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Il sugo di zia Franca


di pato3
05.05.2012    |    83.434    |    1 9.7
"Il giorno dopo mentre la zia cucinava andai in perlustrazione con mia sorella alla ricerca dell’oggetto misterioso..."
La nostra famiglia è sempre stata normale, ma alla fine chi può dire veramente cos’è la normalità?
Oggi ho 27 anni, non vivo più a casa con la mia famiglia e non ho rapporti con nessun familiare se non con mia zia Franca. Lei viveva con noi da quando suo marito era morto abbastanza giovane in un incidente d’auto.
In casa eravamo tre fratelli, me compreso, mia sorella, mia madre, mio padre e mia zia, la sorella di mia madre. Io sono il più giovane di tutti, mia sorella Giovanna ha due anni più di me, mentre Carlo e Beppe hanno rispettivamente sei e otto anni più di me.
La zia rimase vedova a soli 28 anni, si trasferì subito da noi, all’epoca io avevo 10 anni, era una zia sì, ma era molto giovane e con noi, i suoi nipotini, aveva un rapporto quasi da sorella maggiore o da cugina. Non aveva figli, eravamo noi la sua famiglia.
E’ obbligatorio che io descriva le caratteristiche fisiche di mia zia, che tra l’altro assomiglia incredibilmente a mia madre, l’unica differenza era data dai nove anni e dai quattro figli di differenza, e dalle conseguenti ripercussione sul fisico, che tuttavia mia madre nascondeva abbastanza bene.
Zia, una donna non più alta di un metro e 65 centimetri, mora, la classica bellezza mediterranea, era dotata di un seno che oltre ad essere generosamente grande, sembrava essere quasi rifatto tanto era sodo. La cosa che rendeva quel seno apparentemente enorme era il contrasto con il suo corpo esile, era magra e con le braccia fine. Il fondoschiena era leggermente grosso, ma piaceva perché era alto nonostante iniziasse a mostrare qualche segno di decadimento.
La zia pur essendo una bella donna non frequentò mai altri uomini dopo la morte del marito, quando non era a lavorare si occupava di noi e della casa, era anche un’ottima cuoca.
Certamente la zia doveva pur sfogare i suoi bisogni femminili, la prima volta che la vidi dedicarsi a quest’attività avevo 12 anni e con mia sorella giocavamo a nascondino, cercavo un nascondiglio e passando davanti la camera della zia sentii dei gemiti, guardai nel buco della serratura, zia Franca era seduta alla scrivania un po’ svestita, leggermente chinata in avanti con una mano tra le gambe e l’altra sul seno. La mano che aveva tra le gambe stringeva qualcosa che lì per lì non avevo capito cosa fosse. Il giorno dopo mentre la zia cucinava andai in perlustrazione con mia sorella alla ricerca dell’oggetto misterioso. Mia sorella, che a 14 anni già aveva una buona base di teoria sul sesso, aveva capito che genere di oggetto stessimo cercando e mi spiegò a cosa serviva e perché la zia lo usasse. Ebbi così la mia prima erezione, grazie a mia zia e alle spiegazioni di mia sorella, la quale mi spiegò anche cosa fosse un’erezione e cosa generalmente si facesse per farla passare.
Il vibratore non lo trovammo ma ne parlai a mio fratello Beppe, era il più grande e lo vedevo come un’autorità, aveva 19 anni era un adulto. Mi disse che era normale che la zia facesse quelle cose siccome è una bella donna ed era molto tempo che non faceva l’amore.
Da quel giorno diventò un’abitudine per me masturbarmi guardando mia zia farsi la doccia. Il suo pelo bagnato, vederla insaponarlo e strofinarlo mi faceva quasi sempre venire molto velocemente. Altre volte venivo mentre strofinava le tette, altre ancora, quando ero particolarmente resistente venivo solo alla fine della doccia, quando si asciugava le parti intime. Era veramente facile per me spiarla, il bagno era al piano di sopra e tutti stavano quasi sempre di sotto, ero quindi quasi sempre indisturbato, e se per caso qualcuno stesse salendo le scale avevo tutto il tempo di accorgermene e sparire in camera mia. Altre volte riuscivo anche a spiarla dalla terrazza, specialmente in estate quando lasciava la finestra semi aperta.
