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La sera delle perversioni (prima parte)


di pato3
29.11.2014    |    17.650    |    3 9.6
"Ero convinto che tutti i maschi avrebbero scritto più o meno lo stesso desiderio, e temevo fosse uguale al mio, ma lo scrissi lo stesso: "Vorrei scopare..."
Io e i miei amici siamo cresciuti insieme: a scuola e fuori; e con i maschi anche nello sport. Vivere in simbiosi ci ha portato a non avere tabù, potevamo raccontarci tutto. Così, una sera in cui eravamo particolarmente rilassati e ubriachi, concentrati a contemplare l'infinito, i pensieri e le parole scorrevano fluidi e veloci come sogni. Finché qualcosa risvegliò l'attenzione e la curiosità di tutti. Erano le dieci di sera quando tutto ebbe inizio.

- "Ragazzi, dovremmo sederci attorno a un fuoco... senza coppie, senza legami, liberi! e ognuno di noi dovrebbe poter realizzare la sua fantasia più inconfessabile, la perversione di cui si vergognerebbe di più; ma quel falò è una zona sicura, senza critiche. E tutti siamo lì per soddisfarci a vicenda. Cazzo, sarebbe figo... io ad esempio mi potrei fare una sega mentre tutti invocate il mio nome come fossi una celebrità". Questo fu lo storico discorso (o quanto mi ricordo) pronunciato sul divano di casa mia dal mio (fattissimo) amico Gigi, che mezzo incosciente, fondava la sera delle perversioni. 

Quello che facemmo quella sera andò oltre ogni limite, grazie anche alla mancanza di lucidità, ma non ce ne pentimmo mai e anzi, accogliendo appieno le istanze di Gigi, facemmo di quella serata un'istituzione ricorrente. Una o due volte l'anno. Quella sera da me c'erano: Carolina, io e lei eravamo stati insieme per tutto il liceo ma ci eravamo lasciati anche se spesso facevamo sesso; Valentina e Chiara, fidanzate con due cari amici, ma da sole quella sera; Sara e Stefano, fidanzati da oltre sei anni all'epoca; Gigi e Ettore, perennemente in cerca dell'anima gemella; Gianluca, fidanzato, ma solo quella sera. 

Chi di noi aveva capito quello strano discorso di Gigi, aveva subito applaudito entusiasta. I più, però, non lo sentirono, ma quando io e Gigi iniziammo a disporre un'atmosfera da falò, con una lampada in mezzo alla stanza e le altre luci spente, anche i più incoscienti si disposero attorno, nel tentativo assolutamente fallito di formare un cerchio. 

- "Come funziona?" chiesi a Gigi, ideatore ma grezzo organizzatore. 
- "Non lo so, ognuno prende la parola e dice cosa vorrebbe fare"
- "E se scrivessimo due righe, anche anonime, così se agli altri fa schifo, quello che ha scritto il biglietto può fare finta di niente. Se invece l'idea piace si fa avanti"
- "Devi sempre rompere il cazzo! Nasce con spontaneità il falò, perché lo devi formalizzare sempre? tu e la tua giurisprudenza di merda!"
- "Fidati su carta tutti e tutte saranno più sinceri, nello spirito del falò".

Presi 9 fogli e un barattolo di penne e matite. Li distribuii. Ero convinto che tutti i maschi avrebbero scritto più o meno lo stesso desiderio, e temevo fosse uguale al mio, ma lo scrissi lo stesso: "Vorrei scopare tutte insieme le ragazze qui presenti, tutte nude una a fianco all'altra". Scritto il desiderio lo depositai vicino alla lampada. 

- "Bene, adesso?" chiese Gianluca, dopo che tutti ebbero fatto.
- "Prendi un foglietto a caso e leggilo ad alta voce"
Lo prese e lo lesse, non senza fatica... eccitazione e alcool avevano lavorato bene.
- "Voglio scopare con Stefano davanti a tutti ed essere toccata e sculacciata", poteva essere di chiunque, ma evidentemente era di Sara, la ragazza di Stefano. Tutti applaudimmo eccitati, era il modo giusto per entrare nel vivo della serata. 

