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I nostri genitori si facevano le corna; io e mio fratello no...2a parte


di sexitraumer
26.01.2021    |    19.683    |    0 7.4
"Jason…ahn! Se vuoi leccarmi la fica…ahnnnn…bene! Sennò facciamo un 69…ahnn!” “…auhnnnn…un 69 dici?..."
“…perché papà?”
“Poco fa l’ho visto uscire dal magazzino delle scope, che s’era appena rimesso dentro il pistolino …insomma mi sa che ti stava spiando mentre eri in bagno! Pure mamma m’ha detto che lo vede che ti tocca il culo…sai alla sua età vorrebbe provarci, devi stare più attenta, anche perché pure te cominci a metter su delle forme…e non mi sembra il caso che lo provochi!”
“…insomma mi stava spiando!?”
Papà sorrise, convinto di aver impedito a mio fratello di masturbarsi spiandomi dal buco della serratura. Chissà che faccia avrebbe fatto se ci avesse visti! In quel momento il mio intestino stava ancora assorbendo la sborra di mio fratello …
...comunque finché sono stata a casa a Jason, di nascosto dai nostri genitori, ho dovuto concedere anche diversi sessantanove, che il più delle volte bastavano a scaricarlo. Il suo cazzo in bocca non mi dispiaceva, nemmeno quando mi sborrava fuori controllo riempiendomi lingua e gengive; a mio padre risparmiai la relazione segreta con Jason, derivata da quella prima concessione anale, cui ne seguirono altre nei periodi in cui stava senza ganza…tre anni dopo, il giorno del lancio delle monetine a quel noto politico socialista, volli festeggiare con Jason abbracciandoci stretti stretti fino a sentire lui i miei seni, e io il suo cazzo…mi baciò due o tre volte e poi all’improvviso …in bocca! Un instante dopo, dato che non lo respingevo, mi toccò sotto tra le gambe…
“AHNNNNN…ohhhh…ho capito, basta…ahnnnnn…sì, dai! Però prima dobbiamo fare una cosa…”
“Cosa? La doccia?”
“No: vai a comprare uno spumante, tieni, e vai svelto! Io intanto me la lavo…tanto vorrai leccarla, no?!”
Gli diedi ventimila lire. Per la fretta Jason uscì in ciabatte recandosi al bar pasticceria sotto casa nostra dicendo al negoziante, dato che aveva diciassette anni, che era per il compleanno di mamma; e cinque minuti dopo, con la bottiglia fresca a casa, ce lo vuotammo tutto…
Erano le sei del pomeriggio. Corremmo un rischio analogo a quello del giorno in cui gli diedi il culo. Papà era a lavoro, ma fra poco sarebbe tornato; mamma da un parente che per errore era arrivato in treno alla stazione di Lecce. Una volta brilli, siccome la verginità della fica l’avevo già perduta con un fidanzatino estivo, facemmo sesso completo sul mio letto. Lui mi prese nudo coi soli slippini abbassati poco sotto le palle; io mi ero concessa in sottana bianca rimboccata sotto, e slacciata alle spalline affinché potesse suggere ai capezzoli, come fece mamma con Krizstof. Lo feci venire un paio di volte in fica; sempre di sotto io; tanto di lì a due giorni contavo sulle mestruazioni, che per fortuna arrivarono l’indomani… quel giorno la parola d’ordine era un unico imperativo categorico: anarchia sessuale, libero arbitrio …largo ai sensi, specie se proibiti da una qualche norma…

