incesto
BDSM) 1.2 - un piacevole gioco
di geppettino2003
30.04.2022 |
8.980 |
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"Immediata una riflessione: cosa sa del mio intimo passato? La sottile allusione al mio intimo essere, e di come in poco riuscivo a valorizzarlo, mi lascia..."
1.2 Un piacevole gioco Le sue delicate mani stringermi a se dai fianchi, ed io abbandonarmi al suo accompagnarmi in una lunga passeggiata.
“Parigi di notte ha un fascino diverso, per questo va vissuta camminando per stradine illuminate, qui la passione sa come trasformarsi in intrigo, basta voler osare…”
Pochi minuti di un lento camminare e ritrovarci avvolti dalla penombra di un grande parco. Accelerare il passo per lasciarci alle spalle provocanti femmine, oscene nel chiaro proporsi per peccaminosi momenti.
Capisce il mio imbarazzo perché mi abbraccia forte allontanandoci di pochi metri, una panchina in penombra offrirmi la possibilità del piacere di una sigaretta. La fiammella del mio accendino offrirgli l’opportunità di apprezzare, ancora, le mie lunghe gambe, che l’orlo della corta gonna lascia, piuttosto, scoperte.
Delicata la sua mano appoggiata sul mio ginocchio
“So che hai gradito gli sguardi, di stasera, sono sicuro che ti hanno fatto tornare indietro intrigando il tuo essere donna, e risvegliato il tuo lato nascosto, vorrei anch’io l’opportunità di poterne gioire…”
Un flash, e con la mente a quel suo scritto, quelle parole, sul momento, difficili da interpretare:
- Ti prego torna al tuo tempo, lascia anche a me l’opportunità di ammirarti donna affascinante e seducente. Ricuciamoci momenti solo per noi con un diverso stare assieme. -
“Parigi è sicuramente il posto più adatto per osare qualcosa di più, ed abbandonare il tuo essere riservata, e ritrovarti nel tuo volere…”
Ascolto il suo parlare con le parole iniziare a bussare ai miei piacevoli, passati, ricordi.
Al suo dire invitarmi in piedi davanti a lui, le mani dai fianchi seguire il corpo, non ho il tempo di realizzare mentre solleva, molto lentamente, i lembi del frivolo spacchetto rivoltandoli verso l’interno del tubino, la stretta gonna li mantiene fermi. È compiaciuto il suo ammirare la bellezza delle mie lunghe gambe scoprirsi.
Sorrido, pur perplessa!
“Vedi, basta poco per rivedere la donna del tuo bel periodo - vestita come una di quelle - come dicevi quando papà ti chiedeva di esaltare le bellissime gambe, accentuare la scollatura sul delicato libero seno ed indossare quell’azzardato, provocante, intimo che sfidava il tuo compito essere.”
Sorpresa da complimenti che trovo, contemporaneamente, piacevoli ma imbarazzanti. Immediata una riflessione: cosa sa del mio intimo passato? La sottile allusione al mio intimo essere, e di come in poco riuscivo a valorizzarlo, mi lascia basita.
Nel sul sguardo interpreto una supplica, nelle sue parole il senso di un azzardato desiderio, nel suo fare manifestarne il piacere.
Non reagisco, lasciandolo fare con docile arrendevolezza. Il taglio del vestitino risale ancora arrivando a lambire il bordo scuro delle preziose autoreggenti, ed in poco il tubino diventa minigonna. Furtivamente la sua mano, contro ogni mia volontà, gioca con il bordo della risalita gonna, le dita sfiorano le calze, a fil di pelle risalgono oltre la seta che copre la nuda gamba.
L’orlo del rosso abito così rivoltato sortisce chiaramente l’effetto di quel suo desiderio. Tremo ai delicati tocchi, ma non mi oppongo al suo fare, quasi soccombo ai brividi del sottile crescere di una diversa, ritrovata, emozione.
Nel sorridergli, rivolgo lo sguardo verso quelle signore poco lontano da noi, complice proseguo nel suo gioco, le sfido appoggiandomi ad un vicino albero, sollevo la gamba seminuda, le mani dietro la schiena, e mi propongo sensuale come - una di quelle - Istintivo il mio voler tornare a vivere, anche solo per pochi secondi quel mio libertino intimo passato, regalandogli attimi di una trasgressiva mammina.
Non ho il tempo di reagire al flash del suo Android riprendermi. Una rapida sequenza di scatti immortala il mio diverso ruolo di madre.
Le luci della notte rendono il tutto irreale e, per un attimo, solo per pochi secondi rivivo, in quegli scatti, quel mio intrigante passato. Torno indietro al mio tempo, ricordo come quel mio voler osare restasse condizionato dal mio bigotto contesto.
Beh, si in un certo qual modo, forse, ho esagerato, ma non sono riuscita ad oppormi all’emozione di volermi sentire - una di quelle - Mi scuoto per impormi di tornare al mio presente!
“Ti prego resta così!”…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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