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Mio figlio... un guardone....


di geppettino2003
07.10.2019    |    38.822    |    16 9.1
"Certo un po’ di discrezione non guasterebbe! Credo di averne anche parlato in famiglia..."
Sabato pomeriggio del primo caldo di maggio e sono, come sempre in questo periodo, impegnata in casa nel cambio di stagione.

Abitiamo in piano centro storico dove i palazzi sono separati da stretti vicoli, neanche le macchine riescono a passare, le finestre sono così vicine che affacciandosi ci si può pure toccare così, come chiaramente, ci si può vedere.

Ed io, da femmina curiosa quale sono, vedo!

Davanti casa, a pochissimi metri da noi, l’appartamento di una gran bella donna, da qualche mese trasferitesi nel nostro elegante quartiere.
La conosco come ci si può conoscere tra vicini di casa, rapidi saluti per strada, qualche scambio di battute dal pizzicagnolo, il tempo, il lavoro la famiglia. Lei, mia coetanea, è una femmina interessante, single, un fisico accattivante grazie a sicure lunghe ore di palestra e estenuanti seduta al beauty farm. Sempre vestita in maniera impeccabile, credo che il suo lavoro di libero professionista glielo imponga.

In casa protetta, per modo di dire, dalla sua intimità domestica ama girare in vestaglie succinte, in corti accappatoio o, anche, con una accattivante finissima lingerie, senza curarsi troppi se le imposte siano serrate.

Qualche volta ho assistito, senza volerlo, al suo spogliarsi in modo particolarmente sensuale, come se in quegli atteggiamenti ci fosse il piacere del vivere la prorompente sua figura.
L’ho seguita privarsi lentamente dei vestiti, crogiolarsi davanti ad un corpo che merita, ed accarezzarsi con fare particolarmente lascivo. Le mani avvolgere il bel seno, stringere tra le dita sicuri sensibili capezzoli, lunghi minuti di intriganti moine e, poi lentamente lasciare alle dita di superare il bordo di preziosi slip e giocare con i corti ciuffetti di una sicura calda patatina.

Inizialmente la cosa mi ha infastidito ma, con l’andare del tempo, mi sono convinta che non c’e niente di male di godere del proprio corpo.
Certo un po’ di discrezione non guasterebbe!

Credo di averne anche parlato in famiglia.

Apatica continuo nel mio fare, quando il ripetuto ticchettio spedito dei suoi tacchi a spillo mi conferma del suo essere rientrata a casa.

Dalla mia posizione mi è facile seguirla. Nel piccolo soggiorno abbandona sul divano una borsa piena zeppa di documenti, contemporaneamente sfila la giacca di un accattivante tailleur lanciandola sulla poltrona, è al cellulare mentre scioglie i lunghi capelli neri. Seduta sul divano accavalla tornite cosce, un profondo spacco laterale sulla gonna lascia apprezzare bellissime gambe. Il ripetuto, piacevole, picchiettare delle dita sul ginocchio in poco diventa un sottile gioco di delicati tocchi a fil di pelle sulla parte scoperta della coscia.
La telefonata si prolunga per lunghi minuti, l’espressione sorridente del viso lascia trasparire una certa soddisfazione come se in qual chiacchiericcio ci fosse
un non so che di stuzzicante.

Chiusa la telefonata, rapida si sposta in camera sua. Mi accosto alla finestra, la sua è aperta, comincia a spogliarsi, è davanti allo specchio dell’armadio, pochi secondi per le solite moine e, in un attimo, si priva della camicetta, è senza reggiseno. È, veramente, da ammirare uno splendido seno, una abbondante 4 misura, bello, pieno, sodo. Sicuramente non rifatto.
Sfila piano piano la gonna, indossa frivole autoreggenti a rete di un bel color rosso cardinale, un tanga di pizzo nero da urlo esalta un intrigante fondoschiena. La vedo nel suo provocante essere su stratosferici alti tacchi, se non la conoscessi come valida professionista potrei tranquillamente etichettarla come una intrigante, esperta, escort.
Devo riconoscere che una donna che, con sagacia, coniuga l’arte dell’essere con quella dell’apparire, esaltando una naturale, esuberante, carica erotica.