Sara si spogliò rimanendo in mutandine e reggiseno. Carolina la sculacciò e la incoraggiò a togliere le mutande. La penombra accentuava la carnagione scura sul suo corpo nudo. La bella cubana era magrissima, con un culo piccolissimo e perfetto, e una striscia di pelo sottile sulla figa. Stefano si limitò ad abbassare pantaloni e mutande, era tutto ciò che aveva da offrire: secondo una stima ad occhio era un gran cazzone di almeno 20 centimetri. Le ragazze rimasero tutte piacevolmente colpite, pur senza darlo eccessivamente a vedere. Noi maschi già conoscevamo questa dote. Sara lo baciò e lo smanettò per un po', e quando il bastone fu pronto a picchiare duro, Sara si mise sopra. Adesso era il nostro turno. Voleva sentire le mani addosso. Ne sentì parecchie, tutti i ragazzi e anche le ragazze, sebbene in modo molto meno invadente. Le espressioni del volto di Sara non mentivano: avere una decina di mani addosso mentre ti scopa il tuo ragazzo era un'esperienza molto eccitante, mai provata prima. Tutte quelle mani però, a volte sono incontrollabili; ma nessuno fu fermato. Qualcuno entrò nel culo vergine, altri sganciarono e poi fecero sparire il reggiseno con la rapidità di un borseggiatore a Praga. Forse lo voleva tenere per timidezza visto che il seno era molto piccolo. Il capezzolo scurissimo sembrava avere i contorni disegnati a matita. Con grande attenzione le mie mani si concentrarono nel tenere belli duri i capezzoli. Amo ogni tipo di seno, e lei meritava di essere toccata in ogni parte del suo corpo.

Stefano venne dentro, tutti ci divertimmo in quella prima scopata della serata. Eravamo pronti e belli carichi per andare avanti.

- "Sara dai, visto che è stato estratto il tuo, adesso estrai tu e leggi" 
- "Sogno una spagnola da Valentina!", lesse Sara e guardò un po' preoccupata il suo ragazzo, incolpevole.
- "Ahahah di chi è?", chiese Valentina lusingata. 
-"Mio", disse sorridente e un po' esitante, dopo qualche secondo, Ettore. 
Subito, sentendosi defraudato, Gigi intervenne: - "Che cazzo dici? L'ho scritto io!". 

Entrambi avevano espresso lo stesso desiderio. Desiderio facile da prevedere e quasi banale visto che Valentina era la tettona del gruppo, ove per tettona si intende una bella terza, ma che rispetto alla prima di Sara e alle altre seconde, era una signora terza, soda e imponente. Una terza che avevamo visto crescere e ammirato nel corso dell'adolescenza. Nessuno era stupito visto che Gigi ed Ettore vivono praticamente insieme. E soprattutto perché la prima cosa che dicevano ogni volta che vedevano Valentina era "Che tette!". Da sempre, dalle scuole medie. 

Nel mio desiderio era compresa la scopata con Valentina ed ero già pronto a giocare con le sue tette. Tette che potevo solo immaginare dal costume e dalle (purtroppo rare) magliette scollate, ma adesso finalmente le stavo per vedere. E come me, tutti i maschi lì presenti realizzavano un sogno. Si spogliò di maglietta e reggiseno in autonomia e con rapidità. Non le vedevo fare una cosa del genere da quando aveva 14 anni, in una delle nostre prime sbronze, ma quella volta qualche stronza l'aveva fermata al reggiseno. Le tette erano come le immaginavo, belle tette tonde con i capezzoli larghi e scuri da bella morettina. Si mise in ginocchio e chiese ai ragazzi di avvicinarsi. Nessuno dei due aveva il cazzo duro. Mentre si avvicinarono provarono a risvegliarlo sbatacchiandoselo, ma non ci riuscirono senza la mano delicata di Valentina, che nella destra aveva Gigi e nella sinistra Ettore. 
- "Usa la bocca!", la incitò Stefano.
- "Non c'è scritto nel biglietto, quindi niente" fece notare sapientemente Valentina.
- "Si accontenteranno delle tette", disse ridendo Stefano, con un po' di amarezza visto che sentiva di aver "sprecato" il suo bonus. 