…trent’anni dopo nostro padre se ne stava andando serenamente a causa di un male incurabile; parlava a ruota libera del proprio passato, e anche di Carla; io inavvertitamente gli confessai cosa facemmo quel giorno di Italia 90 io e mio fratello, che in quel momento non era in casa. E non era in casa neppure mamma Agnjeska, perché il loro matrimonio durò solo fino alla maturità classica di Jason; poi mamma tornò per sempre più frequenti (e lunghi) periodi di vacanza in Polonia. Non riuscii a rintracciare nemmeno Carla affinché potessero parlare dei vecchi tempi. Gli raccontai di come, per pedinarlo più per noia che per convinzione, avevamo violato il domicilio di Carla dalla finestra, di come ci eravamo nascosti nella stanza, e gli raccontai le cose che avevamo ascoltato da Carla e Patrizia; cose che oltre lui poteva conoscere solo chi li avesse ascoltati allora. Lui stesso un po’ a disagio negò o fece finta, con un cenno di diniego, di sapere alcunché anche della lussuriosa minorenne Patrizia. Gli chiesi maliziosa dell’inculata a Carla, che noi ce ne dovemmo andare via per non essere scoperti, e mi disse sbrigativo che Carla aveva goduto nel culo col suo cazzo dell’epoca, poi però verso il tardo pomeriggio, poco prima che lui andasse via, avevano litigato perché Patrizia sperava di spartire con Carla i soldi di quel giorno con lui, il quale mi disse di aver versato alla sola Carla appena 150.000 lire. Per Carla Patrizia era solo una tirocinante che avrebbe potuto imparare da lei, ma i proventi non li avrebbero smezzati…beh niente divide le persone più delle questioni di denaro. Ciò spiegava perché tempo dopo Carla, pur frequentando la spiaggia come suo solito, non l’avevamo vista più con la sua amica Patrizia…ruppero del tutto. Io a papà confessai tutto, compreso il successivo rapporto anale con mio fratello. Gli dissi che era tornato appena in tempo: Jason avrebbe voluto ancora toccarmi, o leccarmi la fica…di fatto ci aveva interrotto lui. Non disse nulla, alzando le spalle senza incrociare il mio sguardo, sapendo che un po’ era stata anche colpa sua sotto il profilo dell’esempio. Io invece, che si potesse godere di culo lo avevo imparato proprio quel giorno, ma questo lo tenni per me.
Papà era morto da un mese, e mamma ormai separata da tempo era rimasta “incastrata” in Polonia per assistere sua sorella Magda che aveva ottenuto a sua volta la tutela legale di una loro parente comune: zia Hanna, ormai anziana e malata di demenza senile. Parlando al telefono con mamma ero stata informata che Krizstof l’aveva scopata altre volte dopo quella; solo che lui ormai era molto diverso. Forse si stava veramente innamorando di nostra madre più anziana di lui, trent’anni prima. La moglie che sposò, una certa Maria, non lo rese mai felice, e forse – pensai subito – lo sarebbe stato solo con nostra madre…adesso invece come amante aveva la vodka, e mamma – mi aveva confidato – non provava più attrazione, ma pietà…aveva un altro amante, ma non mi volle dire niente al telefono, né io insistetti…ora mi trovavo nella nostra casa al mare e dovevamo deciderne cosa farne, dato che papà ce l’aveva donata da tempo riservandosene l’usufrutto…ora aspettavo presso l’ingresso soggiorno che Jason arrivasse…ci eravamo sposati entrambi e stavolta avevamo deciso di vederci senza la presenza dei nostri coniugi…io avevo accompagnato (ma non era vero) l’avvocatessa di cui sono stata la praticante per una trasferta di un paio di giorni in Lucania per una causa…mio fratello s’inventò con sua moglie Gisella una visita da uno specialista a Lecce: fatto salvo un margine di mezza giornata per entrambi per avere tempo di tornare con calma alle rispettive vite coniugali avevamo mezza mattina e mezzo pomeriggio per noi due da soli; lui sarebbe presto diventato padre…io pianificavo un figlio di lì a un paio d’anni…
Mi ero pigramente stesa sul divano con le scarpe sui braccioli e mi stavo per assopire per la noia quando sentii scattare la serratura della porta nella casa delle vacanze ancora vuota perché eravamo in primavera…
“Clack, clack…vrrrrr…clack!”
Jason fece capolino dalla porta vestito in tuta da ginnastica azzurra. Io avevo camicetta giacca e gonna a tailleur…oltre che i collant e le scarpe tacco dieci…
“Ciao Karò, ah! Dormivi?”
“No, ma quasi!”
“Aspetti da molto?”
“Da stamattina alle dieci e mezza…”
“…ah tre quarti d’ora allora! Senti, tuo marito lo sa di questa casa?”
“Sì e si aspetta che la usiamo quest’estate!”
“Non è che Ferrante piomba qui, no?!”
“No. Ma tanto chiudiamo tutte le imposte e le finestre! Tanto ho arieggiato io finora…”
“Ma sei sicura? Dico sei sicura che non si presenta lo stesso?”
“Sì, sono sicura: mi crede a Potenza con l’avvocatessa della pratica! Tua moglie?”
“Le ho detto che sono stato a Lecce a sentire uno specialista …sembra che se la sia bevuta! Pciù, pciù, sluuuuuupf!”
“AHN!”
Mio fratello mi aveva appena baciato e leccato la guancia sinistra da dietro afferrandomi i seni e stringendomeli…forte!
“AHNNN…piano, dai! Purtroppo non abbiamo tredici anni!”
“Che bella che sei sempre stata Karolina! ...inizio a toccarti? Sluuuuurpf!”
Stavolta mi diede una leccata ampia sul collo… e mentre cercava d’infilare le dita dentro le mie mutandine, io gli proposi:
“Vuoi fare un 69, Jason?”
“…hmmmm…l’idea non mi dispiace; ma prima chiudiamo tutto!”
Jason andò a chiudere la porta di casa a chiave; io invece mi dedicai alle finestre e al giardino…tre minuti dopo eravamo ermeticamente chiusi nella nostra casa delle vacanze. Lui si tolse la tuta e l’intimo restando solo con gli slip. Io improvvisai un provocante spogliarello in cui mi tolsi tutto, lentamente, con metodo, così che mi potesse desiderare. A lui spogliarsi aveva richiesto un minuto, a me sette-otto. La mia passera aveva il pelo in ricrescita di un paio di millimetri…feci segno a mio fratello di venire davanti a me ed abbracciarmi. Gli afferrai subito il cazzo e lo baciai in bocca aspettando che lui toccasse la mia passera…mio fratello Jason mi cercava dentro la bocca con la lingua, e io mollai il suo cazzo già in pre erezione per afferrargli ambo le guance con le mani, sì da impossessarmi della sua bocca già attaccata alla mia per sovrapporre in un salivoso contatto liquido le nostre lingue che cercavano di stringersi l’una all’altra. Cercai la lingua con lui turbinandocela dentro più intensamente che potevamo. Mentre io, sua sorella, possedevo la sua bocca interna e le labbra esterne lui stringeva i miei capezzoli con le proprie dita tirandoli come poteva. Affannavo con le nari pur di prolungare quel nostro lunghissimo bacio di saliva e lingue sovrapposte. Non so quanto tempo passò, ma ad un certo momento Jason riuscì a staccarsi, e abbassò un po’ il volto per succhiarmi i capezzoli ormai turgidi come il suo cazzo che sentivo tra le mie cosce che s’induriva. Succhiava forsennato per trarne anche una sola goccia del mio latte, e intanto aveva abbassato le dita per esplorarmi l’ano col polpastrello che premeva, strisciava e massaggiava il mio buchino dietro. Coi succhi mi stava facendo male, ma desideravo comunque dargli me stessa attraverso il mio latte, affinché assaporasse ciò che voleva…la sua era proprio fame, ma che io sappia il seno ce l’aveva pure sua moglie…mentre respiravo cessò i succhi ai capezzoli, ma non le strette ai seni, leccando il mio ventre e infilando la propria lingua nell’ombelico, e intanto con l’altra mano stimolandomi il buchetto del culo. Mentre baciava e leccava il mio basso ventre sospiravo invocando il suo nome…
“…ahnnnnn...OHHHH...Jason…ahn! Se vuoi leccarmi la fica…ahnnnn…bene! Sennò facciamo un 69…ahnn!”
“…auhnnnn…un 69 dici? ...sluuuurpf, slaaap, slaaaap!”
“Andiamo sul divano Jason! ...dai, mettiti di sotto tu!”
Ci trasferimmo sul divano e ci demmo dentro a insalivarci e leccarci i nostri sessi per una buona decina di minuti… al termine dei quali un’improvvisa invasione di massa liquida, densa, e calda colpì in pieno il dorso della mia lingua…una sensazione piacevolissima anche se l’unico sparo intenso fu il primo…un istantino dopo sentivo rimpicciolirsi il suo cazzo, e dalla lingua al palato superiore avevo la massa liquida appiccicosa già diventata tiepida che non sapevo come trattenere…mio fratello aveva goduto e io tentai il tutto e per tutto: l’avrei ingoiato! Mentalmente avevo già calcolato che avevo in bocca una buona dose di saliva per accompagnarlo…provai a deglutire aspettandomi di dover tossire da un momento all’altro…passarono tre secondi e non accadde nulla…allora diedi un buon succhio al suo cazzo ormai ridotto della metà in volume come fosse stato una cannuccia da bibita…arrivò qualcos’altro, ma ormai mio fratello aveva sborrato abbondante…tutt’al più avrei potuto leccarlo per ripulirglielo…Jason esausto mi chiese:
“Karò…vieni davanti a me con la fica, dai…ce l’hai ancora calda!”
E ci credo! Aveva goduto solo lui…io dovevo ancora venire…cambiai posizione e gli andai sopra con la fica a face-sitting abbassandola aperta e scostata per scoprire il clitoride…lui doveva solo leccare leggero leggero e veloce…mio fratello Jason iniziò a leccare a vista, ma si vedeva che era stanco, per cui gli chiesi:
“Ti piace il mio sapore, ti piace?!”
“Sì, sluuuurpf, slaaaap…mhlmmmm, sluuuupf!”
“Apri la bocca! ...tienila aperta! Cough! Cough! ...cough!”
La mia gola si era irritata a scoppio ritardato e mandai del colpi di tosse, ma intanto mi massaggiai freneticamente la vulva sfiorandomi velocemente il clitoride, e in un minutino di auto-masturbazione venni schizzandogli qualcosa dentro la sua bocca…quel porcone di Jason mi chiese:
“…ahnnn…slurp…aprila sotto…aprila, sluuurp…più vicina!”
Non so come avesse fatto a vedere il mio colino in arrivo, ma gli arrivò in bocca sulla sua lingua, e lo assaggiò più volte, poi dopo avermi leccato nel meato urinario e baciata la vulva, mi chiese di abbracciarlo. Non appena gli andai sopra per ricambiargli l’abbraccio prese a baciarmi su tutto le mie guance…il suo cazzo ormai era diventato piccolino, e appena lo sentivo durante il nostro contatto dei nostri corpi. Certo quello che avevamo fatto era stato intenso, e farlo verso i tredici-quattordici anni sarebbe stato più bello; a quell’età però ci limitammo ad una breve leccata di sessi tra di noi, seguita da una leale inculata…poi mamma fino al 1993 non ci perse mai di vista; poi il giorno del lancio delle monetine all’hotel Rafael ero talmente felice come rivoluzionaria (da due soldi) che gli concessi due pieni amplessi al suo cazzo con venuta piena nella mia fica…io invece, avendo visto mamma godersi un rapporto anale con suo nipote/cugino Krizstof, venne anche a me voglia di quel cazzo che il nostro parente sapeva muovere così bene tra i suoi meloni…anni dopo ero ormai due anni più grande, e dissi a mamma d’aver assistito a quella scopata. Non si scompose di pacca, tuttavia mi disse:
“…e allora?! Cosa credi? …che tuo padre non me le faccia? Io almeno resto nell’ambito della mia famiglia; comunque la parentela con Krizstof è abbastanza lontanina…”
Abbracciai mamma e le dissi:
“Io la vostra scopata l’ho vista tutta. Lui ti diceva qualcosa in polacco e tu ti eri messa alla pecorina; e prima avevo visto tutta la leccata di fica che t’aveva fatto! …Jason solo la chiavata tradizionale che avete fatto dopo…”
“Insomma, mi hai visto porca che me lo facevo mettere al culo! Sì, è il buchino preferito di Krizstof con quelle della mia età…”
“Mamma! Io quella sera avevo lasciato in camera loro un biglietto per Krizstof. Deve averlo letto e passato alla madre. Forse zia Hanna te l’ha già detto: avevo chiesto a Krizstof di prendergli in mano il cazzo, dandogli appuntamento alle tra le 6 e le 6 e 40 del mattino. Mi ero alzata presto, ma in cucina venne zia Hanna che mi disse che Krizstof amava donne, non bambine… e io ormai bambina ritenevo di non esserlo più…”
“Ci mancava solo che ti seducesse, o lo seducessi tu! Sai io volevo che almeno un’altra decina di giorni rimanesse, ma sua madre se l’è portato via…perché non la incolpassi se facevi sesso con lui…”
“Mamma!”
“Che vuoi?”
“Mi trovi tu un uomo adulto?! Ho voglia di prendere in mano un vero cazzo! Grosso e caldo…e se mi va, lo voglio spippare per far uscire la sborra …”
“Karolina! Se lo prendi in mano lo spippi …viene naturale! Poi curiosa te lo metti in bocca …poi cominci a leccarlo e succhiarlo …poi gli senti le palle, gliele carezzi, gliele succhi pure talvolta, t’innamori letteralmente del maschio, e del sapore della pelle dei coglioni là sotto …poi sai che succede?”
“No, che succede?”
“Che ti togli le mutandine, e t’impali da sola sul cazzo che tu hai verticalizzato …ti entra dentro, la prima volta lo senti grosso …e duro! Ti ci auto-svergini! Certo è un bel godere, lo ammetto! Soprattutto alla tua età che ce l’hai ancora stretta, poi dopo che hai partorito un paio di volte non è più così…se rimani incinta che facciamo? Resisti, dai! Anzi, dimmi: hai mica fatto seghe a tuo fratello?”
Seghe? Mi ero fatta inculare per curiosità da mio fratello …per cui spudoratamente le mentii:
“Un paio di pippe! L’ho fatto venire sopra la mia coscia, pelle pelle, con le mutandine indossate… certo qualche pelo si vedeva dal tassello di lato…”
“…purché siano state solo un paio di pippe! Non te l’ha leccata, no?!”
“No! Se me la leccava gliela facevo anche scopare!”
“A me ha cercato di leccarla un paio d’anni fa, ma non c’è riuscito! Sai cos’è un fracosce?”
Fingendo ignoranza dissi:
“…uhmmm…mi…mi…mi sa di no!”
Mamma mi mostrò chiudendo le cosce, e dopo un sorriso malizioso, m’indicò col dito dove far affondare il cazzo, ovviamente diversi centimetri sotto, molto prima della fica, che restava chiusa e non penetrabile…
“Karolina! …le cosce chiuse sono comunque calde, e se il maschietto ha il cazzo dritto quando struscia la cappella tra la pelle delle due cosce gli piace lo stesso e sfoga! Poi la sborra la puoi sempre pulire… l’importante che non la fai arrivare alla fica, figlia mia! Se proprio non riesci a liberarti …con un fracosce risolvi!”
“Mamma, Jason il cazzo non ce l’ha grosso come quello che voglio impugnare io!”
“Non mi riferisco a tuo fratello! A tutti i maschietti, capito?!”
“Cazzo! …maschietti ?! …EHI! Mamma, svegliaaaaaaahhhh! Io voglio un uomo adulto che mi fa toccare il suo cazzo! Magari assisti pure tu! Non mi farò chiavare, ma ho voglia di toccare e stringere un vero cazzo, e col prete della parrocchia non mi va!”
“Ma perché?! Ci prova con le ragazze del catechismo?”
“No, insiste sempre perché ci confessiamo, ma è vecchio! Fosse più giovane ci proverei io! Altro che confessione!”
Mamma mi guardò un minuto ed io sostenni – e mai saprò come ho fatto! – il suo sguardo, poi dopo aver abbassato le sue difese, cambiando tono, disse:
“Karolina! Non ti prometto nulla! Tu non forzare …qualcosa m’inventerò!”

