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Preoccupazione di mamma


di geppettino2003
16.10.2011    |    72.513    |    1 9.5
"Resto rapita e, contemporaneamente, affascinata dallo splendido uccello che continua a crescere stretto in una mano..."
Sono le 21,50
“Mario, Vanni ha la febbre ancora alta. È tutto il pomeriggio che sta male”
“Non possiamo dargli niente dobbiamo aspettare che facciano effetti gli antifebbrili che ti ho prescritto. Si sarà beccato una insolazione se è vero come mi hai riferito che è stato tutta la mattina sul pattino con quella tua amica”
“Ma sta sudando”
“È normalissimo, aggiungi che siamo in piena estate e fa maledettamente caldo. Denudalo asciugandogli il sudore, ma tienilo lontano da correnti d’aria. Poi imbevi delle pezzuole in acqua fredda e passagliele sul corpo. Sulla fronte, sul petto e anche sull’inguine e vedrai in poco la febbre non sarà più un problema. Mi raccomando fallo bere e se non ci riesci inumidisci costantemente le labbra. Sudando tanto potrebbe disidratarsi. Fammi sapere. Ciao”
Preoccupatissima seguo in maniera pedissequa le indicazioni di mio marito, medico ospedaliero tornato in città già da due settimane dopo le sue ferie.
Queste estate è veramente calda e oggi la canicola è stata insopportabile. Lo ha scelto il giorno per accompagnare con il pedalò Carolina. Sono stati fuori per quasi tre ore!
Lo scopro denudandolo completamente. Ha il corpo pervaso da brividi di freddo mentre preparo la bacinella con l’acqua fredda e le pezzuole da inzuppare. La magliettina è completamente bagnata. L’abbondante sudorazione è, comunque, un buon sintomo significa che la febbre comincia a scendere. Lo tocco sulla fronte, sul petto ma ancora scotta. Credo superi i 39.
Lo privo dei box. Vanni non indossa slip quando è a letto!

Una pezzuola sulla fronte. Raccolgo il sudore che copioso si raccoglie alla base del collo. Una seconda sul petto. Pur assopito l’acqua deve sentirla veramente fredda perché sussulta lamentandosi. “Tesoro vedrai fra poco starai meglio” Consapevole che il suo malessere non gli consente di ascoltarmi, ma cerco di tranquillizzarlo con il tono di voce caldo e amorevole che sola una mamma sa esternare.
Ancora una pezzuola tra le gambe.
Prendo atto, con particolare piacere, che il mio bambino sta diventando un bel maschietto. È veramente ben dotato. Non ne prende certo da suo padre! Sorridendo maliziosa sposto l’uccello con la mano appoggiandolo sul bacino. Con un certo turbamento, nel trovarmi davanti ad un muscolo così bello, sistemo tra le cosce la fredda pezzuola bagnata.
Un suo intenso gemito mi conferma una certa sua sensibilità come dire intima….

Si son fatte le 22,30.
Seduta sella poltrona lo guardo. Il suo essere così indifeso mi impone una riflessione. Sono quei pensieri di mamma quando, inevitabilmente, prendendo atto dell’avvenuta crescita del proprio ragazzo. Forse, è un po’ troppo esuberante per i suoi sedici anni. Vanni ha un fisico atletico e prorompente. Gambe vigorose, petto scolpito, addome statuario devo riconoscere che è il mio orgoglio di mamma.
In questi giorni di forzata solitudine è lui l’uomo di casa. Mi aiuta nelle faccende domestiche, mi accompagna al mare, mi tiene costantemente compagnia. Devo confessare che mi sono accorta degli sguardi concupiti delle mie amiche di ombrellone, con le quali faccio comunella per ore intere sotto il sole facendo gossip e pettegolezzi vari. È spudorato il loro particolare interesse al mio figliolo mentre sdraiato accanto a me si lascia, come dice lui: baciare dal sole - oppure mentre risale dal mare, dopo un bagno ristoratore, con quei suoi costumi rigorosamente aderenti e minuti, mostrando tutta la tonicità di un corpo giovane e… maschio!
Tre belle donne che a turno se lo coccolano, lo vezzeggiano. Mi sto facendo convinta che più di una fantasia ha coinvolto la loro immaginazione se considero le continue perniciose ammissioni di femmine che, chi più e chi meno, soffrono della mancanza di un vero uomo accanto. Confessano continuamente le scialbe performance, al limite dell’amplesso conigliesco, dei rispettivi mariti. I sono sembrati chiarissimi gli sguardi voluttuosi verso la maschia figura accanto a me.
Confesso che, se non fosse mio figlio, qualche pensierino, diciamo, peccaminoso lo farei anch’io!

