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Scambio di Coppia

Angelica (bbw) ed io in vacanza a Maiorca, parte II


di pato3
15.02.2017    |    16.020    |    0 8.7
"Il ragazzo le si avvicinò e le chiese se voleva giocare con loro..."
Era il terzo giorno. I neri ci avevano lasciati. Sia loro che noi eravamo stanchi di scopare (con loro, non con altri). Così dedicammo anche quella giornata alla ricerca del piacere della carne. Della tanta carne della mia Angelica.

Uscimmo e passeggiammo un po’, finché ci trovammo davanti ad un sexy shop. “Amore, oggi voglio essere guardata”, mi disse lei. Entrammo dentro e comprò un costume che era un oltraggio alla pubblica morale, dunque era perfetto. Naturalmente lei non rinunciava alla sua politica anti-reggiseno, comprò quindi un perizoma, uno di quelli che si fa meno scandalo ad andare in spiaggia nudi. Infatti il perizoma era molto sottile, un singolo filo che avvolgeva le sue morbidissime curve. Uno di quelli che dietro forma quasi una dolce m, perché si va a ricongiungere sotto l’inizio della linea del fondoschiena. Davanti invece copre a malapena le labbra e quando lei si muove un po’, ci finisce dentro.

Andammo in spiaggia ed in effetti non passò inosservata. Una prepotenza fisica simile, unita a così tanta sfacciataggine, eccitava gli uomini e infastidiva alcune donne. Quando un ragazzo lanciava appositamente un pallone dalle nostre parti per venire a riprenderlo e guardare da vicino lo spettacolo, lei mi diceva: “Più mi guardano e più mi eccito”, oppure: “oggi mi sento proprio troia, più del solito”.

All’ennesimo pallone arrivato ai nostri piedi si alzò e glielo lanciò personalmente, con tutto il ballonzolamento del caso. Il ragazzo le si avvicinò e le chiese se voleva giocare con loro. Per cortesia lo chiese anche a me. Io con la scusa di riposare al sole la lasciai andare da sola. Mi venne il cazzo duro a vederla saltellare ogni volta che colpiva la palla. Tutti gli sguardi su di lei, oscena come solo lei sapeva essere.

Venne a prendere gli occhiali da sole, accompagnata da uno di quei ragazzi. Mi fece l’occhiolino di nascosto e disse al nuovo amico: “Per 5 euro ti faccio un pompino. Se me ne dai 10 ingoio”.

Io lo so che la maggior parte dei ragazzi è attratta da donne considerate perfette, magre, culo sodo e piccolo eccetera eccetera. Ma quella giornata, in meno di un’ora, accontentando quel ragazzo e i suoi amici, Angelica, in una macchina, raccolse 50 euro.

“Perché ti sei fatta pagare?”, le chiesi mentre tornavamo in albergo.
“Non capisco molto bene il tedesco, ma mentre giocavamo credo che uno di loro abbia detto che non valevo 10 euro. Era una sfida con me stessa più che altro”
“Almeno ci paghiamo da bere stasera!”

Anche quella sera ci ritrovammo ubriachi a ballare mezzi nudi in mezzo alla gente. Ero convinto che sarebbe finita come due sere prima, a vedere Angelica scopata per strada e poi a casa.

Quella sera, forse perché eravamo un po’ meno ubriachi, ci accorgemmo che di ragazze esibizioniste e troie ce n’erano parecchie. Un paio di ragazze succhiavano cazzi per bere gratis. Mi ritrovai accanto a un ragazzo che mi guardò, stravolto dall’alcool e dalla droga, e mi disse: “Guarda! Guarda che troia!”. Non potevo non condividere la sua opinione. Subito dopo mi disse: “È la mia ragazza”. Notando grandi affinità, da un punto di vista caratteriale, tra la sua ragazza inginocchiata e la mia - che era stata inginocchiata un’ora nel pomeriggio -, gli presentai orgoglioso la mia. Molto spontaneamente lui, vedendo la prorompenza pettorale, le chiese: “Posso vedere le tette?”. Che domande, naturalmente sì.

