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Lui & Lei

Dottore porco


di fedemio
29.05.2018    |    24.068    |    4 9.6
"Mi dice di respirare lentamente e più profondamente..."
Sarà che è il mio lavoro ma mi piace raccontare questi aneddoti...
Ormai da 10 giorni sono perseguitata da una terribile tosse che non mi da tregua. Ho provato prima con i rimedi tradizionali, poi con i farmaci standard, ma ora basta, non ne posso più.
È lunedì pomeriggio e decido di andare dal medico di base.
Dopo aver fatto le solite 3 ore di attesa e almeno 10.000 colpi di tosse riesco ad entrare. Il dottor Gianni avrà una decina d'anni più di me, penso sia sui 40, divorziato e con tanto sex appeal! È subentrato nell'attività al padre prendendosi in carico tutti i suoi pazienti, compresa me e la mia famiglia. Ormai ci conosciamo da anni.
Mi accoglie con il suo immancabile sorriso ed il camice bianco. Chiacchieriamo un po' del più e del meno e ci accertiamo che i rispettivi famigliari godano di buona salute. Mi chiedo poi se mi sono sposata e gli confido di essere single da un po' e lui mi racconta che da due anni, dopo la separazione dalla moglie non ne ha più voluto sapere di storie impegnative.
Nel frattempo io ho continuato a tossire.
Chiede quindi di potermi visitare.
Mi fa sedere al lettino e mi invita a togliermi la maglia.
Immaginavo che mi avrebbe voluto visitare per cui mi ero preparata ed ho indossato l'ultimo intimo nuovo che avevo comperato.
Si avvicina con sguardo medico, cioè come un calzolaio guarda una scarpa rotta. Io comunque mantengo la mia fierezza.
Si concentra sul mio seno, indossa lo stetoscopio, mi mette la mano sinistra sulla spalla e con l'altra porta lo strumento al centro del mio petto.
Sarà stata la sua mano calda sulla spalla, lo stetoscopio freddo o lui che si avvicina a me, io non lo so, ma mi sono un attimo irrigidita ed i miei capezzoli si sono fatti turgidi. Questo particolare non sfugge all'occhio attento del medico che in realtà altro non è che un bell'uomo palestrato che si tiene bene e che non cerca storie serie.
Mi chiede di respirare a fondo e lui ascolta e scruta il mio torace. Respiro profondamente come richiesto. Sono tesa, il mio fiato si fa affannoso e questa brutta tosse certo non mi aiuta, anche se ora sembra che riesco a controllarla meglio.
Mi dice di respirare lentamente e più profondamente. Faccio dei respiri lenti e molto profondi. Gonfio il torace, sporgo il seno ed i miei capezzoli rimangono in tiro. Gianni è serio e comincia ad ascoltare a destra e sinistra sul mio petto. Non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Lui si avvicina un po'. Cazzo è successo l'imprevisto. Sono eccitata. Sento la patatina che comincia a bagnarsi. Credo che non stia solo andando a destra e sinistra del mio torace, ma che stia facendo movimenti rotatori. O vuole perlustrare tutto il polmone o gli piacciono le mie tette. Infila leggermente lo stetoscopio dentro il reggiseno premendo abbastanza con forza a lato del mio seno. Sollevandolo e facendolo quasi uscire dal reggiseno.
Ho delle belle tette, una terza abbondante, o quarta a seconda dell'intimo, ed anche belle sode. Ne vado fiera e sentirmele manipolare da lui in questa occasione mi sta intrigando parecchio. Mi sembra di essere a scuola quando con il mio moroso delle superiori ci divertivamo a far porcate durante le lezioni trattenendo e soffocando le emozioni e il piacere.
Con l'altra mano mi tiene ben salda la spalla ed intanto avanza. Sento sul dorso della mano che ho appoggiato al bordo del lettino i lembi del camice e subito dopo i pantaloni e poi il suo corpo che si avvicina e si appoggia delicatamente. Con lo stetoscopio in mano continua la pressione diretta sulle mie tette. È avanzato ancora. Non riesco e non voglio togliergli lo sguardo di dosso. Avverto della pressione sul dorso della mano, distinguo chiaramente il suo cazzo!!! È duro!!! Io smetto di respirare profondamente come mi aveva chiesto, ed inizio ad ansimare. Ho praticamente smesso di tossire. Le tette mi stanno per scoppiare nel reggiseno. Il mio corpo trema. Ho la patatina che bolle e trattengo a stento le emozioni. Che intrigo incredibile. I pazienti fuori che attendono ed il dottore figo che civetta con me. È qui a pochi centimetri. Me lo mangerei. Non so cosa fare. Spero che azzardi di più. Spero che sia più audace. Questa situazione mi ha fatto venire proprio voglia.
