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Il 2 giugno a Peschiera


di fedemio
01.07.2022    |    691    |    0 7.6
"La cosa bella è che non provoca nessuno strano effetto il giorno dopo, o almeno diciamo nessun effetto collaterale che non si possa superare cambiando le..."
Ciao, dopo aver letto su questo sito tanti racconti di fatti realmente accaduti, vi voglio raccontare anch'io una storia vera. Ossia come ho trascorso il mio due giugno duemilatrentuno.
Il decimo anno dell'invasione di Peschiera da parte di ragazzi e ragazze.
Il primo anno erano in 250, il secondo in 2500 e poi via via ogni anno sono aumentati. Questanno stimano che saremo in 250.000. Una festa pazzesca, assolutamente vietata ai maggiorenni e dove tutto è concesso.
Tutto è nato da una giornata da trascorrere al lago organizzata su tik tok 10 anni fa e poi ogni anno si aggiungono ragazzi che vengono da più lontano e sempre più giovani ed il bello è che si sta mantenendo una festa per ragazzi perché l'unica regola è che gli over 18 sono out. In questo modo la polizia non può fare assolutamente nulla a dei ragazzi che vanno al lago e non ci possono essere infiltrati tra di noi.
Io e la mia amica Diana partiamo col treno delle 7 da Bologna. Già alla stazione c'è un'invasione di giovani. Siamo carichissime e molto esaltate. La tenuta è per tutti da lago. Il sole splende caldo in cielo già a quell'ora. I maschi indossano tutti boxer del costume e maglietta e le ragazze o un pareo o anche loro pantaloncini e maglietta portati sopra il costume. Molte portano una canotta lunga e costume. Infradito o ciabatte ed uno zainetto.
Alla stazione ci sono due controllori che camminano freneticamente a lato del treno ed una decina di poliziotti con caschi e manganelli. Ad occhio e croce direi che non vogliono venire al lago con noi. Si vocifera che non vogliono farci salire sul treno. La tensione comincia a salire iniziano a partire dei cori del tipo "aprite le porte che passiamo, siamo giovani e al lago andiamo" e tutti ci muoviamo un po' sul posto. Nessuno può fare nulla, siamo solo dei ragazzi che vogliono andare al lago. Decidono di aprire le porte. Salire sul treno è un'impresa, ma ci riusciamo. Il treno parte con un'ora di ritardo e così è in molte stazioni italiane. Nuvole di fumo bianche sui levano tra la folla, dentro e fuori dal treno. Sembra di essere in una pineta dal profumo che si sente. Noi per il momento non fumiamo niente, ma appena saliamo sul treno ci vengono offerte due punte di pi e noi le caliamo volentieri. La pi è una droga sintetica che gira da un paio d'anni nelle discoteche più hot, quelle affollatissime dove ci si diverte per davvero. Ce ne sono di due tipi, la penta e la prisma, ma a dire il vero la differenza la sentono solo i puristi dello sballo. Si tiene la puntina sotto la lingua per qualche secondo e non la trovi più in bocca perché si scioglie immediatamente ed entra subito in circolo. Nel giro di qualche secondo uno strano calore ti pervade internamente il corpo, ti sale l'adrenalina, ogni millimetro di pelle diventa un punto erogeno ed inizi a bagnarti ed a godere rimanendo perfettamente lucida. La cosa bella è che non provoca nessuno strano effetto il giorno dopo, o almeno diciamo nessun effetto collaterale che non si possa superare cambiando le mutande e dandosi una rinfrescata. Ai ragazzi provoca delle erezioni che durano tutto il giorno e non vengono in 5 minuti come di solito, ma durano molto di più oltre che possono venire tranquillamente più volte. Con questa droga diventano tutti pornoattori e prendono pieno possesso del loro cazzo venendo a comando.
Ci ritroviamo nel corridoio di un vagone ammassati come sardine in una scatola di latta.
Sto già godendo come una maiala sentendo tutti i corpi di questi maschi strofinarmisi contro. Solo in pochi tengono le mani a posto. I più te le infilano dappertutto. Appena salita noti subito la differenza tra i puritani che sono tutti regolarmente distanziati e chi è fatto di pi e vuole stare a contatto diretto con qualcuno.
