in una spasmodica attesa. Come in tante famiglie anche per Paolo ci fu la torta con le candeline che lui spense con un solo soffio
°° Nel lettone, Nadia, nuda e trepidante come la vittima sacrificale dell'antico altare pagano,aspettava la deflorazione. Aveva ormai tredici anni, mostrava già gli evidenti rigonfiamenti attorno ai capezzolini e una leggerissima peluria scura accennava la copertura della collinetta pubica.
°° Quell'Eden era devotamente vellicato dalle labbra del babbo che potè ancora, e per l'ultima volta, leccare una fica veramente vergine. Indugiava sul bottoncino del clitoride che occhieggiava dalle lattee labbra vaginali
Tremante, forse più della stessa vittima, vide il rigido virgulto del ragazzo, guidato da Clara, sfregare la rossa fessura.
-- Ecco...ecco... adesso - lo esortò la sorella che aveva accuratamente indirizzato la cappella verso il buchetto
-- Sì, adesso...spingi amore...un bel colpetto e sei dentro, bravo Paolo bravo...così...così...così...sì...
-- Ahhh - urlò forte la piccola, sentendosi lacerare l'imene. Poi i lamenti furono soffocati dai baci del padre che ogni tanto lì interrompeva per incoraggiarla.
-- Non piangere tesoro... fra poco passerà, vedrai...sei diventata donna. E' l'uccellino di zio Paolo che tanto volevi no? Vedrai, dopo sarà più bello...sì...sì...-avrebbe voluto dirle anche, che fra non molto avrebbe ricevuto nel pancino anche il suo cazzo. Che avrebbe sentito la sua grossa cappella premerle l'uterro, che avrebbe sentito lr sue copiose sborrate invaderle la piccola fica, che anche il suo paparino le avrebbe fatto provare l'apice del piacere facendola sborrare e sborrare.
°° Questo Carlo lo pensò soltanto. La sua attenzione tornò sui giovanissimi sessi che, scatenati si compenetravano in un modo così convulso. Clara accarezzava il corpicino di Nadia, passando dai capezzoli al pancino, agevolata da Paolo che continuava a scoparla rimanendo ritto in piedi sul tappeto. Gli occhi dei genitori erano polarizzati dall'andarivieni del delizioso sesso del ragazzino nel prezioso ricettacolo della loro bambina.
-- Cercate di godere assieme - suggerì la donna. Poco dopo, Paolo sbuffando come una locomotiva, si scaricava, seguito subito dalla piccola che era stata aiutata dalle dita del padre con un frenetico sfregamento del clitoride.
-- Bambni miei...sì...sì...da bravi godete...godete...sì Paolo, vieni...sì...sborra dentro la fichetta di tua nipote...
sborra...sì sborra...e tu, tesoruccio di papà...è bello vero? Non senti più dolore vero? Lo senti il cazzo dello zio...lo senti? E' dentro la tua passerina sai? Sì amore sì...sei diventata donna...godi, godi anche tu bambina mia...cara..sei donna, donna...
°° Con un panno bagnato,la madre lenì i dolori della piccola. Rosse tracce di sangue testimoniavano l'entrata della piccola nel mondo deglia dulti. Tredici anni aveva la fanciulla ed era così contenta di essere diventata donna che quindici giorni dopo, cominciò a tormentare il padre per essere chiavata anche da lui, ma egli fu irremovibile.
°° Carlo nell'arco dell'anno successivo, per non esacerbare la su figliola, le lelargiva dei surrogati abbastanza validi. La ragazzina trovava un grande piacere nel farsi fare alla pecorina. Il padre, standole dietro, infilava l'uccello fra le cosce della ragazzina e, pistonandola, imitava la scopata. Lui si librava al settimo cielo nel sentire le fresche natiche aderirgli al ventre. Roteava il bacino per meglio gustarle e vi indugiava volentieri.
Spesso, anche da quella posizione le cercava le acerbe tettine provandone sopratutto un piacere cerebrale.
