incesto
2. Ritrovarmi intimamente Troia non solo amorevole mamma
di geppettino2003
21.08.2023 |
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"Apro la bocca, ancora una leccata di lingua a risalire sulla cappella, per poi farla sparire in bocca fin dove posso..."
Riportiamo le intime confessioni di una madre che, dopo aver letto i racconti del figlio ha voluto condividere le Sue emozioni con noi affinché si potesse rivisitare quei racconti e rendervi partecipi della sua emozione. Riteniamo, ovviamente senza alcuna presunzione, che possa essere un modo per rendere più facile, ad altre madri che vivono gli stessi patemi, di vincere un tabù imposto da regole bigotte, sapendo che non sono le uniche a provare un diverso amore e un’attrazione carnale per il proprio figlio.
P.S.
Ancora un lungo racconto.
A quanto a noi confessato, abbiamo cercato di dare enfasi alle emozioni. Invitiamo le tante madri, a soffermarsi sui pensieri di Chiara non già solo su i Suoi momenti.
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Nuda salire le scale, mi ci vuole una doccia, tanta acqua per eliminare lo sporco su di me!Frastornata, barcollante, ancora non mi capacito su ciò che ho fatto!
La mente torna alle mie notti insonni. Due settimane trascorrere, giorni durissimi, con un miscuglio di pensieri di madre snaturata in un travaglio governato da perverse fantasie.
Costantemente in testa quella mattina, in camera sua, la scena di un film porno che stava vedendo ed il suo sesso sporgere, prepotentemente da una mano.
Sorpresa, inebetita, non sapere che fare, ma restare.
Nei lunghissimi secondi di sosta, accorgersi di me, guardarci, non dirci niente, lui riprendere davanti a me il suo sfacciato fare, ed io scappare in camere mia e restarci per lunghe ore.
Quelle scene di sesso amatoriale, una madre offrirsi lasciva al proprio figlio e quel membro in forte erezione mi hanno sconvolta. Turbamenti e vergogna hanno cominciato ad alimentare i patemi delle mie lunghe notti a seguire. Assalirmi i dubbi che il suo guardarmi ferma, immobile davanti al suo eccitato fare, potesse aver materializzato un suo perverso desiderio per un amore diverso.
Al buio, sola nel mio grande e solitario letto, quel suo sesso, potente, grosso, lungo sfidare il mio essere madre e non riuscire ad oppormi a sporche fantasie nel lasciare alle mie dita di godere della sua intensa eccitazione cercando il mio di piacere.
I giorni a seguire iniziare a guardarlo non più con gli occhi di una madre, ma più come uomo e sempre meno come figlio. E quel suo essere maschio indebolire sempre più la mamma per esaltare la femmina al nascere di assurde fantasie.
Quel mio dubbio farsi incessante e salire l’esigenza di doverlo scoprire.
Così, un po’ per gioco, ed un po’ per civetteria femminile, mutare il mio propormi in casa, vestitini più fascianti, scollature un po’ accentuate, gonne un poco più corte, e seguire il suo interesse verso il mio corpo salire nel guardarmi con un’attenzione mai notata prima.
Favorire il suo interesse nel mostrare un po’ più del mio piccolo seno, scoperte le tornite cosce molto di più di quello che la decenza, e la morale, consigliano ad una madre di mostrare al proprio figlio.
Il riscontro nei suoi abbracci diventare costanti, piacevoli le sue mani tra i miei capelli, intriganti i baci sul collo dati a fil di pelle, un po’ sfrontate le dita sfiorare il delicato seno, molto più sfacciato il suo stringersi al mio corpo e percepire la forza di quel suo duro sesso pulsare tra le mie gambe.
A poco a poco il suo fare crescere in una sorta di reciproca, accattivante, complicità.
Quel suo concupiscente fare sconvolgermi ad un infido calore iniziare a diffondersi tra le gambe.
Con in testa continuamente solo quel cazzo, lungo e duro stretto a malapena nella sua mano, e ritrovarmi riflessa davanti allo specchio, convincermi che, a 58 anni, potevo, vivere una seconda vita.
E volerla!
È così scattato in me, non so spiegare cosa mi abbia portato a prendere una decisione assunta dopo che sfiancanti ditalini mi lasciavano in corpo una eccitazione non soddisfatta, al contrario acuita da fantasie sempre meno innocenti e sempre più perverse.
Allora fregarmene dei risvolti, e di ciò che poteva accadere, e voler fare, quello che desideravo io. Quello che mi è stato inibito per un lungo tempo.
Riscoprirmi troia!
