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Lui & Lei

Il venditore porta a porta


di fedemio
05.07.2023    |    580    |    0 8.0
""Si ma basterebbe venderla e comprarne un'altra quando servirà ancora, invece bisogna pagare bollo, assicurazione e revisione continuamente"..."
Buongiorno, sono un commerciante e non uno scrittore, vi chiedo la cortesia di segnalarmi eventuali errori grammaticali.
Il mio lavoro è vendere porta a porta le note aspirapolveri Polletto.
Dal punto di vista economico non sono abbastanza soddisfatto perché, il marchio è conosciuto, ma il covid, il prezzo della corrente elettrica, l'aumento delle materie prime, hanno rallentato parecchio le vendite.
I nostri elettrodomestici sono probabilmente i migliori che si trovano sul mercato, ma per poter guadagnare qualcosa dobbiamo fare dei forti rincari. È per questo che sono anche i più costosi.
L'ufficio vendite ci garantisce l'esclusività di zona con la massima libertà di organizzazione. L'azienda, tramite le ragazze del call center, ci fornisce dei contatti diretti, ma il lavoro grosso del porta a porta è tutto nostro.
Il sistema è basato su calcoli matematici certi. La formazione che ci fanno durante il corso propedeutico si divide in tre parti. La prima e l'ultima è concentrata su noi stessi, sulla motivazione che dobbiamo darci, sull'autostima, sul non arrendersi se i potenziali clienti non ci rispondono nemmeno al citofono o ci chiudono le porte in faccia. Ci insegnano a sorridere per i tanti no ricevuti, a non farci prendere dallo sconforto, mentre la parte centrale del corso è sulla psicologia del marketing e analisi dati statistici.
Perché il nostro lavoro è stato analizzato e studiato dal tempo in cui si vendevano le enciclopedie porta a porta.
Su 100 campanelli suonati, solo una frazione di questi ci apre per scoprire i prodotti Polletto o per offrirci un bicchiere d'acqua e di loro solo pochi acquistano. Meno di così non può andare, se fai zero vendite non è il tuo lavoro, se realizzi di più rientri nelle varie categorie di buoni venditori ai quali vengono diminuiti i costi di acquisto delle Polletto, perché noi non guadagnamo a percentuale, ma rientriamo nella categoria commerciale di rivenditori.
Le macchine le abbiamo in conto vendita ed a fine mese, in base al venduto, sappiamo di quanto è sceso il nostro costo di acquisto.
Quello che mi spinge a continuare a fare questo lavoro è, proprio per come sono io, il fatto di vedere molte persone mi entusiasma. A volte incontro qualche uomo che lavora a turno o pensionati, ma di solito sono sempre donne, sono pensionate, ma anche mogli casalinghe, studentesse ed ogni tanto capita ancora che qualche bambino sprovveduto ti apra la porta per dirti che i genitori non sono in casa. Questi mi fanno paura ed infatti gli dico sempre di chiudere subito e non aprire mai agli sconosciuti.
Alcune volte mi liquidano dai citofoni ed altre trovo qualcuno che apre il cancello e posso così fare il vero porta a porta su e giù per le scale dei condomìni.
Adoro quando aprono la porta e con loro esce l'odore, il profumo o la puzza di casa che ogni appartamento ha diverso dall'altro. Mi piace pure vedere come aprono la porta. C'è chi si sente particolarmente rilassata a casa sua e si presenta in tuta accappatoio e ciabatte, c'è chi si presenta vestita di tutto punto e truccata nonostante sia in casa da sola, c'è chi apre tutta sudata con i guanti gialli addosso e dietro di sé urla un'aspirapolvere o dei figli.
Io mi presento sempre con vestito e camicia, economico ma sempre comodo ed elegante e scarpe lucide in morbida pelle, ventiquattrore nella mano sinistra e bigliettino da visita nella destra. Che mi facciano entrare o che mi salutino sulla porta, io quello glielo metto in mano.
Tra le tante statistiche che ci propinano al corso iniziale e quelli di aggiornamento manca quella che secondo me è la più importante, cioè quante sono le persone che, percentualmente, hanno bisogno di compagnia e di parlare con qualcuno.
