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Ma che bell'amico


di pato3
17.07.2017    |    29.696    |    4 7.7
"È rimasta qualche secondo sulla porta, in modo che potessi guardarla tutta..."
Ultimamente, causa impegni multipli, ho usato come supplente con la mia ragazza il mio migliore amico. Nel weekend lei vorrebbe andare al mare, ma io non ci sono. Così ho proposto a entrambi di andare insieme, in modo da sentirmi meno in colpa per la mia assenza.

Una sera, in cui finalmente siamo riusciti a stare un paio d'ore insieme e a un certo punto lei è scoppiata in lacrime e mi ha confessato di aver fatto sesso con lui. "Solo una volta, giuro! Ho sbagliato!". Naturalmente mi sono incazzato e me ne sono andato a casa. Non ci siamo sentiti per qualche giorno, ma dovevo chiarire con il mio "amico". Il giorno dopo mi sono presentato a casa sua, l’ho preso e l’ho portato fuori, con il classico, banale e insopportabile "dobbiamo parlare!".

Anche lui era rammaricato, disperato, e così via. Io gli ho detto quello che dovevo dirgli. Lui subiva. Poi alla fine gli ho detto: "Adesso tu mi racconti pezzo per pezzo, passo dopo passo, quello che avete fatto. Se davvero sei mio amico".

"Cosa vuoi sapere?"

"Cosa avete fatto. Tutto".

"Perché lo vuoi sentire? Ho fatto una cazzata. È inutile infierire"

"Infierire su chi? Sono io che voglio sentire cosa avete fatto!"

"Pensi che mi farebbe piacere dirti tutto quello che abbiamo fatto?"

"Non mi interessa. Sono io il cornuto qua! Ti giuro che se mi dici quello che voglio sentire e tra noi non cambierà nulla"

"Ok. Allora, la prima volta…"

"Scusa?", interrompendolo bruscamente.

"Cosa?"

"La prima volta?", alla mia domanda, aveva capito che non sapevo qualcosa.

"È successo tre volte. Credevo lo sapessi"

"Ok, vai avanti. La prima volta?"

"La prima volta eravamo in spiaggia e non so come, insomma, abbiamo bevuto giusto un paio di birre, però, quando ci siamo fatti il bagno lei è andata sott'acqua e quando è riemersa era davanti a me. Non l'ha fatto di proposito aveva gli occhi chiusi. Però ci siamo trovati uno di fronte all'altra e ci siamo baciati. Dopodiché, niente. Ci siamo baciati e l'abbiamo fatto lì"

"Sii specifico, cazzo"

"Cosa intendi?"

"L'hai presa, le hai stretto il culo, le hai tolto il reggiseno, vi siete allontanati per non farvi vedere, l'hai sgrillettata mentre te la scopavi?"

"Perché devi sapere queste cose?"

"Vuoi che ti dica che è una perversione? È una perversione"

"Non dirle che te l'ho detto"

"Certo"

"L'abbiamo fatto in acqua come due animali. Senza niente da dire. Semplicemente, l'ho presa dalla vita, l'ho stretta a me. Ha sentito che ce l'avevo duro e me l'ha preso in mano. Prima da fuori il costume. Poi da dentro. In realtà, sono stato io a mettere la sua mano dentro il costume. Se potessi tornare indietro giuro che..."

"Non divagare e non dire stronzate. Continua. Le hai messo la mano dentro e?"

"E ha cominciato a menarmelo. Ma mi stava facendo male, perché avevo ancora su il costume, così l'ho sbottonato e l'ho tirato giù. Allora lei ha continuato a segarmi. Io mi sono guardato un po' intorno, non c'era molta gente, così siamo rimasti esattamente dov'eravamo e io le ho messo la mano dentro le mutandine..."

"La crema solare l'avevi messa tu? Lei la mette sempre"

"Che c'entra?"

"Ti sei eccitato quando gliel'hai messa?"

"No, l'ho messa solo sulle spalle e la schiena"

"Era in topless?"

"No, no"

"Ok vai avanti"

"Cosa stavo dicendo?"

"Che le hai messo la mano nelle mutande, mentre lei ti segava"

"Sì le ho messo la mano dentro e ho sentito il pelo. Sinceramente non me l'aspettavo, non avevo mai scopato una che aveva il pelo. Era poco e curato, comunque"

"Lo tiene perché piace a me. A te è piaciuto?"

"Sì", abbassando la testa.