Gli sono accanto. Apre gli occhi ma lo sguardo è assente. Li richiude. Biascica frasi che a malapena interpreto. - …no.. non dico niente a mamma… sarà un nostro segreto…- …no non l’ho mai fatto così… è bellissimo…….. - sto per arrivare si… fammi venire dietro………. - ho voglia di venire con mamma……-
Sarà la febbre che lo fa delirare, ma che dici, cosa non dovrebbe dirmi, con chi ha stretto un segreto, cosa non ha mai fatto e che trova bellissimo, dove era andato e perché passare da dietro…e dove dovremmo andare assieme!...........

È passata una buona mezzora. Le pezzuole si sono asciugate. La febbre sembra diminuire ma è bene che continui. Tento di svegliarlo per farlo bere. Ma ogni tentativo è inutile. Lo aiuto a sollevarsi. Bagno le labbra rinsecchite dalla febbre con un po’ d’acqua fresca. E ripeto l’operazione. Sulla fronte, Vanni apre gli occhi pere un secondo. Un fremito quando sistemo la seconda pezzuola sul petto. Ancora una mia difficoltà a sistemare la terza pezzuola tra le gambe. Mi è impossibile non saggiare la corposità del suo uccello. Ancora una volta devo prenderlo tra le mani e sistemarlo. Vanni è proprio un bel ragazzo. Chissà se ha la ragazzina, e chissà cosa ci fa?
Con l’amore di mamma sosto con la mano tra le gambe sfiorando il suo uccello.
Mi blocco per un attimo, quasi spaventata, richiamo la mano. Un suo respiro intenso accompagna questa mia ultima operazione.
Seduta sulla poltrona prendo atto della corposità del suo attributo e, giuro, senza volerlo immagino, per un attimo quale dimensione possa raggiungere il suo affare quando cresce spinto dalle sue prime perniciose fantasie adolescenziali. Sarà bello e, chissà, quanto grosso è tosto!
Ma cosa penso! Sarà il caldo di questa notte. È veramente insopportabile. Approfitto del suo dormire per una doccia. Sento forte l’esigenza di rinfrescare il mio corpo.
L’acqua fredda mi scuote e mi restituisce quel minimo di benessere fisico e con esso l’essenza dei miei più consoni pensieri di mamma!
Un leggerissimo e velato baby doll ancora bagnata ritorno in camera. Davanti allo specchio mi soffermo per un attimo. La luce della abatjour trapassa l’esile tessuto di seta rivelando ardita il disegno di un corpo intrigante.
Un pensiero. Devo riconoscere che ancora ho un bel corpo che si lascia apprezzare!
“Mamma…” il suo debole richiamo mi riporta alla realtà “…ho sete…”
Lo aiuto a dissetarsi.
“amore mio vedrai domattina starai meglio. Riposati.” Lo tocco sulla fronte, la febbre è notevolmente scesa ma deve essere spossato. Ha sudato parecchio. Ma accorgo però del suo sguardo che, per quanto assente, si sofferma su quella porzione di abbondante seno che i miei movimenti hanno inavvertitamente scoperto ben oltre il lecito.
“….mamma sei veramente bella…” il suo è un pensiero a fil di fiato, ma la sua mano lentamente percorre il disegno del mio seno. È un attimo poi la mano pesantemente cade su di una mia coscia. Vi sosta quasi tramante! Pur intorpidito dalla febbre sembra estasiato da una visione mio malgrado accattivante. Per aiutarlo a sdraiarsi, devo alzarmi in piedi. Mi chino e il mio seno sfiora la sua bocca. Un capezzolo si inebria al calore delle sue labbra! Mi scuote un brivido!!!