“…m’inventerò!”
“Cosa t’inventerai Karolina?! Stavi parlando borbottando da un quarto d’ora…nel sonno!”
“…oh! Sognavo ancora allora! Sai ho sognato mamma!”
Era mio fratello sotto di me, eravamo ancora abbracciati, e stavo parlando da diverso tempo sovrappensiero, a bassa voce senza accorgermi che erano passati ventiquattro anni da quella conversazione con mamma.
“Era bello il sogno?”
“Lo sai?! Due anni dopo quella volta che Krizstof se l’era scopata bene chiusi in camera da letto ne parlai con mamma, e le dissi che volevo anch’io il cazzo di un uomo adulto …mamma disse che avrebbe trovato qualcuno più anziano di me, ma non vecchio!”
“E te l’aveva trovato?!”
“Sì!”
“Un capo marinaio in libera uscita sul lungomare, con cui avrebbe voluto ricambiare a papà le corna…gli diede appuntamento presso il garage di una sua amica, poi lasciatolo lì ad aspettarci portò anche me…una volta arrivata gli chiarì che non stava portando un’amica, ma che si trattava di me, e gli disse cosa poteva e cosa non poteva fare con me …a me strada facendo aveva detto che potevo prenderglielo anche in bocca, a mio rischio se veniva, ma non mi ci dovevo sverginare! …se poi quell’uomo voleva un buco per sfogarsi dopo le mie prese del suo cazzo, quel buco, fica o culo che fosse, l’avrebbe messo lei, e solo lei!”
“E tu?”
“Come mamma chiuse la saracinesca del garage, ci disse di attendere solo un attimino. Si tolse gonna e mutande, poi anche la giacca e la camicetta, tenendosi sopra la lingerie sottile nera…poi ci disse che eravamo liberi di metterci in libertà anche noi …in realtà lui solo, perché io mi dovevo tenere la tuta di acetato, e l’unica cosa di nudo doveva essere la mia mano, tutt’al più le braccia…subito gli chiesi:”

“…come ti chiami? A Proposito io sono Karolina, e ho quasi quindici anni!”
“Io Donato, e ne ho trentasette!”
“Vai per mare?”
“Sono capo sulla fregata lanciamissili Ausonia!”
“Dev’essere una figata, immagino, che incarico hai?”
“Addetto al settantasei sessantadue!”
“Che cos’è?”
“Un cannone, calibro settantasei millimetri, lungo sessantadue calibri …piuttosto mamma tua mi ha detto che t’interessa un altro tipo di cannone, vero?!”
“Sì! E mi serve quello di un adulto! Quello piccolo di mio fratello non va bene!”
“…se è piccolo, ci credo! Ma è sempre tuo fratello, no?!”

