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La "cicciona" va con tutti


di pato3
12.01.2018    |    42.752    |    12 9.5
"La abbracciai forte e le promisi ancora una volta che non avrei detto a nessuno cos'era successo..."
Voglio iniziare con un chiarimento. Il soprannome "cicciona" nei confronti della ragazza di cui parlerò è affettuoso, in alcun modo offensivo e piace anche alla diretta interessata (se siamo noi amici intimi a chiamarla così).

Detto questo, la nostra cicciona, Alessia, è la ragazza migliore che conosca. È fidanzata con un mio amico ed è sempre dolce e carina con tutti i nostri amici. Ha 22 anni, il suo fidanzato ne ha 25. Esce spesso con noi ragazzi anche senza il suo fidanzato. È un po' la mascotte del gruppo. La migliore amica di tutti. Però, oltre ad essere adorabile, è anche una troia stratosferica. Una cagna clamorosa!

Fisicamente Alessia non è la classica gnocca, ma si sa che la perfezione non esiste. Lei è alta un metro e 50, 55 al massimo. Non so quanto possa pesare ma ha una bella circonferenza. È tondeggiante dappertutto. Pancia rotonda e alta; tette a pera; bel faccino rotondo. Se dovessi buttare lì un peso direi 70 circa.

Lui non sa niente, almeno credo. Lei è così genuina e affettuosa nell'amicizia che non sospetteresti mai qualcosa del genere. E invece...

L'anno scorso lui era partito con i genitori per andare a trovare i nonni per qualche giorno. Lei, da sola, dopo un paio di giorni iniziò a parlare ossessivamente di sesso. Un giorno, dopo averla riaccompagnata a casa dopo la solita birra in compagnia al bar, mi chiese di andare su da lei.

Entrai, aspettandomi di trovare la madre (una maiala pazzesca anche lei secondo me), ma non c'era nessuno in casa. "I miei non ci sono e a me non piace entrare sola, mi fa paura il cortile", mi disse ridendo. "Ti va una Becks?", mi chiese poi. Accettai.

"Non riesco a stare più di due giorni senza Beppe".

"Poverina", le dissi mugolando, non sapendo bene cosa dire.

"Fisicamente intendo... sclero!"

"Ti manca il cazzo?", chiesi scherzando.

"E certo! Con un fisico importante come il mio ho bisogno di molte attenzioni", disse ridendo. Ridemmo entrambi e continuammo a bere.

Dopo un po' fece una smorfia di dolore e disse:

"Mi fanno malissimo le spalle! Tu sei bravo a fare massaggi?"

"Boh, ogni tanto li faccio ma non so quanto possa essere bravo"

"Dai, fammi un massaggio", si alzò mi prese per mano e mi portò nella sua stanza. La seguivo e improvvisamente, dopo aver detto "non guardare eh", si tolse la maglietta e sganciò il reggiseno e si sdraiò a pancia in giù sul suo letto.

Rimasi a bocca aperta. "Vieni dai!". Mi sedetti sul bordo del letto ed iniziai a massaggiarle le spalle a secco. In più ero tutto storto dato che ero seduto di lato. Non doveva essere un gran massaggio. Dopo qualche minuto le dissi che mi sarei messo cavalcioni sopra di lei per massaggiarla meglio. Per lei andava più che bene. Ci volle poco prima che mi diventasse duro. E lei se ne accorse immediatamente.

"Sei bravissimo a fare i massaggi"

"Grazie"

"Vai in po' più in giù"

Scesi lungo la schiena. Mi fece arrivare fin sopra il sedere.

"Aspetta un attimo". Sollevò lievemente la pancia dal letto e sganciò il bottone dei jeans. "Mi stavano massacrando questi jeans", disse.

"Vuoi che ti massaggi anche le gambe?"

"Sì, magari! Poi ti pago!"

"Posso?", chiesi prima di abbassare i jeans.

"Certo".

Aveva un perizoma bianco molto semplice. Allargò le gambe per farmi massaggiare bene le cosce. Iniziai a massaggiare partendo dai polpacci ma non potevo stare lontano dalle parti calde. Mi avvicinai sempre di più all'interno coscia. Iniziò a toccarsi da sotto le mutande. Le mie mani erano lì vicino, mi sfiorò con due dita bagnate e mi fece entrare sotto le mutande. La mia mano seguiva la sua. Il perizoma era inzuppato.

"Non dire niente a Beppe, ti prego!"

"No, sei matta? Mi ammazza"

A quel punto mi toccò il cazzo. Naturalmente era duro.

"Vuoi scoparmi?"

"Tu vuoi?"

"Noo, giochiamo a carte! Sbattimelo dentro. Veloce!"

"Io non ho il..."

"Sbattilo dentro, prendo la pillola"

Con uno slancio felino balzai in piedi mi levai i pantaloni e le mutande al volo e mi misi sul letto dietro di lei. Lei si mise a pecora e io le tolsi il perizoma. Non si accorse che lo annusai avidamente. Che odore magnifico. Prima di infilare il cazzo dentro, passai la mano, con due dita particolarmente attive, dal clitoride al buco del culo. Poi dentro col cazzo. Iniziò da subito a gridare.

Davanti a me avevo una visione mai avuta. Una bellissima ragazza in carne col bel culone e le pieghe della schiena. Avevo una voglia folle di aprirle le chiappe e ficcarle la lingua nell'ano. Aprii le chiappe mentre continuavo a scoparla, diedi uno bello schiaffo a quella destra e andai avanti, ripromettendomi di ficcare tutta la faccia tra quelle due chiappone.