Alle 23,40, ancora una volta cambio le pezzuole.
Le mie mani sulle sue guance, sul collo. Lentamente gli accarezzo il petto. Il suo respiro è ancora pesante. Le mani spaziano per qualche minuto sui suoi pettorali. Le mie coccole accompagnano il suo dormire. Piano scivolo sui muscoli dell’addome. Sono veramente ben disegnati. Accarezzo le gambe. Come sono belle toste. Le lunghe unghie quasi lo solleticano.
È proprio un bel ragazzo. Mi alzo per lasciarlo riposare. Ancora una ultima carezza la mano risale dalle gambe. Sfioro l’uccello. Ma è solo un attimo. Ma basta per accorgermi di un crescente pulsare di quel muscolo che fino a poco fa sembrava inanimato. Sarà un riflesso condizionato che si aggiunge ad un impercettibile gemito ed ad un contemporaneo richiamo di una gamba che si raccoglie. L’uccello comincia a prendere quella forma che solo una intensa emozione può consentire. Prendo atto di quanto sia veramente dotato il mio ragazzo. Il suo muscolo in tensione quasi sfiora la mia mano. E’ solo un attimo ma questo mi basta per restare turbata.
Ecco l’attributo che quelle troie apprezzano!
Pochi secondi, per me interminabili. Richiamo la mia mano mentre l’uccello pulsa nervoso reagendo al mio amorevole contatto. Non so perché ma le mie labbra si schiudono!
Mi alzo di scatto, quasi perdo l’equilibrio, sento tra le gambe un qualcosa che mi fa barcollare. Mi scosto d’impeto.
Mi ci vuole qualche secondo per riprendermi e, finalmente, coprire lo stato delle sue grazie.
Ancora uno sguardo ad un corpo maschio prima di allontanarmi frastornata.
Ho sicuramente sbagliato ad accarezzargli le gambe. Non avrei dovuto risalire tra le cosce con quei miei tocchi superficiali. Sarebbe stato meglio non sostare più del dovuto con la mano sull’inguine. Forse il fremito che si è raccolto sul pisello all’unisono con un suo intenso gemito, è figlio di una mia insana azione. Giuro non voluta! Non era mia intenzione!

Un’ora è passata. Un’ora lunghissima nel suo lento trascorrere! Un libro e in poltrona aspetto che la febbre diminuisca del tutto. Sono veramente stanca. Oggi è stata una giornata dove la preoccupazione di mamma mi ha sfibrato. L’apprensione sul suo stato di salute, non nascondo, mi ha un po’ turbata. È il caso che mandi un messaggio a Mario. Sul comodino il suo iphone “Febbre scesa. Vanni riposa. Sembra tutto ok. A domani”
Ascolto il suo smaniare. Lo tocco la febbre sembra essere passata ma il suo essere in questo momento appartiene più al mondo di Morfeo che non a quello terreno.
Ancora un suo lamento, stavolta profondo. Ancora il mio sguardo sul suo corpo. Nulla nasconde un fisico statuario. Mi vergogno di me stessa ma non riesco ad oppormi alla mia voglia di apprezzare i contorni di un corpo maschio. Non so come ma le mie mani percorrono di nuovo un petto scolpito seguono il disegno di muscoli imponenti. I miei occhi scivolano ancora, senza un preciso comando, su una perversa visione.
“mmm….. ……. mmmmm …..aaaammmmmmmm” i suoi gemiti mi riportano ad una intrigante realtà. L’istinto di mamma mi spinge ad allungare una mano sul suo petto. Cerco di svegliarlo dal suo torpore. Il contatto con il suo petto scalda tutto il mio corpo. Un brivido caldo lo percorre.

