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Un guardone in famiglia


di pato3
28.12.2013    |    72.667    |    5 9.5
"La prima volta che accadde sborrai nelle mutande e le tenni sporche fino a quando non tornai a casa e le feci sparire..."
Mia zia Giulia è una donna fantastica, madre affettuosa e moglie attenta, fa la professoressa d'inglese alle superiori. Mia madre in estate mi lasciava spesso dalla zia Giulia, siccome lavorava, mentre la zia poteva temermi il più delle volte. Posso quindi dire che ho un ottimo rapporto con mia zia, è stata molto presente nella mia crescita. Oggi è una donna di 52 anni, con due meravigliose figlie di 26 e 24 anni, Sonia e Maria. Io ho 23 anni e una fidanzata, ma questo non mi ferma dal continuare a fare quello che ho sempre fatto. 

Ho iniziato a 12 anni a scoprire la bellezza del buco della serratura, a 14 a  unire questa passione con la nuova passione di masturbarmi. Come facevo? Facile, mia madre mi lasciava molto presto per andare a lavorare, mia zia si svegliava appena arrivavo io, mio zio Gianni, suo marito, usciva presto per lavorare, le ragazze invece o andavano al mare oppure dormivano fino tardi; insomma quando mia zia era in bagno a farsi la doccia potevo agire indisturbato. La doccia se la faceva quasi subito dopo che arrivavo, in modo da essere pronta per uscire con me a fare spesa o altre cose noiosissime. Non la spiavo quotidianamente, ma spesso e volentieri; e non tutte le volte mi masturbavo, ma quando ero particolarmente ispirato. La prima volta che accadde sborrai nelle mutande e le tenni sporche fino a quando non tornai a casa e le feci sparire. 

Ormai ero grande e andavo da mia zia più per affetto che per necessità. Una mattina mi spinsi oltre, infatti non la spiavo nel collaudato bagno, ma rischiai: era in camera da letto. Era vestita, attendevo che si spogliasse ma ricevette una telefonata, temendo di essere scoperto mi allontanai, ma udivo le parole di zia: "Ciao...sì mi sto preparando per andare in doccia, ho mio nipote a casa, dopo andiamo al centro commerciale...sì sì proprio lui, quello che mi spia in bagno...no ma è così tenero, poi lo faceva da piccolo, ora non so se lo fa ancora..."

Incredibile, tutte le mie illusioni sulla mia bravura nel non farmi beccare, come un ninja silenzioso, erano tutte false. Sapeva tutto. Divenni rosso come un peperone. Andai di corsa in soggiorno, mi calmai, e pensai che sì era imbarazzante, ma d'altro canto era molto carino che lei non mi avesse mai rimproverato e mi avesse fatto godere sapendo di essere guardata; forse se non mi avesse mai beccato non si sarebbe messa in certe posizioni che solo ora mi sapevo spiegare. Mi restavano ancora alcune domande: con chi stava parlando? E soprattutto a quanti aveva detto quelle cose abbastanza intime?

Tornai sopra, sentivo l'acqua e la porta del bagno era chiusa. Mia zia doveva essere dentro, così sbirciai rapidamente, era l'acqua della vasca a correre, non quella della doccia. Meccanicamente mi abbassai i pantaloni, non avevo notato che lei però non c'era, o meglio pensavo fosse semplicemente fuori dal mio campo visivo e questo mi eccitava di più, perché attendevo il suo ingresso in scena da un momento all'altro. In realtà non era ancora dentro, mi sorprese, con un asciugamano che la copriva dal seno ai fianchi, in mutande: "Ma cosa stai facendo?" strillò. Io feci un balzo in avanti, spaventatissimo non me lo aspettavo davvero, mi ricoprii subito, volevo fingere indifferenza ma non potevo di fronte all'evidenza. Provai ad abbozzare qualche scusa ma lei mi interruppe: 

