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Un guardone in famiglia 3


di pato3
07.01.2014    |    34.395    |    2 8.4
"A parte il fatto che in preda all'euforia l'aveva gridato e chiunque l'avrebbe sentito, una zia normale avrebbe fatto finta di niente immagino, lei invece..."
Mio zio Gianni era in ferie e per tutto quel tempo non potevo più scopare mia zia, ad essere sincero non riuscii a scopare nessun'altra e le seghe non potevano darmi le emozioni che aveva saputo darmi lei.
Finalmente capitò la giusta e inaspettata occasione, ero da un mio amico per un compito di scuola da fare su internet. Mia madre sarebbe dovuta passare a prendermi ma era impegnata e con mia sorpresa venne zia Giulia. Con me c'era anche un mio amico, Luigi, un bel tipo non c'è che dire, muscoloso, alto, biondo, occhi azzurri, giovane. Mia zia non avrebbe chiesto di meglio dalla vita ma non era quello il momento.

Accompagnato il mio amico a casa, non fu molto quello che zia poté darmi, io ero in forte astinenza, lei no, ma mi fece un rapido pompino appena capì che ne avevo bisogno e mi fece giocare con le tette mentre guidava fino a casa. Prima di entrare in casa poi mi disse che un giorno avremmo dovuto giocare in compagnia di quel mio amico. Aveva buttato l'amo. Avrebbe abboccato?

Pochi giorni dopo mio zio era tornato a lavoro e io ricominciai a frequentare la casa di zia in mattinata. Erano i miei ultimi giorni di vacanza, una mattina ad un tratto mi squillò il telefono, era un altro mio amico, Pietro, non Luigi, ma la zia non lo sapeva e mi diceva: "Digli di venire qui, uno non mi basta! Digli di venire!". Eccitata e provocatrice estraeva le tette e me le mostrava mentre il mio amico mi parlava di cose noiosissime. Non avevo di certo intenzione di accettare e neanche lei ci sperava o credeva davvero, ma partì una sorta di sfida. Così ad un certo punto dissi: "Ok. Sono da mia zia, vieni qui che controlliamo sul suo computer!". Mia zia si bloccò, mi faceva strani gesti di disapprovazione, e io con la mano sul microfono del cellulare le dicevo sottovoce: "L'hai chiesto tu!". 

Finita la telefonata mi disse delusa: "Ma adesso non si scopa? Non puoi invitare chi vuoi tu in casa mia!". Risposi ricordandole le sue parole: "Digli di venire, uno non mi basta!". Allora accettò la sfida: "Va bene, vediamo fino a che punto hai le palle...tra quanto arriva?". "Subito, sta qui vicino! Non è quello dell'altra volta. Comunque ci serve il computer, per il compito, possiamo?". Accese il computer e andò in camera sua. 

Arrivò Pietro, ma non era solo. C'erano anche Luigi e Giovanni. Luigi l'ho descritto, quasi quasi piaceva anche a me, ma Pietro e Giovanni non sarebbero piaciuti più di tanto a zia, il primo era molto basso e sembrava davvero molto più giovane di noi che già eravamo abbastanza giovani (andavamo a scuola). Giovanni invece era più sviluppato, con barba e peli, ma un po' robusto, per non dire grasso. Andammo al pc.

Tutto era normale finché non sfilò mia zia. Sarebbe passata inosservata siccome davamo le spalle al corridoio, ma salutò e per un momento pensai: "Speriamo che non sia nuda". Ci girammo, non era nuda, ma non si può nemmeno dire che fosse vestita. Tutti a bocca aperta ci ritrovammo ad osservare una bella signora con addosso una camicia da notte che non era quella pudica che usa di solito, che pure all'occorrenza sapeva essere sexy, ma una camicia da notte nera praticamente trasparente fino al seno dove il tessuto si faceva più scuro e dove peraltro non c'era il reggiseno, le mutande stavolta le aveva, ma non erano quelle da vecchia zia, anzi, un po' trasparenti e con la trasparenza della camicia da notte corta uno spettatore particolarmente attento avrebbe intravisto anche un po' di pelo.

