incesto
Le perverse fantasie di mio figlio
di geppettino2003
30.01.2011 |
161.061 |
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"Allungo una mano, la faccio scorrere sul suo braccio..."
Sfaccendo per casa, le solite pulizie quotidiane, sempre le stesse e costantemente la necessità di doverle fare. Alle 11,00 esco per la spesa. Un’ora fuori per comprare le solite cose. Rientro preparo un pasto frugale, e pranzo sola, come ormai stabilmente succede, mio marito resta in studio, dice che quando i dipendenti sono fuori riesce a smaltire meglio il suo arretrato, mio figlio in facoltà, gli orari delle lezioni non gli consentono di rientrare.Sempre più sola!
Nel primo pomeriggio, con poca voglia mi sposto in camera di Roberto, mio figlio. Regna il solito disordine. Un casino indescrivibile. Non so come faccia a raccapezzarsi in tutta questa confusione. Rassegnata cerco di sistemare in qualche maniera. Le felpe a lavare, i pantaloni nell’armadio, le scarpe a prendere aria sul balcone. È assurdo la confusione che regna sovrana sulla sua scrivania. Il portatile perennemente acceso, collegato in h. 24 ad internet. Gli MP3 da scaricare sono all’ordine del giorno così come i virtuali rapporti tra social network . Saranno mesi che gli ho chiesto di fare un CD con motivi latino americani che, specialmente in casa da sola, nel farmi compagnia, mi mettono allegria addosso. È divertente sfaccendare al ritmo di una baciata, sinuosa e plastica con la scopa in mano sculettare per casa!
Una mezz’ora a sfacchinare, per quanto impegno dedichi alle sue cose sembra tutto in costante disordine. Anche quel poster della mia fotografia a terra. Come mai? È veramente una bella fotografia. Un primo piano scattato dopo una doccia. Le mani tra i capelli bagnati l’espressione del viso che denota un appagamento interiore. Sapesse i motivi di quell’espressione. Una scopata intrigante! Se ci penso ho ancora i brividi ma sono passati quasi sei mesi da quella volta.
Ho da poco passati i quarantacinque anni, sposata, tre anni e festeggio le nozze d’argento, un figlio, un bel ragazzotto di 20 anni, universitario, fisico scolpito, alto statuario e dei modi che ne fanno una delle mie poche soddisfazioni.
La mia vita è tutta qui!
Stanca mi impongo un break per fumare una sigaretta, cosa di meglio per curiosare con il suo computer. Curiosa di sapere cosa il mio ragazzo scarica nelle sue statiche ed interminabili ore seduto davanti a quel video.
Smanetto su diversi files, cartelle di musica, l’immancabile fantacalcio, foto, non poteva mancare quella dell’università e sul desktop nient’altro. Approfitto per vedere quelle foto che continuamente scatta e che non mi da la possibilità di vedere. Finalmente in tutta calma mi gusto la bravura del mio ragazzo. Caspita quante! Quasi tutte mie. Rapida le scorro. Però è bravino. Alcune mi riprendono nelle mie quotidianità, altre in pose diverse. Scorro veloce anche questa. Adesso è tardi le vedrò più tardi.
Posso credere che non c’è altro? Smanetto, apro le diverse cartelle e…… una in particolare richiama la mia attenzione.
RACCONTI.
Racconti? Mio figlio scrive?
Clicco e resto di stucco!
Una sequela di file dai titoli piuttosto particolari. File scaricati da diversi siti trattanti l’eros.
Preoccupata, e con quel sottile interesse di volerne sapere di più, ne apro uno. Comincio a leggere.
Un racconto erotico, ogni tanto qualche fotografia. Donne in pose oscene. Atteggiamenti morbosi. Sesso perverso.
Apro un altro file. Anche questo dal contenuto rigorosamente simile.
Sulla falsariga dei vecchi Grand’Hotel della mia gioventù, una sola differenze, le pagine patinate di allora con le fotografie, rigorosamente, in bianco e nero ora sono racconti dove la trasgressione è il motivo del mio iniziale turbamento. Tante foto, tutte piuttosto esplicite. Una donna prosperosa, sembra mia coetanea, forse con qualche anno in più, da il particolare contorno a una peccaminosa storia. Fotogrammi che non lasciano molto spazio alla fantasia, è intrigante la sua lingerie in pose lascive, morbosamente impegnata in un amplesso coinvolgente.
Le prime righe descrivono una mamma, sicuramente una gran troia, che confessa di aver scoperto il proprio figlio eccitarsi nello spiarla. Invece di reagire con forza incentiva, morbosa, questa sua voglia. Per cui accentua i suoi atteggiamenti di donna in calore per godere nello spiare il figlio masturbarsi chiuso nel bagno. Tutto ruota sul suo piacere di essere compiacente oggetto del perverso desiderio dell’intimo muscolo del proprio ragazzo.
Con una strana forma di curiosità passo ad un altro racconto.
Ancora una mamma, anche lei sugli anta, confessa di fantasticare impazzita sul superbo uccello del proprio giovanottone che, ben cosciente dello scellerato desiderio della madre, le ostenta sfacciato le meravigliose forme che cela tra le gambe.