"Ancora? alla tua età?"
"Zia, stavo solo cercando di vedere se era già occupato perché volevo andare in bagno"
"Guarda che lo so, sono anni che mi spii"
"E perché non mi hai mai detto niente?"
Con un sorriso quasi materno mi spiazzo dicendomi: "Perché piace anche a me...ti piaccio tanto?"
Non risposi, ma annuii abbassando la testa. Lei mi abbracciò stringendomi al suo petto che reggeva precariamente l'asciugamano, poi mi scostò per guardarmi negli occhi, e ristringendomi a sé l'asciugamano abbandonò il seno sinistro. Era però così affettuosa da non lasciare che un simile inconveniente interrompesse quel momento di dolcezza familiare. 
"Ma ti masturbi ogni volta che mi spii?"
"Non sempre."
"E scusa la curiosità, ma dove...ecco...come dire...dove finisci?"
"Finisco?"
"Dove...spruzzi?!"
Arrossii. Non risposi subito, ero eccitato. Forse lo riusciva a sentire, intanto il seno scoperto aveva il capezzolo eretto. "In un fazzoletto zia".
"Io devo lavarmi, oggi e solo per oggi puoi guardarmi senza dover spiare, dato che non c'è nessuno". Lasciò cadere l'asciugamano, entrò in bagno, sfilò le mutande e si immerse nella vasca. 
"Che aspetti? Siediti lì" indicandomi il wc. 
Non potevo crederci, ero estasiato, non ero di certo un timidone, sì era pur sempre mia zia e questo mi frenava prima, ma adesso che avevo visto quello che avevo visto e sentito quello che avevo sentito...adesso non c'era spazio per la timidezza. Presi il mio cazzo in mano come fosse una pesante spada e mi accomodai nel cesso.

"No, no cosa fai? Non ti masturbare"
Ma come? Cosa voleva che facessi? Per quale motivo mi invitava a guardarla se non potevo masturbarmi? Obbedii senza dire nulla. E aggiunse: "Non vorrai forse stancarti? Siediti qui" e mi indicò il bordo della vasca. "Metti una mano qui tra le bolle". Non me lo feci ripetere due volte, trovai il pelo castano sofficissimo reso ancor più morbido dall'acqua calda e dalla schiuma.

Mia zia approfittò della situazione per fare un po' di conversazione, per scaldare di più l'atmosfera.
"Hai ancora quella fidanzatina?"
"No zia mi ha lasciato!"
"Ma l'avete fatto?"
"Sì, ma diceva che le facevo male, quindi non lo facevamo tutte le volte che volevo io."
"Dio, che ragazzina inesperta. Prima non l'ho visto bene, è tanto grosso?"
"Te lo faccio vedere?"
"Non è il caso, poi lo so già che non mi trattengo."
"Ma zia, ti sto masturbando e ce l'ho duro..."
"Tu continua, non preoccuparti"
La masturbavo e la conversazione continuava, "Come mai ti ha lasciato"...eccetera. Io con la mano libera mi toccavo il pacco, senza disubbidire alla zia e quindi con il pene ben coperto.

Il seno fluttuava per metà fuori dall'acqua ma un po' coperto dalle bolle di sapone.
"Cosa ne pensi delle mie tette?"
"Mi sono sempre piaciute, sembrano molto sode."
"Vuoi sentirle?"
Non risposi a parole, neanche finita la domanda avevo già un seno tra le mie mani, grosso e sodo. 
"Zia non ce la faccio più, ce l'ho duro!"
"Tesoro, non possiamo scopare, cosa vorresti fare?"
"Come no? Dai ormai!"
"No no! Fuori discussione, dai ti fai una sega mentre mi tocchi, nulla di più!"
Non me lo feci ripetere due volte, in ginocchio a bordo vasca mi masturbavo e masturbavo mia zia. Poi freneticamente la mia mano destra, addetta al cazzo, passava per pochi secondi a un seno prima di ritornare al cazzo. Lei ostentava piacere nel farsi toccare ma pur sempre con distacco, sembrava decisa a continuare il bagno senza intervenire.

Dovevo venire e ero deciso a farlo nell'acqua della vasca, mi alzai e puntai lo schizzo all'altezza delle cosce di lei, sicuro di non sporcarla. Non fece in tempo a dire "Nooo!!" che io avevo già sparato ad occhi chiusi. Avevo preso anche il muro, fortunatamente di mattonelle, quindi si pulì immediatamente. 

"Giovanotto ce l'abbiamo ancora duro eh?" mentre lo chiedeva era seduta, il seno era quindi totalmente scoperto, bagnato e reso più eccitante dalle bolle del bagnoschiuma. Aveva una nuvoletta densa sul capezzolo destro, mi faceva impazzire, e giovane e inesperto com'ero non potevo di certo essermi ammosciato. 

"Lo sapevo io..." disse e me lo prese in bocca.
"Oddio...oddio...oddio" dicevo io.
"Cazzo se è grosso! Il mio nipotino"
"Oddio..." a bassa voce godendo.
"Stai pregando?" disse ridendo, col cazzo in mano vicino alla bocca. 
Guardarla mi faceva venire da dire solo "Oddio". Le toccavo le tette, avevo già in mente cosa avrei fatto, che lei l'avesse permesso o meno. 