Avevo quasi 15 anni, in tutti quegli anni non avevo smesso di spiare mia zia, quando un giorno in camera sua non era più sola. Era con mio fratello Carlo. Rimasi scioccato lì per lì, credevo che certe cose non fosse lecito farle in famiglia. Carlo era ormai adulto, studiava all’università ed era anche fidanzato con una bella ragazza che frequentava scienze politiche con lui. Evidentemente la zia era stanca di fare tutto da sé e aveva trovato, in uno dei suoi cari nipotini, un amante. Ciò che vidi mi sembrò inizialmente terribile, ma poi mi eccitai, e non considerai i due come dei miei familiari, ma semplicemente due corpi belli e sensuali, anche quello della zia che si manteneva giovane e bella. La scena era eccitante: mio fratello stava leccando la fica di mia zia mentre lei gli accarezzava i capelli e di tanto in tanto spingeva la testa di Carlo contro la sua passera eccitata.
Mio fratello cominciò a masturbarsi con grande foga e continuava a leccare, non capivo come mai la zia non si prendesse cura del pene di Carlo, non era una gran cosa il suo membro, non gliel’avevo mai visto e da quello che riuscivo a vedere mi sembrava molto più piccolo del mio, che da poco si era sviluppato di colpo nel corso della pubertà.
“Non venire per terra” fu l’unico avvertimento ansimato da mia zia, la quale aveva goduto non poco ed era quasi soddisfatta, anche lui era pronto e sparò con la sua piccola pistola sulla pancia di zia Franca. Corsi in camera mia, dovevo sborrare anche io.
La cosa mi aveva divertito, e anche se inizialmente avevo giudicato la tresca come qualcosa di moralmente orribile, mi ero eccitato troppo e volevo anche io approfittare della fame di mia zia per fare le prime esperienze con una donna vera.
Ero sicuro di me, perché avevo visto che potevo dare alla zia molto di più di quello che poteva dare Carlo.
Come ho già detto prima mia zia era un ottima cuoca, una domenica mattina erano tutti a messa, tranne me e mia zia, io rimasi a casa a causa di un po’ di febbre, lei aveva preferito fermarsi per cucinare. Mi svegliai convinto di essere solo in casa, non mi vestii e scesi in cucina con addosso solo una maglietta. Avvicinandomi mi ero accorto che c’era mia zia in casa, ma non mi fermai, decisi che avrei fatto finta di non essermi accorto della sua presenza.
Entrai in cucina con il pene di fuori, in erezione poiché ero sveglio da poco.
Mia zia non mi vedeva perché era di spalle e mi salutò “ Buongiorno! Come stai?” io finsi stupore di vederla lì e risposi titubante “C-c-ciao, z-z-zia… non credevo… di trovarti qui…io…” si girò e mi vide col bastone duro per aria.
“Oh scusa non sapevi che ero in casa!” vedendo che teneva lo sguardo fisso sul mio grosso pene arrossii ,“Non serve che ti imbarazzi, so com’è fatto un uomo!” mi disse.
Io non mi mossi di lì, rimasi ancora in piedi col cazzo in bella vista, tra me e me avevo deciso che quella mattina avrei perso la verginità, era ormai passato un anno da quando la vidi divertirsi la prima volta con mio fratello, pensavo che l’avrebbe fatto anche con me.
“Non hai freddo?” mi domandò vedendo che non intendevo coprirmi, “No la febbre mi ha accaldato, tu hai freddo?”, “In effetti comincia a far caldo, con il forno acceso, in cucina si suda.”, “Ti ho vista con Carlo, io non ho una fidanzata, zia puoi insegnarmi qualcosa?” non sapeva di essere stata vista, si mise sulla difensiva, ma allo stesso tempo perse ogni inibizione, forse temeva che lo dicessi a qualcuno e divenne accondiscendente.
Si tolse la maglietta, senza reggiseno sotto e mi si avvicinò, “Sei il più giovane, ma sei quello col cazzo più grosso in famiglia!”, fui lusingato da quella frase, ma non capivo come facesse a sapere delle altre misure, oltre a quelle di Carlo, così glielo domandai. Lei rispose:”Beh tuo padre, mi trombava quando mio marito era ancora vivo, ma da quando vivo qui non l’ha mai fatto e Beppe l’ho beccato farsi la sua ragazza un giorno che credeva non ci fosse nessuno in casa, adesso li ho visti tutti!”. Era visibilmente contenta, stava per aggiungere un altro cazzo alla sua collezione.