L'essere quella femmina ancora da desiderare nonostante l'età, un solo pensiero indebolirmi nel mio ruolo: l’importante è che non fossi io a costringerlo, ma essere un qualcosa che fosse spontaneo.
Non so ancora dove ho trovato il coraggio. È stata una reazione a morbosi pensieri sconvolgermi
Alla fine, in preda ad una pulsione sessuale improvvisa, decidere di rimuovere uno stupido tabù con in testa una sola considerazione: la vita è una sola e va vissuta in modo pieno ed assoluto.
Si! Mi sono concessa a mio figlio non solo per soddisfare le mie voglie ma per un amore senza limiti per lui.
È vero l’ho voluto, cercato, preteso e adesso non immagino il mio dopo…
IL MIO IMMEDIATO DOPO
Alle mie spalle, in silenzio, il suo seguirmi sulla scala, una sua mano sulla schiena annullare i miei pensieri.
Accorgermi del suo cazzo ancora duro, il mio bel culo davanti ai suoi occhi e ritrovarmi a sculettare come quella trasgressiva troia per anni sognata.
Solo un attimo per avere la sua mano tra le gambe, ferma, le dita cercarmi, trovarmi disponibile, arrivare al buchetto, lasciargli sentire il ricco ciuffetto ancora bagnato dal mio, e dal suo, seme.
Alle stelle ancora una forte eccitazione, stringo le gambe, attimi e inizio a tremare. Un dito sconvolgermi, non riuscire, o meglio, non volere oppormi.
Godo!
Un grido strozzato confermargli il mio venire, sconvolta da un orgasmo di una intensità che mai avevo provato. Nulla riuscire a dire lasciandolo solo, sulle scale, con il cazzo sempre più duro.
Immediato il mio pentirmi, un pensiero martellarmi in testa:
essere una depravata, una cattiva madre, completamente pazza per aver fatto sesso con il proprio figlio.
Cerco conforto in quel mio impegno - solo per una notte -
Si una notte lunga nel suo trascorrere! Poche ore ancora di insane follie!
Pochi secondi ed è ancora alle mie spalle, lo specchio riflette il suo sguardo, negli occhi è forte il desiderio di me. Mi volto, il cazzo ancora umido del nostro piacere bagna il mio ventre, ne percepisco il calore mentre si perde tra le calde labbra. Quel cazzo ergersi duro, segno tangibile che non intende perdere potenza, farsi strada tra i nostri corpi allacciati e stretti.
La bocca sulle mie guance, sfiora le labbra, un attimo e scivola sul collo, lo percorre lento sino ad arrivare sul delicato seno, si sofferma sui capezzoli, li bacia, un attimo e succhiarli.
Tremo, con le mie unghie graffiare le spalle, materializzano la mia accondiscendenza.
Si china, affascinato davanti a quella mia peluria bagnata, mi fa allargare le gambe e si fionda con la bocca tra le mie labbra più intime alla ricerca del clito gonfio di desiderio, la lingua lo risucchia in bocca, delicato lo morde.
Sfrontato il suo chiedermi se ho mai goduto facendomi leccare la fica.
Dovrei rispondere che le pochissime volte che è successo l’irruenza del padre non riuscire a soddisfarmi. Ma ora è diverso, una nuova emozione comincia a farmi fremere, la testa piegata all’indietro lo lascio fare senza dire una parola. Appoggiata le spalle al muro, le mani sul suo capo spingono la bocca tra la fica dove la lingua affonda tra le mie grandi labbra e si infila nel profondo della fica.
Non ne posso più dal piacere.
Sto per urlare di nuovo!
Alla lingua che violenta il clitoride, si alterna un dito, entrano a turno tra umide labbra. Esce la lingua, subito dentro il dito che ruota ad uncino in movimenti circolari, come se stesse cercando qualcosa all’ingresso e non in profondità, sonda ogni singolo millimetro di un intimo spaventosamente eccitato.
Sale il mio piacere. È una sensazione diversa, nuova, intensa, mai vissuta, quasi al limite tra dolore e preoccupazione.
Il corpo scosso trema senza controllo, quando le dita diventano due, facendomi vivere una emozione che supera ogni limite imposto alla ragione.
Sento le gambe abbandonarmi, difficile restare in piedi, la mia eccitazione è al massimo, mani impazzite schiacciano il suo viso più forte tra le mie gambe.
Sento il piacere salire, possedere l’intero mio corpo. È qualcosa di paradisiaco ed eccezionale. Libero la mente, il corpo scosso da fortissimi tremori, il capo all’indietro ed ad occhi chiusi mi lascio andare a schizzi involontari.
Dio vengo!
Un orgasmo diverso, davvero potente, un piacere immenso, coinvolgente.
