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Nuda davanti a papà (2) ma questa volta con mio fratello


di pato3
23.09.2018    |    30.878    |    3 9.6
"Molto spesso" Non disse niente, per un po'..."
Poco tempo dopo la mia prima volta con papà, un incidente d'auto si portò via mia madre. La disgrazia ci colse impreparati, ovviamente, e ci distrusse. Eravamo persi.

Passò più di un anno prima di ritornare ad avere rapporti con mio padre. Lui però, non era più lo stesso uomo. Amava davvero mia madre e improvvisamente dovetti sostituirla senza sentirmi minimamente all'altezza.

Preferisco girare pagina comunque, e passare direttamente a quando il lutto fu superato.

Ero al terzo anno di università, ma continuavo a vivere a casa per dare una mano e perché, comunque, l'ateneo era facilmente raggiungibile anche da pendolare. Nel frattempo, mio fratello era cresciuto e nascondergli la relazione con mio padre stava diventando davvero complicato.

Io non avevo mai smesso di desiderarlo. Temevo che, prima o poi avrei tradito la fiducia di mio padre per farlo con mio fratello. Era necessario quindi, almeno per me, che per l'amore che ci legava, io e mio padre integrassimo mio fratello in quell'unione peccaminosa ed illecita.

"Pa’, sono preoccupata per Luca", esordii, una sera in cui eravamo soli.
"Perché?", chiese lui.
"Lo vedo triste, nervoso e non ha una ragazza"
"Deve scopare", disse categorico e leggero come solo un uomo può esserlo.
"Appunto. Invece passa il tempo a masturbarsi. Ho paura che si possa isolare, anche da noi".
"Che proponi di fare?"
"Non so, io vi amo. Siete la mia vita, tutti e due. Potrei fare per lui quello che faccio con te". Sapevo che quella proposta non avrebbe sconvolto mio padre, eravamo piuttosto aperti e liberi nella nostra relazione, che sapevamo non potesse essere esclusiva.
"Non tutti sono pronti per certe cose, tesoro", mi disse un po' severo.
"Io credo che lui sia sempre stato pronto, per queste cose"
"Come lo sai?"
"Gli piace guardarmi. Da tempo"
"Dammi qualche giorno per cercare di capire la situazione. Ne riparliamo".

Dopo qualche giorno mio padre mi disse: "Senti, ci ho pensato. Non saprei come introdurre l'argomento con lui. Quindi la cosa migliore è che tu provi direttamente a vedere se è disponibile".

Mio padre praticamente se ne era lavato le mani, lasciando a me la patata bollente. Ma era un compito che avevo voluto io. Era un piacere, una fantasia che volevo realizzare. Avevo una grossa responsabilità ed erano anni che mi sentivo pronta per questo.

Non avevo smesso di essere sfacciata con lui. Ma da un giorno all'altro svelai a mio fratello il mio mondo. Entrai in bagno, si stava facendo la doccia. Come vi ho detto, non era una cosa strana tra noi.

"Come mai non ti masturbi?"
"Ma vai a cagare!"
"Mi stai trascurando fratellino". Lui non rispose. Io mi levai tutto, mutande e reggiseno inclusi, e gli dissi: "Devo farmi la doccia".
"Sono appena entrato!", rispose lui urlando.

Io aprii la porta scorrevole della doccia ed entrai.

"Ma cosa fai?"
"La doccia"
"Hai bevuto?"
"Non dirmi che all'improvviso ti imbarazzi", gli dissi pizzicandogli la coscia, vicino al cazzo.

Lui si ritrasse e si girò per insaponarsi. Io iniziai a sciacquarmi. Stavamo molto stretti. Quando si girò per riprendere il soffione della doccia io mi piegai per prendere il bagnoschiuma, spalmando il culo sul suo cazzo.

Istantaneamente si indurì. Si ritrasse ancora, fino al muro. Io andai a cercarlo indietreggiando.

"Che vuoi fare?", mi chiese un po' terrorizzato.
"Ma lo vuoi capire o no che sto cercando di farmi scopare?"
"Tu non sei normale", disse, restando immobile.
"Neanche tu. Ce l'hai duro!"

Non disse niente. Io continuavo a strusciarmi. A muovere il culo sul suo cazzo.

"Mettimelo dentro!"
"Se ci scopre papà...", disse lui.
"Non è un problema per lui"
"Come lo sai?"
"Fidati di me. E scopami!"

Finalmente mi diede retta e un po' titubante - stavolta per l'inesperienza - cercò di entrare. Vedendo che non trovava la retta via, lo presi in mano e me lo infilai da sola. Tutto quello sfregamento e i tentativi di entrare andati a vuoto l'avevano eccitato a tal punto che venne immediatamente.

"Mio dio! E adesso?", chiese completamente nel panico.
"Non ti preoccupare, prendo la pillola". Poi gli chiesi: "Ma sei vergine?". Mi guardò come per dire "Sì". "Tesoro", gli dissi mentre mi inginocchiavo, "Allora questa è un'occasione speciale" e glielo presi in bocca.

"Lo sai che è da quando hai 14 anni che ti voglio scopare?", gli chiesi. Lui naturalmente era in un altro mondo, aveva gli occhi chiusi e si godeva il mio pompino, forse il primo. Così gli chiesi se non gli avevano mai fatto nemmeno quello. Ed infatti era così. Allora smisi di chiacchierare e mi dedicai completamente al suo piacere. Io lo ricordo bene il primo pompino, immagino sia così anche per un uomo.