Eccolo eccolo. Credo che abbia capito. Pochi istanti fa, quando mi ha toccato con la patta dei pantaloni, io non ho spostato la mano. Forse è servito a me è anche a lui. Infatti la mano sulla spalla si fa più morbida ed inizia a muoverla come a massaggiarmi. Con la destra sposta il reggiseno. Alza gli occhi e mi guarda, i nostri sguardi finalmente si incrociano. Scatta la scintilla. Io giro la mano e gli stringo il cazzo duro ancora tra i pantaloni e lui mi stringe la tetta con la mano. Ci avviciniamo con i visi ed iniziamo a baciarci. La sua pelle profuma di buono e bacia molto bene. Mi porta la mano dalla spalla alla testa e mi stringe prendendomi dai capelli e con l'altra mi affetta una tetta. Io prendendolo dal cazzo, sempre attraverso i pantaloni lo trascino davanti a me mettendolo in mezzo alle mie gambe. Gli apro il camice. Non so cosa sto facendo. Mi sto facendo trasportare dalla follia del momento. Percepisco da come muove le mani che ha perso la testa. Mi ha slacciato e sfilato il reggiseno. Spero che non entri nessuno. Gli apro i pantaloni e gli sfilo la cintura.continuiamo a baciarci. Il camice è aperto ed i suoi pantaloni a terra. Gli metto le mani nei boxer ed inizio a segarlo mentre continua a giocare con le mie tette, i miei capezzoli ed i punti più erogeni della parte superiore del mio corpo.
Sono eccitatissima ed anche lui. Vorrei farmelo qui sul momento. Lo sto portando all'apice del piacere.
Faccio un piccolo saltino e mi metto in piedi davanti a lui, smette di baciarmi, mi gira mi abbraccia e mi sbottona i pantaloni che cadono a terra. Io do un paio di calci e faccio volare ballerine e anche pantaloni. Mi ritrovo abbracciata a lui di spalle con solo il perizoma addosso ed il culo appoggiato al suo grosso cazzo duro. Gianni mi spinge ad appoggiarmi col busto al lettino. Sono a pecorina, lo sento spostare il piccolo lembo di stoffa del perizoma che ormai è l'unico ostacolo che ancora ci divide. Mi sento la patata gonfia aperta e sbrodolante. Gianni si prende in mano il cazzo e me lo strofina un paio di volte su figa e culo. Sto impazzendo dalla voglia, apro di più le gambe sento una sua mano nell'interno coscia che mi apre ancora un po' anche se non serve e la sua cappella appoggiarsi alle mie grandi labbra. Una leggera pressione che continua e continua e continua. Ha un cazzo enorme, mi sento piena di lui. Il suo bacino appoggiato al mio culo gli indica il fine corsa ed il suo cazzone me lo sento in fondo all'utero. Emetto un urletto ma lo soffoco subito. Si ferma un attimo. Mi rilasso e mi dilatto ulteriormente e qui parte il godimento. Il dottor Gianni inizia un movimento veloce e profondo. Intenso. Lo sento benissimo. Lo sento tutto. La tensione è alle stelle. Un turbine di passione e di emozioni, non solo legate alla scopata ma anche alla folle situazione che si è creata.
Gianni aumenta l'intensità degli affondi dentro al mio corpo e con le mani strette sulla mia vita mi tira con forza contro di lui per aumentare l'intensità della pecorina. Capisco che mi sta scopando così brutalmente proprio per la situazione paradossale e per il pochissimo tempo a disposizione, ma sinceramente non mi dispiace affatto, anzi, godo tantissimo. Non so quante volte sono venuta. Lo sento aumentare ancora gli affondi ed ansimare. Lo strofinio sulle pareti della figa eil continuo sbattimento forte in fondo mi fanno venire un'altra volta e con un movimento veloce estrae la sua sciabola dalla mia carne e viene sulla mia schiena. Sento il calore del suo sperma. Ridiamo, prende il rotolone di carta e mi pulisce, ci ricomponiamo. Siamo entrambi allucinati. Mi da una scatola di pastiglie per la tosse che aveva li in prova, quelle lasciategli dai rappresentanti, ci scambiamo i numeri e rimaniamo d'accordo di vederci ancora.
Da quel momento ad oggi sono sei mesi che ci frequentiamo con regolarità.






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