Mi si avvicinò e cominciò a succhiarmi l’uccello. Era bello perché era brava e perché era la mia prima volta. Ero immobile la lasciavo fare senza muovere un dito, si interruppe e mi domandò “Sei il primo che non mi tocca le tette. Non ti piacciono?” io in realtà le adoravo, ma ero così timido che non volevo prendere alcuna iniziativa. Cominciai a stringerle, erano sode, così sode che viene voglia di stringerle forte, le strinsi così forte che le feci male. “Devi essere più delicato amore mio!” mi disse dolcemente, mi buttò per terra e si mise sopra di me, si strusciava e mi dava le tette in bocca, ritirandosi indietro non appena prendevo gusto nel succhiarle i capezzoli turgidi. Si faceva desiderare si sfilò i pantaloni della tuta, rimase in perizoma. Continuava a strusciarsi sopra di me, con il culo faceva su e giù muovendo il mio pene, che era pronto a inondare la cucina. Col seno continuava a fare quel gioco sensuale di passarmi il seno sul volto. Mi tolse la maglietta e cominciò a baciarmi il petto e il collo, sentivo il suo seno sulla mia pancia, volevo venire, non una ma cento volte.
“Zia devo venire!”, “Ok, meglio non sporcare” mi succhiò il cazzo e ingoiò la mia sborra per tenere pulita la cucina. “Avevi le palle piene di sborra eh, era davvero tanta!” mia zia era una gran porca, lo sapevo già ma non credevo lo fosse così tanto. “Visto che sei vergine e che ancora per una mezz’oretta qui non tornerà nessuno adesso ti insegno altre cose!”
Intanto il sugo era sul fuoco, che si cucinava, teneva sotto controllo la cucina tra una succhiata e l’altra, il mio pene era di nuovo eretto. “Siccome devo controllare il pranzo me lo metti da dietro ok? Devi solo fare avanti e indietro col bacino tu! Vado un attimo su a prendere un preservativo” tornata si mise con le mani sulla cucina, a novanta gradi avevo il suo bellissimo culo davanti, indossai il preservativo, ne avevo già indossati altri per prova e per essere pronto al gran momento, era arrivato. Con una mano indirizzò il mio pene nella sua fica, sentivo che la sua fica era molto lubrificata, era una bellissima sensazione trovarmi lì dentro, in un ambiente così piacevole.
“Spingi, a ritmo e deciso!” cominciai a fare avanti e indietro, tutta la teoria che avevo acquisito con i film porno adesso si rivelava utile, guardavo i muri, guardavo il sugo, guardavo il forno, volgevo il mio sguardo a tutto ciò non mi riconducesse al sesso perché volevo durare il più possibile e fare una bella figura. Tuttavia era impossibile non guardare e soprattutto non sentire mia zia godere. “Mettimi un dito nel culo!” accontentai la sua richiesta con piacere, mi sentivo davvero eccitato, era il massimo della perversione per me. Stavo scopando mia zia nella fica e le stavo masturbando il buco del culo. Sborrai e subito uscii dalla fica per paura che il profilattico si sfilasse e facessimo un gran danno. Tuttavia il mio pene era ancora duro. Tolse il preservativo pieno di liquido, lo avvolse in un tovagliolo e mi continuò a succhiare il cazzo per qualche minuto. “Non ho voglia di andare di nuovo su a prenderne un altro, quindi quando pensi che stai per venire togli subito il pene dalla fica!” avevo tanta paura di sbagliare, ma era il volere di mia zia, la mia “insegnante” non volevo disubbidire. La penetrai, sempre nella stessa posizione di prima, mancava poco alla mia nuova eiaculazione e soprattutto mancava poco al ritorno dei familiari dalla messa. Sentimmo il rumore della macchina, eccitato e impaurito sfilai bruscamente il pene dalla fica e in quel momento sborrai.
Lo schizzo non colpì mia zia, purtroppo, ma andò a finire nel pentolino del sugo. Non c’era tempo per i rimproveri, andai di corsa a vestirmi e anche lei fece lo stesso, pulì gli schizzi fuori dal pentolino, ma quello che era finito nel sugo ormai faceva parte del sugo. Il preservativo avvolto nel tovagliolo lo portai con me e lo nascosi in camera mia.
Nessuno si accorse di nulla, a me era tornata la febbre, forse per il nervosismo e la paura di essere scoperto. Così dopo il pranzo, con il sugo a base di sperma, andai a dormire. Tutti come al solito si complimentarono con mia zia per il suo rinomato sugo, ma stavolta aveva un nuovo ingrediente.
Per diversi anni io e mia zia di tanto in tanto, quando potevamo facevamo sesso. Finché un giorno mia madre non ci colse sul fatto. Eravamo nel mezzo di un rapporto anale, che preferivamo, per evitare inconvenienti spiacevoli. Mia madre entrò in casa e ci trovò sul divano. Fu una scena che preferisco non raccontare, si interruppero i rapporti con tutta la famiglia.
Oggi io e mia zia viviamo insieme. E ci divertiamo ancora molto.
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