Dopo quel breve attimo che rimase stampato nelle nostre giovani menti, mia zia andò in cucina, e da lì ci chiese se volevamo bere un succo di frutta o altro. Il mio fu l'unico no, quindi dovetti seguire gli altri e andare di là. Io cercavo di ricordare ai ragazzi che dovevamo fare altro ma Luigi molto sinceramente mi disse: "Ma sei scemo? Hai visto quanto è fica tua zia?". 
Mentre versava i succhi di frutta si scusò per l'abbigliamento: "Non mi aspettavo di trovarvi qui, vado subito a mettermi qualcosa di meno osceno, scusate ancora!" ridendo dannatamente maliziosa. 

La conoscevo e sapevo bene cosa aveva in mente; invece gli altri non riuscivano a capire se era sincera e disattenta o se stava davvero provocando. Così quando disse in quel modo e andò a cambiarsi mi rilassai finalmente, forse aveva recuperato la ragione, era ora. 
I miei amici invece non avevano trovato abbastanza osceno quell'abbigliamento da doverlo cambiare. Quando mia zia si assentò Giovanni esclamò felice: "Avete visto il pelo ragazzi?", poi ancora: "Ma tua zia è sempre così?". 
Pietro si allontanò per andare in bagno, ma in realtà voleva fare quello che io facevo da anni: spiare zia Giulia. Mentre andava al piano di sopra la vide correre dal bagno alla stanza e poi dalla stanza al bagno, tutta nuda. Tornò a chiamarci. 

"Lo so che è tua zia, però cazzo fidati, devi vedere, è nuda in bagno, si sta cambiando! È spettacolare venite!"
Volevo bloccarli, ma ero troppo curioso di vedere come andava a finire. Erano appostati sulle scale, la porcella aveva lasciato la porta spalancata di proposito, sperando di essere spiata. Poi mi chiamò e mi disse di chiedere ai miei amici se volevano mangiare là. Mi facevano cenno di dire di sì e li assecondai: "Sì zia, si fermano".

Lo spettacolo era finito e dopo qualche minuto arrivò ancora mia zia a distrarci da quel compito che non potevamo più fare. Adesso era vestita con una maglietta che offriva una larghissima ed esagerata scollatura, molto giovanile, infatti era di sua figlia. Come ovvio senza reggiseno. I jeans attillati le facevano il culo più bello di quanto già non fosse. Impossibile studiare ancora. Impossibile non capire le prossime mosse. Voleva a tutti i costi la nostra attenzione, si piegava continuamente per raccogliere, spostare e mettere qualcosa, prima nello studio poi in cucina quando era quasi pronto. Ogni volta che si piegava si vedevano le tette per intero, i bei capezzoli e addirittura l'ombelico, tanto era ampia la scollatura. 

Pietro, che era quello più visibilmente eccitato, non riusciva a nascondere la piccola erezione a causa dei pantaloncini leggeri. Si assentò un poco e quando tornò esclamò fiero, pensando di non essere sentito da mia zia che intanto era fuori a prendere il basilico, di essersi masturbato in bagno.
A parte il fatto che in preda all'euforia l'aveva gridato e chiunque l'avrebbe sentito, una zia normale avrebbe fatto finta di niente immagino, lei invece rientrò sorridendo e disse: "Allora speriamo che non hai sporcato sennò devo pulire io!". Pietro si imbarazzò moltissimo, arrossì di botto, e mia zia subito lo volle rassicurare, ancora una volta offrendoci un gran panorama. Si chinò, gli pose una mano sulla guancia e gli disse: "Non imbarazzarti, scherzavo. E poi anche se avessi sporcato non ci sarebbe nessun problema per me", decisamente ammiccante, era chiaro a tutti, tranne a Pietro che la zia era disponibile. L'unico problema ero io: Giovanni e Luigi attendevano solo il mio via libera, perché quello della zia l'avevano percepito. Il mio via non arrivò mai, ma non cambiò le cose. 