Appena la sua ragazza ebbe finito di guadagnarsi l’alcool ce la presentò. La mia prima fase nei suoi confronti fu: “Piacere, sei molto brava a fare i pompini, complimenti!”. La prima frase di Angelica fu: “Piacere, io oggi ne ho succhiati 6”. Lei rispose: “Siamo due regine del cazzo!”, abbracciandola e scoppiando a ridere.

Quella ragazza era molto bella, si chiama Margaret, lo scoprii dopo essermi complimentato per le sue abilità orali. Non era secca, ma neanche grossa, un fisico nella media; scarsa di seno e con un bellissimo viso. Invece per Angelica, l’arma vincente era proprio il seno. Quel ragazzo, Jay (da quel che ricordo), era ipnotizzato dal top aderente che lasciava vedere le forme generose della mia ragazza.

“Ti piacciono?”, chiesi a Jay, davanti alla sua ragazza, che beveva vodka mentre riposava le mandibole.
“Tette fantastiche!”, disse lui.
“Solo cazzi grossi qui in mezzo!”, disse Angelica, mettendosi un dito tra le tette. Margaret scoppiò a ridere e forse si eccitò. Strinse tra le mani e ci guardò imbronciata come a dire: ‘io non posso fare le spagnole’.
“Ce l’ho grosso, Angelica”, rispose Jay.
“Me lo vuoi mettere tra le tette?”
“Sarebbe un’ottima idea. Scambio?”, chiese rivolgendosi sia a me, che alle due ragazze.

Margaret sembrò un po’ meravigliata da quella proposta, forse non pensava che al suo ragazzo potesse piacere una ragazza come Angelica. Accettammo tutti la proposta. Cominciammo da subito a stare insieme. Io e Margaret iniziammo a toccarci e ballare da soli e lo stesso fecero Angelica e Jay. Poco dopo andammo di corsa verso il loro appartamento, perché era più vicino.

Lì, Angelica e Margaret andarono qualche minuto in bagno per prepararsi, poi spuntarono dalla stanza da letto con soltanto le mutande addosso e con un frustino. Ci appartammo subito in due angoli del soggiorno.

Angelica fin dall’inizio chiese a Jay il trattamento ‘insultami e sputami’. Margaret invece, più dolcemente iniziò a succhiarmi il cazzo. Era davvero brava, si vedeva che faceva molta pratica. Iniziò a baciarmi sul petto, attorno al collo. Mi disse: “La tua ragazza è pazza, ma anche io non scherzo”. Rapidamente si capovolse e si riprese il cazzo in bocca, mettendomi la fica, purtroppo coperta – per poco – dalle mutande, in faccia.

Intanto Jay aveva detto almeno dieci volte ad Angelica che era una vacca da latte, una puttana di strada e una grassa scrofa. Lei gli aveva arrossato il petto a forza di tirargli col frustino, decisa a spronarlo a fare di peggio, sia con le offese che con il frustino. Il cazzo del ragazzo era di suo gradimento e ci tenne a farmelo sapere: “È proprio un gran bel cazzo! mi divertirò”.

Mentre Margaret me lo succhiava divinamente, guardavo Angelica fare la stessa cosa, con l’ausilio delle tette però. Belle pesanti, circondavano il cazzo eccitato di Jay. La vedevo guardarsi intorno, a un certo punto si alzò e andò verso il bagno. Tornò con un deodorante. Si mise di nuovo in ginocchio, con una mano prese il cazzo e se lo portò alla bocca e con l’altra prese il deodorante e se lo piazzò nella figa. Muoveva entrambe le mani al ritmo del piacere.

“Sei un fortunato bastardo!”, mi disse Jay.
“Anche tu!”, risposi mentre guardavo negli occhi quella meraviglia di Margaret.

Angelica si mise a pecorina, la vedevo da dietro, vedevo le sue gambe e il suo culo extralarge. Amavo quella donna e le sue forme. Si tolse il deodorante spray dalla figa e chiese gentilmente di farselo mettere nel culo. Jay era eccitatissimo, la accontentò e poi gli piazzò il cazzo nella figa. Stava facendo un ottimo lavoro, manovrava deodorante e cazzo a tempo e sentivo Angelica gemere di piacere.