Noi non vogliamo trovarci il ragazzo e decidiamo di iniziare il pellegrinaggio su e giù per il treno. È bellissimo. Ho le mutande inzuppate di umori ed i capezzoli turgidi. A mano a mano che proseguo nel corridoio sento diverse mani accarezzarmi, qualcuno mi tocca le tette e qualcuno mi infila due dita. Quelle cerco sempre di fermarle perché non mi piace immaginare che delle mani sporche si infilino tra le mie gambe dentro la patata, però se me le passano tra i pantaloncini solo per accarezzarmi il clitoride o per strofinarmela esternamente allora li lascio fare. Se trovi qualche vagone "spento" o deserto, vuol dire che li ci sono solo ragazzi per bene o persone maggiorenni. Allora ci si ricompone e si attraversa il vagone velocemente, ma appena si aprono le porte tra un vagone e l'altro la festa ricomincia. Notiamo subito che in questo scompartimento la prevalenza di persone è afroitaliana. C'è chi è appena marroncino e chi è nero caffè, ma anche chi è bianco di pelle, ma ha i tratti somatici d'oltremare .
Non importa. Anzi. L'esperienza mi insegna che mediamente i fisici sono più scolpiti ed i loro cazzi più consistenti, infatti dopo due passi ci accorgiamo che tutti hanno i pantaloncini abbassati e si divertono a strofinarti i loro cazzi duri al corpo. Si scambiano battute e saluti ma anche con le mani cerco di toccarne il più possibile. A qualcuno dò una stretta, a qualcun'altro una palpatina. Se mi capita qualche bell'arnese mi fermo a chiacchierare finché glielo meno un po' e proprio mentre ho un cazzo per mano e mi stanno toccando dappertutto sento che qualcuno da dietro mi infila un cazzo in figa
"No fermo che fai?" Gli urlo. Non voglio che qualche coglione nell'eccitazione generale mi venga dentro. Lo sfilo, tiro su velocemente i pantaloncini e mi giro di scatto incazzata.
"Ciao Giulia" è il mio amico Gianni. Figlio di tunisini immigrati a Bologna una vita fa.
"Ciao Gianni, anche tu qua? Mi hai fatto prendere uno spavento..."
"Scusa volevo farti una sorpresa"
"Tranquillo ci sei riuscito. Mi hai fatto prendere un colpo"
"Scusami..." si avvicina con la bocca ed iniziamo a limonare. Ha una grossa lingua rossa africana che mi riempie la bocca. Sono molto eccitata gli prendo in mano il cazzo ed inizio a segarlo. Ha un cazzo non esagerato in circonferenza, nella media, ma molto lungo. Mi piace molto farmelo scorrere nella mano e la mia patatina, che per un attimo aveva avuto un blocco, ha ripreso a gocciolare. Stacco le labbra dalle sue, mi chino ed inizio a farli un pompino. O meglio, lo sto segando a due mani mentre gli tengo la cappella in bocca.
Io e Gianni ci siamo conosciuti ad uno dei tanti ritrovi parrocchiali provinciali che frequento. Non siamo mai rimasti in contatto nonostante quando ci vediamo stiamo sempre in compagnia.
Stiamo dando spettacolo. Nel vagone c'è un casino bestiale. Ci stanno facendo il coro. Siamo tutti felici ed entusiasti.
Mi alzo e tutti "nooooo.... an-co-ra an-co-ra an-co-ra..."
Mi giro voltando le spalle a Gianni e per guardarli tutti in faccia. Prendo con le mani la base della maglietta sopra i pantaloni ed i ragazzi mi fanno una ola "oooooooooo" e tutto ad un tratto alzo la maglietta passandola sulla nuca e tenendola infilata nelle spalle e tutti "olèèè"
Rimango con le tette di fuori e senza la maglietta che mi dia fastidio. I ragazzi fischiano per l'entusiasmo e urlano come impazziti. Io abbasso i pantaloni ed inarco la schiena rimanendo in posizione eretta, mi avvicino a Gianni che senza esitare mi prende dai fianchi con le mani ed inizia a scoparmi. Nel vagone c'è un delirio generale. Queste non sono scene rare quando si è fatti di pi, ma quando capita di essere coinvolti è diventare i protagonisti, è una consacrazione a guru ed i testimoni diventano profeti perchéhanno 'erano e lo possono raccontare. In un attimo, nel massimo rispetto per Gianni e per me, mi sono sentita mille mani avvolgermi il corpo. Dalle tette alla patata e quel lungo cazzo di Gianni che mi stantuffa come un compressore. Sto godendo come non mai a sentirlo entrare ed uscire mentre qualcuno gode a menarmi il clitoride ed altri strofinano le loro mani all'interno delle mie cosce. Giro la testa all'indietro e Gianni mi riempie la bocca con la sua grossa lingua umida mentre prendo in mano due cazzi a caso ed inizio a segarli. Ad un certo punto mi sento urlare in un'orecchio "che cazzo fai stronza?"
È la mia amica Diana. Che scena pazzesca. Mi si presenta davanti a petto nudo con la maglietta in mano, e ricoperta di sperma.