Siccome le attenzioni di mia zia verso l'imbarazzato Pietro non attenuarono il suo rossore, la troiona si volse verso il suo preferito, Luigi, e si chinò nuovamente (eravamo seduti) con la mano amorevole sul viso, così come aveva fatto con Pietro, dicendo: "Vedi, lui non si imbarazza se lo tocco". E ancora: "Non sei timido vero Luigi?". Il mio amico rispose subito di no, spavaldo si guardava intorno soddisfatto. Fece la stessa cosa con Giovanni. Non aveva alcun senso, o meglio, l'unico senso era far salire i bollori fino alle stelle e farsi scopare. Poi si rivolse a me: "Tu non ti scandalizzare! Adesso mi spoglio perché ho caldo!", e rivolgendosi agli altri: "Vi dà fastidio?". Chiaramente non dava fastidio a nessuno. "Se avete caldo anche voi potete spogliarvi, qui siamo liberi ragazzi".

Si spogliò completamente, non restò nemmeno il perizoma. Anche i ragazzi si spogliarono rapidamente e in modo convulso. Si fermarono alle mutande, timidi. Decisi di comportarmi in modo normale, o per meglio dire, nel modo più normale possibile agli occhi dei miei compagni, quella era mia zia e non potevo fare certe cose con lei davanti a loro. Così restai vestito e in disparte, la temperatura era davvero alta quando il timer suonò. Era pronto da mangiare: "A tavola!" si aspettavano il sesso, invece pranzammo. Nessuno guardava nel suo piatto, il piatto di zia era decisamente il più appetitoso. La naturalezza con cui mia zia portava avanti il suo pranzo era qualcosa di encomiabile. I miei amici non riuscivano a nascondere le loro intenzioni. Era tutto così surreale. Finito il piatto di pasta non potevo sopportare più quella situazione: "Zia questi vogliono scopare! Tu cosa vuoi fare? Si può capire o no?". In effetti zia stava solo portando avanti una sfida personale con me. E mi rispose a tono: "Se per te va bene...". 

"Signora posso?"
"Devi!"

Luigi, il più disinvolto, si approcciò così a mia zia alzandosi dal suo posto e avvicinandosi a lei. Le accarezzava le tette grosse, lei si appoggiò rilassata allo schienale e si faceva palpare, poi con la mano gli accarezzava i pettorali ben definiti. Gli unici in quella stanza. Giovanni, il ciccione, sapendo di non poter competere (momentaneamente) con l'amico, si abbassò le mutande e cominciò a darsi da solo un po' di piacere, la zia non poteva ammirare ancora la verga spropositata del goffo e grasso amico mio, che si divertiva nascosto dalla tavola. Pietro invece non aveva nulla da nascondere: la sua erezione era stata tanto molesta quanto piccola sin da quando erano ancora tutti vestiti. Così quando tolse anche le mutande la zia non si sorprese di tanta avidità della natura. In uno slancio di affetto materno però la zia volle prendersi cura per prima proprio del ragazzo che poco fa era stato tanto imbarazzato. Si alzò dalla sedia, invitò tutti a seguirla e prese per mano Pietro.

Ci portò nella camera degli ospiti. Io li seguivo ma quando poi Luigi mi chiese: "Cazzo fai ci controlli?", risposi: "Perché se volessi divertirmi?", "A guardare? In effetti ti do ragione!" ribatté ridendo. Io mi sedetti in un angolo, la zia spinse Pietro sul letto e gli salì sopra, c'erano dei preservativi nel cassetto del comodino e incaricò Giovanni di prenderli. Lo infilò a Pietro e lo cavalcò, vista la dimensione delle cose entrate lì dentro sapevo che a malapena lo sentiva, tuttavia offriva un rumorosissimo gemito di piacere che galvanizzava Pietro e allo stesso tempo ne aumentava l'eccitazione, così in breve il mio piccolo amico si prosciugò. Lei le sfilò il preservativo e bevette il contenuto, mossa che fece impazzire i presenti. Poi succhiò avidamente il pene di Pietro ma lo mandò subito in panchina, adesso toccava ai due prestanti ragazzi, uno bello, l'altro grosso e anche lungo. 