Ancora altri, ancora fotografie, sempre lo stesso contenuto, tutti trattante L’INCESTO!!!
Femmine tutte accomunate da un'unica voglia di cazzo, impegnate alla ricerca di un muscolo giovane, duro potente pronto ad inondarle di violenti schizzi di caldo piacere.
Leggo frustrazioni derivanti da vite scialbe, confessioni di chi ancora desidera godere del proprio corpo, con la celata vergogna di non sapere reagire a richiami della carne e con la paura di soccombere a possibili scandali.
Donne che prendono atto dell’esuberanza del proprio ragazzo. Donne che sorridono maliziose alle prime macchie nascoste tra le lenzuola, segnale inequivocabile di un avvenuta crescita sessuale. Donne gelose del crescere del proprio figlio in mezzo a troiette che desiderano solo essere scopate.
Femmine deluse nel prendere coscienza della propria vita incanalata verso una scadente routinarietà figlia del tempo che, inesorabile, trascorre.
Pensieri latenti che si amplificano nella protezione delle mura domestiche e dalla crescente voglia di godere ancora del proprio corpo.
Voglia che finisce con il materializzare il senso di una trasgressione immorale che concretizza un bisogno di cazzo che si coniuga con la irrefrenabile voglia di un contatto carnale che lotta inesorabile con la necessità di non voler sfiorire a quarant’anni.
La mancanza di cazzo è come l’acqua per le piante quando scarseggia le foglie appassiscono!
Una frase che mi lascia esterrefatta!
Riflessioni che sembrano fotografare la storia del mio rapporto di coppia nell’ultimo periodo, con una unica, sostanziale, differenza. Non ho mai valutato l’opportunità di un altro maschio in casa!
Turbata chiudo la cartella mentre la sigaretta ha bruciato il suo tabacco. Una prima riflessione mi attanaglia: cosa spinge il mio ragazzo verso un mondo peccaminoso ed immorale? Posso credere?
Chiudo tutto e riprendo il mio fare. Ancora un’ora di impegno e finalmente quella sua stanza ha una parvenza di ordine. Ho lavorato con un chiodo fisso a quei suoi racconti e cedo al pensiero di sapere quante altre cose sporche il mio figliolo nasconde nel suo computer. Un latente dubbio comincia a farsi strada.
Sposto il computer sul letto alla francese di Roberto, e mi sdraio sul suo letto, non so perché ma avvio una ricerca di file inserisco il nome “Mamma” e click…………Qualche secondo e lo schermo mi restituisce una serie di file.
Titubante apro il primo: un collage di foto. Le guardo nervosa. Tutte mie! Mi riconosco nei fotogrammi. Il solco del mio seno, stretto da quel mio reggiseno a balconcino, ripreso in primo piano. Quando mi sono state scattate? Ancora una sequenza sulle mie gambe accavallate seduta al ristorante fasciate da intriganti calze a rete. Queste devono essere di circa un mese fa. E queste? Il mio fondoschiena ripreso sino ai glutei mentre china spazzo sotto il mio letto.
Fotografie rubate, non so come, ne quando.
Un'altra sigaretta accesa nervosamente accompagna la mia ricerca. Un secondo file. Un suo scritto.
“Mia madre, che donna, un corpo che sprigiona sesso in ogni sua movenza. Nei suoi occhi forte è la voglia continua di cazzo, sculetta per casa per risvegliare i sensi assopiti di mio padre.
Ascolto i gemiti delle sue notti dove breve è la passione. Al mattino gli occhi gonfi denunziano le sue notti insonni. Saprei io come farla gridare di piacere con il mio cazzo che le cresce tra le gambe, strusciando tra i peli di una fica che sbrodola di caldo piacere…..”
Sono sconvolta! Non è possibile non ci posso credere. Mio figlio che mi considera alla stessa stregua di quelle baldracche che, credo, del sentimento di mamma hanno ben poco.
Mi ero accorta della sua esuberanza sessuale. Una mamma è capace di leggere dallo sguardo del proprio figlio i suoi primi turbamenti carnali. So che è normale. È l’esuberanza di un ragazzo di primo pelo mi sono detta. Ma non pensavo mai che stimolassi immorali riflessioni. Continuo a leggere
“… ieri le ho dedicato una gran pugnetta. Sciacquava le stoviglie in cucina, movimenti del corpo stizziti, sicuramente con una immensa voglia di cazzo in corpo. L’acqua le aveva inumidito la bianca magliettina e i capezzoli sembravano voler perforare il sottile tessuto. Ancheggiava conturbante mentre genuflessa sistemava il tutto nella lavastoviglie. Accanto a lei mio padre completamente assente, incurante del richiamo di sesso che lei gli stava lanciando, anzi con la più banale delle scuse l’ha salutata per andare a riposare. L’uccello mi stava scoppiando tra i pantaloni. Mi sono toccato lì accanto a lei, ancora seduto a tavola con la paura di essere scoperto.
Il cazzo mi cresceva a dismisura tra le mani, inebetito dal suo sculettare.
Il suo amorevole sguardo e la vergogna mi ha spinto in bagno.