Se non lo sapete ve lo dico io: sono tante.
Il terrore di ogni venditore, quando suona ad un campanello, è quello di vedersi aprire la porta da un uomo sposato con la moglie in casa. Stai sicuro che ti fa perdere del tempo perché in quel momento sei la sua valvola di sfogo, i suoi 5 minuti di libertà. E comunque sappi che lui non ha alcun potere decisionale in merito all'acquisto di elettrodomestici per la casa. Praticamente avrai solo una perdita di tempo.
Se invece è femmina dò il meglio di me. Questa è la vera motivazione che mi spinge a continuare con questo lavoro perché tra queste trovi anche quella che come me ha voglia di divertirsi.
Mi considero un bel ragazzo, alto, magro, capelli castani corti un viso pulito senza né barba né baffi, un sorriso ammiccante ed una bella parlantina.
Dico la verità non mi è mai capitata quella che entri e ti salta addosso o che dici due parole e finisci a letto. Io stesso non sono così.
Mi piace essere accolto in casa, presentare i miei prodotti e scambiare due parole, ascoltarla, e poi, se vedo che mi offre un caffè, un bicchiere d'acqua o un aperitivo a seconda dell'ora, valuto se sono solo gesti di cortesia, se è interessata alla Polletto o a me. Dipende anche da quanto tempo mi ha tenuto in casa.
Quello che mi attizza, indipendentemente dal risultato, è vedere se c'è un feeling al primo incontro, se non c'è quello o piazzo la scopa elettrica o scappo a gambe levate, altrimenti o con la scusa di tornare col prodotto da visionare o col depliant completo, torno un'altra volta. Prima di uscire saluto e se ancora non è stato fatto le chiedo se possiamo darci del tu. Di solito è anche la prima cosa che faccio quando torno se è ancora sola senza marito o moroso in casa. È un buon sistema che ho adottato per recuperare il feeling che si era creato.
Mi sono fatto un bel curriculum di scopate che ricordo con piacere. Dalla studentessa universitaria single che non riusce a superare gli esami (perché le piace troppo il cazzo aggiungo), alla neo pensionata ex segretaria d'azienda che non la dà più al titolare ma è ancora bollente... Quelle che mi piacciono di più sono le mogli casalinghe che hanno i mariti stronzi che pensano a litigare invece di scopare.
Quelle non serve che ti scrivano sul muro che hanno voglia di prenderlo, glielo leggi negli occhi, come si muovono, come si vestono, come parlano.
L'ultima è della settimana scorsa e siccome ci dobbiamo rivedere per forza, sto pensando se aspettare ancora qualche giorno a chiamarla o se attendere che sia lei a chiamarmi.
Condominio di 3 piani, due appartamenti per piano.
Al piano terra mi liquida dallo spioncino senza aprire dicendomi, anzi, scusandosi, che non mi apre ma mi dice essere una persona anziana che non si fida. Io la ringrazio e la saluto. Dall'altro appartamento non mi rispondono anche se sento esserci qualcuno in casa che osserva da dietro lo spioncino.
Al primo piano trovo una dispensatrice di acidità che mi dice di non essere interessata. Lascio comunque il bigliettino da visita e saluto. La signora chiude la porta. Suono all'appartamento di fronte. Riesce lacida di prima e prima che mi giri per darle bado mi dice "li non c'è nessuno, sono tutti al lavoro" e chiude la porta. Passo quindi al secondo piano. Primo appartamento vuoto, al secondo apre una ragazza della mia età, forse qualche anno in più, di bell'aspetto. L'accompagna una ventata di aria fresca mista ad odore di disinfettante.
In un secondo la fotografo e la analizzo. Infradito, piedi nudi con smalto rosso, leggings tigrati che definiscono due belle gambe affusolate ed una taglia 44. Fianchi stretti. Indossa la maglia di una tuta rosa che arriva alla vita, con bandine gialle sulle braccia, cerniera centrale e cappuccio. Tette definite ma non esuberanti. La tuta non è abbinata, vuol dire che l'ha indossata ora per aprire la porta.
