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Alice e i due rifugiati


di pato3
19.07.2017    |    32.517    |    5 9.1
"D'altronde, non ci interessava molto altro..."
Ultimamente nel nostro paesino, si vedono parecchie facce nuove. Giovani ragazzi di colore spuntati dal nulla. Due in particolare hanno colpito l'attenzione mia e di Alice, la mia ragazza. Questi due ragazzi se ne stanno ore intere seduti su una panchina di fronte ad un bar e ad un centro scommesse, con i telefonini in mano. Probabilmente perché lì prende il wi-fi. Ne abbiamo notato un altro, più industrioso, l'abbiamo visto portare un paio di volte la spesa in bicicletta, i muscoli delle spalle e delle braccia sono strepitosi. Ma quest'ultimo non è facile da intercettare come quegli altri due perdigiorno.

Un pomeriggio io e Alice ci fermammo a parlare con loro. Non sapevano l'italiano e parlammo in inglese. Fui molto diretto. D'altronde, non ci interessava molto altro.

"Come state?"

"Bene, grazie"

"Vi va di venire a casa con noi?", si guardarono come stupiti da una simile proposta. Allora aggiunsi: "Mi piacerebbe vedervi scopare con la mia ragazza!"

I due scoppiarono a ridere e mi chiesero: "Sei sicuro?"

"Beh, se non avete armi e avete il cazzo grosso, sono sicuro"

Continuarono a ridere. Uno dei due si alzò, girò le tasche della tuta e mi disse: "Non ho neanche soldi, figurati armi".

L'altro fece lo stesso e aggiunse: "Neanche preservativi".

"Adesso mancano da vedere solo i cazzi", intervenne Alice, rompendo il silenzio.

"Tocca", disse uno.

Alice mise discretamente la mano sul cavallo di entrambi. E direi che cavallo è la parola azzeccata. Mi guardò con un sorriso e mi disse: "Sono enormi già da mosci. Questi mi distruggono".

Ci incamminammo verso casa mia. Alice era eccitatissima. Non era la prima volta che facevamo una cosa del genere, ma era la prima volta con due ragazzi di colore. E il fatto che non capissero una parola della nostra lingua, che non ci conoscessimo minimamente, la eccitava ancora di più.

Entrati in casa, lei andò subito in camera da letto. Nessuno di noi voleva perdere tempo. Il tempo di raggiungerla in camera e la trovammo in mutande e reggiseno, intenta a sganciarselo. Cambiò idea. Si avvicinò a uno dei due ragazzi, che per comodità chiamerò A (confesso che non abbiamo nemmeno chiesto come si chiamassero). A dimostrò di avere confidenza con i reggiseni e lo sganciò immediatamente. Alice lo lasciò cadere a terra e sia A che B si misero a palpeggiarla.

Lei è bellissima. Ha 24 anni, è alta poco meno di 1 metro e 70, pesa 49 kg e ha due tette formidabili. La terza. Culo piccolissimo e sorriso fantastico. Occhi verdi e capelli castani. In Africa non se ne vedono molte così. I due, con una mano, stringevano saldamente la carne gonfia dei seni di Alice, e con l'altra si abbassavano i pantaloni.

"Prendi il righello", mi disse lei. "Questi due vanno misurati".

Mi assentai due minuti, tornai in camera e la vidi in ginocchio che segava entrambi.

"Dove sono i preservativi? così inizio anche a succhiarli".

Le passai righello e preservativi. Misurò A. 26 centimetri in erezione. Misurò B. 24. Mise i preservativi ad entrambi ed iniziò a succhiare quei cazzoni. A turno, con frenesia.

"Cosa volete farmi?", chiese lei mentre succhiava.

I due, inebetiti dal pompino, non risposero. Così glielo chiesi io. Risposero, ma non a parole. La alzarono di peso e la buttarono sul letto.

"Nella figa?", chiese A26.

"Fate tutto quello che volete con me".

Io iniziai a masturbarmi sul bordo del letto. A26 iniziò a leccarle la figa, mentre B24 si era messo sopra la sua testa, in posizione da piegamenti e glielo infilava in bocca. Entrambi avevano ancora le magliette. Alice la alzò a B24 per potergli tastare gli addominali mentre la sua bocca era occupata a farsi riempire.

A26, vedendo che l'addominale era gradito, si tolse la maglietta, smise di leccare, anche perché laggiù ormai era un lago, e si allungò sopra di lei, col cazzo sulle labbra della figa, che premeva pronto ad entrare, gli addominali che sfioravano la pancia di lei, mentre lui le baciava il collo.

Poi improvvisamente spinse ed entrò dentro. Alice gridò, ma l'urlo era smorzato dal pompino. Iniziò a mugolare "Ahhhh, Uhhhh", tanto che per prendere il respiro dovette togliersi il cazzo di bocca. Il suo viso era contratto dal piacere, forse un po' doloroso. Adesso che il cazzo di B24 non era più nella sua bocca, lei lo teneva stretto in mano, come se avesse bisogno di stringere qualcosa mentre quell'altro la trapanava.

Quando smise di sentire dolore e iniziò a provare solo piacere, riprese il cazzo in bocca e quando ricominciava a segarlo aveva il sorriso stampato sulla faccia. Gli occhi erano rimasti chiusi, per apprezzare meglio il cazzo di 26 centimetri che faceva avanti e indietro dentro di lei.