Ho il suo telefonino tra le mani. C’è un sms. Con la curiosità di mamma lo leggo: - bambino mio aspetto con ansia di sentirti presto tra le mie gambe. La tua mammarella insaziabile. - Ma chi è? Il numero è sul display. Rileggo il messaggio. Scorro la rubrica del telefonino. È Vittoria! Ma che vuol dire …sentirti presto tra le mie gambe…. mammarella insaziabile…?
Vittoria, una delle mie amiche di ombrellone, separata da un anno è sempre alla ricerca di avventure peccaminose. Confesso di trovarla volgare nei suoi atteggiamenti. Quei suoi costumi succinti, al limite della decenza per una signora matura, mi infastidiscono un po’. Oddio male non le stanno con il fisico che si ritrova, ma trovo poco adatto ad una matura signora il modello brasiliano piuttosto sgambato. Oggi pomeriggio ha chiamato per avere notizie di Vanni. Ho apprezzato quel suo particolare interesse! Vuoi vedere che la zoccola…NO! non ci posso credere. Ma quella frase è più di una conferma. Vanni si prodiga a soddisfare le erotiche voglie di Vittoria. Non avrei mai immaginato che quel puttanone fosse più interessata alle prestazioni fisiche di mio figlio che non al suo stato di salute.
Mentre rifletto scorro naturalmente il dispaly. Un’altro sms. Ancora Vittoria. È proprio un troione!
- Tesoro mi dispiace non poterti coccolare come piace a te la tua calda porca maialina – Porca maialina??! E questa chi è? Anche stavolta non mi è difficile risalire al mittente. È Carolina! Con quella sua area di santarellina tutta casa e famiglia maschera invece un indole da gran puttana. Ma come ha potuto concupire il mio ragazzo? Sicuramente quei suoi ultimi atteggiamenti provocatori. Mette in mostra quel suo opulento seno. È particolarmente orgogliosa del suo procace seno. Un bel seno che potrei definirlo un opera d’arte. Perfetto!
Ma come fa Vanni a soddisfare anche lei. Quando. Come riesce a dividersi nel letto di due perfide zoccole.
Ma quale bravo ragazzo, quale orgoglio di mamma, quale piena disponibilità. Ora mi spiego come mai resta ore intere in mia compagnia al mare. E io che pensavo che il suo rispetto verso la mamma sola fosse la vera ragione per la quale resta accanto a me sotto l’ombrellone. In effetti mi sono chiesta come mai appena arriva Vittoria spariscono entrambi dietro quella barchetta all’ancora a circa 20 metri dalla battigia. Con la scusa di una fresca nuotata stanno in acqua per una buona mezz’ora. L’espressione di Vittoria al ritorno poi è particolarmente gaudente e quella di Vanni potrei definirla soddisfatta! E le lunghe ore con Carolina, con il pattino. Ecco come si è beccata l’insolazione. Chissà quanto tempo è rimasto al sole!!!
Ancora un sms : - Stalloncino di mamma mi sto toccando pensando a te… vieni presto la tua micina in calore. - O mio dio anche Silvana! Tra le mie amiche è quella che più di ogni altra frequento anche d’inverno. È mia collega e più volte ci scambiamo visite di cortesia restando a cena assieme, con i rispettivi mariti. Ma tu guarda che troia! Da quanto tempo dura questa tresca. Ora mi spiego le continue visite a casa sua sempre disponibile e servizievole per una donna sola. Silvana è veramente una maiala. Ora capisco quella sua espressione del viso. Un’espressione che manifesta tutta la esigenza di una donna continuamente alla ricerca di cazzo. Il bello che me lo ha sempre confessato ma non avrei mai pensato che circuisse mio figlio!!!
Ma di quali virtù a me sconosciute dispone il mio bambino per essere capace di soddisfare sessualmente tre fameliche troie che, a quanto pare, se lo dividono compiacenti.
Non so se devo ridere soddisfatta dello stalloncino che ho accanto o essere imbestialita delle puttane che approfittano della mia amicizia per soddisfare le proprie erotiche voglie represse.
Il suo dormire mi permette di fantasticare sulla sua figura di uomo e del mio essere donna. Pensieri che in un attimo scoprono il mio essere femmina in calore, vogliosa anch’io di un bel cazzo.
Guardare l’imponenza di quel suo bellissimo cazzo cancella tutti i miei pensieri di mamma.
Ma ciò che il corpo ardentemente desidera la mente correttamente rifiuta!