Mio fratello disse:
“Faccia tosta!”
“Mica potevo dirgli che ti avevo chiesto o concesso di mettermelo nel culo! E infatti mamma mi riprese subito! ...”

“Karolina!”
“Eddai mamma! Si parla un po’ dai…”
“E beh, si preoccupa che tu non commetta incesto!”
“Donato?!”
“Sì …”
“Vorrei che ti spogliassi …mamma ci faccio solo qualche preliminare…tu toccati intanto così lo ecciti …oppure toccala tu Donato! Io mi prendo solo il tuo cazzo! Spero che sia amico del tuo cannone!”

“Sai Jason, Donato si tolse la divisa restando nudo! Era un uomo castano, robusto con i baffi curati e dei bei muscoli …anche il cazzo a riposo non era male…glielo presi subito in mano, poi iniziai a baciarlo sul viso e sulla bocca, e intanto davo delle robuste manate al suo cazzo caldo…intervenne mamma…”

“…Donato! Se ti stendi stai più comodo, così io e Karolina non rischiamo di scontrarci…”

“…e Donato?”
“Si stese supino senza discutere! In realtà mamma s’era accorta che lo stavo baciando lingua-lingua! Se non ci fosse stata lei, me lo sarei fatto!”
“Racconta un po’…che ha fatto mamma?”
“Si è piazzata sopra la sua testa per offrirgli la fica o l’inguine, bastava che la leccasse…e si diede da fare…quando si eccitò abbastanza, si voltò restando sopra la sua bocca, ma in modo da guardare me…io intanto avevo continuato a smanettarlo bene e mi si stava indurendo in mano! Gli dissi…”

“…hoh! …non sapevo ch’era così grosso!”
“Karolina…ahnnnn…continua a spipparlo…per ora è tuo! ...”
“Ma Agnese…perché non la lasci fare? ...”
“…ahn…mi chiamo Agnjeska, Donato! Tu lecca, che intanto Karolina l’ho già autorizzata a prendertelo in bocca…ma resisti ti prego! ...ahnnn…e lecca dai, che mi sto bagnando! …ahnnnn…ohhhh…anche l’inguine, sìiiiiii!”

“…io Jason prendevo più volte in mano quel cazzo caldo e duro! Era sulla ventina di centimetri per tre buoni…duro e caldo…e sentivo pulsare la vena cava! Beata la moglie di quello lì…e porca puttana, beata mamma che se lo chiavò pieno!”

“Karolina, ti piace prenderlo in mano?!”
“Sì, mamma…ma ora vorrei…gloooooomhhhmmm…yuhlmmmm, fluuuufhmmm!”
“Va bene, prendilo in bocca! Ma se non lo scappelli, non lo conosci il sapore del cazzo! ...ahnn…ahnnn…e tu lecca Donato, lecca…”
“…ahnn…basta fica! Scendimi le tette…!”
“Ok, ancora un po’…lecca ancora un po’…”
“…ti è scesa la bavetta…uhummmm…sluuuuurpf…slaaaaaap! …hu! Ahi!”
“…!”
“Scappellalo piano tesorina, piano…”

“Pensa Jason, lo avevo scappellato troppo forte! L’ho ricoperto, l’ho riscappellato piano, e mentre mamma gli aveva piazzato in bocca il capezzolo, io ho preso a leccargli tutta la sua cappella rossa…ci passavo la lingua a caso e quando colpivo al centro lui saltava col corpo in avanti…poi istintivamente avevo preso a morderlo sull’asta e delicatamente su quel nodino di pelle…”
“…il frenulo!”
“Sì, e poi quando gli ho preso in mano i coglioni me li sono accarezzati, e sono riuscito a cacciarmi in bocca pure una palla; mamma disse…”

“…succhiala piano la palla, sennò minimo mi morde il capezzolo! Piano Donato, piano! Non ho latte…Karolina! Non puoi ingoiartela!”
“Slaaaap, mhlmmmm, slaaaaapf…mhlmmmm…huhmmmm buone le palle! Sìiiiiiii! AHN! Le voglio! ...”

“…se mi avessi vista Jason! Quell’enorme cazzo e due coglioni gonfi! Tutto per me! Presi solo delicatamente in mano le palle, poi con l’altra mano, afferrai il cazzo per riprendere i miei servizi alla cappellona, solo che al centro adesso c’era una sferetta bianchissima, che faceva capolino dal buco…anche mamma, mentre cambiava tetta accarezzandogli il viso l’aveva vista! E disse …”

“…e qui mi sa che ci siamo Karolina! Se dai un altro paio di colpi viene…”
“…co...colpi?”
“…con la lingua! Ha la cappella viola! Che vuoi fare Karolina?”
“…no…non so!”
“Allora lo so io! Spostati!”

“Mamma venne subito al mio posto, e preso in mano quel cazzo ci cadde sopra! Fece avanti e indietro sei volte, su e giù…su e giù…e Donato le venne dentro!”

“AHNNNN! AHHHHHHHHHHHH…AHNNN…AHHHHANNNN!”
“Quanta ne hai, Donato! ...se sapevo…”
“Uhmmmm…l’ho preso in tempo mi sa…oh! Che fai Karolina?!...”
“Ne voglio un po’ anch’io! ...”

“...tolsi il cazzo di Donato dalla fica bagnata di mamma e me lo cacciai in bocca succhiandolo…un paio di schizzi arrivarono anche me…erano amari…ma me li succhiai cercando d’ingoiarli…mamma disse…”
“…Karolina, me lo dovevi dire! Quello buono, e caldo è solo il primo schizzo!”
“Sluppppf…cough, cough ! …non…cough, cough…no…n…non importa! ...Donato!”
“Che c’è signorina?”
“Quanto ci metti a ricaricare?”
“Boh, un’oretta forse…ma intanto vorrei pure pisciare…”
“Vedo se c’è un secchio, poi puliamo tutto!”
“Mamma, mi dai i soldi?”
“Per cosa?”
“Qui vicino, quando stavamo arrivando ho visto una pizzeria! Se mi dai i soldi, vado a comprare un po’ di pizza per tutti e tre…una bella pizza alla mozzarella e da bere, coca o birra…poi però io e Donato facciamo un sessantanove …tu mamma guardi, e io mi bevo la sua sborra, quella di primo schizzo…”
“Agnjeska, io voto per la pizza! Non temete, offro io…ecco tieni!”

“Donato mi diede ventimila lire per la pizza, e tre lattine …andai io a comprarle perché ero l’unica vestita; mamma mi disse di fare attenzione, che alla sua amica non aveva detto che aveva combinato quell’incontro in garage per me, sia pure governato da lei…comunque come tornai con la pizza ce la divorammo tutti e tre, che ce ne sarebbe voluta dell’altra…poi mamma siccome avevamo lasciato mezza aperta la saracinesca andò a vedere…stava arrivando, chiaramente per curiosare o conoscere l’amante di mamma la proprietaria, sua amica…”

“…cazzo! Se quella entra qui vede anche te Karolina!”
“E allora? Tu sei in lingerie, lui è nudo, e io sono passata a portarvi da mangiare…sono o non sono l’unica vestita qui? Mica deve guardarmi in bocca!”
“...uhmmmm…già! Beh vediamo cosa vuole?”