Capelli raccolti in una coda. Probabilmente era di pulizie. Noto la fede al dito.
"Buongiorno" mi dice con la solita curiosità mista a sorpresa di chi si trova persone nuove sull'uscio.
"Buongiorno signora, mi chiamo Gianni Bianchi e sono il rappresentante di zona della Polletto" recito mentre le allungo il biglietto da visita. Lei come di consueto ritira il biglietto e non può non stringermi la mano che rimane aperta e protesa verso di lei.
"Molto lieto" le dico stringendole la mano con la giusta intensità, guardandola negli occhi ed accompagnando il gesto con un sorriso elegante e sincero.
Lei risponde con un "piacere".
Continuo "ho lasciato qualche giorno fa un depliant nella cassetta delle lettere per avvisare che sarei passato"
"Sì l'ho visto ma porti pazienza ora non ho tempo"
"Se sta uscendo posso ritornare, altrimenti non gliene farò perdere, lei mi dedichi solo 5 minuti contati ed io le mostrerò il nostro catalogo. Poi me ne vado."
"Va bene entri pure"
Mi dà strada e chiude la porta dietro alle mie spalle.
L'ingresso si affaccia direttamente su un'unica stanza che fa da cucina e salotto. Nell'angolo appoggiato al muro c'è il secchio con il mocio e sul tavolino uno straccio con un prodotto per pulire i vetri. A lato del tavolino un divano con penisola ed una poltrona e di fronte una grande tv.
Mi precede e si dirige direttamente nella seconda parte della stanza dove c'è la cucina con al centro un tavolo con 6 sedie. La seguo senza staccarle gli occhi dal culo. Il più bel fondoschiena che abbia visto oggi.
Estrae la sedia a capotavola mi invita a sedermi "Prego si sieda"
"Grazie" mi accomodo ed appoggio la ventiquattrore sulle gambe, estraggo il catalogo medio, quello in formato A5 da una decina di pagine, lo appoggio sul tavolo e ripongo la valigetta in piedi per terra a bordo tavolo. Lei si siede sul lato lungo del tavolo nel primo posto libero a fianco del mio.
"Conosce già la Polletto"
"Una mia amica ha la scopa elettrica"
"A bene magari gliel'ho venduta io"
"No gliela avevano regalata al suo matrimonio"
"Gliene ha parlato bene?"
"Si mi ha detto che è leggerissima, aspira bene ed è facile da pulire"
Mi metto a ridere dicendo " bene signora grazie ed arrivederci. Ha fatto tutto lei"
Anche lei sorride.
"Probabilmente la sua amica avrà questo modello di scopa, è il prodotto più richiesto" ed inizio a accentuare le qualità che lei mi ha indicato, mostrandole anche tutti gli accessori che sono previsti. Mentre le parlo guardo un colpo lei ed un colpo il catalogo.
Lei mi segue con lo sguardo ed ascolta interessata. A tratti annuisce.
Lei sembra interessata ai prodotti, io sono interessato a lei.
Ad un certo punto mi interrompe, come a scuola il professore interrompe quando lo hai convinto e non vuole sentire altro: "arrivando al lato pratico, quanto costano i vostri prodotti? Ho sentito dire che sono cari"
"Dipende signora. La risposta giusta è proprio dipende"
"A guardi io sono interessata alla scopa elettrica, ma in casa lavora solo mio marito, i soldi sono quelli che sono, un figlio alle elementari e l'altro alle medie, le bollette che continuano a crescere, due macchine da mantenere e le due moto di mio marito, il mutuo... non ci rimane poi molto"
"Per quello signora non ci sono problemi, abbiamo in promozione proprio questo mese un finanziamento speciale dove sceglie lei l'importo finanziabile, con un minimo da 1 euro al giorno, 30 euro al mese, senza interessi e senza spese. Anche l'incasso rata è di solo un euro al mese. Il mio 'dipende' di prima è relativo a quanto lei è disposta a spendere per un buon prodotto. Se vuole acquistare un prodotto usa e getta o se con un euro al giorno per un anno vuole tenere in casa un ottimo prodotto che si stanca di utilizzarlo"
"Si in effetti anche la mia amica ce l'ha da diversi anni e non ha mai avuto problemi. Non so, sono in difficoltà non vorrei creare ulteriori motivi di lite con mio marito e poi non me la sento di comperare una cosa sulla carta"
"Ma no signora, si figuri, sicuramente devo tornare a fargliela vedere e provare. Non mi interessa solo vendere, io lavoro in questa zona e lei sa che la miglior pubblicità in questo settore è il passaparola"
"Certo certo"
"Quando ci rivedremo voglio che beviamo un aperitivo insieme, non voglio fuggire per averle venduto una fregatura"
"Ecco sì a proposito, lo prende un caffè?"