Lasciai il cazzo per andare a leccare le palle. Poi le presi in bocca per un poco facendo una specie di gargarismo. Lo guardai e gli chiesi se gli piacesse. Un verso di piacere mi confermò che era così. Allora continuai per un po'. Intanto gli sbattevo su e giù il cazzo con la mano.

Adesso leccavo le palle come fossero un gelato. Lui, presa un po' di confidenza iniziò a strizzarmi una tetta, poi l'altra. Poi entrambe. I capezzoli erano già turgidi per via dell'acqua e dell'eccitazione, ma adesso li sentivo ancora più duri.

"Gioca coi capezzoli", gli dissi. "Piano però", aggiunsi. Lui li toccava, li strizzava con delicatezza, ci girava attorno con le dita e ricominciava a strizzarli. Poi ricominciò a palparmi le tette a piene mani.

"Ti va di scoparmi o vuoi venirmi in bocca?"
"Scopiamo"
"Qui o a letto?"
"Dove vuoi", disse all'inizio. Poi si corresse e chiese di andare a letto.

Ci sciacquammo il sapone di dosso molto rapidamente. Il suo cazzo non smise mai di essere duro. Uscimmo rapidamente dalla doccia e ci asciugammo alla bell'e meglio e andammo in camera sua con una certa fretta.

Non dovetti chiedere se voleva stare sopra o sotto, si era già sdraiato in attesa che lo coprissi con il mio corpo. Non mi feci attendere. Mi misi cavalcioni sopra di lui e iniziai a baciargli il collo mentre il mio bacino si muoveva in modo da fare alzare e ricadere il suo cazzo. Poi, conscia del fatto che non avrebbe avuto una grande resistenza, ruppi ogni indugio e guidai ancora il suo cazzo dentro la mia figa.

Contemporaneamente gli ficcai la lingua in bocca. Questo per me era forse ancora più eccitante che averlo dentro. In quel momento ci stavamo amando. Poi, per spingere meglio mi alzai e gli offrii il miglior panorama che avesse mai visto - o almeno così speravo. Il mio corpo, ancora un po' bagnato, con le tette che facevano su e giù a pochi centimetri da lui. Lui distese le mani e ricominciò a giocarci. Poi smise, forse per concentrarsi sulla sua resistenza sessuale. Chiuse gli occhi e mi mise le mani sul bacino, ma dopo qualche secondo, ancora una volta, le allontanò e se le mise dietro la nuca.

"Guardami!"
"Mi sto concentrando"
"Non importa. Puoi venire quante volte vuoi. Poi ricominciamo"

Allora mi guardò, mi strinse intensamente i seni e dopo un po' venne. Godendo molto più di prima. Mi alzai e un po' di sperma gocciolò sul suo ginocchio. Ancora un po' ne gocciolò per terra e mi misi in posizione da prenderglielo subito in bocca nel tentativo di rianimarlo. A quel punto però chiese pietà.

Mi sdraiai al suo fianco e aspettai che fosse pronto. Non ci volle molto. Bastò abbracciarlo un po' e camminare con le mie dita lungo il suo addome perfetto da giovane sportivo.

Lo guardai come a chiedere se fosse pronto. I suoi occhi mi dissero di sì. Allora mi misi a pecorina e gli dissi: "Adesso sfondami!".

Lui bello caricò si piazzò dietro di me e riuscì finalmente ad entrare da solo. Si avvinghiò ai miei fianchi e cominciò a spingere con forza, indisciplinatamente. Adesso stavo godendo quanto aveva goduto lui fino a quel momento.

Urlavo.

"Tirami i capelli".

Obbedì. Ed io urlavo ancora di più.

"Sculacciami". Ed urlavo più forte. Sempre di più quando gli chiesi di mettermi un dito nel culo.

"Cambiamo", gli dissi. Volevo averlo sopra di me. Volevo stringerlo a me mentre spingeva e volevo stringere le sue chiappe sode. Volevo affondare le mie unghie sulle sue spalle.

Iniziò a baciarmi il collo e a sbavare. Ogni tanto perdeva il ritmo della spinta, ma con due colpetti sul sedere lo facevo ripartire. Si alzò sulle braccia e adesso ero io a stringergli il petto con le mani. Non era molto possente ma i suoi muscoli erano tutti tesi e leggermente rigati dal sudore. Era straordinario.

Continuò così per un bel po'. Gli dissi: "Questa volta non venirmi dentro. Voglio la tua sborra sulle tette". Allora quando fu pronto si sfilò dalla figa e si accovacciò all'altezza della mia pancia.

"Vieni più vicino".

Lo presi in bocca ancora un po' poi lasciai che si segasse. Finalmente lo guardavo dalla giusta distanza. Finalmente mi veniva sulle tette.

Si accasciò sul letto. Al mio fianco.

"Con quanti ragazzi l'hai fatto?", mi chiese.
"Tanti"
"Tipo? Più di 5?"
"Sì"
"Più di 10?"
"Sì"
"Dio. Più di 30?"
"No, no. Tranquillo"
"Conosco qualcuno di questi"
"Papà".
"Papà cosa?"
"Papà. Faccio sesso con papà. Molto spesso"

Non disse niente, per un po'. Poi chiese come fosse successo.

"Una volta mi ha beccato nuda fuori dalla tua stanza. Ti stavo guardando mentre ti masturbavi. Mi disse di rivestirmi e di accompagnarlo in garage. Lì si spogliò e io mi gettai ai suoi piedi per succhiarglielo".

Alla fine, prima di lasciarlo a riposare, gli dissi: "Questa volta eravamo solo io e te. La prossima volta ci sarà anche papà". Andai via prima che potesse rispondermi.
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