“Quando arrivò trovando la saracinesca mezza abbassata bussò per educazione, tanto sapeva che mamma l’avrebbe fatta entrare…e infatti come entrò, a me parve che m’ignorasse, mi salutò appena, ma si spizzò bene Donato…mamma disse subito…”
“…ci sono problemi Giovanna?”
“No, no …sono passata per dirvi che mio marito torna alle otto anziché alle nove …mi raccomando: portate via tutto!”
“Oh certo, non preoccuparti…mia figlia Karolina ci ha portato un po’ da mangiare, ma tra qualche minuto porterà via le nostre cartacce…ah…a proposito: questo è Donato! Donato ti presento Giovanna…”

“Donato benché nudo, fece per alzarsi, ma Giovanna pur essendo, secondo i miei occhi almeno, attratta da quell’uomo nudo, gli fece cenno di restar comodo dov’era…e non gli diede la mano…”
“Perché?”
“Secondo me perché ci avrebbe perso in dignità prendendogli il cazzo, invece della mano! …al cazzo quella magra cinquantenne coi capelli appena tinti, ma grigi ben pettinati ci aveva guardato, fin da subito, accolta da mamma in lingerie, fica, mezzo seno, e qualche macchia di sborra seccatasi tra le cosce quando le avevo tolto il cazzo per assaggiarne la venuta…”

“Stia, stia…non occorre che si alzi Donato, davvero! Io non sono la bandiera …te la fai coi marinai adesso Agnjeska?!”
“L’ho conosciuto sul lungomare…l’altro ieri! Pensa, sta in una fregata lanciamissili…Aurora, ha detto…”
“…ehm Ausonia! ...”
“Sì? Non Aurora?! …sa, mio caro…mio fratello ha visitato una di quelle nuove fregate, le…le…Maestro…no, no…Maestrale, quelle che hanno fatto la missione in Golfo Persico…”
“Sì, ne ho sentito parlare Giovanna …sono ottime navi, lo dice pure il mio comandante!”
“E l’Ausonia, quando arriva?”
“Domani, credo…che ho il reimbarco.”
“…va bene! Beh, vi saluto! Giovanotto, se vuole sparare qualche colpo quando Agnjeska è impegnata altrove…mi venga a trovare, sono la signora dell’interno undici bi…se rispondo io al citofono, vuol dire che mio marito non è in casa! Certo il mio culo non è quello di Agnjeska, però…”
“Giovanna! C’è mia figlia!”
“Heeeeehhhhh! Non è mica una bambina! Gli fai vedere il tuo amante nudo! …dì quanti anni hai Karolina?!”
“Quindici signora!”
“Mhmmmm…io l’avevo già data a tredici! Al fratello maggiore dell’amico di scuola di mio fratello…trenta-trentuno anni! Era appena uscito dal carcere, che la voglia di scopare – credetemi! - non gli mancava! Mi ha fatto una revisione, che non vi dico! Me lo ricordo bene quel giorno! …la televisione aveva detto che avevano appena sparato a Kennedy…ah, Agnjeska!”
“Sì…”
“In cambio di questa voglio un fine settimana al mare, lì da voi…va bene?!”
“Promesso!”
“Ok, arrivederci …onorata! …Karolina! ...”
“Buona sera signora!”

“Sapessi Jason! Giovanna fu la mia salvezza, con quella storiella dei tredici anni…”
“Perché?”
“Dopo che se n’era andata, che avevamo altre due ore prima che tornasse il marito, mamma mi disse…”

“…ci ho appena pensato Karolina, o mi ci ha fatto pensare quell’impicciona!”
“…cosa?”
“Sapete che vi dico?”
“…”
“…”
“…che mi faccio una passeggiata io, stavolta! Se vuoi perderla con Donato, vi lascio soli …in fondo, ormai hai quindici anni! E lui ha un signor cazzo! Non me la sento d’impedirti una vera chiavata! …mi raccomando Donato, non darle dolore! Fa piano… e tu Karolina! Vedi di non finire incinta!”
“Non ti dispiace, mamma?”
“…boh, fa quello che vuoi! Forse tra un’ora ho già cambiato idea…beh io vado, tanto Donato ormai avrà ricaricato!”

“…era un bel via libera Jason! Mi sono tolta tutto in un minuto, e completamente nuda mi sono stesa sul pavimento e ho chiamato Donato sopra il mio corpo; non m’ero accorta neppure che mamma aveva sollevato la serranda per la passeggiata.”
“Si fece una passeggiata?”
“No, andò a casa di Giovanna per chiederle di usare il suo bagno, mi ha detto poi…”
“…e tu hai fatto lacerare l’imene a Donato?!”
“Guarda, ci mancò poco, due anni prima che me lo lacerassi da sola con una banana…a causa tua!”
“Mia?”
“Tua, tua…i tuoi porno, quelli sotto il fondo della scarpiera, me li sono letti tutti, sai! …secondo te ti davo il culo, se non l’avessi visto su quei porni?! E poi Krizstof che l’aveva messo al culo di mamma, e che le era pure piaciuto, poi papà che l’aveva sfondato a quella zoccoletta di Patrizia …sai l’idea di essere da galera con l’incesto m’ha sempre intrigata!”
“Vabbè ma allora la verginità perché non l’hai persa con me?”
“Jason! Almeno quella! Mi feci sverginare da Donato …aveva un signor cazzo, che Krizstof al confronto…ho goduto parecchio…”

“…Donato ahnnn…ahnnn…prima di entrare…ahnn …leccami il collo, le sise e …ahnnn…la fica …ti prego leccamela in alto …leccala leggero! …ahnnn…hmmmm…hohhhhh …lo…lo…sentooooohhh!”
“Sei proprio una gran fica, Karolina! Sluuuuurp!”
“…hnnn…ce…ce l’hai grosso Donato! Ti prego, non mettermelo al culo…mi faresti male!”
“…dai, solo all’inizio, ma poi ti ritrovi sulla Luna!”
“No, Donato, dai! Ce l’hai grosso…se urlo chiamano la polizia qui…tieni, dai!”

“…sai Jason, Donato era riuscito a sorprendermi: mi stava leccando così tanto che mi aveva bagnato le tette, poi all’improvviso mentre sembrava che volesse aggiustarsi meglio per suggermi il capezzolo sinistro, credevo che volesse grattarsi un po’ di prurito …e invece si stava aggiustando il cazzo, non appena sentii lo struscio sulla passera…”

“…AHN! …ahiiiii…huhmmmmhhh…e dimm…melo, no?!...hohhh…ahnnnn…ahnnnn…AHNNNNNN!”