Le mani, lente, carezzano un longilineo corpo. Il seno, i fianchi, le lunghe gambe, con fare intrigante spaziano delicate sul procace seno, lo avvolgono, lo stringono, le dita pizzicano rosei capezzoli. L’espressione del viso si trasforma per il sottile piacere che la coinvolge.

Piano piano si sfila le calze, una gamba sul letto e, sinuosa, la accompagna con il corpo sino alle caviglie. Rapida l’altra. Si gira nuovamente di spalle, risale sugli alti tacchi, piroetta davanti allo specchio, allarga in maniera oscena le gambe, plastica si china, il grosso seno sbatte sul volto, una diventata famelica lingua prima lo sfiora, poi si impadronisce di entrambi i capezzoli, li lecca alternativamente, sembra volerli tormentare in un gioco lungo è eccitante. Le mani sui bordi del tanga lo tirano sù, così esalta un bellissimo signor culo e lo spacco di una riccia patatina.
È veramente erotico il suo privarsene, con plastiche movenze si avvicina alla finestra, lo rotea quasi sfrontata verso il mio appartamento come ci fosse qualcuno, oltre me, ad assistere all’intrigante spettacolo!

Dalla direzione del suo sguardo mi è immediato capire chi possa essere! Mi basta un secondo per attraversare il corridoio, ed accertarmene.

Mi blocco, spalanco gli occhi stupita. Roberto, mio figlio, in piedi davanti alla grande finestra della sua camera, con lo sguardo rivolto verso quella finestra, completamente nudo che se lo sta menando alla grande.
È un pugno nello stomaco che blocca il mio respiro, ed inibisce ogni mia reazione. Le gambe divaricate, con un qualcosa che avvolge un enorme uccello dritto e teso, pesta furiosamente, lasciando trasparire una chiara, sfrontata, erezione.
In silenzio guardo un cazzo che pulsa frenetico stretto nel suo pugno.
La mia prima reazione è di sdegno, resto come stordita, pietrificata guardando mio figlio che, chiara, esibisce una spaventosa eccitazione.

Incredula e spaventata, distinguo nettamente il compiaciuto sorriso di sicuro apprezzamento, tra l'amichevole e il malizioso, della vicina che, sfacciata, offre al mio bambino, stretto dalle sue mani un seno con capezzoli enormi e duri, subito ricambiata da lui che, mostrando alla maialona il pollice, conferma sfrontato, e senza alcun impaccio, di gradire l’erotico spettacolo che gli viene offerto.
La mano sinistra accarezza gonfi coglioni, la destra tira lentamente su di un duro palo di carne, ancora non distinguo cosa lo avvolge.
Lui è osceno!
Lei è scandalosa!

Lunghi minuti, periodo in cui lo spazio ed il tempo sembrano annientarsi, per me che osservo quelle scene a metà strada tra la vergogna e la rabbia.
Un flebile gemito fuoriuscito dalle labbra serrate di mio figlio mi risveglia dalla trance, facendomi accorgere dai tremori di un possente corpo i chiari sintomi di un devastante, imminente, piacere. Il porco dosa magistralmente i colpi al cazzo e la troia, sicuramente sta apprezzando quel suo fare. Non vedo più quello che sta lei facendo al di là di quella finestra, ma mi è facile immaginarlo!

Confuse risoluzioni contrastanti si accavallano nella mia mente: entrare interrompere il suo fare, lanciare un severo monito alla zoccola, mi blocca il suo lasciare d’un colpo la stretta del cazzo che, per effetto della potente erezione, scatta violento e turgido, a mezz'aria.
Un violento ceffone, forte e secco mi lascia senza fiato. È un mio slip quello che avvolge quell’enorme massa di carne che, libera, adesso palpita scomposta.