La agguantai dalla fica per farla alzare. 
"Cazzo vuoi fare?" chiese un po' infastidita. 
"Ti scopo!"
"Sì, come no, scordatelo, adesso te lo succhio e poi si esce."
"Ti scopo ho detto!" e le mettevo tre dita nella figa, spingendo forte. Non poteva rispondere, diceva solo qualche no, e poi lo alternava a dei sì. Quattro dita, a fatica. L'avevo fatta sedere al bordo della vasca e ora ero io dentro la vasca in piedi. Appoggiata con la testa al muro rivolta verso l'altro accettava la mia violenta masturbazione totalmente sottomessa. Tutte per me le sue grosse tette che sembravano anche più grosse per la posizione assunta. Ci mettevo la faccia in mezzo, le leccavo, le mordevo, le schiaffeggiavo. La stavo prendendo per scoparla ma si oppose vigorosamente.

"Mettimelo nel culo". Si mise a pecorina dopo aver aperto il tappo della vasca per lasciar defluire un po' di acqua. "Mettimi il Johnson's baby, è lì. Mettilo nel culo prima di infilare il cazzo amore". Obbedii, prima di penetrarla col cazzo le aprii l'ano con le dita, per pochi secondi. Poi il mio cazzo finalmente. Purtroppo però pagavo l'inesperienza e l'emozione, sentivo subito il bisogno di venire, mi sforzavo di trattenermi. Mi piegai sulla sua schiena, cercai le sue tette con le mani, le strinsi fortissimo e venni nel culo.

Ero venuto per la seconda volta, non riuscivo a tenere l'erezione. Colpii ancora qualche secondo ma poi dovetti arrendermi. Mia zia era abbastanza delusa, ma comprendeva la mia situazione. 

"Bisogna allenarsi tesoro mio!"
"Non è facile, non saprei con chi farlo."
"Capisco, provo a rianimarlo intanto..."

Ricominciò a succhiarmi la cappella mentre mi faceva una sega e mi palpava le palle nel tentativo di risollevare il mio pene. Sempre dentro la vasca, io seduto, lei accovacciata. Vedevo sgorgare dal suo culo il mio liquido. Ci mise un po' ma ero di nuovo pronto. 

"Ok adesso sto sopra, quando stai per venire me lo dici, ok?"
"Ok."
Con ancora la mia sborra nel culo mista al Johnson's baby si voltò per sedersi su di me, inserendosi molto lentamente il cazzo di nuovo in culo. Era perfettamente dentro, andava piano, quasi ferma. Poi si fermò davvero e mi disse:
"Passami il soffione!", glielo passai;
"Apri l'acqua", fatto;
"Al massimo". 
Se l'era puntato sulla fica, col getto fortissimo, godeva moltissimo e aveva ricominciato a muoversi su e giù col mio cazzo sempre dentro e duro. 
"Stringimi le tette dai!" gridò improvvisamente. 
Mentre lo facevo, le mordevo le spalle, le leccavo la schiena. Stringevo quelle tette muovendole in modo circolare ancora ricordo il senso: la destra in senso antiorario e la sinistra in senso orario. 

"Adesso masturbarmi!" sempre con un grido improvviso e voglioso. La mia mano lavorava in sintonia con il getto d'acqua. La mano di zia mi venne in soccorso facendomi lavorare sul clitoride, poi sempre la sua mano prese il soffione e lo spinse ancora più forte contro la fica. 

"Amore spingi con me!", sempre guidandomi, le nostre due mani spingevano il soffione piano piano dentro la fica, non credevo lo stesse facendo davvero. Invece sembrava poter entrare. Quando finalmente era tutto dentro l'acqua usciva con forza dalla fica e sembrava uno di quei film che amavo guardare già all'epoca con lo squirting. Ma era solo acqua. 

Intanto ero venuto per la terza volta, per la seconda nel suo culo. Lei però non se ne era accorta, io restavo dentro, lei era immobile concentrata com'era nel piacere vaginale. Quando si stancò si alzò, sfinita stravolta, perdeva liquidi da ogni orifizio, si mise a riposare a quattro zampe davanti a me, così di fronte avevo questa pecorina tutta aperta, bagnata e gocciolante. Mi guardò da sotto e mi sorrise e scherzando mi chiese se volevo pulirla. Io invece la presi sul serio e con l'acqua le pulii il culo. Allora lei mi disse: "No così non vale, devi leccare". La sborra non c'era più, e leccai a fondo. Poi pian piano ci vestimmo e andammo a fare quello che dovevamo fare.
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