Valentina prese con le mani la sua onesta terza e la strinse attorno al bel cazzo lungo di Ettore. Cominciò a muoverle con grinta e attenzione al ritmo. Con forza da sopra verso sotto, poi lenta in risalita e di nuovo forte da sopra a sotto. Vide però che c'era troppo attrito, così prese in bocca il cazzo, lo inondò di saliva e se lo sbatté sulle tette per ricominciare a fare su e giù. Ettore non aveva un rapporto sessuale da anni, era già a rischio esplosione durante il veloce pompino, così, dopo un lungo periodo senza donne, le meravigliose bocce tonde di Valentina ci misero poco a far esplodere il missile. Sborrò in mezzo al petto e sulla tetta destra. 
- "Adesso tocca a te!", disse a Gigi ancora sporca di sborra.
- "Prima magari puliamo che dici?" disse con la solita aria spiritosa. 
- "O così o niente...", disse ancora con crudele (e finta) sufficienza Valentina. 
- "Dai! Ti prego!"
- "Allora pulisci tu!", disse Valentina che voleva solo divertirsi. E torturare la gente era una forma di divertimento per lei. 
Gigi, non ottenendo da me né da altri un fazzoletto, decise sbrigativamente di usare la sua maglietta per pulire la sborra dell'amico. Non volle più indossarla per tutto il resto della serata. Prima di iniziare Gigi si prese la licenza di baciare e leccare la tetta che non era stata inondata. Poi, dopo essersi tolto quest'altro sfizio, con molta più iniziativa di Ettore, sbatté il cazzo sul seno morbido e gonfio. Anche con lui non servì molto tempo, c'è da dire che Valentina era molto più calda e sfregava le tette con grande rapidità sul cazzo meno dotato di Gigi. La sborra sul capezzolo se la leccò via, regalandoci un'immagine che non dimenticheremo mai, quella che non riuscì a leccare la tolse con le dita e poi la ingoiò. Poi, dopo aver infiammato gli spiriti, si giustificò dicendo innocentemente: - "Solo perché non voglio sporcare il reggiseno!".

Seguendo lo schema di prima, Ettore selezionò un nuovo bigliettino. 
- "Al mio ex piacciono tanto: voglio una bella gangbang!". Capii subito, anche perché era l'unica "ex" presente, che si trattava di Carolina. Mio Dio! mi balzò il cuore, ero eccitato come un coniglio e allo stesso tempo preoccupato. Già da fidanzati avevo fantasticato, e molto velatamente proposto, di inserire altri cazzi nei nostri rapporti, ma senza ottenere, forse senza voler ottenere risultati. Ora non stavamo più insieme, ma ancora c'era un rapporto molto intimo tra di noi. Eravamo sempre insieme e tutti pensavano che fossimo di nuovo fidanzati. Gli amici sapevano che non eravamo ufficialmente fidanzati. Così quel biglietto colpì, non solo me, su diversi piani. Mi dava fastidio passare così per cornuto, ma non stavamo insieme, era la mia ex ma era anche la donna con cui continuavo a uscire e fare sesso, era anche una specie di migliore amica e in ogni caso ero eccitato. Ero anche agitato. Lei lo sapeva, forse voleva farmi male ed eccitarmi al tempo stesso. Mi conosceva bene.

Tutti gradirono il desiderio della ragazza e avanti tutti vogliosi di soddisfarla. Quando una ragazza esprime un desiderio così da troia è inevitabile che i ragazzi siano ancora più carichi e perdano un po' di galanteria. Soprattutto, in un secondo, era riuscita a trasformare 5 anni di una storia importante in un rapporto tra un cornuto e una troia, perché, sebbene non stessimo insieme, l'opinione su di lei era inevitabilmente cambiata. Non solo su quanto faceva quella sera, ma apriva una serie di dubbi e illazioni su quanto potesse aver fatto nel suo passato da mia fidanzata. E sempre in un secondo, era riuscita a chiudere ogni possibilità rimasta aperta di rimetterci insieme, come avrei potuto rimettermi dopo che si era scopata chiunque con me presente e partecipante? Fossero stati sconosciuti sarei stato praticamente contento, ma con gli amici era diversa. Ma non era un problema che mi sfiorò per più di mezzo secondo. Si passò quasi subito ai fatti, spensieratamente.