Una gran fica, e mio padre invece di scoparla selvaggia preferisce dedicarsi ai più futili dei suoi passatempi, il calcetto al sabato pomeriggio, lunghe pedalate in bicicletta la domenica mattina, e durante la settimana lo studio di avvocato da mandare avanti.
Lei sempre sola con negli occhi una voglia di cazzo repressa. Sono certo che ha crisi di astinenza…. ”
Che volgarità! Mio figlio. La gioia della mia vita è un porco! Ma continuo la lettura.
“…ho voglia di scoparla, farle ingoiare il mio cazzo, leccarle la fica, bere il suo piacere e farla godere del mio. Come farle capire la mia voglia. Se le mostrassi il mio sesso duro, sono sicuro cederebbe eccitata, potrei, finalmente, farle gridare il suo piacere…..”
Mio figlio brama del mio corpo al punto di materializzare la sua fantasia in scritti erotici.
“…ma come trovare una occasione per farle saggiare la corposità di un muscolo che potente mi cresce tra le gambe. Come poterle far sentire tra le chiappe le pulsazioni di una cazzo teso.”
Il caldo e la rabbia lentamente si trasforma in un qualcosa di diverso. Prendo una matita sulla scrivania, raccolgo i lunghi capelli che pesano sul mio collo. Sdraiata raccolgo le gambe, smanio nervosamente. Indosso un leggero vestitino a fiori piuttosto corto, non ho niente sotto, solo un intrigante slip di color rosso. Il caldo è sempre più opprimente. Comincio a bruciare, lentamente sbottono i primi bottoni del vestitino. Una sensazione strana che potrei definire fastidio misto ad altro. Ed è quell’altro che mi incuriosisce. Forse è meglio che chiuda tutto. Ma gli occhi continuano a scorrere il suo scritto
“Come posso convincerla a prendermelo in bocca, farmelo succhiare inondarle il viso della mia sborra…devo riuscirci… Si ma come devo fare…è mia madre!.....”
Il racconto si interrompe.
Non mi rendo conto ma sono quasi nuda. Non è normale ma mi sto eccitando.
Smaniosa scorro ancora quei file. C’è un video.
Sul suo letto il computer e, in primo piano, il mio corpo. Mi sto vestendo, una gamba sul letto mentre fascio una coscia di delicata seta, poi subito l’altra. Sono lentissimi i miei movimenti. Qualche secondo e mi pavoneggio allo specchio mentre sistemo sul fianco l’intrigante giarrettiera, le mani sul seno stringono i miei grossi capezzoli. Rido compiaciuta mentre indosso il reggiseno. Le immagini in dissolvenza mostrano il viso di una donna, la cui espressione è fortemente sensuale. Immediata la mia considerazione, caspita come mi assomiglia. La sua lingua scorre su carnose labbra, mentre l’immagine riprende il momento in cui si accinge a succhiare un giovane uccello nel massimo della eccitazione “si mamma perchè non lo succhi anche a me….così…..devi essere bravissima con quella bocca da pompinara…” la sua villania mi colpisce, un secondo ed è lui in primo piano. Nudo con l’uccello stretto tra le dita, ai piedi del letto quel mio poster, ecco perché era a terra “devi essere porca….” è sempre più sfrontato.
È enorme il cazzo che stringe tra le mani. Che porco lo ha completamente avvolto in quel mio reggiseno, che non capivo, la settimana scorsa, perché fosse bagnato, è impegnato in una coinvolgente masturbazione.
Nei suoi occhi la lucida espressione di una eccitazione bestiale, la voglia assurda di scoparmi. Tira con un impeto che è innaturale. La cappella si gonfia ad ogni suo respiro. “mmmmmmmhhhhhhhhh” geme. ODDIO! Sta venendo. Sparge il suo seme tra le coppe di quel mio accattivante indumento. Subito dopo indirizza i suoi schizzi verso quella mia sensualissima espressione “sssssssssssiiiiiiiiiiiiii…….” Gocce di sborra mi colpiscono il viso, tutte vicino alla bocca…..
Porco sta godendo fantasticando sul mio corpo.
Dio sono morbosamente eccitata. Mi lascio andare. Divarico le cosce ed una mano scivola tra le gambe, le dita oltrepassano il bordo dello slip. Comincio a toccarmi, inizialmente con rabbia, poi con insano impegno.
Il dito medio si inumidisce del perverso piacere raccolto tra il solco delle grandi labbra. Mi fermo a giocherellare con la clitoride completamente eretta. Sembra un piccolo cazzo. L’altra mano si perde tra i capezzoli così duri come chiodi, li stringo tra le dita. Quasi mi faccio male.
Non ragiono più, infilo nella caldissima fica indice e medio e comincio a fottermi selvaggiamente. Gli occhi chiusi e immagino che al posto delle dita ci sia uno di quei grossi cazzi fotografati nei suoi racconti. Un enorme muscolo duro come il marmo disposto a chiavarmi, ora, subito. Non mi importa di chi sia il cazzo della mia fantasia, se di mio marito, del mio vicino di casa, o di un perfetto estraneo. Non mi interessa, voglio un durissimo cazzo. Mi sento maiala………
E SE FOSSE QUELLO DI MIO FIGLIO!