Sembro una fontana!
Squirto con un urlo che, penso, che abbiano sentito anche i vicini. E una sensazione intensa, un piacevole senso di liberazione per anni di subita sofferenza. Spruzzi potenti, lunghi, continui, sporcano il suo viso del mio piacere.
Non si ferma, lingua e dita continuano nel morboso fare. Gemo strozzando le labbra il nome dell’uomo che in pochi minuti è riuscito a portarmi a godere di un orgasmo di una intensità che mai avevo provato.
In piedi mi guarda negli occhi, spossata, gambe deboli e tremolanti, sono incapace di spiegare il mio godere. Piango per la vergogna, balbettando confesso che è la prima volta che succede, giuro mai accaduto di godere così neanche nei miei violenti ditalini.
Amorevole il suo abbraccio, asciuga con le labbra le lacrime,
confessandomi che per lui è la prima volta che assiste ad un piacere così intenso. Bellissimo!
Confusa sento il suo cazzo pulsare tra le gambe, lo prendo in mano, lo sento palpitare di una morbosa eccitazione, lo stringo forte tra le dita, e comincio a segarlo.
Entrambe le sue mani sul mio capo, chiara l’intenzione che restituisca a lui lo stesso piacere con la mia di bocca.
Un fare che è una richiesta!
Ma non sono ancora pronta!
Sconvolta, eccitata da momenti di forti emozioni carnali, mi sento aperta, pronta riceverlo un’altra volte dentro di me.
Lo sguardo non si stacca un cazzo pronto e duro, una cappella gonfia bene esposta scalda i miei sensi. Non riesco più a controllare i miei pensieri per quanto alta è la mia voglia.
Con il dura cazzo tra le mani lo guido tra e mie cosce, la cappella pettina labbra infuocate, le dita le apre e, vergognosamente e mi offro, consapevole, alla sua passione.
Mi guarda con desiderio, come se aspettasse il permesso di entrare.
Entrambe le mani sui suoi fianchi e spingo il suo corpo contro il mio, con forte un solo desiderio. Lo voglio dentro di me, non ne posso più dal desiderarlo. Voglio che mi scopi e che lo faccia presto. Voglio sentirlo fino in fondo, voglio ancora inebriarmi del suo caldo seme.
Con un potente colpo di reni mi possiede prendendo possesso di tutta la mia fica, dalle intime labbra fino all’utero. Comincia a pomparmi con foga, lo specchio davanti alla doccia riflette un delicato seno reagire ai suoi forti colpi, lo prende tra le mani e stringendolo spinge sempre più forte.
Siamo rapiti dalla lussuria!
Mi scopa con lunghi continui e ripetuti vai e vieni.
È bellissimo!
Lo sento per tutta la sua lunghezza dentro di me.
Un lunghissimo mio gemito di piacere accompagna il salire della mia eccitazione.
Suo padre non mi ha mai scopata con tanta foga.
È stupendo!
Adesso sono sue le mani sui miei fianchi a governare il mio movimento. Spinge forte e, tutto dentro di me sussurra il mio nome. La sua voce unitamente ai suoi duri colpi su di me, aumentano il mio piacere. Solo la parete si oppone alla forza delle sue spinte.
Il viso tra le mie mani, cerco le sue labbra, per contenere l’intensità del mio gemere. Le lingue si cercano, unendosi in frenetico, appassionato intreccio, mentre con il bacino accompagno i suoi movimenti.
Sale la sua eccitazione. Imminente il suo momento.
Mi stringe più forte a se, il respiro aumenta, diventa lungo prolungato, lo sento tremare, sta per godere.
Stringo le mani sui suoi fianchi per tenerlo bene dentro di me, frenetico il suo irrigidirsi, tendere il corpo, spingere il cazzo con un ultimo colpo e fermarsi. Lunghi secondi e sento il cazzo gonfiarsi, il corpo tramare e il suo sperma caldo inondare il fondo della mia fica che contraggo attorno al suo cazzo ad ogni potente schizzo. È meraviglioso sentirlo schizzare, lo sento si.. lo sento.. lo sento e bene, e godo al suo seme sporcarmi. Vengo anch’io al suo schizzare e un lunghissimo sibilo di piacere accompagna il mio orgasmo.
Il silenzio, e l’acqua della doccia scivolare sui nostri corpi eccitati, sono gli unici complici del nostro tornare presenti.
Già notte fonda, coperta solo da un asciugamano, amorevole il suo prendermi per mano ed accompagnarmi nel mio grande solitario letto.
