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3.. Amorevole sconfitta


di geppettino2003
06.08.2020    |    11.496    |    1 8.9
"È duro e grosso, pronto a schizzarmi addosso il suo perverso desiderio..."
Giorni, lunghe settimane, oltre un mese e, pur se il suo rispetto nei miei confronti è continuato ad essere alto, mi chiedo, ripetutamente, cosa nascondono quei suoi, costanti, stretti abbracci diventati, sempre più assidui, più intriganti. Il suo languido cingermi i fianchi, le sue mani spingersi tra sculettante chiappe. I suoi lunghi silenzi, quel suo baciarmi con la dolcezza che vuole essere sensuale e, che percepisco, provocante.
Una donna, per di più innamorata, sa percepire (interpretare) il desiderare quel qualcosa di più. Ed i suoi sono i, palesi, tentativi di chi vuole poter osare di più!

Averlo accanto e cercare nei suoi lunghi silenzi le mie risposte. Immaginare quale sporco desiderio, quale zozza fantasia, a quali impossibili, realtà
Chiedermi cosa vorrebbe facessi per lui. Come? In che modo?

I miei rossori, il mio lasciarlo fare, sembranop linfa vitale a quel suo voler rendere tangibile la riferita, morbosa fantasia sul come riuscire a liberare - la bella cavalla di razza - che immagina essere la sua bella mammina.

Tornare a quei suoi pensieri. Volermi fica, una gran bella porcona. Rivivere il suo masturbarsi davanti a me, associare quel momento al suo immaginarmi quella, splendida, maiala che sogna io possa essere.

So che è il mio seno a farlo impazzire, il mio, civettuolo, ostentarlo con profondi décolleté fa si che diventi sempre più difficile oppormi alle sue, provocanti allusioni. Lotto con me stessa, vittima degli effetti della mia sfida che, mio malgrado, comincia ad intrigarmi. Sento risvegliarsi mie sopite voglie dimenticate da tempo!

Spontanea, e con malcelata, intrigata malizia, cerco nei suoi approcci la conferma. Vorrei parlargli ma non sapere cosa dire, da dove iniziare e, nell’aspettare gli eventI, sto diventando sempre più debole.

Dovrei chiedermi il perché non riesco ad oppormi al suo, certo, approfittarne, invece, accetto i suoi piacevoli, amorevoli, complimenti. Non dico niente ne mi allontano, ma arrossisco a quelle, diventate, trasgressive avances.
Perché lo lascio fare?Perché non mi oppongo?

Poi non riuscire a inibire il mio guardarlo in basso, gli occhi contro ogni volontà cercano conferme... trovano risposte e con esse assalirmi la paura!
Il segnale di una spaventosa verità è tutto nella corposa bozza che, prepotentemente, prende forma, e traspare, nello sfacciato disegno dei suoi stretti jeans.

Quel cazzo scuote i miei pensieri, sfida il mio essere, incide sul mio ruolo di madre, esaltando quello della disponibile femmina.

Ancora la mia colpa! Quella mia intenzione di sfidarlo, stuzzicarlo, provocarlo per offrirmi lo spunto per portarlo a confessare il perché, il come, il quando e, per quello che mi interessa, capire il mio dopo!
Aspettare un suo primo passo con la consapevolezza che quei
miei, iniziali, sorrisi stanno cominciando a diventare patemi....

E quelle considerazioni lette farsi sempre più incessanti, diventare interrogativi : Una madre è anche una femmina, con le proprie voglie, tante fantasie e molti peccaminosi desideri!

Mi ritrovo assillata dalla sua figura di uomo, dalla essenza del giovane maschio, dalle emozioni che saprebbe trasmettermi quel suo bel cazzo in piena tensione. Cerco di scuotermi a quella sua riferita voglia di pizzicarmi i grossi capezzoli, di ascoltare il mio eccitato gemere, mentre gli stringo il duro cazzo in una lunga eccitante spagnola.