Strozzo con le mani un immediato urlo, mi sento svenire, le gambe improvvisamente mi vengono a mancare, devo fare appello a tutta la forza residua per sostenermi, ma non recupero quella che mi può consentire di gridare o andare via.
Non è possibile! Inerme sono costretta, mio malgrado, a restare e guardare.
Una visione che mi raccapriccia!

Accentua la sua eccitazione con botte secche ad un randello svettante che, sembra rizzare ancora di più quando lo stringe al mio intimo indumento.
Seguo il palpitare scomposto di un duro cazzo, poi la mano farsi più veloce, la presa sui coglioni si fa più stretta, divarica le gambe, chiaro ascolto un suo strozzato gemito. Un ultimo colpo, secco, forte, la mano stringe il cazzo alla base sfiorando gonfi testicoli, l’altra posiziona il mio slip sulla rossa cappella e, con tutto il corpo che trema, in rapida sequenza, schizza un fiume di sborra cristallina.
- Mio Dio! -
Continua a tirare su di un cazzo che reagisce con schizzi, veloci, ripetuti, densi tutti raccolti dal mio intimo capo che, sporco, scorre ripetuto e lento su tutta quella massa di dura carne!

Ho il viso congestionato, il respiro corto e spezzato, scossa, impaurita e nauseata, in silenzio ed in fretta, barcollando, scappo via.

Confusa devo realizzare cosa è successo e, principalmente, perché. So solo che, adesso, ho un problema, un serio problema che devo affrontare, ed anche subito.
Ma come!

Pochi minuti e, come nulla fosse successo, alle mie spalle, è forte il suo abbracciarmi in cucina. Lo fa con tocchi di amorevole gentilezza, che da un po’ di tempo mi davano la gioia del suo affetto. Ora sono impaurita ed in evidente imbarazzo. Vorrei riempirlo di ceffoni, ma non ne ho la forza.
Mi stringe a se, sorride come sempre in modo aperto e gioviale. Reprimo la rabbia e concedo, vigliacca, alla sua stretta il mio corpo, mentre mi informa che deve uscire per una veloce commessa.

Stizzita, e furiosa, pochissimi secondi per affacciarmi alla finestra e vedere la pornografica coppia chiacchierare amabilmente allontanandosi alla mia vista. Reagisco ancora più nervosa, corro in bagno, nella cesta trovo subito il mio slip con, abbondanti, le tracce del suo devastante piacere. Il suo seme è ancora caldo, l’indumento non ha ancora assorbito tutto il suo godere.

Mi assale lo sdegno, secondi di violenti pensieri, non so cosa fare se prenderlo, buttarlo, lavarlo. Lo stringo tra le dita con la rabbia della mamma offesa.
Non è piacevole scoprire che hai un figlio che è un maiale, un parco, è come se ti cascasse il mondo addosso, anni di attenzioni, coccole, affettuosi vezzeggiamenti, sconfitti da un fare che nulla ha di filiale.

Mi sento sporca, la rabbia mi fa sudare, frastornata sento il bisogno di fare una doccia fredda.

Mi privo del leggero scamiciato e, nuda, un brivido mi sconvolge al lento crescere di un calore che, senza controllo, riscalda le gambe. Una naturale reazione allo spettacolo raccapricciante a cui ho, involontariamente, assistito. È diffuso il rossore che colora il mio viso, e non è vergogna.
Tremo!
È come se particolari intime emozioni, che ho smesso di vivere da un bel po’, stiano per risvegliarsi.
Sono intimamente bagnata!
Tra le dita ho ancora il suo piacere, d’istinto, con il respiro corto, senza alcun controllo mentale, odoro l’essenza del suo sesso. Priva di una razionale volontà schiudo le labbra, la bocca richiama quel dito. Prima uno, subito dopo un altro, la lingua sembra impazzire, non la controllo raccogliere furiosa quel sue seme, nervosa lo passa sulle labbra, me ne fa gustare l’acerbo sapore, mi aiuta ad ingoiarlo!

