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Ho preso in bocca il pisellino di mio figlio


di geppettino2003
09.10.2018    |    62.666    |    6 8.7
"La paura di un suo possibile risveglio mi scuote..."
Rannicchiata al suo fianco mi ritrovo vittima di una strana forma di stordimento, mista a confusione, sento crescere in me forte la tentazione di toccarlo ancora. Di nuovo, titubanti mani, senza apparente controllo, si protendono verso un inerme corpo, comandate da un innaturale istinto di mamma.
Pianissimo, a fil di pelle, le dita seguono la carne, con una leggera pressione delle lunghe unghie, tastano il duro sesso.
Netta è l’imperiosa sferzata del suo gran bel cazzo!

Mi scuoto, subito ritiro la mano, immediato è portarla alla bocca, l’intento è soffocare un grido ma la realtà è diversa. Una vogliosa lingua cerca tra le dita il sapore del giovane maschio. Contemporaneo un intenso fremito si sparge sul mio, diventato, debole corpo, riportandomi di nuovo ad un difficile presente. Complicato, pieno di dilemmi.
Esiste un limite all’affetto di mamma e, se esiste, qual’è? Può quell’affetto superare il lecito e sconfinare oltre l’assurdo? Sino a che punto può essere giusto. E qual’è il giusto mix tra dovere e desiderio, tra obbligo e piacere?
Dovrei trovare la forza di fermarmi e, invece, soccombo ad una forte voglia di continuare, che inibisce il più giusto dovere di andare via.
Una lotta impari!
Lunghi secondi di una difficile battaglia interiore, e mi convinco che se il tutto resta un solo mio intimo segreto allora tutto può essere giusto.
Sarà il dopo ad essere complicato!

Pensieri, domande, convinzioni che non hanno interrotto il mio fare. È un qualcosa che non so spiegare che mi impone di continuare, di non fermarmi,
di scoprire realmente ciò che già immagino possa accadere, e di cui è forte il desiderio di accertarmene.

Lo guardo, dorme, lo scuoto, nessuna reazione mentre, lentamente, lo privo dei boxer. Ora è completamente nudo. Ha veramente un corpo statuario, perfetto nei suoi lineamenti. Un ritmico respiro accompagna il continuo pulsare di un intrigante uccello. Un richiamo al quale non riesco più ad oppormi.

China accanto a lui, i lunghi capelli carezzano, delicatamente, il suo addome, i miei sospiri muoiono su quel bel cazzo.
Sfrontata lascio colare un po’ di saliva sulla tumida cappella e alle mie mani la gioia di scivolare, lentamente, su quell’invitante palo di eccitata carne. Delicatamente lo avvolgo, lo stringo, spargo la saliva roteando la mano su tutto il cazzo. Gioisco del suo continuo palpitare al lento movimento della mia mano. Solo la rossa cappella resta scoperta.
Forte mi assale il desiderio di baciarlo con il più puro dei sentimenti di mamma.
Ma è quel bel cazzo che voglio baciare!

Non controllo la lingua inumidire diventate rinsecchite labbra che, umide, a fil di pelle, sfiorano il duro sesso, lo carezzano, seguendone la forma. Con il corpo che trema, lascio ad una timida punta della lingua risalire dai testicoli, seguire quel duro palo, non più innocente, giungere sulla sensibile cappella e cominciare a picchiettarla.

Intensa è la scudisciata del cazzo tra le mie labbra, chiaro è il suo frenetico pulsare, quasi ad implorare le mie affettuose attenzioni.
Un mio fremito, sicuramente dovuto all’assurda realtà, si unisce ad un suo respiro intenso e profondo.
Con il cuore in gola, succube dei suoi violenti battiti. cerco un coraggio che ad ogni secondo affievolisce.
Se esiste una barriera all’amore di mamma ora non so quale sia e non mi interessa scoprirlo!

Sento le sue mani tra i miei capelli. Mi fermo. La paura di un suo possibile risveglio mi scuote. Quelle mani, non certamente controllate da nessuna volontà delicatamente, spingono come a volermi infondere il coraggio di continuare, di superare la barriera del lecito, sconfinare nel perverso e cedere al morboso.