Anche Nadia amava quel modo di "chiavare" Le piaceva vedere la rossa e congestionata cappella del suo papà spuntare e poi titrarsi dalla sua inforcatura, dove trovava sempre il modo di raggiungere con una manina la sfuggente cappella e la sua eccitata clitoride.
°° Da perfetta allieva riusciva spesso a rsggiungere l'orgasmo assieme al babbo. Continuava a sditalinarsi e il tutto finiva in una gigantesca sborrata. Tanto a lavarli ci pensava la mamma eseguendo quel lavaggio con la lingua socchiudendo gli occhi in uno stato beatitudinale.
°° Nel frattempo Paolo si era formato irrobustendosi il fisico anche con la ginnastica che tanto amava. Aveva ormai quindici anni e, nell'ultimo anno aveva infoltito di molto il suo boschetto di peli e, il pisello si era alquanto sviluppato, diventando oggetto d'incessanti assalti da parte di tutti.
°° La piccola Nadia stava ricoprendo il suo pube di pelini, che sembravano più folti per il loro colore nero.Il padre se li vedeva crescere sotto gli occhi e sotto la bocca, Sì, perchè, si sarebbe potuto affermare con ragione, che fosse stata la sua saliva a fertilizzare così bene quella deliziosz landa. Aveva anche arrotondato le anche e il già pronunciato sederino e, che dire poi delle belle tettine che stavano così bene delineandosi.
A volte, a luce radente parevano ancora più consistenti anche se poi, al papà, piaceva di più la loro minuta consistenza e il loro lento fiorire.
°° Pochi giorni preima del suo compleanno, la piccola, che non aveva mai smesso di covare quel suo desiderio, aveva deciso che proprio il giorno della sua festa, si sarebbe fatta penetrare dal padre. In un primo tempo aveva di attendere la sua prima mestruazione, ma non essenso ancora maturato per lei quel momento fisiologico, lo anticipò.
°° Nadia ebbe il rituale festegiamento con tanto di torta adorna di candeline, con le tiratine d'orecchie, auguri a non finire e un bell'orologino d'oro regalato dai genitori. Lei era felice, ma mirava al suo "regalo". Infatti la sera a letto, fece subito coppia col babbo, e mentre la mamma, dopo essersi fatta palpare le tette dal fratellino, gli prodigava un elaborato pompino, lei offrì le sue graziose tettine alle abili labbra del padre che iniziava a ciucciarle avidamente. Il suo membro, già eretto, gioì nel tepore della boccuccia della bimba che, quando lo mollò era ancor più turgido e svettante.
°° Nesuno sospettava cosa passava per la testa della fanciulla, perciò quando sedette sulle cosce del padre,
l'uomo pensò che, come faceva spesso, volesse trastullarsi la micina con l'asta di carne. Nadia invece, valutò che il momento era giusto. Con il cuoricino e il cervello in tumulto, la piccola si stese sul corpo del padre tenendolo affettuosamente abbracciato. Mosse il bacino finchè catturò, con le labbra della sua fresca fichetta, la liscia punta del suo sesso e, quando se la sentì giusta giusta sull'imboccatura, indietreggiò di qualche centimetro e, alzandosi repentinamente a sedere, s'impalò lanciando un alto urlo e lacerando così l'ultimo lembo del suo imene.
°° Clara e Paolo, distolti cos' bruscamente dal loro piacevole gioco, guardarono sbigottiti i loro compagni di letto. Carlo sentì un forte dolore. Con gli occhi sbarrati scrutava la sua bambina che stringendo i denti per non tradire il bruciore delle sue viscere. Era rimasta col corpo arcuato e la testolina buttala all'indietro.
-- Ma cos'hai fatto tesoro? - domandò la madre senza ottenere risposta. Il cazzo di Carlo, come un tizzone ardente, lo aveva ricevuto tutto nel ventre e la sua piccola fica era in fiamme, Non voleva lamentarsi, voleva apparire una vera donna, una donna adulta. Reprimendo il naturale impulso di sfilarsi da quella barra di carne, guardò il padre con uno forzato sorriso mentre due lacrimoni le rigavano le guance.