Io intanto godevo da matti in quella bocca. La lingua roteava rapidamente attorno alla cappella, poi faceva su e giù dalle palle alla punta. Succhiava, soffiava, vibrava. Era veramente una maestra del pompino. Giustamente però aveva anche i suoi bisogni da soddisfare e decise che era ora di cavalcarmi. Non mi ricordavo nemmeno come fosse farsi cavalcare da una ragazza così leggera, che non ha due armi nucleari sul petto. Certo questo era un peccato, ma Margaret, l’ho già detto, era bellissima. E la cosa più bella era che voleva godere insieme a me, cercava il mio sguardo mentre mi scopava. Mentre faceva entrare tutto il cazzo fino in fondo mi guardava e mi faceva vedere come godeva. Non mi sembrava vera, era perfetta. fui travolto dalla passione.

Mi alzai tenendola in braccio e la adagiai con la schiena sul divano. Iniziai a sbattere fortissimo. Senza perdere il contatto visivo. Ci baciammo. Lei mi ripeteva a bassa voce, per non farsi sentire, “mi piaci!”, ed io ricambiavo, mentre Angelica e Jay si gridavano imprecazioni, insulti e complimenti.

“Sbattimi forte culo e figa!”
“Puttana”
“Dimmi di più”
“Dirigibile e puttana!”
“Stringimi le tette”, e inserì anche una bestemmia in italiano, dettata dall’impeto del momento.

Dopo un po’ fecero cambio sia di posizione che di buco. Si mise il deodorante di nuovo nella figa e si fece trapanare il culo. Prevedendo presto l’orgasmo di Jay. Lei adesso era a pancia in su e lui aveva tutti quei chili di carne sotto di sé da strapazzare. E ci si immerse, ci si tuffò dentro di tutto gusto.

Io stavo per venire, ma avevo ancora voglia di durare. Così per un po’ smisi di scoparla e mi dedicai ai giochi orali. Toccandola delicatamente la portai a pecorina e da dietro iniziai a leccarle la figa e a baciarle il culo. mentre leccavo la figa provavo a mettere un dito nel culo, solo per vedere se mi fermava oppure no. Il dito medio prima, poi il pollice. Non volli metterci il cazzo perché niente era meglio di quella figa per godere. Così dopo averle mordicchiato quelle chiappe perfette, glielo piazzai di nuovo dentro.

A pecorina le piaceva ma, un po’, non voglio fare il romantico, ci mancavamo. Non è che mi fossi invaghito, semplicemente avevo trovato un’altra maiala come me, diversa dalla mia donna e guardarci negli occhi mentre ci fottevamo ci dava una gioia in più. Così dopo qualche colpo a pecora. Si girò e di nuovo si mise sotto di me. Per fare lo sprint finale tenevo le sue gambe sopra le mie braccia. La sua figa era aperta al massimo e il mio cazzo spingeva come un martello pneumatico.

Al grido di “Vienimi nel culo”, in inglese ed in italiano, Jay sborrò dentro la mia meravigliosa fidanzata. Rompendo in parte il mio idillio con Margaret, dal momento che appena ripresero un poco di forza vennero vicini a noi a spronarci a chiudere la partita. In effetti io ero pronto, avevo solo tardato il momento per darle più piacere possibile. Le avrei voluto chiedere all’orecchio dove potevo venire, ma la magia era compromessa e così lo chiesi ad alta voce, un po’ come se lo stessi chiedendo sia a lei che a lui.

Margaret rispose “Sbattimi forte e vieni dentro”. Voleva essere scopata fino all’ultimo. E così fu. Subito dopo ci sentivamo un po’ in imbarazzo. L’effetto dell’alcool era finito, ed io non ero abituato a essere nei panni di Angelica. In genere lei viene sbattuta più e più volte e a me faceva piacere. Non c’erano altre donne e lei era la dominatrice della scena. Così ci fermammo solo qualche minuto e poi andammo a dormire.

“Come stai?”, le chiesi mentre tornavamo a in albergo.
“Bene, tu?”
“Bene. È stato strano”
“Ti è piaciuto?”
“Sì”
“Bene, fattelo bastare perché da domani ci dobbiamo concentrare perché un ragazzo solo non mi basta”, disse scherzando.
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