"Bene, continua"

"Ho sentito il pelo, mi sono fermato un attimo e poi ho continuato e le ho messo un dito nella figa. Subito dopo mi è venuto spontaneo mettere l'altra mano sul culo, e sempre in maniera automatica le ho abbassato le mutandine. Mi aspettavo che mi bloccasse. Ho pensato 'se mi blocca, la finiamo qua, con una sega'. Invece non mi ha fermato e così, con le sue mutande in mano, l'ho presa dalle gambe, l'ho sollevata e ho avvicinato il cazzo alla figa. Poi lei con la mano se l'è messo dentro. E abbiamo scopato lì. Basta non abbiamo fatto, altro. Ci siamo solo baciati mentre scopavamo".

"Sei venuto dentro?"

Abbassando ancora la testa: "Sì, perché sapevo che prende la pillola. Poi quando abbiamo finito ci siamo rivestiti e siamo andati in spiaggia. Eravamo entrambi un po' pensierosi, io mi sono detto: 'non succederà mai più'"

"E invece...", dissi io.

"Invece poi la sera stessa, siccome tu non c'eri, mi ha chiesto di andare a bere qualcosa. E siamo finiti a casa sua. È stata la volta in cui ci siamo divertiti di più perché eravamo a letto".

"Ti sei goduto le tette?"

"Che cazzo di domanda è?"

"Una domanda in italiano"

"Sì, sì me le sono godute"

"Bene. Racconta".

"Ci siamo bevuti un cocktail, rapidamente, perché avevamo voglia di andare a fare sesso. Credimi non era nient'altro che sesso. A casa sua lei è andata un momento in bagno, mi ha fatto sedere in camera da letto. Mi sono tolto solo la camicia e dopo qualche minuto lei è apparsa completamente nuda".

"Descrivimi il suo corpo"

"Non lo conosci?"

"Guarda che sono io quello incazzato"

"È apparsa dentro la stanza. È rimasta qualche secondo sulla porta, in modo che potessi guardarla tutta. Ho guardato subito le tette. Non so che taglia abbia di preciso ma come minimo una terza"

"È una quarta"

"Ecco. Gonfie, leggermente tendenti verso l'esterno, con i capezzoli rosa sempre duri. Molto invitanti. Poi la vita è stretta e ha le gambe lunghe. E in mezzo alle gambe quel po' di pelo, castano scuro. Il tempo di guardarla tutta dalla testa ai piedi e mi è venuta incontro. Mi ha sbottonato di fretta i pantaloni e me li ha abbassati insieme alle mutande. Mi ha preso il cazzo in bocca e non ci ho capito più niente. Sembrava in apnea quando succhiava. Lo teneva in bocca per minuti interi senza tirarlo fuori. Poi se l'è messo tra le tette e ci ho capito ancora meno. Dopodiché mi ha detto che era tutta bagnata e mi si è seduta sulla faccia. L'ho leccata e lei si muoveva sinuosamente su di me. Poi si è messa sopra al cazzo e abbiamo iniziato a scopare. Ho giocato con le sue tette mentre lo facevamo. Dopo un po' l'ho messa a pecorina, ma mi mancava giocare con le sue tette e così, sempre da dietro, l'ho presa dalle poppe e l'ho portata a me. Le ho baciato il collo mentre la scopavo e le stringevo le tette. Poi... poi"

"Poi che?"

"Le ho detto che volevo venirle in bocca e così, lei si è sdraiata, e io le ho messo il cazzo tra le tette e lei stava con la bocca aperta. Facevo avanti indietro tra le tette e con la cappella le entravo in bocca. Sono andato avanti così finché sono venuto"

"Sei venuto in bocca o anche sulle tette?"

"Ma fanno la differenza questi dettagli?"

"La prossima volta che la bacio sì"

"Qualche schizzo sulle tette, sul mento e il resto in bocca"

"Ha ingoiato"

"Sì"

"Non era una domanda. Ingoia sempre. Bene. C'è una terza volta adesso".

"La terza volta ci siamo visti esclusivamente per fare sesso. Le ho scritto io. Le ho scritto che passavo a prenderla, per farci un giro. Invece siamo andati nel parcheggio dietro la Lidl, si è messa a pecora tra i due sedili anteriori e l'ho scopata in quella posizione per qualche minuto, finché sono venuto"

"Dentro"

"Sì"

"Ma com'è che lei si è pentita ed è venuta a raccontarmi tutto?"

"Non ne ho idea"

"Potevi farlo tu però. Le donne vanno e vengono. Ma io e te siamo insieme dall'asilo. Siamo più importanti noi delle donne".

Ho fatto alla mia ragazza la stessa domanda. Di raccontarmi i dettagli se voleva continuare a stare con me. Lei si è messa a piangere disperata, non poteva raccontarmi i dettagli ci stava troppo male. Questa la scusa per nascondere una bugia. "Quante volte l'avete fatto?", "Solo una!", "Dove?", "Che importanza ha?", "Voglio sapere dove?", "in macchina, avevamo bevuto". Non sono andato oltre, non volevo umiliarla.
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