Mi scuoto, tento, furiosamente, di lottare contro me stessa ed in special modo contro un intrigante emozione che, diffondendosi sul corpo, sembra indebolirmi.
Tolgo subito le dita dalla bocca, ma non sono capace di trattenere la mano che scivola sul seno, lo stringe, tormenta violenta i capezzali. Gemo ai miei tremori mentre tra le cosce percepisco, distintamente, crescere la sensibilità del clitoride.
Non riesco a controllarmi! Sono lascivamente eccitata. Inebriata non sono più padrona di me stessa.
Una lotta impari!
Cazzo!

È come se qualcosa in me si fosse risvegliata prepotentemente e, decisa, prende il sopravvento, fino a spingermi verso il culmine di un assurdo piacere...
Non mi oppongo ad una crescente voglia di torturarmi la fica. Raccolgo con lo slip i miei caldi umori, li mischio al suo seme passandolo su di una fica infuocata, letteralmente in fiamme!

Spontanea chiudo gli occhi e rivedo uno splendido cazzo schizzare violento il suo piacere che, dedicato a quel troione, in parte mi appartiene!

Sola, sconfitta la vergogna, strozzo il respiro e mi infilo, in un sol colpo, tutto un dito in fondo alla fica. Un reattivo grido sembra spaccarmi in due il cervello, annebbiandomi la vista. Non governo il cresciuto piacere e lascio a diventate due dita di darmi una intensa emozione, abbandonandomi alla perversione di un furioso, eccitante, ditalino!
Colpi secchi, ripetuti, continui,
tremori devastanti si spargono sulle dita.
Non urlo solo per vergogna!

Le gambe iniziano a tremare, non riesco a tenere il corpo fermo, scuoto ripetutamente il capo, i lunghi capelli mascherano la mia espressione di sicura lussuria, trattengo il respiro - Dio, no, fa che non sia vero… no.... noooo.... ti prego.... noooo....Siiiiiiiiiiiiiiiiiii....Vengo!- Risoluta mortifico il mio corpo lascivamente proiettato verso il piacere, con il capo appoggiato alla parete, e ben tre dita piantate nella fica, tremo.... e con tutta me stessa GODO!!!.........

Seguono istanti di intontimento totale, la realtà mi sfugge ed i sensi, offuscati, ci mettono un bel po' per ritornare normali.
Lentamente ritorno padrona di me con, diffusa, la vergogna per quello che ho fatto!

Devo, purtroppo, prendere atto che non so fino a che punto involontariamente, né quando esattamente la mia volontà ha ceduto, so solo che ho goduto!
Ed è stato un piacere intenso, ammetto bellissimo, che non credevo essere capace di vivere con così particolare trasporto.
Razionale mi assale la paura!
Un solo pensiero mi attanaglia : la certezza che vedere mio figlio schizzare sborra sul mio slip ha risvegliato sensi sopiti.
Ed ora?

La mia mente è un turbinio di pensieri. Ho peccato!
Quello che avrei dovuto fare, dovere mio di donna e di madre, sarebbe stato quello di intervenire. Non solo non l’ho fatto, ma mi sono lasciata poi sopraffare da turpe voglie, masturbandomi oscenamente come la più consumata delle troie.
È stato un errore non aver saputo controllare i miei sensi ed essermi lasciata trasportare da perversione eccitante.
Ho sbagliato!
Mi vergogno averlo spiato, ma ora devo avere la mente lucida, capire quali zozzi pensieri mio figlio ha su di me. Devo sapere fin dove arriva quella morbosa perversione che ha tutta l'aria di essere figlia di sicure eccitanti fantasie che, a mia insaputa, mi coinvolgono.