"Che cazzo hai fatto?" Le urlo
"Tutto a posto! Domani ti racconto. ... ma lui è sicuro?"
"Sì è Gianni mio amico. Dai pulisciti e prendine uno anche te"
Appena dico questa frase una decina di mani le allungano altrettanti fazzoletti di carta. Inizia a pulirsi e tutti la aiutano. Ha i capezzoli che sembrano dei pollici da tanto che è eccitata.
Gianni da dietro che ha rallentato il ritmo per seguire la scena ma senza mai uscire mi dice che non è solo e che con lui c'è Mustafà.
Sul treno tra la musica ed il baccano che fanno si fa fatica a capirsi e si parla solo urlando.
"Diana"
"Dimmi"
"Ti presento il mio amico Gianni"
"Piacere" gli urla Diana, mentre si avvicina per darli un bacio in bocca e con una mano gli strizza le palle mentre mi sta scopando.
"Piacere mio" gli risponde stringendole una tetta
"Dice che non è solo, è con il suo amico Mustafà" le urlo e lei rivolta a Gianni "qual è?"
E Gianni indica il ragazzo che stava accarezzando una tetta a me e una a lei. Essere"indicati" da un guru consacrato quando si è fatti di pi corrisponde ad essere nominato per l'oscar, anzi direi che è come vincere l'oscar. La folla acclama Mustafà e Diana, mentre questa si china ed inizia a succhiargli l'uccello e ne apprezza subito le dimensioni. Mentre se lo sega sopra la testa, con la lingua scende a leccargli le palle gonfie. È evidente che di oggi non ha ancora sborrato ed a Diana piace molto vedere i ragazzi venire. Continua a menarglielo poi lo riprende in bocca ed infine si alza e sfila pantaloni e perizoma. Ora indossa solo le infradito. Si gira e Mustafà, come un cammello senza istruzione, d'istinto le infila la figa col suo grosso cazzo e la sbatte come un animale. Vedo Diana godere mentre sega altri due ragazzi ed altri ancora la toccano dappertutto e questa scena eccita ancora di più sia me che Gianni, il quale mi appoggia sul lato ad una poltrona, mentre con una mano mi solleva la gamba. Un ragazzo non perde l'occasione per accovacciarsi a terra e leccarmi la figa mentre Gianni mi scopa. Diana si china in posizione 90 gradi regolare mentre Mustafà continua a scoparla con foga e lei comincia a fare un pompino al ragazzo che stava davanti a lei. Passano i minuti e purtroppo siamo quasi arrivati a Peschiera del Garda. Questo pazzo viaggio di andata sta per finire. Non so quante volte sono venuta e quante ancora verrò. "Gianni siamo quasi arrivati. Vuoi venire?"
"Si grazie, posso venirti dentro?"
"No non prendo la pillola, vienimi in bocca"
"Ok va bene"
Mi lascio scoppare ancora e intanto urlo a Diana che non credo mi abbia sentito parlare con Gianni
"Diana siamo quasi arrivati, dai falli sborrare"
Lei alza il pollice per indicarmi che ha capito, si stacca da Mustafà e si accovaccia ai suoi piedi e urla a lui, al ragazzo che gli stava succhiando il cazzo, a quelli che stava segando ed a tutti quelli intorno che la stavano toccando "sborratemi addosso, voglio vedere fiumi di sborra sulle mie tette" e nel giro di qualche minuto a rotazione tutti le hanno sborrato addosso. Qualcuno anche in faccia, ma nessuno sugli occhi, cosi come chiesto da lei, c'erano ragazzi che dalle retrovie venivano lì solo per ascoltarle addosso. Credo che Diana sia venuta un'altra volta anche solo a vedere tanta sborra schizzare dalle cappelle. Dopo aver visto questa scena dico a quelli attorno a me che se volevano potevano sborrare anche loro su Diana, perché io avrei preso solo quella di Gianni. Infatti a me non piace molto sentirmi sporca di sborra e vedere un ragazzo venire, preferisco di gran lunga sentirlo venire dentro di me, così mi giro, mi chino, glielo prendo in bocca ed inizio a girare con la lingua la mia saliva sulla sua cappella, finché non la sento ingrossare, il cazzo irrigidirsi e poi adoro quando si lasciano andare e della densa calda sborra mi entra la bocca. Non interrompo mai una sborrata. Credo che sarebbe un atto di crudeltà. Preferisco ingerire e lasciarlo venire fino all'ultima goccia. Sento di aver preso una parte di lui. Ora lo sento più amico di prima. Dal vagone parte un applauso generale accompagnato da fischi e urla. Arrivano molti fazzoletti di carta per pulirci, ci ricomponiamo e ricomincia la festa prima di scendere dal treno per raggiungere il lago.

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