"No signora le ho detto che non le avrei portato via più di 5 minuti"
"Ma si figuri, se lo prende volentieri, io lo devo ancora prendere"
"Be' allora sì signora grazie"
"Bene dai, guardi che è della moka perché a me i caffè veloci delle macchinette non piacciono."
"Benissimo signora, sinceramente lo preferisco anch'io. Le cose veloci e troppo comode, per tanto buone che siano, non si gustano abbastanza, manca tutta la parte dell'attesa"
"È vero, anch'io la penso così "
Si alza in piedi e tenendo le mani appoggiate al tavolo mi guarda sorridendo e mi dice "però per cortesia diamoci del tu e non chiamarmi più signora"
Rido anch'io, soprattutto perché il feeling c'è e la ragazza è fisicata. Mi alzo, mi avvicino e le dico "allora ricominciamo perché non mi hai detto come ti chiami"
Le prendo la mano e questa volta la stringo con un po' più di decisione "ciao mi chiamo Gianni"
"Ciao io sono Giulia"
"Piacere di conoscerti"
"Il piacere è anche mio"
Ridiamo, torno a sedermi, mentre a lei basta girarsi di spalle per essere davanti ai fornelli e preparare la moka.
Mi sto godendo lo spettacolo di un bel culetto sodo rotondo perfetto.
Ora che siamo in confidenza cerco di allargarmi un po' e sondo il terreno.
"Mi dicevi che hai due moto, ma sei una motociclista?"
Lei gira la testa per rispondermi e quasi mi becca come un pollo a squadrarle il culo "macché, fosse per me una l'avrei già venduta. Da quando abbiamo avuto i figli non siamo più usciti in moto, mentre lo scooter lo usa tutti i giorni per andare al lavoro."
"È immagino che quando arrivano i figli cambino tante cose"
Si allunga per prendere le tazzine, non riesco a non immaginarla senza pantaloni.
"Si ma basterebbe venderla e comprarne un'altra quando servirà ancora, invece bisogna pagare bollo, assicurazione e revisione continuamente"
"Be' vabbè poveretto se ha quella passione li ..." non faccio in tempo a finire il discorso che mi blocca "non sognarti nemmeno di difenderlo. Ha la passione dello stadio ed anche della pesca, ma per la famiglia non ci sono mai soldi. Guarda che rischi di non bere il caffè "
"No no figurati, hai ragione tu. Sento anche dei miei amici che si sono sposati e poi hanno l'allergia a rimanere in casa"
" ecco vedi? Anche lui è così e quando c'è gli pesa il fatto che io sono sempre in casa, come se io mi divertissi, lavo, stiro , cucino, seguo i ragazzi e lui non apprezza niente. È solo capace di dirmi guarda la moglie di quello che va allo stadio con lui e magari a casa hanno la donna delle pulizie o quella di quell'altro che vanno sempre in moto ma non considera che non hanno figli"
"Si si, è vero, è vero. Se io dovessi sposarmi credo che la prima cosa che valuterei è la condivisione delle passioni"
Nel mentre diciamo queste cose il caffè sale.
"Lo vuoi macchiato il caffè?"