Tento di controllarmi, certa che l’età, ed il puttanone al di là della finestra, possono aver inciso. Ci può stare, eccitarsi nel guardare una bella femmina, procurarsi un piacere solitario e godere. Ma quello che mi sconvolge è il perché lo ha fatto nel mio intimo. Quali peccaminose fantasie suscito in lui?
Mi è difficile crederlo!
Ora, comunque, devo rimediare al mio errore, a quegli sbagli e, principalmente, al mio peccare di oggi. Cercare soluzioni compatibili con il suo essere, e conciliarli con il mio più corretto ruolo.
Ma come! Non credo che una predica possa sortire effetti (tra l’altro dovrei confessargli di averlo spiato). Lottare contro i suoi ormoni, riconosco che sarebbe una lotta impari.
A diciannovenni, tutte le mamme ne sono consapevoli, gli ormoni cominciano a galoppare furiosi, incontrollabili, e meritano il giusto rispetto!
Ma devo sapere!

Stretta nel corto accappatoio, combatto tra questa preoccupazione ed una strana forma di compiacimento. Decido che non è il caso di avere rimorsi, sono sola ed è stato solo un momento di debolezza. Un intrigante momento particolarmente piacevole.
Forse ne avevo bisogno. Forse è stato un bene.
Ma ora si torna alla normalità.

Per fortuna mio figlio era fuori, inevitabile un pensiero mi assale, se fosse stato in casa, e se di nascosto avesse spiato il mio morboso fare, certo si sarebbe eccitato, e sicuramente toccato... ed io, me ne fossi accorta, sarei stata capace di trovare una scusa credibile alla mia debolezza di femmina.

Mi accorgo dall’espressione del viso di un malizioso sorriso sopraggiungere alla certezza che se fosse accaduto avrei dovuto scusare, non certo giustificare, quei suoi, certi, morbosi pensieri!
Senza volerlo mi abbandono ad una convinzione volessi sarei capace di acuire quelle sue perverse fantasie.
Chissà quanto lo desideri!Quanto gli piacerebbe!
Si, ma io?

Attanagliata dal crescere di assurdi pensieri, nuda in camera, ammiro negli specchi delle ante dell’armadio un corpo ancora tonico, agile e sinuoso, austero, snello ed intrigante. Un corpo che tengo nascosto che, sembra, piaccia ancora, e che può essere piacevolmente interessante.
Non ho nulla a che invidiare rispetto a quella là. Volendo potrei trasformarmi, veramente, a 43 anni, in una gran bella gnocca.

Cerco di reagire, quello che sto facendo, e pensando, è assolutamente fuori dalle mie abitudini e del mio ruolo.

Mentre i raggi del sole illuminano di una luce violenta, e calda, la mia camera, riflettendosi sugli specchi, mi ritrovo di nuovo ad accarezzarmi delicatamente tra le gambe, una folta chioma ben curata nero corvino la ricopre, la morbidissima pelle è ancora particolarmente sensibile.
Mi oppongo, stavolta con forza, al richiamo del mio corpo, la ragione deve prevalere sulla fantasia.

Rifletto e non posso che confermare che il mio corpo è tutt'altro che da buttare. I miei anni sono tutti davanti a me a dimostrare che valgo ancora, e il trasgressiva momento, intimamente, vissuto conferma voglia e desiderio!

La luce accecante mi impedisce di vedermi bene, scosto verso destra un'anta e proprio in quel momento è come se un assurdo pensiero si impadronisse del mio fare. Se oltre all’immagine del mio corpo vedessi riflessa la maschia figura del mio bambino, in piedi, cercare di mascherarsi a non più di due metri da me, spiare attento, e interessato, la mia figura ed il mio trasgressivo fare.

Quali pensieri, quali dubbi, quali paure diventerebbero realtà concretizzandosi alle mie spalle. Rimango basita osservando il mio corpo riflesso allo specchio.

Spero non accada mai o, quanto meno io non me ne accorga. Nel caso accadesse quale sarebbe la mia reazione, rabbia, delusione, sconforto... lunghi momenti di pensieri che mi sconvolgono e se invece spiassi lui che spia me. Potrei vedere, capire, accertarmi sino a quale punto sarebbe capace di spingere i suoi perversi pensieri!
Ma sarebbe giusto!