È bastato solo il pensiero. Fantasticare sul mio Roby tutto eccitato pronto a fottersi la mamma, che inondo le mie dita dei più caldi umori. Sono bagnata come una gran troia.
Un fremito mi scuote la schiena, gemo perversa mentre vengo.
Spossata chiudo il computer vergognandomi di quanto accaduto. Come ho potuto cedere?
Solo una doccia fredda può calmarmi.
L'acqua fredda addosso mi scuote. Tento di tornare assoluta padrona dei miei pensieri. Gli occhi chiusi con il volto a raccogliersi il fiotto di acqua sul viso. La mente restituisce alla mia fantasia quello splendido uccello che sparge il suo seme sul mio viso. Un fremito intenso mi rapisce. Ho le mie mani tra le cosce, immagino le sue dita tra i neri riccioli di una fica caldissima. Mi scuoto, riapro gli occhi, sono confusa! Vorrei reagire ai miei pensieri. Non so cosa spinge la mia mano a stringere, spasmodica, una spazzola tra le dita. Il manico è lungo, duro è grosso. Lentamente scivola perdendosi tra le calde labbra di una fica che non smette di pulsare.
La schiena poggiata alla parete. Le labbra serrate in un inutile tentativo di strozzare i miei gemiti. Mi possiedo con tutto il manico perso dentro la fica e gemo come una troia.
“ssssssssssiiiiiiiiiiii……….”
Improvvisamente una presenza mi riporta alla dura realtà!
“…Oh scu…scusa mamma, cred...credevo non ci fosse nessuno in casa …la lezione all’università è stata annullata …”
“Tesoroooooo" (con l’atroce dubbio se quello fosse il momento migliore per raggiungere l'orgasmo) “…Non ti preoccupare ho finito…” con il mio piacere che scivolava infido lungo le gambe.
Inebetito e, quasi, balbettando, mi lascia sola.
Vederlo accresce la mia morbosa voglia di cazzo che ostinata cresce in me. Mi chiedo cosa sarebbe potuto accadere se fosse rimasto. Prendo atto che avrei voluto che restasse. Che avesse tramutato in fatti le sue fantasie.
Avrei ceduto.
Gli avrei chiesto di aiutarmi a sciacquare un corpo eccitato. Avrei stimolato la sua fantasia, spingerlo a materializzare i suoi morbosi sogni. Avrei potuto godere di un cazzo tutto per me, un bel cazzo per soddisfare la mia enorme voglia di godere.
Sono Pazza! Ma è forte il mio perverso desiderio!
Un pensiero: Impossibile che non sia accorto di quanto puttana sia sua madre!
Indosso l'accappatoio con in mente il suo sguardo incredulo assistere allo sconvolgente orgasmo di sua madre con un manico tra la fica.
Mi rifugio in camera. Mi ci vuole una buona mezz’ora per tornare padrona dei miei pensieri. La vergogna si impadronisce di me. Il cuore palpita forte nel mio petto. Il pensiero corre subito a lui quale può essere stata la sua reazione. Sarà al computer ad aggiornare le sue fantasie, con la conferma che sua madre non è capace di controllare la sua voglia di cazzo.
Resto sola in cucina per un’altra mezz’ora con atroci dubbi.
“Ciao mamma esco”
“Come esci, dove vai?”
“Vado da Maria, dobbiamo ultimare una consegna per domattina all’Università”
Oh cazzo! Esce. Farà sicuramente tardi. Maria è la sua assistente, una ragazza di quasi trent’anni che, a suo dire, stravede per lui. Un pensiero mi sconvolge vuoi vedere che se la scopa.
Ed io resto sola con una assurda voglia di cazzo e con la insana curiosità di sapere come abbia reagito al mio solitario piacere!
Torno al suo computer. Riapro quella cartella, che sento stranamente anche un po’ mia. Sono sicura che ha scritto qualche altra sua morbosa riflessione. L’opportunità che gli offerto deve per forza aver incentivato qualche altro perverso spunto.
Infatti.
Quante foto del mio solitario amplesso. Dal cristallo della doccia chiara è la figura del mio corpo rapito dai tremori della mia eccitazione ….poi
“…che gran maiala, si è masturbata come una troia. Come mai era così eccitata? Era splendida nel suo godere. Avrei voluto leccare il suo sapore. la sentivo fremere tra le sue dita. Quanto è porca mia madre. Avrei voluto sporcala con la mia sborra, farla morire al sapore del mio piacere, le avrei succhiato i duri capezzoli, infilato due dita nella sua fica umida, e fatta gridare di piacere… infilargli in bocca un muscolo che mi stava scoppiando tra le gambe, so che se gli lo avessi piazzato tra le labbra, avrebbe succhiato famelica… e se avesse reagito male meglio una altra maestosa pugnetta… ma ci riuscirò……”
Mi sta uccidendo il piacere di ciò che scrive. Sono ancora eccitata….
Solo l’arrivo di suo padre mi riporta alla cruda realtà!
La sua telefonata per confermarmi che non rientra per cena mi riporta alle mie costanti serate. Un po’ di televisione, mio marito dorme sul divano e l’ennesima notte insonne. La voglia di godere tale resta per la latitanza del mio uomo.
Lo sento rientrare molto tardi e sicuramente starà aggiornando l’eccitazione di sua madre!