"Cazzo amore, tutti così dovrebbero essere gli uomini", mi disse. Sapeva che non poteva ferirmi quella frase. Sapeva che mi eccitava soltanto. Allungò una mano verso di me, che ero rimasto a masturbarmi sul bordo e mi toccò il cazzo.

"Cos'ha detto?", mi chiese B24.

"Vuole essere chiamata 'puttana bianca'", mentii io, sapendo che l'insulto era la ciliegina sulla torta. A quel punto si susseguirono una serie di "white bitch", "white slut" e così via, in un inglese tipicamente africano.

B24 reclamò il suo diritto alla figa. A26, sebbene piuttosto restio a concederlo, si sfilò, a malincuore, la fece mettere a pecora, le diede una sculacciata decisa e fece a cambio col suo amico. Camminò accanto al letto per raggiungere la bocca di lei. A26 in bocca e B24 in figa, da dietro.

Il ritmo era perfetto, e così pure la sincronia mentre la sbattevano avanti e dentro, dentro e fuori, figa e bocca. A tratti aumentavano. Per pochi secondi, perché poi gli "Ahh, uhh" soffocati di Alice erano tali da farci capire che stava per perdere nuovamente il respiro. Ma loro non si fermavano, le concedevano una piccola tregua rallentando e offendendola in inglese, a parte quando dovevano dirle 'puttana', conoscevano la parola italiana.

"Sei una vera puttana!", disse A26.

"Puttana bianca, pompinara!", aggiunse B24.

"Hai capito, amore? Sei una puttana!", le dissi.

"Che bella scoperta!", disse col cazzo sulle labbra.

Dopo un poco si tolse il cazzo di bocca solo per dirmi di farle una foto, col suo telefono rigorosamente. Non voleva che avessi foto sue in quelle condizioni. Dopo la foto si tolse il cazzo di bocca e pretese un bacio. Bacio che ovviamente avevo voglia di darle. Purtroppo la bocca non sapeva di cazzo ma di lattice. Però limonammo lo stesso un bel po’. Col cazzo di A26 a pochi centimetri dalla mia faccia. Rideva.

"Sa di lattice", le sussurrai.

Lei prese per il cazzo A26, e iniziò a leccare dalla base fino all'ombelico. Poi gli leccò le palle, tenendo il cazzo verso l’altro

"Adesso di cosa sa?”, mi chiese e mi baciò di nuovo.

“Di nero!”. Era vero, la sua bocca aveva un sapore diverso.

Dopo queste smancerie, mi infilai sotto di lei. Iniziò a succhiarmi il cazzo. Intanto mi godevo la vista di B24 che entrava ed usciva, mi godevo il profumo della figa fradicia. Lei prese il cazzo di A26 e lo avvicinò al mio. Li fece toccare. Prese la cappella di entrambi in bocca insieme. Poi ricominciò a succhiarli uno alla volta.

Dopo un po’, B24 la fece girare. Mi guardò e mi disse: “Ti piacerà”. Mi piazzò un cuscino sul petto e mise Alice con le gambe aperte sul cuscino. “Tieni giù la testa”, mi disse B24. Le sbatté di nuovo il cazzo nella figa, alzando di poco la testa le palle mi strisciavano sul naso. Avevano un bellissimo odore di maschio. Quando ci sfioravamo si alzava un poco oppure mi teneva giù la testa con la mano.

Si fermò per leccare la figa, brevemente, e poi la fece leccare a me. Si diedero ancora il cambio e A26 tornò nella figa.

“Questa puttana bianca tra poco mi fa venire”, disse A26.

“È una brava troietta! Prendilo in bocca troietta! Prendilo in bocca!”, disse B24.

“Stai per venire?”, chiese lei.

“Non ancora. Vuoi la mia sborra?”

“Non ancora. Voglio il tuo cazzo!”

“Quanto mi piace questa puttana!”

Sopra di me avevo cazzo e palle di quel maschione. A pochissimi centimetri lo vedevo entrare ed uscire tutto. Stretto in quel preservativo bagnato. Dissi ad Alice, in italiano, che avevo una gran voglia di prendergli le palle in bocca.

"Leccagliele, amore!", mi disse lei.

"Non credo voglia"

Alice alzò la testa per guardare A26, si tolse per un secondo il cazzo di bocca, giusto il tempo di chiedere se potevo leccargli le palle, e senza attendere la risposta lo riprese di nuovo in bocca.

"Solo se le prende tutte in bocca, si mette il tuo reggiseno e dice di essere una puttana come te".

Detto, fatto. Mi sfilai da sotto la mia ragazza, indossai il reggiseno, mi misi in ginocchio, dissi quello che dovevo dire e presi in bocca quelle due grosse palle gonfie e nere. Mentre lavoravo le palle, Alice si era essa a pecora per guardarmi bene e lo stava prendendo dall’altro.

Io venni facendomi una sega con le palle di A26 in bocca. Continuai a leccargliele finché venne anche lui. E poco dopo B24 si sfilò dalla figa, tolse il preservativo e sborrò sulla schiena di Alice. A26, ispirato dal gesto dell'amico svuotò il preservativo sulle tette di Alice.

"Puoi fare una foto anche di questo", disse.
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