"No grazie, liscio va bene"
Mi offre il caffè e noto che è molto precisa ed attenta ai dettagli. "Ma lo sai che ci voleva proprio? Proprio un buon caffè "
"A me a metà mattina un buon caffè non me lo leva nessuno"
"Mi vengono sempre in mente quelle pubblicità che dicevano 'è buono qui, ed è buono qui" mentre con la tazza indico il cuore e la bocca e lei che mi dice, "ma va là quello era il the, il caffè faceva la pubblicità 'più lo butti giù e più ti tira su'" "haha credo proprio tu abbia ragione"
"Certo che ho ragione, ma ti pare?"
"Bene dai, ti ringrazio per il caffè che ho bevuto proprio volentieri e soprattutto della compagnia." Ed inizio ad alzarmi ed a raccogliere le mie cose inserendole nella valigetta. "Capita raramente di trovare persone che ti mettono a tuo agio al primo incontro"
"Grazie, ho visto subito che tu sei un tipo a posto"
"Grazie, guarda io con le aspirapolveri non insisto per venire a fartela vedere, se ti interessa mi dai un colpo di telefono che il numero ce l'hai"
"Ma io in realtà ero già intenzionata a prendere un'aspirapolvere perché da un anno sono senza e mio marito non ne vuol sentir parlare e tu mi hai quasi convinto. Torna così me la porti a far vedere e ci penso"
"Va bene, quando sei libera?"
"Aspetta che guardo i turni di mio marito della settimana prossima, così sono sicura che lui non ci sia"
Queste parole sono musica per le mie orecchie.
Si gira e cammina verso il calendario appeso al frigorifero. Quell'ondeggiamento di bacino mi inebria, ha un culo bello alto nonostante sia con le infradito. Me lo immagino sodo come il muro.
"Mercoledi fa il turno dalle 8 alle 16 ed i ragazzi hanno tutti e due il tempo pieno a scuola."
"Perfetto mercoledì mattina sono qui"
"Bene dai a mercoledì"
Nel mentre mi apre la porta esco "ciao Giulia grazie" ed imbocco le scale per uscire senza passare anche dall'ultimo piano. "Grazie a te ciao" e sento la porta chiudersi dietro di me.
Vorrei scendere le scale scivolando sul corrimano della ringhiera. Sono carico di adrenalina al punto giusto e non lo devo dare a vedere. Esco dal condominio e mi allontano.
In questi giorni il tempo sembra non passare, ma poi in un attimo è già mercoledì.
Prendo con me due aspirapolveri, quella base con qualche accessorio, il contratto e per scaramanzia porto pure un paio di preservativi in tasca.
Alle ore 10,30, preciso come lei, le suono il campanello
"Chi è?"
"Ciao Giulia sono Gianni della Polletto"
"Si ciao sali pure"
Arrivo al pianerottolo, la porta è socchiusa e lei che guarda chi sale. Appena mi vede mi accoglie con un sorriso "ciao Gianni, entra, entra pure"
Non faccio nemmeno in tempo a risponderle che l'ho già ispezionata: leggings neri, infradito e maglietta mezza manica. Che si vesta comoda e semplice finché vuole, io ci vedo sempre un bel culo. Entro e mi faccio precedere. Mi accompagna al tavolo della cucina.
"Come va Giulia, come stai? Spero che tu non abbia già pulito casa"
"Non preoccuparti che qui non si è mai finito di pulire"
"A me sembra già tutto in ordine"
"Si proprio!! Dillo a mio marito!!"
"Avete litigato ancora?"
"Figurati. Mi ha detto che oltre a farmi mantenere, non riesco neanche a tenere in ordine la casa"
"Ma roba da matti. Con due figli in casa non vedo una cosa fuori posto. Sembra impossibile."
"A guarda se vuoi rendermi piacevole la giornata non nominarlo nemmeno. Non lo sopporto più "
"Ok ok capitolo tristezza chiuso. Parliamo di noi..."
"Si meglio mettiti comodo. Se mi dai la giacca te la appoggio li"
"Grazie sei molto gentile. Aspetta che spengo il cellulare così non mi disturba nessuno"
"Ma no figurati lascialo acceso"
"E se mi chiama tuo marito?"
" ok spegnilo" e scoppiamo entrambi a ridere.
Scarto la scopa elettrica che è nuova ancora incellofanata.