Abbandonando l’iniziale istinto di coprirmi, resto esposta all’etereo maschio sguardo che, da una immaginaria posizione di privilegio, potrebbe apprezzare il mio corpo interamente nudo, interessato dell'erotica immagine che potrei offrirgli.

Gli lascerei apprezzare quanto intrigante può, e sa, essere la sua tenera mammina?

Con un evidente spirito di emulazione mi lascerei spiare, offrendogli un mio erotico spettacolo. D’istinto realizzo che anch’io saprei farlo soffrire e.... perché no esaltare il suo godere!

Mi è naturale lasciare alle mani il lento palpeggio del seno, lo sollevo verso la bocca, non è affatto cadente, ancora ben modellato Sono una procace terza, con capezzoli vistosi, soprattutto grazie all'eccitazione di cui ancora non mi sono liberata.
Carezzo delicatamente i fianchi, osservo che non ci né maniglie né cellulite, scivolo lentamente verso l'inguine, la fica è ancora calda delle "attenzioni" che le ho dedicato, e mi assale forte la voglia di farlo ancora.

È come se mi stessi esaltando in questo gioco di provocazione che sto compiendo nei riguardi di un possibile sguardo interessato.
Sono ancora eccitata e, saprei essere, particolarmente eccitante!

Potrei in modo discreto, e di nascosto, spiare i movimenti del bel marpione. Immagino che sarei al centro di un suo morboso interesse e, godendosi lo spettacolo e, sorpresa delle sorprese, sarebbe naturale mettersi le mani sulla patta dei pantaloncini, stringere un bel pacco e, magari, tirarlo fuori e dedicarmi, sfrontato, il suo perverso piacere.

Sussulto alla mia assurda immaginazione!

Mi scuoto, apro le ante dell'armadio per decidere cosa indossare.
Improvvisamente trovo odiosi quei leggings in leggerissimo cotone che solitamente indosso, che, pur attillati, ho sempre reso anonimi sul mio corpo con larghi maglioncini rendendo innocua la mia figura, forse invecchiandola pure.
E se decidessi di cambiare radicalmente look con qualche indumento che valorizzi la mia femminilità nascosta?
Cosa potrebbe succedere?
Cosa immaginerebbe?
Cosa farebbe?

Un turbinio di contrastanti pensieri!
Cresce in me la voglia di sapere.
Tra le dita stringo uno striminzito perizoma di pizzo nero che, nascosto nel cassetto, non uso da tempo, lo faccio salire lungo le cosce con esasperante lentezza. Sistemo l’esile bordo tra ospitali chiappe. Indosso l’abbinato reggiseno dal cui delicato tessuto traspaiono capezzoli gonfi e duri.
Con le mani raccolgo i lunghi capelli e mi ammiro allo specchio, posso ammettere che posso essere una gran fica stimolando il suo interessato guardarmi, facendolo diventare per niente indiscreto.
Ora è come se sentissi i suoi occhi accarezzami la pelle, un brivido accompagna la sottile emozione che, sento, particolarmente stuzzicante.
E se fossero sue le mani a sfiorare il mio corpo e il suo respiro riscaldarmi la pelle. Che reazioni potrei avere se vedessi la sua mano ondulare, con fare lentissimo, su di un cazzo che, immagino, assumere la sua splendida forma.
Tremo in maniera spontanea!
Reprimo tra le labbra chiuse un lunghissimo sospiro.

Rivedo di nuovo quella sua aria visibilmente soddisfatta a tocchi sapienti, titillare un bel cazzo fino all'eccesso, pronto ad esplodere. Ascolto i suoi gemiti di intensa eccitazione. Lo vedo dirigere il getto del suo piacere sul mio intimo indumento.

Un brivido mi percuote e pensieri morbosi prendono il sopravvento nella mia mente. Mi scuoto. Un innocente gioco che non riesco, o non voglio, governare e, pur assalita da un vago sentimento di rimorso, non mi condanno e, principalmente, non smetto.

Poter sentire il suo sguardo interessato apprezzare la mia figura, ed immaginare le sue sicure fantasie, certamente oltre ogni limite alla decenza, invece di farmi arrabbiare, stanno trasferendo al mio corpo piacevoli tremori.