Esausta lo bacio, ricambia felice come non mai e, abbracciandomi amorevolmente, mi coccola. Carezze delicate, pervase di un sincero sentimento di amore, come fosse tornato l’amorevole figlio.
Pochi minuti per rendermi conto di ciò che è successo. Nessuna vergogna, neanche paura, abbandonarmi la preoccupazione.
Alle sue carezze in pochi minuti mi assopisco, socchiudo gli occhi ed avere netta la sensazione del suo essere ancora duro e con forte il desiderio di me.
In testa martellarmi quel mio impegno preso con me stessa:
- solo una notte che deve restare isolata, essere solo un ricordo, sicuramente bellissimo, ma niente di più. -
Al buio mi addormento con forti dubbi sul mio domani.
Lo sento svegliarsi intorno a mezzogiorno, per un attimo credo non abbia percepito la realtà, solo qualche secondo per realizzare.
Sfacciato nella sua sicura eccitazione, starà sicuramente cercandomi accanto a lui ma io sono già tra i fornelli.
Lui sotto la doccia ed io combattere con quella mia condizione imposta
- solo una notte! -
Dieci minuti e scende, è nudo, mi vede nel mio variopinto dopo sole, un frivolo nodo lascia alla trasparenza del tessuto il chiaro disegno di delicate tettine i cui capezzoli, ancora duri, ne esaltano la forma.
È affascinato, incredulo, speranzoso che non sia stato solo un sogno. Un bel sogno!
Mi abbraccia da dietro, facendomi sentire una potente erezione tra le chiappe.
Immediato il suo accorgersi che sono senza reggiseno.
Nella sua espressione chiara una voglia matta di me. Ammira il mio corpo, le tette, le cosce, il culo, mi abbraccia e mi stringe a se. Lascio che mi accarezzi le spalle, sento il calore della sua pelle sulla mia, il battito del suo cuore sulla schiena. Immediate le sue mani spaziano su di un corpo che comincia a tremare, spinge il suo ventre al mio ed il respiro si fa affannoso.
Mi bacia, le labbra sulle guance, sfiora le mie, si sposta sul lobo, lo mordo, introduce la lingua nell'orecchio, tremo!
La lingua scivola sul collo, ancora piccoli morsi sulla schiena, il corpo è percorsa da brividi intensi mentre, sospirando, sussurra il mio nome.
L’imminente arrivo della sorella mi impone di sciogliermi da un pericoloso contatto, un mezzo passo in avanti, mi volto e ammiro un bel cazzo tosto, è duro, veramente il doppio di quello di suo padre.
È forte il suo desiderio di me, mi vuole ancora e di più. Non mi lascia il tempo di reagire ad un suo bacio, la lingua subito cerca la mia. Solo un attimo per informarlo che è in arrivo la sorella con il nipotino e che non è, quindi, il momento.
Debole non so dire altro!
Nel risalire le scale verso la mia camera, mi segue a metà delle scale mi è, ancora una volta, dietro, mi blocca, alza il corto pareo, nota che sono anche senza mutande.
Esaltato dalla visione di chiappe morbide, mi chiede se quello che è successo nella notte è stato solo un momento.
Senza aspettare alcuna risposta mette il cazzo in una fica già fradicia e mentre comincia a pomparmi con foga, ascolta il mio intenso gemere come risposta.
Quella promessa fatta a me stessa vacillare. Abbandonarmi!
Poche botte, ben assestate e, tremando dal piacere, veniamo assieme.
Devo prendere atto che mi piace quel sul modo, di irruento maschio, nel portarmi al piacere in modo veloce, forte, e pieno di intrigante intensità.
Mi volto e confesso con uno sguardo da porca, che quella non è l'ultima scopata, l'importante che resti un segreto tra di noi.
Impazzito dalla felicità ricomponendosi sussurra che mai avrebbe sperato di potermi amare in questo modo, non più mamma ma donna, anzi femmina e che mai nulla sarebbe trapelato.
Ci ripuliamo velocemente nell’imminenza dell’arriva della sorella.
Veloce il suo indossare una magliettina ed un pantaloncino ed in camera mia segue il mio vestirmi.
Sfido quel coraggio che mi è mancato per lungo tempo, resto disponibile a farmi ammirare solo con un anonimo intimo certamente più appropriato al mio ruolo di nonna.
Al sua chiedermi del perché non avessi dell'intimo colorato e sexy, confessargli che negli anni la mia lingerie è sempre stata condizionata da pensieri del padre a cui non piaceva quel tipo di indumenti, così inibendo ogni mia possibile diversa scelta.
Subito il suo approfittare della opportunità, offrendosi complice ad un mio intimo cambiamento sperato, proponendo di dedicare il nostro pomeriggio al rinnovo dei contenuti dei miei cassetti dell’armadio.