- "Antonio, mi porti una birra?", mi chiese.
- "Non hai bevuto abbastanza?"
- "Dai, vi farò divertire di più"

Portai la bottiglia da 33cl che le servì più per spompinarla che per bere, poi chiese: - "Chi ne vuole un goccio?", nessuno voleva la birra in quel momento, ma non avevano capito il gioco.
- "Dai, Stefano, vuoi?"
- "Ok, un goccio"
- "Vieni a togliermi la maglietta se la vuoi", disse ammiccando ubriaca.

Stefano e Gigi nella prima adolescenza erano innamorati persi di Carolina. Alla fine riuscii a spuntarla io. Adesso, in una notte, riuscivano a realizzare una serie di sogni, e in particolare ci riusciva Stefano, che non avendo potuto esprimere nulla di spinto verso altre ragazze, con la carta giocata da Carolina, poteva scopare quella che era stata un suo chiodo fisso a 14 anni. 

Stefano, ottenuto l'inevitabile via libera di Sara (lo spirito del falò non poteva essere spento), andò a guadagnarsi il suo sorso di birra, sfilando la maglietta nera e attillata della mia ex. 

- "Adesso chi la vuole?" chiese brandendo la bottiglia. Troppi pretendenti, mancava un ordine e Carolina privilegiò Valentina, che dovette toglierle il reggiseno per poter bere. Giuro che è stata la scena più sexy a cui avevo assistito fino a quel momento. Valentina in reggiseno che spogliava la ragazza che ho sempre amato e che si apprestava a essere scopata dai miei amici. Dopo Valentina fu Chiara a meritarsi il goccio di birra, il prezzo furono i leggins. Sara, che aveva rimesso il reggiseno, le sfilò il perizoma. 

La birra non era finita, rimaneva un sorso, ma Carolina, rendendomi estremamente fiero, bagnò le labbra della figa e si infilò il collo della bottiglia, si masturbò pochi secondi, e poi chiese con la voce eccitata ed eccitante: - "Chi la finisce?". Di fronte alla voglia di tutti mi guardò e, chiamandomi 'amore', decise che l'avrei dovuta finire io.

- "Tutti nudi!" ordinò Carolina.
E tutti ci spogliammo, ci avvicinammo a Carolina, e, come se fosse naturale, io e lei ci baciammo. Tutti ci avvicinammo come api al miele, ma lei ci fermò immediatamente. Voleva guidare lei! Ci fece mettere in piedi uno di fianco all'altro, come nelle foto di squadra. Ettore, io, Gianluca, Stefano, Gigi. Puntò dritto per dritto ai cazzi. Sottolineando la scelta, comunque visibile: - "Ecco i miei cazzi!". Si avvicinò a quello di Gigi, che era il più piccolo e lo fece rizzare rapidamente con pochi baci, dai baci arrivò alla lingua e poi strofinò un poco il seno. Era bello duro, poté quindi passare avanti. Fece lo stesso con Stefano, ma lui aveva una bestia e a lei piaceva di più leccarglielo. Non solo era lungo, ma aveva anche una cappella particolarmente grossa, quasi quadrata. Le piaceva tanto tenerla in bocca e giocare con la lingua. Si trattenne di più, ma il senso di democrazia e soprattutto la voglia di cambiare la portò a Gianluca, che aveva un bel cazzo, completamente depilato, non grosso come il precedente, ma con l'erezione si dimostrò più lungo di quanto potesse sembrare da moscio. Con lui Carolina si divertì soprattutto a leccargli le palle. Due belle palle lisce profumate (da quanto mi ha detto in seguito lei). Poi toccò a me, ero l'unico circonciso, ma mi conosceva già e non godetti di particolari attenzioni. Passò a Ettore, l'unico con gli addominali. Ettore aveva anche un cazzo degno per lunghezza di quello di Stefano, ma senza una cappella spropositata. Si concentrò soprattutto nel leccare gli addominali mentre lo masturbava strusciandogli le tette addosso. 

Poi ci passò in rassegna i culi, il mio era quello che le piaceva di più lo mordicchiò un po', palpeggiò e sculacciò gli altri, e finalmente fu pronta a farsi scopare. Si distese sul divano-letto e aprì le gambe. Chiamò a sé Gigi che iniziò a leccargliela avidamente, sapeva di birra. Poi volle avere vicino alla bocca, uno a destra e l'altro a sinistra, Stefano e Ettore. Io e Gianluca ci concentrammo sulle tette, sapevo quanto amava farsele toccare: l'unica volta che mi confessò un tradimento aveva ammesso di aver dato le tette al suo amante. Questo è quello che mi ha detto, forse è andata oltre ma non lo so. Sapevo quindi che se per pochi giorni, per qualche motivo, non potevo massaggiarle a dovere le tette impazziva. 