“…il dolore l’avevo sentito Jason! Non appena se lo sentì duro me l’affondò dentro tutto in una volta! Altro che piano, come aveva detto mamma! Ho sentito il taglio nel momento in cui non ero preparata …credevo che mi avrebbe avvertito…comunque subito cominciai a sentire il piacere di quell’enorme cazzo nella mia passera stretta!”
“…beh se ti fossi fatta sverginare da me avrei fatto piano!”
“No, Jason, il tuo cazzo non era grosso all’epoca, però …”
“…?”
“Beh, insomma, ho pensato: male non me ne può fare nel bucio …e con te ho voluto provare il coito anale; una mia amica del catechismo mi aveva fatto un discorso ambiguo; ci ha girato intorno più volte senza mai parlare di stupro, e da quello che avevo capito l’ha dovuto dare al padre affinché non picchiasse la mamma che voleva difenderla, arrabbiatissimo per un furto di centomila lire dalla giacca del padre, la sera prima…”
“Se è quella che aveva i genitori separati, e la madre che tamponava le macchine quando parcheggiava, il culo non l’ha dato al padre, ma al patrigno! Il padre è morto un anno e mezzo dopo la separazione! E gli ha fatto male il patrigno?”
“A me aveva detto che era suo padre!”
“E che ne so? L’avrà adottata …e insomma, che gli ha detto? Dammi il culo?”
“No, lei gli ha fatto cenno di seguirla in camera sua, ma prima ha scambiato due parole con sua mamma, che se n’è rimasta in camera da letto contrariata per la lite; sembra le abbia chiesto 30 minuti di privacy assoluta; quando lui l’ha seguita sempre contrariato in camera sua, lei s’è tolte le mutandine, s’è inginocchiata sul letto, e ha aspettato che lui le sollevasse la gonna, quindi lei credo gli abbia detto più o meno: - fatti il didietro! E non ne parliamo più! E poi cerca di non far urlare mamma, che i vicini s’impicciano! - Lui le disse che voleva solo le centomila indietro, non altro! E quando lei gli ha detto: - mi dispiace non li ho più! Li ho dati ad un’amica in difficoltà! – Lui commentò: droga? – No, 50 io e 50 a lei per pagare la quota della gita scolastica, mi dispiace non ho saputo inventarmi altro! Ora se vuoi servirti, ho qualcosa per te, dietro! – la mia amica si rimboccò la gonna scoprendo il suo culetto, che lui baciò a lingua compreso il buchino per un minuto, quindi neanche il tempo di sentire la gonna che le veniva rivoltata, ha esclamato: - HAHN! - insomma ha sentito il cazzo!”
“E tu credi a questo racconto? …cazzo! Arrapa però!”
“Sì, ci credo!”
“Se era arrabbiato le avrà fatto male …”
“Forse, certo …comunque all’inizio sì …poi quando coi respiri stava cominciando a sopportare mi ha detto, ha sborrato, che credeva durava di più …alla fine le liberò il buchetto solo quando non sparava più. Ma una cosa una cosa me l’aveva detta: ad un certo momento cominciava a piacerle, non voleva che smettesse… poi però è andata a lavarsi, e delle centomila sparite non se n’è parlato più!”
“Più?!”
“Mai più! Quando le ho chiesto tempo dopo se il padre, mò dici tu il patrigno, l’ha inculata altre volte, m’ha detto che non sapeva di che stavo parlando...”
“…e io le dissi di come aveva smorzato la rabbia del patrigno per il furterello delle centomila che mi aveva raccontato lei stessa, che non aveva voglia di confessarlo al prete, ma lei rispose con una faccia da poker che non se ne ricordava…”
“E tu?”
“E …e io … io non ho insistito!”
“Chissà che doveva farci con le centomila …”
“Allora non ascolti! Era la quota per una gita scolastica, 50 e 50: per lei e per la sua compagna di banco che era povera, ed era l’ultimo giorno per pagarla! L’autorizzazione era stata già firmata!”
“Insomma ci ha rimesso il culo per altruismo verso l’amica sfortunata…”
“La sai una cosa?! L’anno dopo scoprì che l’amica povera le marchette le aveva sempre fatte, quindi lei di rubacchiare le centomila al patrigno poteva anche risparmiarselo; c’era mancato poco che il patrigno abbandonasse sua madre! …mamma sua gliel’aveva rinfacciata per mesi quella inculatina col patrigno …ora – sembra – fanno tutti finta che sia stato un sogno, e basta! Ma secondo me quando vuole qualcosa sa come sedurlo per procurarsela!”
“Ma stè cose ve le raccontate tra di voi?”
“Certo! Mica possiamo andare avanti solo a preghiere…! E poi più ci parlano di preghiere, più noi, una volta fuori, parliamo di cazzo! E soprattutto di come cacciarselo dentro! Alcune di loro non vogliono cedere al fratello, altre non lo dicono, ma glielo leggevo in faccia: davano il fracosce…e io non ero minimamente a disagio.”
“E a te cosa chiedevano? Insomma tu che dicevi a loro?”
“Che leggevo i tuoi porno, di come li avevo trovati …e di come m’ero accorta che mamma ricambiava le corna a papà coi parenti che venivano in Italia, con alcuni come Krizstof almeno!”
“… e le amiche tue che dicevano?”
“Che i porno ce li avevano pure i loro fratelli e qualche papà che non si curava di nasconderli bene!”
“Quando fanno così è perché vorrebbero che le figlie gli venga voglia dopo averli guardati per sbaglio tra virgolette, intendi?!”
“Huhmm …io …va bene Jason! Ti concedo la buona fede: tu li nascondevi sempre nello stesso posto! Ma li nascondevi …invece da quello che ho capito alcune in famiglia per proteggere la fica, danno il culo ai fratelli …e io invece ho pensato: perché non provarlo anche io al culo? Con il tuo non avrei sofferto certo!”
“AH! Pure!”
“Jason, non so che dice tua moglie, però se ti metti da parte i soldi e vai da un chirurgo del pisello: te lo fai ingrandire, no?!”
“Donato ce l’aveva grosso, eh?!”
Gli dissi a gesti quanto fosse più grosso del suo…
“Così Jason: quello di Donato in fica è stato il paradiso! M’ha scopata bene, in tre posizioni diverse riuscendo a durare, ma alla fine non ce l’ho fatta a farlo venire dentro! …me lo sono fatto spiaccicare sulla pancia spalmandocelo tutto, e assaggiandone un po’…”
“Quindi non avevi perso la verginità al mare?”
“No! L’avevo persa con Donato! Che poi è stato trasferito…”
“Ha lasciato la nave?”
“No, pensa, me lo confessò dopo l’orgasmo, mentre stavamo abbracciati…l”

“Ka…Katerina! …”
“Karolina …”
“…ahnn…mhmmm…senti, devo dirti una cosa…”
“…che sei sposato?”
“No, prima, la fregata, l’amica di tua madre e le Maestrale, ti ricordi?”
“Certo, e allora?!”
“Esistono le Maestrale, sono otto! Viceversa non esiste nessuna fregata Ausonia, e io non sono l’addetto al cannone da 76…”
“…che fai allora?”
“Sto in capitaneria di porto. Scartoffie, ufficio, e tanti sissignore…”
“Insomma, non vai per mare…”
“Non sulle unità di prima linea…ogni tanto su una motovedetta; mi vanto solo per far colpo con le ragazze! L’unico cannone che conosco bene è il mio e basta!”
“…sai che ti dico?!”
“Io mica cerco un militare per forza! Mi sta bene anche così! Il tuo cazzo …mi piace!”

“…insomma la fregata lanciamissili Ausonia non era mai esistita, e lui non è mai stato imbarcato! Lavorava come sottufficiale nella capitaneria di porto…un incarico a terra fra le scartoffie…i missili e il cannone se li tirava per farsi ammirare dalle donne…”
“Furbo, eh? Il cazzo lo sapeva usare …io volevo rivederlo! Ma aveva anche una fidanzata che aveva l’aveva fatto pedinare, e doveva aver scoperto che era stato anche con altre oltre che con me …e se qualcuno gli ha chiesto quanti avevo, e lui – pirla – ha detto quindici, direi che prima che ne combinasse ancora qualcuna devono averlo trasferito!”
“Insomma quella volta ti sei messa dentro il tuo primo pisello? ...”
“No, Jason! Il mio primo cazzo, il cazzo dell’uomo, l’uomo di mamma, che poi me l’ha lasciato!”
“Tu sei stata la prima fica che ho leccato, quella volta che m’hai fatto entrare nel culo!”
“Ma è vero che mamma ti aveva respinto quando avevi cercato di leccargliela? ...ti aveva respinto, eh?! Chissà che sapori credevi d’assaggiare…e invece sei rimasto a lingua in bocca!”
“C’è una cosa che forse non sai Karò …”
“… cosa?”
“Ti ricordi quando mi avevi detto che aveva dato il culo a Krizstof, che io stavo con zia Hanna che mi voleva insegnare gli scacchi?”
“Due mesi prima, mamma s’era talmente arrabbiata per le corna di papà che ha sbattuto al muro la radiolina a transistor …solo che quando la tirò prese in pieno il mio modellino di Avro Lancaster…l’unico ch’ero riuscito a verniciare e a mettergli le decals…”
“Quello con la pancia nera con due code, no? Beh l’avevi messo sulla libreria a muro…è cascato!”
“Sì…e lo ruppe in maniera irrimediabile…ma non era cascato! Tu non c’eri: l’aveva centrato!”