Un po’ impaurita schernirmi sulla circostanza che se qualcuno ci avesse riconosciuto cosa avremmo fatto. Il suo confermarmi che lo avremmo fatto lontano da casa dove nessuno ci avrebbero riconosciuti.
Incuriosita dalla intrigante proposta in un attimo acconsento maliziosa.
Ridendo conferma che anche nel mio essere nonna l'intimo deve essere sensuale ed eccitante, si avvicina e lento sfila quanto indossato dicendomi che senza sono senz’altro più fica.
L’arrivo di mia figlia interrompe un ulteriore trasgressivo momento, immediato il suo scendere a riceverla.
Pochi minuti e li raggiungo con indosso una larga gonnellina e una camicetta. Ritorno casta nel mio solito anonimo propormi.
Solito convenevoli per arrivare all’ora di pranzo. Seduti a tavola, con la dovuta attenzione, voglio che si accorga che sono rimasta nuda sotto. Noto il suo sguardo stupito e compiaciuto.
Poche ore di sguardi lascivì, di provocanti atteggiamenti, tocchi rubati. Difficile, e piuttosto complicato, restare inerme a morbosi pensieri, e perverse fantasie crescere, poi finalmente soli.
Mi avvicino lo guardo, in silenzio
sollevo la gonna e mi siedo su di una sua gamba, la nuda fica a contatto con la sua pelle lo fa sobbalzare, con le dita apro le intime labbra in modo che, libere, possano scorrere contro la carne della coscia, lenta muovo il bacino, stringo la sua gamba tre le mie, sento il calore della fica spargersi sulla sua nuda pelle.
Sorpreso mi lascia fare.
Attimi per liberare un cazzo che è rimasto duro per tutto il tempo, ne ammiro la potenza. Lo impugno, lo scappello, la mano si muove con lentezza nel suo sù e giù, senza fermare il mio corpo ondulare sulla sua carne.
Le sue braccia cingono i miei fianchi favoriscono il mio fare, gli piace il contatto, sentire il calore del ricco pelo che struscia sulla sua carne, e geme sia per la sega che nel vedermi masturbarmi con la sua coscia.
Con una espressione pervasa dalla lussuria gli chiedo cosa ne pensasse del fare di una madre.
Ansima etichettandomi come troia, sorpresa, ma per nulla offesa, confermo che voglio trasformarmi in troia solo per lui.
Ho il duro cazzo tra le mani, chiaro è il suo pulsare frenetico, piano comincio a segarlo, incrocio il suo guardo confessandogli che quando mi ha leccato la fica ho goduto come non mai, adesso voglio restituirgli quell’immenso piacere succhiando il suo cazzo.
Non l’ho mai fatto!
Senza dire una sola parola mi inginocchio davanti a lui, la testa sul lato, una mano scosta dietro l’orecchio un ciuffo di capelli.
A gambe aperte, il cazzo svetta in tutta la sua fierezza. Non lo guardo, è come fossi rapita dal momento, affascinata dal duro membro, una mano lo serra scappellandolo, l'altra, inumidite le dita dalla saliva, prende a lisciare in tondo la cappella. Un fremito percorre il mio corpo, Non ho mai provato nulla del genere, un piacere nuovo, indescrivibile.
Massaggio con lentezza la cappella, le dita ci girano attorno, la strizzano, si soffermano a prime gocce di piacere che escono inumidendolo sulla punta. Il suo gemere richiama il mio sguardo, lo guarda con volutà, gli trasmette con gli occhi il salire di una intensa emozione.
È qualcosa di bello, meraviglioso!
Un suo sorriso ambiguo confermarmi che sto facendo bene. In silenzio chiude gli occhi si lascia andare al piacere che sto per dargli non più con l’amore di mamma ma con il trasporto della vogliosa femmina.
Anch’io chiudo gli occhi, continuo quel mio intrigante fare, mi fermo, lascio la presa della mano sul cazzo, lunghi secondi per vederlo pulsare ad un intenso piacere, solo un attimo per determinarmi e un fremito percorre il mio corpo appena le labbra sfiora la tumida cappella.
In silenzio incrocio il suo sguardo e comincio a baciarla, non so perché la mordo, ho un sussulto al primo tocco di lingua che la circonda, lascio che percorri la lunga asta, avanti e indietro, mentre una mano stringe alla base il diventato enorme cazzo.
Ansimo di eccitazione, la lingua percorre il cazzo, mentre le dita massaggiano e strizzano delicatamente le palle. Geme, con sospiri lunghi e prolungati.