°° Il cazzo dell'uomo, invece, ricevette dal cervello il messaggio che le diceva di trovarsi in una fica ancora acerba, che era il primo cazzo adulto che entrava in quel condotto, che la sua cappella stava cozzando sul piccolo utero e che fra poco l'avrebbe irrorato di sperma. Era ormai tutto conficcato nelle fichetta e vi rimaneva fermo, temendo di farla soffrire. Nadia invece, il cui dolore stava sensibilmente scemando, diede inizio ad un lento ondeggiamento.
°° Due minuti dopo, si aprirono le chiuse dei coglioni e, con potenti getti di sperma, allagò le mucose della figlia. Il silenzio era rotto solo dall'ansare convulso e dagli animaleschi grugniti dell'uomo. Lo sperma ebbe quasi una funzione balsamica per la carnina lacerata, cancellando la piega amara che ancora aleggiava nel visino della fanciulla.
°° Nel momento del supremo godimento, l'uomo aveva avuto come un vuoto nel cervello. L'oblio era durato pochi attimi. Non appena tornato cosciente, aggrappatosi alle cosce della ragazzina, vedeva il suo bacinoalzarsi e abbassarsi con la colonna di carne ancora rigida alloggiata nel suo corpicino. AQuai non avesse goduto, rispondeva con leggeri colpi di reni a quelli della piccola, ma, poco dopo sentendo rinascere una forte eccitazione, l'attirò sul suo petto villoso. Ve la trattenne un pò accarezzandola tutta. Tenendo una mano sul culetto, girò su se stesso, mettendosela sotto. Diede inizio ad una lunga cavalcata. Nadia, dapprima
emise flebili lamenti, ma poi, sotto gli stimoli del piacere, collaborò a dovere andando incontro come poteva col bacino al dardo paterno.
°° Sepolta sotto di lui, con quella mano sulle natiche, gioiva masochisticamente. Con la voce mezza soffocata, chiese al papà:
-- Sono una vera donna adesso? Vero papà? Uuhhmmm...ti sento sai? Sei tutto dentro di me...tutto...ohhh...
che bello...Chiavami papà sì...sì...così, così...chiavami...chiavami...
°° Continuando la cantilena, la fanciulla riuscì ad avere il suo argasmo. Piacevole anche se permeato da un bruciorino latente. Il dolore si accentuà, quando suo padre, ascostando solo il proprio egoismo, le inferse una trentina di affondi violenti e, incurante dei suoi lamenti, le sborrò nuovamente in fica.
°° L'arrossata grotta, quando il sesso sgusciò fuori, lasciò defluire un rivoletto rosa. Era il suo succo che, misto di sangue e sperma maschile, formava un delizioso cocktail che Clara, sbalordendo tutti, volle gustare.
La leccò a lungo anche per lenire il dolore che lei aveva conosciuto anni addietro.
°° Nadia, annoiata ascoltò i tenui rimproveri dei genitori. Sostenne che ormai era grande, si sentiva donna a tutti gli effetti era riuscita finalmente a togliersi l'ultimo ostacolo. Felice si era rannicchiata fra le braccia del suo paparino per farsi coccolare. Un riacutizzarsi del dolore alla vagina, la indusse però a desistere dal continuare le orge per quella sera. Si limitò a guardare serenamente , la madre che si faceva prendere alla pecorina e sorrise alle frasi oscene che Clara indirizzava a tutti loro.
-- Carlo, invece, accarezzando le mammelline della sua bambina, era pensoso e sorpreo di averle trovato la vulva ancora così stretta, eppure negli ultimi tempi l'aveva sondata bene con le dita. La credeva più larga, Paolo infatti l'aveva chiavata decine di volte nel corso dell'ultimo anno. La preoccupazione era però fugata dalla serenità che irradiava il visino amato..
°° L'angelo nel tempo di un suo battito di ciglia,, il demone sparì .
-- Aspettami torno subito - riuscì a capire Angelino proveniente da quel caos bestiale .-
-- CONTINUA --
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