-“SPACKTT! Crack…crack!”
“…mamma che hai fatto, cazzo!!!”
“…e che…che ho fatto?! …ho rotto la radiolina di quello stronzo di mio marito! …tuo padre!”
“Guarda! Il mio Lancaster!”
“…a quello?!...mi dispiace Jason! Ehhhhhhhh …e vabbé ne compreremo un altro…magari più grosso!”
“Màaaa era da montare quello!”
“Oh, senti …quanto costa …dimmi quanto costa?!”
“Che ne so?! Cinquantamila lire!”
“Così tanto?!”
“Ma stà più attenta, no?! Che c’entra il modello con le corna di papà?!”
“Hai ragione Jason, niente…niente…perdonami!”

“…sai, Karò …mi giocai l’unico asso che potevo calare, e le dissi…”

“…màa, ti perdono! ...ma voglio un risarcimento!”
“Vanno bene settantamila? …solo che ora proprio non le ho! …mi devi fare credito tre settimane…dobbiamo pagare anche le bollette …e c’è pure un vestito per tua sorella in programma!”
“Il risarcimento lo voglio ora! In natura!”
“Na…nat…natura? ...”
“Sì, carne…”
“Vuoi una bistecca? Te la faccio immediatam…perché chiudi la porta?”

“…chiusi la porta Karò, e mi calai pantaloni e mutande, poi andai goffamente davanti a lei, dato che avevo ancora le scarpe ai piedi, e i pantaloni alle caviglie, e le misi la mano sinistra sotto la gonna…per toccarla bene, mentre con la destra le aprivo e le tiravo su la maglia per scoprirle le minne, che subito baciai e succhiai come un matto …una alla volta, mentre con la mano mia, quella abile, cercavo di entrarle dentro le mutande…cazzo quant’erano robuste! Lei non mi respinse, ma io non riuscivo a toglierle le mutande…intanto sul momento le diedi una buona succhiata di un minuto, o due…non mi ricordo…aveva anche latte, sai…”
“…e ti pareva! …ohhhhh…va bene Jason! Baciale e succhiale…magari il latte ti piace…ohnnn…ohhhhh…piano, non lo mordere il capezzolo, piano! ...ohhhh…ahmnn…AHNNNN …ti capisco Jason, ma fa piano!”
“…tu hai fatto piano?!...shfluuuuuupf…sluuuuuuuurp…ahhhhhhh…eccolo…”
“…ahnnn…ma neanche da neonato avevi tutta stà fame…fermati! AHNNNN…”
“…le mutande, màaaa…togliti le mutande! ...uhmmmm…sluuuurp!”
“…no…no…aspetta…fermo, fammi chinare! Te lo prendo in bocca un po’ …fermo con quella mano! Tanto l’elastico…ahnnnn…ahnnnnn…è…è...ahnnn…robu…st…”

“…si abbassò per farmi una spagnola, poi me lo prese in bocca e cominciò a drizzarsi sul serio Karò…”

“…bravo! Dammelo Jason…qui…nella mia bocca…vedrai…glohmmmmm…sluhmmm!”
“Ohhhhhh…brava mamma! Brava! Avanti e indietro adesso…va avanti e indietro…”
“…sluuhmmm…uhlmmmm…lo so…Jason! Lo so…sluuuup…slaaaapf! Ohhhh ora diventa duro…mhlmmmm, magari mi vieni in bocca figlio mio!”

“…sai Karò…eravamo vicino il tavolo da studio della stanza e mi venne in mente che dentro il cassetto avevo delle forbicette…lei non mi vedeva…e così aprii piano piano il cassetto e le afferrai mentre la sua lingua e la mia cappella mi stavano mandando in paradiso…”
“Non mi dire che…”
“Le ho alzato la gonna, e lei ha creduto che volessi guardarle le cosce, e ha continuato col bocchino …io invece le ho tagliato l’elastico e le mutande le sono cadute, anche perché il taglio l’avevo fatto in tutta la zona posteriore …le caddero sulle caviglie …e lei smise di farmi il bocchino…”

“…faresti questo a tua madre?! Posa quelle forbici, cretino! Un bocchino non ti bastava?!”

“…le forbici me le tolse, e pensai… mò mi mena!”
“…e che ha fatto, poi?”
“Dopo una guardata al mio cazzetto mi disse…”

“…va bene! Piazzati dietro…ficca e vieni…che tanto ci siamo quasi…”

“…non me lo feci dire due volte; s’inginocchiò sul letto alzandosi lei stessa la gonna e avevo un bel panorama! Mi chinai per leccargliela da dietro, ma lei disse spazientita …”

“…non perdere tempo Jason! Ficca e vieni… poi non se ne parla più!”
“Nella fica, màa?”
“Nel culo! Non voglio una gravidanza da te! Sbrigati, prendi le chiappe, allargale, e ficca!”

“…non seppi resistere Karò: le leccai anche l’ano una ventina di secondi, poi glielo misi finalmente al culo… ci entrò tutto subito, dato che non era grosso nemmeno da dritto…”
“…questo lo so Jason, e infatti anche io ti ho dato il culo, ma se l’avessi saputo…”

“AHNN…ecco, sono dentro …lo senti màa?!”
“Lo sento…ahnnnn…muoviti, veloce, dai…prima finisce, meglio è…porco! Tagliare le mutande a tua madre!”

“…e com’era il culo di mamma Jason?”
“Non male, non male…me lo stringeva bene, ma era abituata ad altre dimensioni, secondo me…”
“…e poi?”
“…e poi le sono venuto dentro in un minuto di avanti e indietro…”

“…ahnnn…ahnnnn…che bel culo che hai! ...ahnnn…ahnnn…ahnnnn!”
“AHNNN…scopa…ahnnn…scopa…ahnnnn…che madre criminale che hai…ahnnn …ahnnnn…”
“HANNN…AHHHNNNNN…AHNNNNN…sìiiiiiiii! ...Vengooooooooohhhh …”
“…finalmente! …ahnnn…ohhhh…però! Quanta sborra che avevi figlio mio! ...”

“…e le hai goduto dentro?”
“E certo, nel culo! Mica nella fica! Quando ho staccato il cazzetto togliendolo, lei s’era alzata dal letto e io le ero andato davanti a lei per leccarle almeno un po’ la fica …purtroppo chiuse le gambe, ma mi lasciò leccare due minuti. Suonò anche il telefono, ma lo lasciammo suonare …poi però anche il citofono …allora ci staccammo perché andò a rispondere…purtroppo non mi aveva bagnato sulla lingua come speravo io…! Dopo aver risposto al citofono si ricompose e diede anche a me il tempo di lavare il cazzo …quando tornai in soggiorno…vidi che era arrivata nonna, e che voleva che l’accompagnassimo in chiesa …mamma, da stimata nuora lo fece, mentre io non andai dato che sono sempre stato un fiero ateo …la sera stessa mentre faceva finta di non essere irritata per i ritardi notturni di papà, mi chiamò e mi disse…”

“…Jason! Quello che abbiamo fatto…abbiamo fatto! Io, una volta in chiesa, mi sono confessata col prete …sono credente! Mi ha assolto dai miei peccati…non ti farò mai più fare sesso! …né ti permetterò di tentarlo con Karolina! Capito?!”
“Sì…ma se pecchi di nuovo, poi ti puoi riconfessare…”
“Jason! NO!”