Una nuova, e corposa goccia, riformatasi sulla cappella inibisce definitivamente ogni mia paura, e sembra aspettare le delicate carezze delle mie pronunciate labbra. Mi è quasi naturale schiuderle, non so resistere alla voglia di appropriarmene.
Le mani accompagnano l’eccitante cazzo tra ospitali, calde e morbide labbra, la lingua vibra frenetica, il calore della mia bocca la avvolge risucchiandone il perverso sapore.
È secca la scudisciata del cazzo nella mia bocca, accompagnata da un corpo che trema e, intenso, si fonde al mio.

Le sue mani accompagnano il lento ondulare del mio capo, inibendo il governo dei miei pensieri, ma non la sua volontà. Spingo il capo sino a sentire la punta di un immenso cazzo tagliarmi il respiro.
Il corpo reagisce, le mani quasi impazzite stringono diventati gonfi testicoli. Sento il suo assurdo piacere risalire, aspetto quel momento senza fermarmi, senza abbandonarlo.
E poi perché farlo?
Fermamente convinta quello che sto facendo è possibile, dovuto, imposto dal mio ruolo di attenta, ed affettuosa, madre.

Il suo respiro cresce, diventa sospiro di piacere, gonfia il petto. Le mani abbandonano il mio capo, nel suo smaniare, percepisco il suo chiamarmi, quasi ad implorarmi di fermarmi, continuare, non lasciarlo ora.

Ancora un fremito più intenso si diffonde nel suo giovane corpo, dal cazzo stretto nella mia bocca, trasmette al mio gli effetti dei suoi tremori.

La bocca chiusa, le labbra ben serrate, una mano stringe forte il bel cazzo e l’altra palpa i pieni testicoli. Ondulo l’intero corpo frenetica, libera da qualsiasi impedimento! Strozzo, con difficoltà un lungo, intenso e profondo gemito, con le guance che si modellano ad ogni veloce affondo. Spingo il capo sino a sentire la cappella gonfiarsi in gola, le labbra stringono morbose.
Ancora, ancora, ancora.
Lo sento, è vicino, serro le labbra, un violento affondo, mi fermo ed aspetto. Con la forza della lingua accompagno il suo esplodere.
Viene nella bocca di sua madre!
Il suo seme riempie la mia bocca, un piacere che sembra acqua sgorgare da un fiume in piena.
Getti continui, pieni che non riesco ad ingoiare. Arretro il capo perché in bocca si diffonda il suo caldo seme, ne gusto la giovane essenza, prima di ingoiarlo avida.

Il mio fare non è certamente quello di una mamma, ma quella di una donna debole, sconfitta dal perverso richiamo del piacere, che offre al suo amore l’arte del suo sapiente, esperto, fare.

Lentamente le labbra si sfilano dal morboso contatto. Lo guardo, dorme. Ma l’espressione del viso è tirata. Mani impazzite stringono con forza quel suo magnifico cazzo, sussulto nel sentire le sue unirsi alle mie. La paura mi impone di fermarmi, è lui che, nel suo pieno sonno che continua. Un lungo attimo, e con un colpo secco, genera uno schizzo, violento.
È una goccia, diventata corposa e piena, colpirmi il viso. La sento calda, lentamente scivolare sulle labbra, completamente inerme la lingua se ne appropria. Subito un’altra si perde tra il solco di un ospitale seno. Irrefrenabile è l’istinto di spargerla, è forte il desiderio di dare sollievo a diventati infuocati capezzoli.

Mi scuoto al mio perverso fare. Le mani sul viso, tento di eliminare le tracce di una morbosa colpa ma, sconfitta da me stessa non governo i miei movimenti. Sconfitta dalla lussuria mi ritrovo le dita in bocca e la assetata lingua assaporare la perversa essenza di maschio del mio bel bambino.
È bellissimo!

Lunghi minuti perché il suo respiro ritorni alla giusta cadenza. Sporca del suo giovane caldo seme, lo guardo nel suo profondo dormire con il mio di respiro comandato dall’infido calore diffuso sul mio corpo.
Ha subito inerme la mia debolezza di femmina, ed ora mi assale la paura del suo risveglio.
Scaccio con forza ogni altra sporca fantasia e, finalmente, trovo quel briciolo di coraggio che mi è mancato, lentamente mi rialzo. Con forza torno padrona della realtà raccolgo, da terra il lenzuolo, ricopro il suo inerme corpo. Quel suo splendido cazzo non intende quietarsi. Spaventata corro in camera mia con il suo intrigante sapore in bocca che accompagna i passi di un debole corpo.
Al buio, mille pensieri mi scuotono, tante le domande, poche le risposte, una sola certezza al mio difficile imminente domani...



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