La notte è ormai piena.
“Mmm……maaam….mm….mmaaaa…..”
La sua voce mi riporta alla realtà. Vanni credeva stessi dormendo..…. Lo guardo di soppiatto, si muove nervoso nel letto, una mano impazza nervosa sul corpo, è sul bacino. Ma che fa, accarezza un muscolo che ha assunto una splendida dimensione. Ma no! Non è possibile la sua mano sta stringendo un cazzo meraviglioso…. Immobile seguo il suo movimento. I suoi occhi fissano la mia figura.
La sua non era una invocazione, un bisogno di aiuto bensì gemiti di una eccitazione che il mio corpo gli procura. Le mie gambe accavallate scoprono un’abbondante porzione delle mie cosce, qualche movimento nel mio dormiveglia ha scoperto un intrigante porzione del mio seno. La trasparenza della vestaglia nera rende l’altro ancora più accattivante. Ferma non so cosa fare. Redarguirlo significa rendere palese la situazione edover prendere atto che mio figlio è un porco. Non dirgli niente può significare che gli sono complice. Fare finta di continuare a dormire mi pare la soluzione forse più facile ma, credo, più corretta.
D’altronde così conciata sarebbe difficile per un ragazzino di primo pelo non eccitarsi.
Inerme subisco il suo piacere!
Le sue gambe oscenamente divaricate, la mano lentamente percorre tutta l’asta in movimenti che hanno del morboso. Geme stringendosi le labbra. Ascolto l’intenso suo respiro.
Sento il bisogno di muovermi ma mi manca il coraggio.
Lascio volutamente cadere a terra il suo telefonino nella speranza di distorglielo dal sua pazzesco fare. Ma nulla. Continua imperterrito a masturbarsi.
Sdraiato sul letto mi sta dedicando il suo piacere.
Lentamente anche il mio respiro si fa intenso.
È in preda ad una erezione possente. Il suo muscolo lungo e arcuato è in una tensione fortissima.
Non sono mai stata una puritana, e quello che vedo sta incidendo sulla razionale sfera del mio privato.
Resto rapita e, contemporaneamente, affascinata dallo splendido uccello che continua a crescere stretto in una mano. Un muscolo che non pensavo fosse così bello in tutto il suo splendore.
Mi vergogno di ciò che sto pensando. Per me è ancora il mio bambino.
“ASSURDO!”
Vorrei abbandonare la stanza ma una forza a me esterna mi blocca!
È intensa la sua fortissima eccitazione. Il suo uccello pulsa veemente. Lo stringe forte nella sua mano. “ ssssssssiiiiiii… …..” mi accorgo, dai lineamenti del viso, e dall’intenso respiro, che sta per venire.
Un fremito percorre il mio corpo. Le gambe mi tremano e si stringono in una forte morsa. Assisto inerme! “mmm…..…. maaaaamm ….. mmaaaaaaaaaa” il mio nome sussurrato. Mi accorgo, dall’espressione del suo viso che è in procinto a scaricare gli effetti di un morboso piacere.
“… MAMMA…..” con veemenza spruzzi di sperma si spargono tra il suo torace ed il letto, le mani pestano su di un magnifico cazzo che ritmicamente accompagnano i fiotti di un caldo seme che, abbondanti e forti, fuoriescono dal suo turgido muscolo….. “ssss…sss..iiii”….. scarica guardando intensamente il mio corpo.
Schizza il suo seme con impressionante vigore. Fiotti corposi. Uno due tre mentre la mano continua a pestare su di un cazzo imperioso.
Un gemito intenso profondo la mano stringe alla base il cazzo. Lo stringe forte. I suoi gemiti si fanno intensi, le labbra si stringono, e nel rilasciare la mano un fiotto corposissimo, dopo aver tagliato l’aria, si sparge tra le mie cosce.