Apro la bocca, ancora una leccata di lingua a risalire sulla cappella, per poi farla sparire in bocca fin dove posso. La bocca si chiude attorno alla sua cappella gonfia. Con un lento movimento della testa comincia a massaggiare con le labbra un cazzo che continua a crescere al massimo dell’erezione.
Inizio il mio primo lento pompino.
Vado sù e giù con la testa, sorpresa della mia calma esasperante le labbra ben serrate stringono voluttuosamente, e forte, il cazzo che al mio fare si scappella dentro la mia bocca, sino a sprofondarmi in gola.
È in estasi, e capisco dalla sua estasiata espressione che sto facendo bene!
Rapito dall'eccitazione una sua mano solleva i lunghi capelli raccogliendoli in una coda sopra la testa e spinge la mia bocca ancora oltre, capisco che deve succhiare e mi trasformo in vera professionista del pompino.
Con la grossa cappella in bocca dondolo con decise succhiate, si sente solo il rumore della mia bocca e, al suo irrigidirsi, i suoi sospiri di piacere.
La mia eccitazione sale, le dita martorizzano una fica pronta a godere.
Lascio alla bocca di andare su e giù fino a quando mi blocca, mantiene ferma la testa con in bocca il cazzo che sento gonfiarsi, capisco immediatamente che sta per venire e di colpo 1, 2, 3, 4, caldi densi Getti di un seme caldo e denso mi riempiono la gola.
Ingoio fin quando riesco, poi la sborra inizia a colarmi dalle labbra.
Lui non riesce a controllarsi, con forza tira fuori il cazzo e continua a schizzare corpose gocce di sborra sul viso. Continuo a succhiarlo ancora, altre gocce corpose tra i capelli.
È forte nella mia bocca la devastante sensazione dei violenti getti di sperma usciti dal suo cazzo, segno della sua voglia e, con le cosce inondate dei miei umori e il gusto dolce della sborra in bocca, mi masturbo con forte la voglia di lui.
Mentre godo anch’io mi chiede scusa, ma sorridendo tiro fuori la lingua e pulisco il sottile rivolo di sborra scivolare sulle mie labbra, dicendogli che rimpiango solo di non aver mai provato prima il piacere di un pompino.
Solo dopo che ha finito di sborrare, e con ancora il suo cazzo duro in bocca, realizza cosa ho appena fatto!
Solo una mezz’ora e, pronti, ad uscire, puntualizzo, in un ultimo briciolo di residuale pudore, che il mio modo di vestire non sarebbe cambiato, non intendendo dare nell'occhio. A malincuore il suo accettarlo, ma ha una condizione che in casa mi vesta come un zoccola. Di rimando il mio prendere atto che ho un figlio porco, immediato il suo pavoneggiarsi davanti ad una madre troia che, sfacciato, gli piacerebbe vedere con la fica rasata.
Nel confessare che suo padre trovava il ricco pelo molto bello, confermo che andrò dall'estetista a fare una decisa depilazione e,
stringendolo a me, preciso che anche lui dovrà depilarsi perché non voglio più peli in bocca.
Scoppiamo a ridere chiedendomi dove ho nascosto per anni tutta questa mia troiaggine.
Per dargli conferma, nel voltarmi visto che dovrò provare dell'intimo è opportuno stare con una gonna lunga e una larga maglietta e, per stupirlo, mi privo delle anonime mutande e, lasciandole in terra, esalto il mio essere quella troia tanto voluta negli anni.
Solo un attimo perché il suo cazzo si impenni subito mostrandomi tutta la irruente potenza ma lo lascio volutamente così, calzando alti tacchi con la fregola di dare corso alla mia trasformazione in troia!
In macchina un buon quarto d’ora senza dire una parola, solo mezze battute e mezze risposte, qualche malizioso sorriso sino a confessarmi del suo interesse per le donne mature e della sua infatuazione per me nata già nella fase adolescenziale.
Il suo amorevole guardarmi indebolire il mio essere mentre una sua mano sul mio ginocchio, lenta da sotto il vestito scivola tra le mie cosce. Sorpresa dalla sua iniziativa ascolto il suo confermarmi dei suoi solitari momenti a casa, cercare nei miei cassetti qualcosa di sensuale e, pur senza mai trovare nulla che potesse alimentare qualche sporca fantasia, indossare i miei anonimi indumenti e masturbarsi dedicando a me il suo sporco piacere.
Intanto la sua mano ancora più sfacciata risale su, lungo le cosce, ed io con in testa quelle mie morbose fantasie per lungo tempo represse, senza apparente volontà, apro lentamente le gambe per favorire quella sua sfacciata progressione.