Sapere che vorrebbe mettermi a pecora, scoparmi da dietro, gioire del mio seno che reagisce ai secchi colpi del suo bel cazzo. Autorizzarlo ad ostentarlo sfrontato davanti ai miei occhi, io prenderlo in bocca, succhiarlo, leccare la rossa cappella, eccitata chiedergli di sbattermi e cavalcarlo selvaggia.
Esaltarsi ancor di più nel vedere la mia espressione da troia in calore pronta a farmi sborrare sul seno, sul viso, in bocca, guardarmi mentre lecco il suo piacere tirandomi un furioso ditalino.

Resto prigioniera, inerme, non reagisco, nè mi scuoto per tornare nel mondo reale! Tremare, stringermi io al suo corpo per non perdere l’equilibrio.

Con la tacita ammissione prendo atto che quella mia intenzione di oppormi a lui comincia a scemare!

Ma rifiuto di cedere!

Poi di nuovo quel rituale, in camera sua, il pc acceso, il suo morboso richiamo. Il mio viso, l’espressione dei mie occhi, la bocca, le labbra e il terzo episodio.

- L’incontro tra desiderio e piacere -

Non è più solo curiosità!

Mi leggo oscenamente eccitata da una saffica esperienza, lasciva, con accanto quella madre che, spudorata, cerca, e trova, piacere dall’esuberante figlio.
In testa martella infida quella considerazione letta: Basta poco perché un tormento possa trasformarsi in estasi. Può un problema trasformarsi in opportunità, un turbamento in eccitazione?-
Nel fare di quella madre ci sono io!
D’istinto chiudo gli occhi e sono tra le righe di quel racconto, mi vedo su quel divano trasformata nella mamma della sua perversa fantasia, mi è davanti il mio giovane stallone, sfacciato in un crescendo che spazia tra lussuria e libidine.

Sussulto a quella mia mano, che timida, sfiora il suo pacco. Cristo è come se stessi sentendo il suo furioso, intimo, palpitare. I miei ricordi tornano a quel giorno e, ora, avere la conferma che in quel suo momento, non spezzato dalla mia presenza, si sia esaltato ancor di più. Rivedo quella sua mano non riuscire a contenere un imperioso sesso. Non fermarsi. Lentamente riprendere le sporche carezze, goderne sino lasciar esplodere il suo piacere davanti a me
È stata mia la colpa! Aver trasformato la sua fantasia in una eccitante (morbosa) realtà.

Leggo: -... mamma sei una gran bella fica -

Ed ancora: -... è tanto che me lo fai diventare duro...-

Leggo ciò che non mi ha mai detto, ma che è tanto che pensa. Nel mio leggere, stavolta, c’è pura empatia. Il mio vero io!

Sale perverso il desiderio di essere vera protagonista del suo erotico racconto.
Un racconto spinto, forte, al limite dell’indecenza che dovrei interrompere quando mani ferme da dietro cingono forte i miei fianchi.
È lui, alle mia spalle, un attimo e unisce il mio al suo corpo, la patta gonfia contro il sedere rende tangibile la sua eccitazione ed io ne percepisco, ora, direttamente il violento pulsare.

Sussulto spaventata. Un attimo per capire. Lunghi secondi per tornare lucida, padrona dei miei pensieri. Volgo il capo, inutile il tentativo di contenere il mio tremare in un interminabile minuto di silenzi ed imbarazzo.

Trovare, poi, la forza di chiedere e avere il coraggio di ascoltare il come i suoi, iniziali, puri sentimenti di innocente amore si siano lentamente trasformati in desideri, in fantasie in sogni. In un qualcosa di impossibile!

Come il suo amore è diventato passione.