"Vuoi che ti preparo un caffè?"
"No grazie, è tardi per il caffè "
"Si infatti l'ho già bevuto anch'io. Un aperitivo lo prendi?"
"Si grazie quello lo prendo volentieri"
"Uno spritz va bene?"
"Non pretendevo tanto, si va benissimo"
Ho quasi finito di scartare e montare l'aspirapolvere, ma mi fermo un attimo perché vederla camminare mi fa impazzire. Sculetta che è una meraviglia, poi con questa maglietta che esalta il girovita ed i fianchi mi fa impazzire.
"Io ho una ricetta tutta mia per fare lo spritz, inebria ma non ubriaca"
"Questa è bella, non l'avevo mai sentita. Ma lo sai che sei proprio simpatica?"
"Haha grazie anche tu, tieni, cin cin"
"Cin salute, alla nostra"
In effetti ha preparato un simil spritz perfetto.
Mi sembra di conoscerla da sempre.
"Ma lo sai che è proprio buono?"
"Grazie, prima lo facevo come da istruzioni su internet, un terzo un terzo un terzo, ma poi ho provato delle modifiche finché ho raggiunto questo"
"Interessante, buono, e che modifiche hai apportato?"
"Segreto della barwoman, non si può dire"
"Be' questa poi, anche la ricetta segreta!!! E poi ne hai altri segreti? Certo ma non si possono dire. E tu ne hai segreti?"
"No, pensa che il libro 'I segreti di Gianni' è il libro più corto che sia mai stato scritto"
"Ma va scemo, ed io che ti sto ad ascoltare...." e ridiamo. È proprio bello ridere con Giulia. Credo che abbia proprio bisogno di qualche distrazione dalla vita monotona che sta facendo e dal marito insulso che si ritrova.
Finito l'aperitivo appoggio il bicchiere sul tavolo e prendo in mano l'aspirapolvere. Devo togliermela dalle palle nel modo più veloce possibile per poi dedicarmi in toto a lei.
Intanto lei, prende la caraffa che non avevo visto preparare, piena di ghiaccio e versa un altro bicchiere ad entrambi.
"Ne beviamo un altro?"
"Con la ricetta segreta ne faccio una caraffa al colpo"
"Bene, non c'è niente di meglio che bere in compagnia si chi ti piace"
Devo spingere altrimenti non arrivo più.
"Si è vero, cin cin"
"Cin alla nostra "
Mentre con una mano tengo l'aspirapolvere in piedi appoggiata a terra, con l'altra bevo.
"Sembri il maggiordomo perfetto"
"Si signora, come preferisci signora" e ridiamo come degli scemi.
"Ambrogio pulisci la sala"
"si signora" svuoto il bicchiere e le dico "c'è una presa dove poter infilarlo?" Giocando apposta col maschile e con la mano sollevo la spina tedesca davanti al suo viso. Anche lei finisce il suo aperitivo, si avvicina all'angolo della cucina e mi lascia di stucco: con le gambe leggermente divaricate e le ginocchia tese inarca la schiena andando ad indicare una presa a terra e mi dice "qui ce n'è una, puoi infilarlo qui"
Io capisco "scopami come vuoi tu". Invece di guardare la presa della corrente le guardo il culo. Lei si gira e mi becca un'altra volta.
"Eh... " le dico "non l'avevo proprio vista"
Lei si mette a ridere. Io la seguo. Torna al tavolo e versa altri due bicchieri. Me lo porge e questa volta è lei a dire "cin cin a noi" ed io le rispondo "cin a noi e non diciamo niente a nessuno"
"Si esatto, ora vediamo: se questa scopa scopa la prendo. Alla faccia di quel rompi coglioni di mio marito"
"Il problema è che hai la casa troppo pulita"
Un altro ghigno di apprezzamento le percorre il viso "tieni, così com'è puoi passare il 90% della casa. Poi con gli accessori puoi fare i tappeti e gli anfratti."