Intanto lei si massaggiava il clitoride e gridava "sì". Con la mano cercava di agguantarmi dalle palle per farmi spingere tutto fino in fondo, per farmi affondare i colpi con più decisione. Le diedi un altro schiaffo deciso sul culo e mi sfilai.

"Soffocami con le tette!"

Si voltò, mi fece sdraiare e si posizionò sopra di me. Stringendo le tette tra le mani e puntandomele contro come delle armi, mi chiese: "Ti piacciono?".

"Sì, sono due tette belle ciccione. Come te. Cicciona".

Mi diede un bacio con la lingua, si infilò il cazzo dentro e poi cercò di mettermi le tette in faccia. Ma essendo troppo corta non ci arrivò. Così presi un cuscino, lo misi sotto la mia testa e riuscii finalmente a immergermi nella sua carne.

Ho sempre pensato che quello è il modo perfetto per morire. Col cazzo nella figa e le tette sulla faccia. Ma altro che morire, ero più vivo che mai e il mio cazzo era un palo piantato dentro di lei.

Affondavo le dita su quelle chiappe. Mi mancavano alla vista, ma compensavo ampiamente con quei capezzoloni rosa che adesso diventavano duri. Li succhiavo come un lattante.

Intanto lei col bacino faceva su e giù, godendosi il mio cazzo duro. Sentire le sue cosce sbattere sulle mie era una musica bellissima, ma un po' mi spaventava il suo muoversi frenetico. Avevo il terrore che il cazzo potesse uscire e che lei riatterrando su di me, lo distruggesse. Così con le mani salde sul culo cercavo di frenare la sua corsa.

"Devi venire?", mi chiese.

"No, ma vai più piano"

Rallentò il ritmo. Si spostò dalla mia faccia e potei guardarla tutta, nella sua grazia giunonica, leggermente sudata e le guanciotte arrossate. Il volto piegato sulla destra, con i capelli biondi che cadevano sulle spalle e sul petto e si fermavano poco prima dei capezzoli. Il doppio mento appena accennato. E sotto quelle grosse tette la rotondità della pancia. Dovevo metterci le mani sopra e lo feci. Le strinsi prima i fianchi e poi con una mano le afferrai la carne della pancia. Tra tette e ombelico. Strinsi forte e diedi un colpo improvviso col cazzo. "Cicciona!", dissi sorridente ed eccitato.

Senza dire niente, con la mano sempre sulla pancia la spinsi leggermente indietro. Capì che doveva sedersi sul mio cazzo portandosi all'indietro. Mise, una gamba alla volta, in maniera un po' goffa, i piedi in avanti, accanto ai miei fianchi. Si appoggiò all'indietro tenendosi sulle mani. Adesso vedevo perfettamente il mio cazzo entrare ed uscire. Iniziai a massaggiarle il clitoride. Ma c'era solo una cosa migliore che si potesse fare da quella posizione, e cioè che se lo massaggiasse lei. Che mi facesse uno spettacolino auto-erotico mentre la stavo scopando.

Le urla continuavano a crescere. La mano grassottella andava velocissima sulla figa cicciosa. Per un momento pensai a quanto fosse scorretto quello che stavo facendo. Poi pensai a quanto cazzo stavamo godendo e mi passò ogni senso di colpa.

"Ti piace?"

"Sì"

"Anche se sono cicciona?"

"Soprattutto perché sei cicciona!"

"Non hai ancora provato la specialità della casa...ahh", godeva mentre si masturbava con il mio cazzo dentro di lei.

"Qual è?"

Non rispose, continuò a fare la puttana e poi esausta si alzò e me lo prese in bocca.

"Sono una puttana secondo te?", mi chiese tra una succhiata e l'altra.

"No", risposi io mentendo palesemente.

Alzò lo sguardo, tenendo sempre il cazzo in bocca e mi guardò. Ripeté la domanda e riprese a giocare con la lingua attorno alla cappella, in attesa di una risposta più sincera.

"Sì, sei un po' puttana. Ma è una cosa positiva per me. Mettimi la figa in faccia adesso"

Finalmente avevo tutto quell’ambaradan sulla faccia. Tutti quegli umori e tutta quella carne. Ero in paradiso. Lei intanto continuava a parlare tra un gemito e l'altro.

"Io amo Beppe. Quindi se è solo una cosa fisica non è tradimento"

"Vero! Verissimo!"

"Allora non sono puttana?"

"Sei una lurida cagna tesoro mio. Sei un puttanone pazzesco. Ed è una cosa divina! Ti voglio ancora più bene per questo"

"Ruffiano".

Ricominciò a succhiarmelo e a segarmi con più vigore per farmi venire.

"Ingoi?", chiesi.

"Io faccio tutto. Sono una puttana", rise. Dopo poco le venni in bocca. Si alzò e con si trascinò una bava mista liquido vaginale che si spezzò dopo circa mezzo metro. Mi mostrò la lingua e ingoiò tutto. Poi cercò di darmi un bacio ma riuscii a scansarmi. Allora mi abbracciò e mi si strofinò con tutta quella carne addosso. La abbracciai forte e le promisi ancora una volta che non avrei detto a nessuno cos'era successo.

Prima di andarmene le dissi che era stato bellissimo e che, anche se era sbagliato, speravo potesse ricapitare.

In effetti non era stato un colpo di testa. Puttana lo era davvero. E quello che era successo capitò di nuovo. E ancora. E ancora. E non solo con me.
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