Confessa, quasi sussurrando, che in quei suoi erotici racconti c’è la scusa per potermi parlare, a cuore aperto, del suo mutato sentimento. La conferma che se avessi reagito alla prima lettura, tutto sarebbe finito! Aver letto il secondo, e non dire niente, ha incoraggiato quel suo volermi coinvolgere in una peccaminosa realtà. Ascolto la sua, impacciata, dichiarazione di amore, e la sua richiesta su quali pensieri, quale fantasie, quali immaginazioni nel mio leggermi, ho avuto.

Ora comincia ad essermi tutto più chiaro!
Sorpresa vorrei scappare da un momento che è diventato difficile da gestire ed invece lascio alle sue mani di azzardare, di stringermi forte a se, al suo lungo respiro di accarezzarmi il collo, alle sue mani di sollevare la gonna, al suo cazzo di assestarsi meglio tra le chiappe. Lo sento farsi ancora più duro, la cappella gonfiarsi a dismisura, spingere, con intrigante spudoratezza, la potente eccitazione chiedermi di cedere!

Soccombo al travaglio del mio indebolito corpo.
Ho il cuore che mi scoppia nel petto, il respiro si fa corto, quasi tremo e non per paura, o vergogna, ma per pura, alta, vera, intensa, violenta eccitazione!
Una lenta metamorfosi che, pur con il timore dell’apoteosi, inibisce il lecito e lascia spazio all’assurdo, consapevole che quello che lui vuole è quello che io, ora, desidero.

Si! Il mio corpo invoca il suo piacere!

Tremanti mani, lente, mi privano della leggera camicetta, il morbido seno reagisce ai suoi delicati tocchi, desiderose labbra li sfiorano gonfi capezzoli, li bacia in un attimo li succhia, li morde, la lingua permea il contorno di rosee areole.

Non trattengo il lungo sospiro di piacere!

Sfrontato mi legge la sua fantasia: “Voglio godere, mamma ti voglio sporcare tutta con la mia sborra calda...ti prego, fammelo fare. Sono anni che sogno di sborrarti sul seno, sul viso...in bocca...”

Non rispondo, né reagisco, subisco la sua intrigante voglia con il corpo che vibra. È una lotta impari, resistere, oppormi, combattere ed invece cedere, abbandonarmi al al suo sporco desiderio...

Veloce si denuda, stringe in una mano il meraviglioso cazzo, sfacciato ripete il morboso fare del suo racconto davanti a me. È duro e grosso, pronto a schizzarmi addosso il suo perverso desiderio.
“Mamma, mammina, guarda sto per sborrare. Guardami, guardami! Ahh, godo, sto per godere! Ahh! Ahh!”

Nella sua voce cresce l’emozione come stesse vivendo, confessandoli, i pensieri di quel momento.
“Sto godendo mamma, guarda come sto godendo, ti prego fatti sborrare addosso!”

Inibita guardo quel cazzo reagire nervoso allo sferrare di colpi secchi e potenti
“Sto sborrando, mamma, Aahhh, siii,siiiii, guardami mamma, guarda come sborro. Sssiiiii, sto per godere mamma, sto venendo! È bellissimo!!!”

Priva di forza lentamente mi accovaccio su me stessa, le mani scorrono sul possente suo petto e accompagnano il mio, inerme, inginocchiarmi davanti a lui. Cedo ai suoi reali pensieri, morbosi e perversi, per tanto, troppo, tempo repressi. Con nel
mio sguardo l’espressione da porca da lui sognata, mi approprio della sua fantasia facendo mia la sua risposta: “Si amore di mamma... sborra, sborra più che puoi. Fammi sentire quanto mi desideri. Voglio vedere il tuo bel cazzo sputarmi addosso il tuo caldissimo amore, voglio gustarmi il tuo odore di maschio sul mio corpo.”

Leggo quello che ora desidero! Si mi riconosco in quelle parole, mi ritrovo in quei pensieri, mi cerco nella sua fantasia, e ci sono!