Giulia prende in mano la scopa e fa qualche passaggio avanti indietro, poi la spegne e la blocca in piedi. "Ok la prendo, ma mio marito non deve sapere nulla"
"Non ti preoccupare, quello che succede tra di noi rimarrà un segreto, anzi se vuoi puoi pagare le rate con bollettino postale così non rimane traccia sul vostro conto corrente"
"Perfetto, affare fatto"

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"Ma dici che non vedrà una nuova scopa elettrica in casa?" Figurati non si accorge nemmeno se ho le gonne o i pantaloni"
"no non può essere, scusa se mi permetto ma tu non passi inosservata, anzi sei proprio una bella ragazza"
"Guarda non farmi parlare. Se... sapessi..." intanto prende e svuota la caraffa con gli ultimi due bicchieri di aperitivo.
"Se ti vuoi sfogare puoi dirmelo, primo non lo conosco e poi so mantenere i segreti"
"Ok ma non ridere. Sai che è ormai un anno che non lo facciamo?"
"No, non ci credo"
"Te lo giuro"
"Ma ha un'altra?"
"Lui dice di no, ma a casa viene solo a mangiare dormire lavarsi e cambiarsi. È molto assente anche con i ragazzi."
"Praticamente sei la donna di servizio"
"Esatto! Dai brindiamo"
"Ed io sono l'uomo delle scope. Pensa che coincidenza. Cin cin"
"Haha cin cin alla nostra. Ma tu la ragazza ce l'hai?"
"No, anzi sì, sei tu la mia ragazza"
"No no, mai più! Ho già dato io. Guarda come mi sono complicata la vita"
"Guarda il lato positivo, ci siamo conosciuti da poco ed abbiamo già dei segreti"
"Si questa cosa mi piace"
"A me piaci tu"
"Uuuu ma come corri!!!! Dove vuoi andare?"
Mi avvicino a lei, finisco l'aperitivo ed appoggio il bicchiere sul tavolo, poi le prendo la mano sinistra e le sussurro "non voglio andare da nessun'altra parte. Qui sto bene"
Anche lei beve tutto d'un fiato il suo aperitivo, lo appoggia sul tavolo e con il braccio destro mi abbraccia al collo. Le nostre teste avvicinano, gli occhi si chiudono, le nostre labbra si sfiorano e delicatamente di aprono. Le lingue si incontrano e si scontrano ripetutamente e le porto la mano sinistra sul fianco. Poi libero anche l'altra mano e le stringo la vita esile. Lei mi abbraccia al collo con entrambi le sue.
Bacia bene, ha la lingua calda morbida e umida ma non bagnata, poi c'è questo sapore di spritz che rende tutto più piacevole.
Ho il cazzo duro nei pantaloni, la avvicino a me tirandola per la vita e mi appoggio a lei che lo sente subito, mentre mi bacia fa un sorriso rido anch'io. Ci stacchiamo, mi da la mano e mi trascina sul grande divano. Ci sediamo e riprendiamo a baciarci. In modo quasi del tutto automatico ci sdraiamo di lato. Con la mano le sfioro il viso il collo la spalla e le accarezzo il seno. È una seconda abbondante. Poi scendo e passo sulla schiena per arrivare a strizzarle il sedere. Lei mi sorride ancora in bocca. Le giro attorno al fianco e le metto una mano sulla patata esterno ai leggings. Sono così aderenti che è come non li avesse. Trasudano calorie e voglia di sesso. La accarezzo un po' ed anche lei finalmente mi mette la mano sulla patta dei pantaloni strofinandomi l'asta del cazzo per la sua lunghezza. Le prendo i pantaloni per i fianchi e con le mani cerco di abbassarglieli. Lei mi agevola sollevando il bacino. Smettiamo di baciarci. Le sfilo i pantaloni dai piedi. Lei è più infuocata di me. Inizia a slacciarmi pantaloni e anche cintura poi me li abbassa fino al sede. Mi siedo sul divano a fianco a lei che è rimasta sdraiata in perizoma e maglietta, e mi tolgo scarpe calzini pantaloni, poi mi alzo in piedi e sfilo i boxer. Mi piace farlo così perché quando ce lho duro ho uno spettacolo di cazzo da vedere, infatti lei mi dice " ma il ragazzo che vende le scope si chiama scopatore?"