Ancora il suo ammettere di non aver avuto il coraggio di osare mai oltre per paura della mia e, soprattutto, della reazione del padre e, nel crescere, la sua fantasia affievolirsi senza, però, mai spegnersi del tutto.
Poi finalmente quel giorno in camera sua, accadere ciò che aveva sognato per anni. Farsi beccare mentre mi dedicava il suo piacere e la mia non voluta presenza per un attimo, solo per un attimo, alimentare il su perverso desiderio. Davanti a me trovare quel coraggio e lasciare alla mano di completare il suo sporco fare.
Anch’io, abbandonato il pudore, chiedergli se quella sua eccitazione era per quelle scene di incesto che stava vedendo o per il mio essere lì presente ed inerme, non reagire al suo riprendere morbose carezze, ed avere oggi la certezza a quei dubbi di allora assalirmi.
Intanto la sua mano sfiora l’inguine, gioca perverso sui ricchi riccioli di una ospitale fica che inizia a bagnarsi abbondantemente.
Le dita dai miei peli umidi si infilano tra le labbra aperte. Reagisco con un intenso fremito quando il dito medio, accarezzato il clitoride ben esposto per l’eccitazione, scivola nella fica, muovendosi dentro di me. Continua a sditalinarmi, sono pronta a godere ma una sola voglia assalirmi e sconvolgermi nel desiderare essere scopata subito, ora, in macchina.
Quelle mie fantasie spezzate da suo padre per un lungo tempo, si stanno materializzando in poche ore, crescere e liberare emozioni cercare e mai vissute.
Viverle ora!
Mi era impensabile, fino a qualche giorno fa solo pensare che queste sensazioni potessero ricondursi all’accarezzarmi così intimamente da parte di mio figlio. Quel suo fare, farmi sentire più bella, desiderata, più femmina, più troia!
Arrivati nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale, il suo ricercare uno stallo piuttosto appartato, protetto da una stretta filiera di pilastri, il suo tardare a scendere mi impone chiedergli perché. Guardandosi intorno, accertarsi che non c’e ancora nessuno, togliere lentamente la sua mano dalle mie cosce, prendere la mia mano e portarla sulla sua patta. Sotto la tuta da jogging sento un cazzo gonfio e duro.
È eccitato!
Lo accarezzo, allenta il cordone che chiude il pantalone e mostrandomi un cazzo in tutto il suo meraviglioso splendore, guida la mia mano ad impugnarlo.
Capisco subito cosa vuole.
In quel momento dimentico completamente di essere sua madre, ma la sua vogliosa troia mentre riprende a sditalinarmi comincio a segarlo molto lentamente.
Eccitata, e senza pensarci, incurante del luogo e del momento, come quel puttanone per lungo sognato, approfitto del suo vigore, passo una gamba sopra di lui, un attimo per trovarmi a cavallo del duro cazzo, sfregando labbra bagnate.
Sorpresa del mio fare, nessun pudore al salire del mio desiderare quel suo cazzo tutto dentro la fica bollente. Un attimo per sollevarmi ed abbandonare il corpo su di una cappella che sento sbattere violenta contro il mio utero.
Cavalco selvaggia!
Mi faccio scopare o meglio mi scopo!
Per non gridare il mio piacere, lo bacio con passione. Le lingue giocano plastiche mentre le sue mani scivolavano sul mio corpo, accarezza il seno libero sotto la magliettina, che si muove al ritmo dei miei movimenti. Pizzica capezzoli resi turgidi dalla piacevole sensazione del suo cazzo annegato nella mia fica. Secondi per stringere i miei fianchi e governare il mio morboso ondulare.
Furiosa sbatto la fica su quel duro palo ed ad un suo lungo gemito, alzare il bacino un colpo secco e prolongato per raggiungere assieme l’orgasmo e ritrovarmi inondata dalla sua sborra e dai mie caldi umori.
Gemere a labbra strette manifestandogli il mio amore ed ascoltare il suo sussurrarmi:
- Mamma ti amo! -
Il suo morboso fare continua ad alimentare quelle mie eccitanti fantasie ed è ora di viverle appieno e come voglio, concretizzando quella mia indole repressa per lunghissimi anni.
Pochi passi per essere davanti al negozio di Victoria Secret, ci accoglie una donna sui 30 anni vestita come una sexy segretaria, uno stretto pantalone in pelle nera, alti tacchi di vernice rossa, una bianca maglietta aderente il tutto per promuovere i capi di lingerie offerti dalla catena ed i cui bordi, chiaramente, esaltano la bella figura.
Immediato il suo sussurrarmi che in casa mi vuole vestita così, pronto il mio dargli di scemo.