Mi abbandono ad intensi sospiri davanti al cazzo di mio figlio, ‭succube del forte desiderio‬, pronta a sfidare il peccato.
Gli accarezzo i testicoli, lo sento veramente "in arrivo"
Incrocio il libidinoso suo sguardo, e voglio trasmettergli la mia gioia di averlo in bocca. Accolgo quello splendido cazzo tra il voluttuoso seno, entrambe le mani stringono plastiche mammelle spingendolo verso una avida bocca.
È quello che vuole ed è quello che desidero!
Geme!
Un brivido violento percorre il mio corpo. Una sensazione bellissima ascoltare il gemere del diverso amore di mio figlio!

Succhio, e godo, delle nervose sferzate del bellissimo cazzo che cresce ancora più potente tra le mie morbide labbra‭.‬ Le sue mani guidano il mio capo a scoparmi la bocca.

‭“Amore sborra!”‬

Con voce pervasa di spudorata passione, lo imploro! Mi offro a lui con la mia altissima eccitazione, gli chiedo di godere
“Bravo, bravo, così, così! Bravo, dai...ancora Si, amore di mamma, sborra, sborra tanto! Fammi vedere una bella sborrata, voglio sapere quanto ti piaccio, come ti faccio godere!”

Lo sento pronto! L’unito cresciuto respiro è complice del nostro intenso piacere, e spingo il duro cazzo sino in gola.
Urla il mio nome nel momento del suo violento orgasmo. Un grido intenso, e sono attrice di potenti schizzi di una caldissima sborra che riempie la mia disponibile bocca. La lingua impazzita avvolge l’umida cappella con una foga che non credevo più di avere.
Sento rinascere i miei sensi, ingoiando l’essenza del suo sapore di maschio. Le mie mani, la mia bocca, labbra e lingua unite in un tutt’uno con lo splendido cazzo che non smette di sputare il suo piacere.
Non mi basta! Sfacciata e porca
“ Si dai sborrami, sul viso sul seno. Sporcami tutta! “

Arretra di un passo e ancora colpi forti, e secchi, sul duro cazzo per sporcare un disponile corpo, nessun pudore, alcuna vergogna nell’offrirmi la selvaggia cavalla della sua fantasia. Le mani spaziano sul mio seno, raccolgono il suo seme, irrorano di piacere i sensibili capezzoli. La bocca richiama le dita intrise del peccato, placano il mio bisogno di piacere, mimando uno sfacciato pompino.
“Bravo, sborra amore di mamma, così, così, ancora, ancora. Voglio vedere quanto mi ami, fammi sentire tutto il tuo piacere”

Mi sento il puttanone caldo e voglioso della sua fantasia, voglio esserlo. Ancora abbondanti sputi sul mio viso, avvicino la disponibile bocca alla rossa cappella, su carnose labbra, è lunghissimo il sospiro di infinito piacere che accompagna la lingua a cercare il seme del mio ragazzo, diventato il mio uomo!
Non ho più alcun dubbio: è vero! Non aspettavo altro che cedere. La sua fantasia, quei pensieri, quella immaginazione, ben rappresentata, lentamente hanno trasformato quella iniziale paura del peccato, che frenava il crescere dei miei istinti, in un nuovo, intenso, sentimento di amore.

‭Amorevole mi invita ad alzarmi, ‬lo guardo, nei suoi occhi percepisco netta la lussuria che li pervade, nei miei è altissima la voglia. ‭Raccoglie con le labbra l’abbondante seme dalle rosee mie guance, trasferendolo perverso alla mia bocca. ‬Concedo alle sue labbra di unirsi alle mie in quell’assurdo, forte, mio desiderio di godere.
‭Plastiche lingue cominciano una furiosa danza, mentre forti braccia sollevano un corpo che invoca il piacere. Si voglio quel cazzo che non intende perdere la prorompente forza, sono pronta per essere la troia dei suoi sogni, farlo godere e goderne .... leggendomi nel sicuro prossimo episodio‬
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