Le nove del mattino. È tardissimo. Sento Roberto in cucina. Il mio uomo è già andata via. Indosso una vestaglia semi trasparente e piuttosto corta, la lascio moderatamente morbida sul corpo. Lo specchio mi aiuta a rendere la mia figura accattivante. Arruffo i capelli per rendermi graffiante e così provocante lo raggiungo in cucina. Mi è subito palese nel suo sguardo la voglia di spogliarmi così come tangibile è il desiderio di scoparmi. Sicuramente qui sul tavolo, possedendomi selvaggiamente. Non vi dico quanto è alta la mia voglia di essere chiavata!
Non faccio niente per mascherargli le mie nudità. Lascio che intraveda una buona porzione di coscia. Una sottile strategia, e di piacevole intrigo, mi è complice in questi momenti. Gioco sull’ambiguità dei miei atteggiamenti, agevolo la scollatura per lasciarlo gustare del mio seno.
I capezzoli si induriscono velocemente.
Percepisco gli umori che infidi riscaldano l’intimo delle mie cosce.
Ogni mio movimento è una continua provocazione, sculetto plastica spostandomi nel tinello, cerco un qualcosa nel pensile alto sopra il lavello. Mi sollevo sulla punta dei piedi, tendo il corpo il più possibile. La corta vestaglia risale e mostra l’erotico punto dove le cosce si congiungo ai glutei. Sfrontata contraggo le natiche. Una volta, due, ed ancora. Sento i suoi occhi fissarmi, li seguo risalire le gambe. Ancora, sfacciatamente mi chino per raccogliere dalla lavastoviglie qualcosa. È sfacciato. I suoi occhi sono lucidi mentre dalle caviglie percorrono le lunghe cosce perdendosi tra l’intimo incavo del bacino.
“mamma….ti serve una mano?”
“Non proprio quella tesoro, non necessariamente la mano….” Gioco sull’ambiguità delle parole volutamente sfrontata. Mi giro, volutamente di scatto, la vestaglia scopre ancor di più il seno. Solo i grossi capezzoli evitano che il leggero indumento abbandoni definitivamente la mia pelle.
“mamma domani mattina …..mi serve la macchina?” il suo guardo è proprio basito.
“mi dispiace ma non è possibile, ho preso l’appuntamento con l’estetista devo fare la ceretta”
“non puoi rimandare?” mentre guarda il mio corpo. La cosa mi fa morire di piacere. Sono sempre più eccitata.
“avrei dovuto avvertire almeno con un giorno di anticipo”
“dai che puoi rimandare … poi non si vede niente” in un impeto di strano coraggio
“Ah, e cosi mi guardi le gambe?” fingendo un tono di collera nella voce. Diventa rosso, non sa cosa dire o fare, è palesemente eccitato.
“No...no e che poi”
Dio, ho paura che scoppi. Alzo una gamba e appoggio il piede sulla sedia davanti a lui
“guarda qui...” mentre parlo le mani risalgono, con studiata lentezza, dalla caviglia al polpaccio, sfioro la pelle con fare languido.
“A dire il vero, mi sembra che tu abbia ragione tesoro… ma se tocchi qualcosa si percepisce al tatto” mentre il gonfiore tra le sue gambe comincia ad essere palese.
Afferro la sua mano e la poso sulla mia gamba. Comincio a muoverla. Inizialmente è un po’ impacciato ma i lenti secondi che trascorrono lo fanno diventare più ardito. E a me piace. Oh come mi piace!
Il cazzo continua a gonfiarsi a dismisura tra i suoi pantaloni.
Mio figlio mi sta accarezzando le gambe, è stupendo, mi sento sempre più eccitata, notevolmente eccitata!
“allora? Pensi ancora che debba rinunciare alla ceretta?”
“mamma hai delle gambe bellissime...”
“Oh grazie, ma non lo dici solo perché ti serve la macchina vero?”
“No, no mamma sono sincero. Hai delle gambe stupende.”
Mio figlio ha appena detto che gli piacciono le mie gambe, e l'ha detto con la faccia e il tono con cui lo direbbe ad una sua amichetta che vorrebbe scopare.
“ e poi non ti piace avere una mamma ancora bella, che alla sua età riesce ancora a difendersi…”
Ed ancora più provocante “tocca…tocca, e non dire che non ho il corpo tonico…” Accompagnando la sua mano a risalire sui glutei …
“mmmamma ma che dici”
Ei io ancora più sfrontata “allora non mi vuoi sciatta ed insignificante… vuoi la mammina ancora in tiro vero?” Mentre mantengo la mia mano sulla sua ed entrambe a palpare le cosce quasi quasi vicino al mio incandescente intimo….
“mamma… scusa è tardi devo andare in bagno…”
Veramente impacciato!
Qualche minuto con la mente pervasa dal magnifico cazzo di mio figlio cresciuto a dismisura. Vampate di calore sono un tutt’uno tra fica e viso.
Il tempo di riprendermi e mi dirigo in bagno. Ho un dubbio, uno splendido dubbio!
Mi accovaccio davanti alla porta e guardo attraverso il buco della serratura. Il mio dubbio diventa subito certezza.