Risoluta, intenta ad esaltare il mio corpo, mi lascio guidare da una intrigante perversione, mentre lascio scivolare dalla testa una leggerissima mogliettina con lo scollo a V che, attillata, esalta le forme del mio procace seno.
Il mio fare è veramente intrigante continuerei a provocarlo e, con un'ultima, abile mossa tentatrice, mi chinerei a novanta gradi con la testa immersa dentro le ante aperte dell'armadio. Lascerei Il mio prezioso culetto totalmente offerto alla vista ravvicinata del mio amorevole guardone. Rimarrei volutamente in quella posizione giusto il tempo per osservare di soppiatto il comportamento del mio adorato bambino di cui, ormai, ne sono certa, sarebbe sfacciata la forte eccitazione.

Un gioco che cresce diventando poco innocente e piuttosto pericoloso di cui spero non dovermi pentire!

Trovo la gonna in pelle nera che è anni che non indosso. Lentamente la faccio salire dai piedi, sono piacevolmente sorpresa, mi calza bene. Un leggero arrotondamento dei fianchi la rende più attillata e fasciante, merito dei pochi chili in più. Passo delicatamente e lentamente le mani sul tessuto, sosto un po' sui fianchi e soprattutto sulla rotondità del culetto. Allo specchio la gonna esalta la rotonda prominenza, e l'attraente spaccatura dei glutei. La gonna arriva poco sotto le ginocchia, in compenso nella parte posteriore ha un profondo spacco piuttosto alto che mi rende particolarmente sexy.
Ho veramente un culetto ancora perfetto!

Da spiona del mio bel figliolo, nell'arco della stessa mattinata, sono passata a fantasticare sul mio probabile ruolo di spiata. Mi chiedo quante volte avrà pututo invadere la mia intimità esposta, inconsapevole, al suo interessato sguardo. Ed ancora, quando ha cominciato a fantasticare sul mio corpo nudo. Come ha trasformato in erotiche fantasie i suoi pensieri sino ad arrivare a quelle sue zozze manifestazioni di amore.

Sapesse che la sua dolce mammina, pochi minuti fa era con tre dita infilate nella fica, cosparse di quegli stessi umori che lui, inconsapevole, ha provocato. Ho goduto con, e del, suo piacere.

Adesso basta! Forse sto esagerando. Giustifico tutto quello che è successo, ormai è successo! Si mi sono divertita in un gioco provocante che lo avrebbe certamente eccitato, e non solo a lui. Un ultimo sguardo allo specchio per controllare il mio essere sensuale chiudo le ante, giusto il tempo di ascoltare il suo salutarmi
”Ciao mamma....”
Caspita è tornato! Quando?

E se avesse veramente spiato le mie intime, solitarie, trasgressive, performance, si fosse soffermato, per quanto tempo e con quale reazione. Subito un pensiero mi sconvolge : glielo ho fatto venire duro?

Lo seguo sfilare davanti alla mia porta, mi pare scorgere, distintamente, un potente rigonfiamento tra le sue gambe. Sicuri effetti reattivi al mio erotico fare.

Impaurita chiudo le ante dell’armadio, mi soffermo qualche secondo davanti allo specchio giusto per concedergli il tempo di rientrare in camera sua.
Un attimo per determinarmi ad esibire il mio nuovo look. Voglio, veramente, provocare la sua reazione, devo capire sin dove la sua sfacciataggine si manifesti, ben consapevole di saperne governare gli effetti.
So bene che non avrà alcuna possibilità di concretizzare alcunché, ma almeno io posso approfittare per capire cosa, come e, possibilmente trovare soluzioni.

Lo raggiungo subito in camera sua, mi blocca un attimo davanti alla porta chiusa con un forte dubbio che mi assale: e se fosse già impegnato a sfogare il sicuro momento di intima eccitazione. Non intendo spiare ma, curiosa, (interessata) sapere!......



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