Esausto crolla sul letto ed in poco si riaddormenta. Il respiro lentamente torna normale e si abbandona ad un sonno ristoratore.
Come potrà essere da ora in poi normale il rapporto con mio figlio.
Il vederlo schizzare con tanto ardore mi ha procurato una sensazioni di perversa eccitazione. Si confesso sono morbosamente eccitata, mentre il calore di quella sua goccia di piacere scuote i miei sensi. In un impeto di insana debolezza, come se quel cazzo superbo mi stesse cercando, mi avvicino al suo corpo. La mia eccitazione mi spinge a tendere una mano verso il suo intimo. Ma la mia ragione, invece, ne richiama il movimento. Ma il mio corpo vuole saggiare il piacere di quel muscolo. Il cervello invece ne rifiuta l’opportunità. La mia bocca vuole assaporare i suoi caldi umori. Mentre il mio essere mamma mi blocca.
Mi accorgo di essere completamente bagnata, con la mia eccitazione che mi priva della ragione. Sento il bisogno di un cazzo che mi possa possedere, che mi sbatta selvaggiamente, che possa farmi sentire troia e godere. Mentre scorre abbondante, tra le cosce, il calore della mia eccitazione. L’essenza del suo piacere mi inebria.
In preda alla lussuria più sfrenata senza più alcun controllo tendo definitivamente la mia mano.
Accarezzo lentamente le gambe, le dita tra i peli del pube, prendo con tutte le mani il turgido muscolo di mio figlio ancora grondante di sperma. Morbosamente ne saggio le dimensioni. Con la lingua avvio una spasmodica ricerca del nettare distribuito sul suo possente torace. Avida seguo i rivoli del suo seme. Ho il cazzo a pochi centimetri dalla mia bocca. Morbosa mi soffermo con la punta della lingua sulla rossa cappella. Raccolgo il calore del sue seme. Perversa assaporo lo sperma di mio figlio. Lo prendo in bocca pulisco l’intera superficie. Un lavoro di lingua lento, eccitante. Avida raccolgo il suo piacere.
Vanni soddisfatta la sua eccitazione dorme di un sonno ristoratore. Ma geme!
Il suo gemere mi riporta alla realtà. Mi stacco d’impeto dal suo corpo. Ma nulla riesco a fare per placare la femmina che è in me e che reclama il suo piacere.
Il suo è un sonno pieno. La febbre e l’eccitazione lo hanno spossato.
È tanta la vergogna ma non ho la forza di abbandonare la mia azione, la mia eccitazione è più forte di ogni più pudica resistenza, sono ormai scatenata dalla lussuria, il suo corpo mi inebria e inibisce ogni mia azione che non sia diretta a soddisfarmi sessualmente.
Cedo, quindi, al coraggio della perdizione e con insana passione stringo tra carnose labbra una splendida mazza. Lecco da un meraviglioso cazzo le calde gocce ancora presenti. In bocca percepisco le sottili venature ancora pulsanti del suo membro. La lingua insaziabile, percorre per intero la vena rigonfia che dà turgidezza al cazzo per poi roteare sul glande. Senza alcun pudore mi gusto il piacere del giovane cazzo di mio figlio rendendomi conto che è ancora eccitato e con tale consapevolezza copiosamente scorre tra le cosce tutta la mia libidine
Continuo il mio succhiare sorprendendomi della tenuta dell’esuberante muscolo che non ha perso neanche un po’ della sua durezza. Ingoio famelica tutto il suo meraviglioso cazzo!
In un crescendo di perfida lussuria spompino mio figlio.
Mi sdraio sul suo corpo con tutto il mio. Sento direttamente il calore della sua epidermide, e spargo sul mio gli effetti della sua soddisfatta libidine. Sosto ardentemente su quel corpo che mi restituisce intense emozioni. Lo accarezzo strusciando ogni lembo della mia pelle sulla sua …… “….……. mmmhhhh…..hhhuuuu” Il suo forzato silenzio mi restituiscono pianamente i miei perversi gemiti di piacere. Con la prorompenza del mio seno, stringo il suo cazzo che scivola tra il mio seno, con le mani che stringono forte le mie mammelle e lo porto alla bocca.
DIO COME MI SENTO TROIA!
Ho voglia godere del giovane cazzo di mio figlio. Desidero percepire le pulsazioni della sua verga mentre mi scivola dentro la fica abbondantemente lubrificata.
A gambe divaricate, in piedi sul letto mi possiedo forsennatamente godendo di ogni centimetro di un cazzo che sento tutto mio “… fottimi …… dai …dai….. fotti.. tua .. madre…” ….. senza più alcuna vergogna….….. invece di…. smanettartelo di nascosto…. fam…..mmiiiiii……... go….der…eeeee …” mentre l’imponenza di mio figlio mi è già tutta dentro. “ssssiiiiiiiiiii…….. daiiiiiiiii… scopami……..……..scopa ……… la puttana di tua madre…..” …. nessun pudore, nessuna vergogna, sono una vera puttana mentre mi godo lo stallone di mio figlio “….si fottimi come fotti le tue puttane….aaaaaahhhhhhhiiii…..” il mio piacere si mischia al suo respiro intenso. Ancora più veloce continuo a scoparlo sino a quando di nuovo forti schizzi di sperma inondano il ventre di una madre porca e troia. Sento il calore pervadermi il corpo mentre in preda ad una perfida lussuria mischio il mio piacere al suo ………“siiiiii…. …. ………”
Vengo, godo di una eccitazione morbosa.

La luna illumina i nostri corpi mentre il pensiero di mamma è sconfitto della mia voglia di minchia……..
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