“…insomma non abbiamo scopato più.”
“Secondo me se l’aspettava che prima o poi gliel’avresti ficcato dentro …Jason!”
“Ahunnnnnghhhh …che c’è?”
“Se ti senti pronto perché non ricominciamo? Mi sento un bozzetto …ti si sta ridrizzando mi sa …”
“…beh …ohhh…ti sa bene! …sì, uhmm, sei proprio calda e bagnata…”
“Non perdere tempo a leccarla! Ficcalo ora, dai!”
Mio fratello si aggiustò meglio il cazzo, e trovata l’apertura della ma fica, in un paio di spinte mi penetrò facilmente…
“…ahnnnnnn! …bene, lo sento Jason, muoviti!”
Mio fratello riprese a scoparmi, su e giù, nella posizione del missionario. Io respirando e leccandolo sul volto gli sostenevo l’erezione. La cosa più intrigante era baciarlo in bocca, e lingua-lingua …l’incesto è stato sempre una nostra segreta passione …l’incesto è bello perché sa di proibito. Ma l’unica proibizione valida è solo il concepimento, cui non eravamo interessati tra di noi…era solo una questione di sensi di cui si è sempre stati i proprietari dentro di noi, solo che per attivarli ci voleva un contatto carnale, come quello dei nostri sessi… e quando il cazzo caldo e duro è quello del fratello è come se fosse ancora più buono. Ogni tanto si fermava per saggiarmi i capezzoli – eh sì! Ci vogliono anche quelli! – poi lingua sul collo, lingua-lingua con salivazione a fiumi ed ecco che il fratello mi viene dentro sparandomi un proiettile caldo di crema bianca…io non ero ancora venuta, mentre lui con un po’ di baci in bocca non è riuscito a durare: mi ha travasato sé stesso nella fica…mentre veniva rimpiangevo di non averlo fatto a dodici-tredici anni con lui, come ogni tanto capita…eravamo sudati entrambi, ma non del tutto scarichi…mentre restavamo congiunti con il suo cazzo che rimpiccioliva dentro la mia calda fica, gli proposi baciandolo…
“…Jason, sei venuto subito…pciù, pciù …puoi arretrare un po’?”
“Mi dispiace, eri così calda…che belle poppe!”
“Mettiti di fianco, e succhiami i capezzoli mentre mi stringi le minne! …voglio masturbarmela! Non riesco a toccarmela finché ci sei sopra, dai…pciù, pciù…su…”
Come Jason mi liberò dal suo corpo cominciai a sentire freddo dato che ero completamente nuda, oltre che sudata…mi strinse i seni come gli avevo chiesto, quindi afferrò i capezzoli con le labbra per succhiare…io mi titillavo il clitoride con la destra e me la massaggiavo con la sinistra, poi cambiavo mano per ripetere il giochetto …e intanto letteralmente desideravo i morsi delle sue labbra sui miei capezzoli da latte…
“AHNNN…ahannnnn…uhhhhh…huh! …AHHHNNNNNNNNNN…AHNNNNNNN…AHNNNNNNN …huhhhhhh…Sì…sì…succhiaaaaaaahhhhhhhhhh! …AHNANNN…AHNNNNN…AHNNNN…AHANNNNN…ahnn…ahnnn…ahnnnn!”
Potei venire anch’io, e piuttosto rumorosamente! Mandai un paio di schizzi e Jason si precipitò per assaggiarmeli, poi mi leccò la fica con delicatezza, e alla fine sovrappose tutta la sua bocca al mio bagnato sesso usando la lingua come fosse il cazzo…sentii il bisogno di avvisarlo…
“Jason, ti stai bevendo piscio! Io sono venuta ormai …basta così!”
“Slup…sluuuurp…SLAAAAAP…SLAAAAAAPF…fciùuuuuhhh!”
“AHNNN …che fai? Non si succhia la fica!”
Trattenne tra le sue labbra i lembi della mia fica e per un po’ di minuti lo lasciai fare, poi riposammo una mezzoretta con la sua testa sul mio ventre. In bagno a lavarci ci andammo assieme e ci siamo lavati toccandoci…un’ora dopo mi misi a quattro zampe sul letto, e mi feci inculare senza alcun dolore dato che Jason era normodotato e il mio uomo invece, avendocelo più grosso, mi faceva urlare dal dolore…quando ripensavo a quella mia compagna la voglia di giudicare mi prendeva: era stata una fior d’ingenua! La sua amica “povera” già si prostituiva quando c’era da pagare la bolletta Enel o il Gas…io invece ricordo solo che dopo la sborratina di mio fratello mi lasciai cadere stanca sul letto; l’unica cosa che ricordo con certezza fu un bacio all’ano da parte di mio fratello, poi deve avermi messo un lenzuolo sopra, e mi sono addormentata sognando quella mia compagna di classe che aveva estinto con il proprio culo, o meglio culetto, un furtarello domestico di centomila lire al patrigno… nel sogno la vedevo a casa nostra con gli occhi fissi davanti a me che m’ignorava come una statua, ma quando non la guardavo negli occhi scopriva il culetto all’uomo alzandosi la gonna rimboccandosela; nel mio spazio onirico l’uomo era alto, adulto e senza volto, e a sua volta le prendeva i fianchi per far scomparire il suo cazzone, che io vedevo a metà grosso, ma senza cappella, tra i meloncini della ragazza … e quando morbosamente desideravo vedere il volto di lei durante la violazione anale, lei me lo negava; era la parte più intensa del mio sogno: il rifiuto del suo sguardo…mi sentivo esclusa e immaginavo che volevo farle vedere come si doveva fare; mi veniva voglia di darlo, e di farmi sfondare al suo posto…solo che io in quella stessa situazione progettavo di allargare le gambe con le ginocchia al petto, per offrire la fica all’uomo senza volto…come mi accomodai accanto alla mia amica pensai che forse era meglio che l’uomo, se leccava prima la fica a me, avrebbe trattato meglio lei, che doveva prendere nel culetto un enorme cazzo adulto, quello del patrigno. Desideravo fortemente che quella mia compagna, che nella vita reale giorni dopo negò tutto dopo avermelo raccontato nei particolari in un momento di debolezza, indicasse all’uomo il mio bacino senza mutandine per leccarmi la fica, ma non vi saprei dire se me la leccò, perché quando volevo sentire la lingua, lei e il suo patrigno erano scomparsi …disorientamento, disappunto, e …risveglio!
Era tardi, avevo dormito due orette buone, e anche Jason se n’era andato perché gli aveva telefonato la moglie. Mi lasciò un biglietto con il riassunto della telefonata. Dato che il mio uomo mi credeva in Basilicata me la presi calma, e tornai a Taranto in nottata. Prima parcheggiai la macchina vicino casa, poi mi recai a piedi alla stazione ferroviaria telefonando a mio marito Ferrante affinché mi venisse a prendere. Avevo fermato una passeggera, e le avevo chiesto se per cortesia mi cedeva il suo biglietto vidimato, contavo di strapparlo davanti a mio marito, per poi buttarlo via come fosse stato un ingombro per la mia borsetta. Qualche minuto dopo prima di salire in macchina con lui, ignaro, mi disse:
“…scusa ma se lo conservavi, la tua avvocata per legge è tenuta a rimborsartelo, no?!”
“…beh…è stata lei a pagarmelo! ...comunque non ci avevo proprio pensato!”























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