"Esatto " le dico e ci mettiamo a ridere. Mi risiedo e le sfilo la maglietta ed il reggiseno, mentre lei mi sbottona la camicia e me la sfila.
È rimasta solo lei in perizoma. Le do un bacio e le gocce anche quello. La sdraio e le accarezzo la pancia mentre le lecco le tette, poi scendo e la lecco tra le gambe. Ha una splendida patata come piace a me con le grandi labbra sporgenti e perfettamente rasata. Lei con una mano mi accarezza il cazzo e lo tira verso di sé. Anch'io cerco di agevolarla nei movimenti avvicinando il mio bacino alla sua testa ed infilando il mio cazzo nella sua bocca. Che splendida sensazione leccare mentre si viene leccati.
Mi alzo lei si accomoda sdraiata a gambe aperte, mi ci sdraio sopra nella buona vecchia posizione del missionario e la penetro nel modo più semplice e naturale possibile mentre ci baciamo ripetutamente. Con il braccio piegato ed il gomito appoggiato sul divano in fianco a lei, tengo il busto leggermente sospeso per non schiacciarla e con l'altra mano continuo a giocare con la sua tetta ed il suo capezzolo turgido. Siamo entrambi molto eccitati e si sente che Giulia non prende cazzi da un anno, è molto bagnata ed io entro ed esco strofinandomi sulle sue calde pareti vaginali godendo tantissimo.
"Usi qualche protezione? Posso venirti dentro?"
"No"
"Ok aspetta un attimo"
Esco da lei, che mostra un po' di pudore chiudendo le gambe ed appoggiando le ginocchia.
Dalla tasca prendo uno dei due preservativi.
Lo indosso "ecco, così siamo entrambi più tranquilli" mi rivolgo verso di lei che stando sdraiata allunga le braccia verso di me. Ci abbracciamo, riapre le gambe e senza esitare riprendiamo a scopare. Si dimena e mugula ed io aumento l'intensità dei colpi e vengo alla grande, anzi veniamo insieme. Non mi fermo e continuo ad un ritmo meno sostenuto come se dovessi dare l'ultima scrollatina, anche se con il preservativo è un'operazione impossibile. Cominciamo a tornare in noi, a guardarci ed a ridere. Ci mettiamo seduti. Giulia si riallaccia il reggiseno ed infila la maglietta. Io le chiedo di andare in bagno. Lei indossa velocemente il perizoma e mi precede sculettando. Quel culetto sodo mi fa impazzire. Dà un'occhiata veloce e mi consegna un asciugamano pulito. Chiudo la porta, mi siedo sul bidet mi pulisco, annodo il profilattico e lo avvolgo nella carta igienica.
Poi mi asciugo faccio la pipì, mi sciacquo le mani e la raggiungo. Pure lei si era ricomposta ed aveva sistemato il salotto. La cartina del preservativo era sul tavolo e la linguetta di apertura l'avevo lasciata attaccata.
Giulia è un po' confusa.
Ma non dice nulla.
"Questo lo porto via io" le dico mostrandole il fagottino di carta igienica e prendendo anche la cartina sul tavolo
"Si grazie. Con l'aspirapolvere coa facciamo?"
"Niente. La tieni e la usi. Se poi ti trovi bene la compri altrimenti me la riprendo, senza alcun impegno"
"Davvero me la lasci in prova?"
"Si ma non dirlo a nessuno perché non è questa la prassi."
"Non dirlo a nessuno neanche tu" e scopiamo a ridere. Raccolgo le mie cose e gli imballaggi della scorsa elettrica, ci salutiamo con l'impegno di risentirci a breve e vado via.
Mi ha poi raccontato Giulia che quella sera il marito, solitamente distratto ed assente, non è uscito con gli amici del bar, è rimasto a casa ed era molto mansueto e visibilmente preoccupato del fatto che la moglie fosse stranamente allegra e particolarmente assente e vaga nei confronti delle domande del marito sul perché la tavoletta del suo water fosse sollevata che non era mai successo in tanti anni di matrimonio.
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