Pochi secondi tra cazzi in bocca e massaggi alle tette bastarono a farle invocare il cazzo di Gigi, che subito obbedì. Assolutamente non soddisfatta dall'avere due cazzi a portata di bocca, chiese a Gianluca di andare dietro di lei, così allungando la testa all'indietro poteva assaporare anche il suo. Ancora ingorda, desiderosa di battere ogni record di troiaggine, mi fece mettere cavalcioni all'altezza del seno in modo da avere, facendo solo un piccolo sforzo con il collo (sostenuto peraltro da chi le stava dietro), anche il mio cazzo a disposizione, una volta preso quello a ore 12, quello a ore 3 e quello a ore 9. Un quadrante di cazzi mentre il quinto stava facendo il suo meglio per dire la sua. Venne dentro la figa. Dopo di lui si precipitò Stefano, che non vedeva l'ora. E un po' frenato dalla sborra colante, tentò inutilmente di addentrarsi nelle retrovie, ma immediatamente, a buco del culo appena sfiorato, Carolina chiuse, anzi blindò, quella porta mai aperta. Indirizzò subito Stefano con un accorto "Più su". 

Stefano accettò e iniziò a sfondare letteralmente la figa non sufficientemente allargata dal precedente membro. Carolina aveva capito però che per il bene delle scopate successive non poteva farsi inondare la figa. Così quando Stefano fu pronto lo chiamò a sé e si fece sborrare in bocca, cosa che Stefano amava, visto che passava dal non ricevere mai un pompino da Sara, a riceverne più di uno e poter anche venire in bocca.  Gigi si era messo in parte a riposare, Stefano era assolutamente esausto e lo aveva raggiunto, io avevo iniziato subito a scopare la mia ex. Essendosi liberato un po' di spazio, e non sentendosi del tutto fuorigioco, Gigi si avventò su entrambi i seni, con i quali stavo un po' giocando io nel frattempo. Gli scappò un: -"Da quanto tempo volevo farlo!", che se sul momento non ebbe nessun effetto, ripensandoci in seguito un po' mi seccò, anche se già lo sapevo. 

Gigi era tornato duro, e mentre io avevo abbandonato la scopata senza essere venuto, col solo ed unico scopo di conservare il meglio di me per il mio ben più faticoso desiderio, il mio "amico" si concesse una spagnola, per modo di dire. La seconda di seno non si presta bene, e a pancia in giù ancora meno, ma ci fu un bello sfregamento tra tette e cazzo che non portò ad una sborrata (sarebbe stata la terza, richiedeva più tempo). Il mio posto nella figa lo prese Ettore, così Gianluca poté godersi tutto solo la bocca piccola e carnosa della mia ex. 

Carolina, stanca di rimanere nella stessa posizione chiese un cambio, con un allegro "A pecora!". Allora Gigi si piazzò sotto, e sfruttando la gravità la spagnola si rivelò un po' più efficace, il suo cazzo era bello duro e sembrava pronto a venire. Ettore, ancora, non durò a lungo. Grosso sì, ma aveva bisogno di un po' di allenamento. Gianluca allora andò a scopare per ultimo Carolina, sempre a pecora. Gigi si godette un pompino e venne in bocca. Ingoiò tutto. Gianluca durò un po' di più, l'orgia era diventata un tu per tu, quasi triste. Andai io a portare un po' di compagnia, mettendomi sotto la pecorina e giocando ora con le tette, ora stimolando il clitoride, altra cosa che spesso mi richiedeva di fare la mia ex. Quando venne Gianluca, Carolina aveva finito da almeno 5 minuti. Era stremata e non fu molto attiva per il resto della serata. Rimase nuda, semidormiente sul divano, a fianco a Gigi che di tanto in tanto le poggiava la testa sulla spalla, a un dito dal seno, vedendo così come sarebbe stata parte della sua vita se, molto poco verosimilmente, lei avesse scelto lui. 

-continua-
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