Pochi minuti e seguo il suo confabulare con la commessa e ritrovarmi, attimi dopo, con in mano autoreggenti nere velate con un frivolo righino rosso dietro completo di reggicalze e un abbinato perizoma rosso quasi inesistente da quanto sono sottili le stringhe.
Le prime scelte, per niente caste, sono una violenza per chi non ha mai usato particolare lingerie, e io non avendola mai indossato, ho qualche fastidio nel provarla. Ma ammirandomi allo specchio mi convinco come si fa a non portare un trasgressivo perizoma con il mio bel culetto.
Mi lascio ammirare e lui ne pretende l’acquisto.
L’espressione delle commessa rende tangibile il crescere della sua convinzione che lui è il mio toyboy ed io la sua provocante milf.
Sorrido maliziosa e complice mi concedo, all’insaputa di mio figlio, al suo intrigante offrirmi altri completini, uno verde smeraldo e uno blu notte, trasgressivi perizoma abbinati a reggiseni a balconcino volutamente di taglie inferiori alla mia, poi un body con frivoli ghirigori in pizzo nero, una guêpière in raso rosso il tutto alla ricerca della provocazione e dell’intrigo.
L’intero pomeriggio continuo il suo peregrinare tra negozi e macchina per posare le continue sorprese che ho in serbo per lui. Una ultima sosta in un outlet Armani ed alla sua domanda glisso dicendogli che sarà una mia ulteriore sorpresa.
30 minuti dopo esco con un mega sorriso e una larga busta con la fregola di andare a casa per mostrargli i miei acquisti.
Per il parcheggio prendiamo il grande ascensore, in cabina molta gente che ci costringe a stare stetti. Morboso il suo mettersi dietro di me appoggiando il bel cazzo ad un invitante culo. Immediata percepisco l’invitante erezione che mi intriga al punto che mi sistemo meglio per sentirla bene tra le chiappe. Secondi per strusciarmi a lui contraendo i glutei.
Alla fermata intermedia tutte le persone presenti uscire e, al chiudersi automatico delle porte, in un attimo, tirato fuori il cazzo, velocemente alza la gonna, scosta il filino di quel rosso che volutamente ho indossato con in testa una erotica fantasia per il nostro ritorno a casa, e da dietro spinge tutto il duro cazzo in fica.
Solo tre pompate e si aprono le porte dell’ascensore, fortunatamente non c’è nessuno e, come bambini scoperti per una marachella fatta, corriamo alla macchina.
Mi aspetto che apra la macchina e che sia lui ad approfittare di me
Senza dire una parola le sue mani, invece, si posano sulle mie spalle mi spingono dolcemente indietro, pretende le mie braccia tese sul cofano, in precario equilibrio sugli alti tacchi, protetti dalla penombra, solleva la gonna sui fianchi, mi invita a stendermi, irruento il suo allargarmi le gambe, ormai totalmente offerte a lui, libero il suo cazzo bollente trova la strada per entrare e, con una sola spinta, mi penetra per tutta la sua lunghezza.
Strozzo tra le labbra un secco gemito di piacevole sorpresa. Immediato il mio stringere le gambe per sentire quel suo duro palo sempre più dentro di me.
Mi scopa con l’energia del focoso amante ma allo stesso tempo, con la dolcezza del figlio innamorato. Colpi ripetuti e secchi colpi per farmi gemere ad una emozione mai provata. Sento il piacere pervadermi in tutto il corpo, è la prima volta che fremiti e tremiti mi prendono in maniera così violenta, è qualcosa di incontrollabile tanto è il mio piacere.
Pochi colpi e venire. Sento un’ondata di piacere partire dal ventre risalire tutto il corpo, ho un orgasmo come mai mi è successo in tutta la mia vita.
Anche lui arriva all’orgasmo ben piantato dentro di me. Sento il suo seme schizzare nel profondo del mio ventre.
È un momento fantastico!
Restiamo a lungo abbracciati accarezzandoci e baciandoci al punto che le nostre salive mischiate ci colano dai lati della bocca. Nel suo stringermi a se sento, il suo cazzo ancora fermo e duro. La mia fica è ancora calda, ed io ho ancora voglia.
Quel mio immaginarmi per troppo tempo troia sta diventando, finalmente realtà!
Subito in macchina per dirigerci verso una nuova notte di intriganti, e trasgressivi momenti in un turbinio di crescenti emozioni alla ricerca di un piacere sperato, sognato, mai immaginato di così forte intensità ed emozione.
Fantasie e piacere fondersi con lussuria e libidine ed io disponibile, e pronta, a trasformarmi nell’offrirmi maiala…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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