"Ragazzi: uno in culo, l'altro nella fica!" fece stendere Giovanni, lo voleva nel culo perché era il cazzo più grosso ma non voleva guardare i suoi peli e le sue pieghe di grasso. Così si sedette su di lui col cazzo dentro, a Luigi spettava il meglio: fica e tette frontalmente. Lei lo adorava, era bellissimo e lo accolse a gambe e braccia aperte. 
Io mi godevo la scena con la compagnia della mia mano. Anche Pietro cercava di ripartire manualmente, seduto accanto a mia zia che godeva, provava a toccarle le tette ma Luigi era ingordo e non le lasciava a nessuno, le stringeva tra le mani, le succhiava, e quando lei volle mettergli la lingua in bocca inizialmente lui la schivò (per via di quanto aveva ingoiato poco prima) ma poi non riuscì più a mancarle di rispetto e pomiciarono focosamente, come due innamorati. Finito il bacio romantico la zia volle in bocca il ragazzino, che non vedeva l'ora, al ché Luigi un po' si infastidì, ma continuò a fare il suo dovere. 
Sotto, ma mai sovrastato, per via della stazza, stava un felicissimo Giovanni, che col suo bastone trovava un ampio e caldo rifugio anale. I due non accennavano a smettere di colpire, mia zia ebbe una folle idea: "Ne voglio un altro nella fica!". C'era Pietro lì, ma non venne preso in considerazione, si voltarono tutti verso di me. 

"Dai vieni! Non preoccuparti, mettiti un profilattico!"
"Fallo per tua zia!" 

Non me lo feci ripetere, avevo troppa voglia per badare ai vincoli di parentela e ai giudizi dei miei amici una volta finita la scopata. Ma come facevo ad entrare? Inizialmente fu difficile capire come dovevamo metterci. Ma con la guida di mia zia trovammo ogni tessera del puzzle. Luigi che ce l'aveva più lungo del mio doveva stare nella parte inferiore della fica. Io dovevo stare col cazzo sopra il suo, e per fare ciò dovevo accovacciarmi con le gambe aperte d'avanti a Luigi e sopra mia zia. Scomodo ma bellissimo. Un po' strano devo dire. Infatti quando fummo tutti dentro e spingevamo, mi sentivo quasi "inculare" da Luigi che batteva col pube sul mio culo e a volte era anche costretto a tenermi affinché io non perdessi l'equilibrio. A parte questo dettaglio è innegabile che avevo la posizione migliore: Giovanni aveva praticamente tutti sopra di lui, e Pietro aveva ricominciato a farselo succhiare, Luigi aveva il mio ano aperto davanti a sé e il suo pene era tra due cazzi e quattro palle. Io almeno ero addosso alle comode tette di mia zia. In mezzo alle quali mi ritrovai quasi a perdere i sensi tanto era bello tutto quello che stava succedendo. Mia zia mi stringeva forte la testa a sé e godeva tanto, una cosa è la doccia, ben altro sono tre ragazzoni tutti insieme tutti dentro, più un ragazzino, che abbandonata la timidezza lo sbatteva sulla guancia della zia riuscendo a trovare la calda bocca ogni qualvolta lei si girava e gli faceva il favore di prenderlo dentro. Dopo un po' la zia ci chiese un cambio di posizione, le facevano male le gambe, mantenendo comunque viva l'accoppiata tra me e Luigi, si girò prendendo nella fica il cazzone di Giovanni, e adagiandosi sulla sua comoda pancia, e nel culo nella stessa posizione di prima io e Luigi. Da quella posizione non si sarebbe più spostata se non fosse che eravamo pronti e ci aveva espressamente chiesto la sborra calda in gola. Il primo fu Pietro mentre ancora la stavamo penetrando. Poi si defilò Luigi lasciandomi tutto il culo di zia, andò a metterglielo in bocca e le sparò sulle labbra, sul mento e qualche goccia raggiunse il seno e rischiò di colpire l'inerme Giovanni. Poco dopo anche io e Giovanni ci fermammo così mia zia si poté inginocchiare e si puntò addosso i nostri due cazzi, li masturbava e prese prima il mio in bocca ingoiando fino l'ultima goccia, poi quello di Giovanni che centrò la bocca spalancata, a distanza, e andò a colpirle anche le spalle.
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