È li davanti allo specchio completamente nudo, i vestiti buttati in un angolo, col suo magnifico attributo lungo e duro, tra le mani stringe quel mio slip rosso di ieri, avvolto sul cazzo e pesta n modo stratosferico. Un ritmo furioso.
Mi godo lo spettacolo. Assisto al suo piacere. Lo sento mugolare, tra le labbra serrate, ancora colpi secchi, la mano stringe forte un cazzo bellissimo. La mia mano scivola tra le gambe. Sono bagnata, cazzo quanto sono bagnata! Infoiata guardo le mani scorrere sulla stupenda mazza, lo seguo mentre irrigidisce la schiena e sborra. Sembra un idrante, schizza tra le pieghe del delicato indumento ben avvolto sulla sua asta. Ogni goccia si raccoglie sul delicato tessuto.
Seguo i suoi ultimi movimenti, con ancora il cazzo duro, continua a spruzzare il suo caldo seme tra le mie oniriche gambe.
Sono sempre più eccitata, le dita continuano a raccogliere il mio piacere. Ho un orgasmo sensazionale.
Solo il tempo di ricompormi e tornare in cucina
“mamma credo mi sarà difficile rientrare oggi. In facoltà abbiamo diverse lezioni e stasera dobbiamo ultimare la consegna di domani”
“Ok… ma fatti sentire…”
Una giornata sola in casa a distruggermi con le sue fantasie e soccombere alle mie voglie. L’eccitazione mi ha perseguitato per tutta la giornata. Ho continuato a leggere delle sue fantasie, toccandomi intimamente sul suo letto godendo respirando il suo corpo.
Un’altra delle mie ordinarie serate. Sono eccitata come non mai, vogliosa di esser chiavata come mai prima avevo fatto. Provoco mio marito Un paio d’ore di provocazione distribuite tra la cucina ed il divano e finalmente sono riuscita a farmi scopare. C’è una sottile differenza tra orgasmo e venire. Io sono venuta sotto i colpi di cazzo non più duro come una volta. Ho rilasciato i miei umori senza vivere quelle sensazioni che ti spossano. La voglia di piacere non si è consumata, il corpo ha reagito alle sollecitazioni sessuali ma la mente non ne ha condiviso gli effetti. Tutto si è consumato in pochi minuti.
E il mio essere una grandissima troia non è svanito nel suo veloce ansimare.
Pochi minuti e mi ritrovo sola a fantasticare ancora sui perversi scritti di mio figlio con una gran voglia di cazzo che spinge le dita tra i riccioli di una fica che non smette di bagnarsi.
Lo sento rientrare, sono quasi le due del mattino, infilo veloce la vestaglia e lo raggiungo in cucina.
Vederlo scatena la mia eccitazione. È davanti a me, immobile, lo vedo deglutire con difficoltà. La trasparente vestaglia nera lascia intravedere il candore del mio seno. Il suo sguardo è intenso. Mi avvicino per salutarlo. Una sua mano scivola lentamente dal viso al petto, è delicato il contatto mentre sfiora le cosce, sosta qualche secondo. Sento il suo respiro crescere.
Ho un fremito forse si è deciso….
“mamma sono stanco…vado a dormire… ”
“io mi fermo un po’, cerco qualcosa in TV…sai non riesco a dormire”
Ancora sola. Passa circa un quarto d’ora, mi alzo, mi avvicino alla sua camera. La porta è socchiusa, la stanza illuminata da una debole luce. Non dorme. La luce del computer mi restituisce il suo corpo. È nudo. Con il cazzo duro stretto in una mano. Uno splendido cazzo.
Percepisco un suo sussurrare
“Ohh… mmmmhhhh…… …….. come mia madre ieri pomeriggio”
Tutto mi sta facendo impazzire.
Sussulta sulla poltroncina mentre pesta furioso sul meraviglioso cazzo, il suo corpo vibra di piacere
“…avrei voluto leccarti tutta…”
Ho la fica in fiamme.
“Roberto!”
Mi fissa impaurito, rosso in viso e col cazzo pulsante in mano. Con nonchalance lo guardo negli occhi, subito sposto lo sguardo sul video, poi mi soffermo ad ammirare quel suo cazzo duro ancora stretto tra le mani.
“Oh scusa non credevo che….”
“….mamma….”
“…sssshhhhhh… non dire niente…”
“Mam…. mamma”
“è normale alla tua età… ma sai…” cerca, senza successo, qualcosa per coprire la magnifica nudità.
Sorrido continuando a fissargli l’intimo.
“sei proprio un bel ragazzo, con Maria vi siete divertiti ieri… vero?”
“… che dici….…abbiamo solo studiato…”
“con quel coso che ti ritrovi l’avrai fatta morire…” La mia frase l'ha completamente spiazzato, mi sento sempre più bagnata e più porca.
“piantala di cercare di coprirti. Guarda che ti ho fatto io, l'ho visto mille volte il tuo bel pisellone”
Avvicinandomi a lui mi siedo sulle sue gambe, la schiena spinge, volutamente, sul suo attributo.
“Mamma cosa fai?”
“visto che anche tu non riesci a dormire guardiamo assieme un po' di tele così ci facciamo compagnia?... Cosa guardi?” Immagini porno scorrono sul video del computer. Una bionda (come me) con un discreto paio di tette (non per falsa modestia, ma le mie sono molto più sode) è sotto la doccia intenta a masturbarsi.
Non sa più cosa fare, ma è chiaro che è eccitato da morire, sento il suo attributo pulsare contro la mia schiena
“Mamma… ti prego...smettila ....”
“non mi dire che ti vergogni di me?…” Rimane zitto, con il cazzo che ripetutamente frusta la mia schiena.
“bravo vedi anche queste cose…”
“sai …ogni tanto….” e con dire innocente
“non hai visto ieri anche me sotto la doccia?... hai capito cosa stavo facendo? …”
“Si, mamma ti ho visto … per questo sono andato via…”
Mi sistemo meglio, e comincio a sfregare la mia coscia contro quella di Roberto.
“sotto la doccia mi stavo toccando anch’io come, adesso, sta facendo lei…”
“sai ho giocato con il tuo computer in questi giorni”
“COME?”
“Una mamma è sempre…. curiosa…”
Passano uno, o forse, due minuti, tra noi è assoluto silenzio, solo i sommessi gemiti della conturbante femmina ci fanno compagnia. E' immobile, mentre la sua mano riprende l’intimo contatto con la sua splendida asta. Io guardo il film, comincio a fremere, spingo la schiena al suo busto, divarico le gambe, appoggio il corpo contro il suo. Stringo le mie cosce alle sue. Lo sento fremere.
“Non ti piace il film? L'hai scelto tu?” Guardandolo negli occhi con un atteggiamento languido.
“Dai riprendi a toccarti…”
“E se entra papà?"
“Quello? Oh non ti preoccupare, è esausto, abbiamo scopato, e adesso non lo sveglierebbe nemmeno un terremoto”
“Avet...e …scopa…to…”
“… sai che scrivi veramente bene …e hai una grande fantasia…”
“ papà non ti chiava come vorresti?”
“… perché tu non lo sai….”
è finalmente diventato sfrontato mentre riprende a menarsi il cazzo. Avvolge la mano a pugno chiuso sulla sua mazza cominciando a muoverla su e giù lentamente.
“sai a me piace trasgredire…”
Sul video la troia si masturba sotto la doccia, in mano, o meglio tra la fica, tiene un vibratore. Geme in preda ad una eccitazione bestiale.
“Guarda….non ti ricorda qualcosa?”
“Cosa?” finge di non aver capito
“dai, ieri pomeriggio….?”
“Si è vero, l’ho stavo vedendo proprio per questo”
“Già, ma secondo me io ho delle tette più belle…vero?”
“Cosa?”
“il mio seno, non ti sembro più sodo?... Tocca.”
E in un sol gesto lascio scorrere le spalline della vestaglia e libero la mia splendida quarta di seno.
Roby accelera il movimento della mano.
“Si mamma, si è vero sono più belle le tue”
“hai visto che i massaggi servono”
“non mi dire che è solo merito dei massaggi”
“oddio un po’ di mio c’e anche… tocca…”
“A...adesso?...”
“si adesso!”
Mentre gioco con i miei seni davanti ai suoi occhi, li palpo, mi stuzzico i capezzoli, li stringo vogliosa.
“non ti piacciono i miei seni…”
“…ssssiii… hai il più bel paio di tette che abbia mai visto...te lo giuro …..”
“…vorresti succhiarli...vero? leccarli, farmi sentire il tuo cazzo tra le chiappe…sporcarmi della tua sborra...”
“…mamma che dici?... ….”
“ho letto i tuoi pensieri, sai scrivi bene…. è vero… sono una donna porca… con la voglia di cazzo che continuamente mi assale… ma tuo padre sembra non accorgersene… ha altro da fare…”
“…mamma non penserai forse che io…”
“Allora non è vero che vorresti… farmi gridare di piacere…”
“ mamma ….”
“…che mi vorresti sbattere sul tavolo, impalarmi con questo magnifico cazzo….” Non risponde. Con grande lentezza muove la testa in direzione del mio seno mentre con una mano comincia timidamente a palparmi.
Succhia un capezzolo, poi lingua lentamente scorre attorno al capezzolo, lo bacia delicatamente, poi torna a succhiare, succhia forte, mentre le dita non danno tregua all’altro capezzolo diventato turgido. Le sue labbra completamente perse sul seno mentre la mia eccitazione sale vertiginosamente.
Un gemito interrompe la sua azione. La biondona è su un letto e viene chiavata da un cazzo impressionante.
Il cazzo di un giovane amante.
“…sai quello è suo figlio…” Una scena coinvolgente un ragazzo la sta scopando forsennato nel culo mentre il gemere di sua madre pervade la stanza. La scena è intrigante.
“tu mi vuoi scopare!!!” Non risponde mentre la sua mano scivola tra le mie cosce divaricate, gode dei miei caldi umori, la lingua persa sul mio seno, sono vicina a raggiungere l'orgasmo.
Allungo una mano, la faccio scorrere sul suo braccio. Lentamente lo percorro sino a stringere la sua mano e gioire delle pulsazioni del suo uccello.
Lui sta tremando
“Sai, mi sono toccata dopo aver scopato con tuo padre, ma ho smesso, non volevo godere da sola. Poi in cucina. Mi sono sentita morire, mi sarei fatta scopare sul tavolo …dai continua a leccarmi, mi fai morire…. dai ancora … non ti fermare… mi fai godere...”
Non parla. Fissa lo schermo. Ho la sua mano nella mia, la guido tra le mie gambe. Ha un sussulto di piacere quando le sue dita arrivano a contatto con la mia soffice peluria. Ritraggo la mia mano lasciandolo solo in mezzo a quella calda foresta.
Non si muove.
“Forza, cosa aspetti? Non ti piace la calda fica della tua mamma?”
“Si...è bella ma...”
"Dai fammi vedere quanto sei bravo?"
“mamma… sei proprio….”
“…si sono una maiala… una porca che ha continuamente voglia di cazzo…” mentre afferro il suo cazzo carezzandolo lentamente.
Sono anni che non sento un cazzo così duro pulsarmi nella mano. È meraviglioso. La fica si contrae ritmica alle sferzate.
Spinge il suo corpo contro il mio. Il culo è a diretto contatto con il suo uccello così duro, lo sento spingere sul mio fondoschiena
“Oh si cosi… cosi brava…. brava mamma”
Il suo dito medio scivola tra le grandi labbra, mi penetra, è diventato più audace le dita diventano due e subito tre.
“Anche tu sei bravo, si mmmmhhh….” Sono un lago di piacere, un suo dito in bocca, lo succhio per attutire i gemiti del mio piacere. Sono così bagnata mentre le sue dita scivolano veloci dentro la mia fica.
I miei gemiti si uniscono alla troia nel video, come se entrambe stessimo partecipando ad un’orgia con i nostri rispettivi figli. Mi abbandono ad una eccitazione che è chiara e che ha imprigionato il mio corpo.
Struscio il culo sull’enorme uccello percependone distintamente le pulsazioni che ormai a stento, credo, riesca a controllare,
Chiudo gli occhi, le labbra ben serrate per zittire i miei gemiti.
Senza alcun motivo sfila la mano.
“Noo, no, continua… …”
“Aspetta ….”
Si stacca da me, mi fissa accarezzandomi le gambe, indugia un po' di più, sempre un po' di più sul mio interno coscia, che fa?
Che porco, con la mano bagnata dei miei umori, si cosparge la mazza pulsante, mi guarda, sorride, stringe forte la sua mano alla mia, ed insieme riprende a masturbarsi.
“Stai per venire…?”
“Siiiiiii....”
Rallento il ritmo, E solo quando mi sento anch'io sull'orlo dell'orgasmo riprendo a spugnettare il suo uccello con più forza.
“Anch'io… sai…”
Cazzo questa si che è una pugnetta, non godevo cosi da non so quanto tempo. Sono stravolta! Lo sento fremere. In un attimo mi sollevo e, guardandolo fisso negli occhi, d’impeto mi impalo. Il cazzo scivola violento nella umida fica. Una vibrazione mi scuote. Cavalco furiosa sul suo muscolo teso e dritto.
“aaaaaaaaagggggggghhhhhhhhhhhh…………”
Un grido secco strozzato ma intenso mi sconvolge
Assieme gemiamo con i nostri respiri che si fanno frenetici.
Le sue mani ferme sui miei fianchi aiutano il mio cavalcare. Aumenta la velocità. Lo sento pronto. Sono pronta.
Sbrodolo in un lago di piacere, mentre cavalco forsennata. Godo gemendo intensamente. Lo sento tremare sta per venire anche lui. Faccio in tempo a sollevarmi e mi faccio sporcare, estasiata, da schizzi di sperma che zampillano fuori dal cazzo di Roberto. Il primo, il più potente si spande sul mio seno. Gli altri cominciano a sporcarmi il viso mentre repentina mi chino a dissetarmi direttamente alla fonte del mio perverso piacere.
“Ohh…. brava mamma, siiiii dai…succhia….cosììììì….”
Lecco il magnifico cazzo, bevo la sborra che continua a sgorgare violenta. Il cazzo in bocca mi fa sussultare, tremo godendo come una maiala. I nostri gemiti si uniscono ancora al puttanone del film che sta godendo assieme a noi.
Lo guardo soddisfatta, così come soddisfatto è la sua espressione.
Mi alzo, lo bacio in fronte, mi appoggio alla scrivania, la vestaglia scopre tutto il mio corpo, spargo il suo seme sulla mia calda pelle, gemo ad ogni mia carezza.
E’ tardi, ho il corpo in fiamme, ma posso aspettare ancora un paio d’ore.
“Sai ho disdetto l’appuntamento con l’estetista”
E’ ancora stralunato dall’aver scoperto che la sua non era solo fantasia… è proprio vero sono una femmina debole davanti all’intrigo di un cazzo duro e turgido.
“Sai mamma… l’esame domani è stato rinviato…”
“Tesoro domani posso aiutarti a scrivere il tuo racconto… e si ti va… facciamo anche qualche bella fotografia e perché no anche qualche…… intrigante ripresa….”
“lo faresti per me…”
“Buonanotte amore mio…..”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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