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Cancun, resort - giorno 1 e 2


di pato3
16.01.2016    |    25.930    |    5 8.9
"Senza nessuna gentilezza glielo sbattevano davanti alla faccia aspettando di entrarle in bocca..."
Cancun, agosto 2013. Forse è stato un viaggio insolito per una coppia europea giovanissima, dato che alloggiavamo in un bellissimo resort "clothing optional" (uno dei tanti). Di under 26 c'eravamo solo noi e pochissimi altri probabilmente, ma non ne sono sicuro.

Il primo giorno, giù dall'aereo, ci trovammo un po' spaesati. Per entrambi era la prima volta nel nuovo continente, Laura comunque sopporta i viaggi molto meglio di me, per cui quello stanco morto ero io. Presi i bagagli, andammo a cercare il nostro autobus. La grossa fila che si era creata davanti era composta solo ed esclusivamente da coppie, a differenza di molte altre comitive ammucchiate nei pressi di altri autobus formate da gruppi di amici, famiglie e quant'altro. Come detto, noi eravamo i più giovani, senz'altro lo eravamo tra quella decina di coppie arrivate quel giorno; la media comunque non era troppo alta, sarà stata sui 40 anni. Ancora non vigeva il "vestirsi è un optional", ma alcune mogliettine, specialmente le più mature, sentivano già aria di festa ed erano pronte a lasciare andare ogni inibizione, già pronte a dimenticare per qualche giorno la vita di casalinghe e madri nel New Jersey o chissà dove. 

Quando arrivammo al Resort: apriti cielo! In piscina non notai altro che tette, di ogni dimensione, grandi, medie e piccole, vere e rifatte, coperte e libere. Gli uomini erano quasi tutti con il costume, anche se alcuni sembravano costumi presi in prestito dalle mogli. Laura non mancò di farmi notare una minchia enorme che prendeva il sole con il suo abbronzatissimo proprietario. Andammo in camera a posare le valigie e rimetterci in sesto. 

Dopo la doccia io non avevo la forza di uscire dalla camera, Laura invece era tanto desiderosa di mostrare a me e a tutti il costume sexy portato dall'Italia. Lo provò mentre ero mezzo svenuto sul letto: era bellissima. Un po' mi rianimai. In spiaggia in Italia con quel costume più di qualcuno avrebbe mormorato "che gran troia", lì, ce ne accorgemmo presto, era fin troppo pudico e presto venne dimenticato nei cassetti. Era una brasiliana blu che lasciava bene in vista la forma del suo culetto sodo. Sopra, un reggiseno a fascia apriva ora un dubbio amletico: metterlo o non metterlo?

Lo mise, passammo oltre un'ora in piscina, un'altra ora sui lettini, i più comodissimi che io abbia mai visto. Io ero talmente stanco che non mi guardai intorno, lei scambiò qualche parola qua e là con qualcuno. Per la sera c'era in programma una festa, ma niente di speciale così restammo in camera a dormire per recuperare le forze. 

Giorno 2

Il secondo giorno eravamo come nuovi, complice anche la ricca colazione a base di proteine e frutta.
"Oggi niente reggiseno, ti secca?", chiese. 
"Figurati! Anzi, era ora! Te lo dico sempre di non metterlo anche in Italia"
"Tu dici sempre cazzate, non so mai quando sei serio", replicò sorridendo. 
Eravamo pronti. Ci accorgemmo della bella gente giù in piscina. Andammo subito nell'idromassaggio, lì c'era una coppia con un lui bello, muscoloso e di colore e una lei bellissima, rossa e col seno rifatto. Avevano 30 anni lei e 34 lui. Facemmo subito amicizia, subito le cose furono chiare: a Laura attirava parecchio quel ragazzone, di cui non vedeva il pene, ma fantasticava sulle dimensioni; a me piaceva la rossa, e viceversa. Non so se in una diversa sede avremmo provato quella forte attrazione, ma l'ambientazione era tale da eccitarci e farci piacere quasi chiunque. 

Giocammo un po' sott'acqua in modo innocente, qualche carezza e qualche sorriso. Poi, eccitati come cavalli, ci salutammo e io e Laura tornammo in camera per scopare. Poi in un momento di grande riflessione emerse più o meno questo:
"Secondo te è giusto che scopiamo io e te, con tutta quella gente fuori?", chiese lei.
"Ahah, in vacanza ti trasformi eh?"
"Facciamo gara dai!"
"Ok! Facciamo così, io e te possiamo scopare insieme solo se prima ci scopiamo altri, ok?"
"Ahah ok, ma facciamo anche gara, a chi rimorchia di più!"
"Mi sembra ìmpari, ma ok"

Uscimmo con tutto un altro spirito, che ci accompagnò per tutta la vacanza. Lei con la sua brasiliana, ma dopo la scopata sembrava un'altra,  teneva alta la testa, in fuori il petto con quelle bellissime tette che ballavano mentre scendeva le scale di corsa e sculettava come una troia. Io la seguii a distanza. Vidi che si orientava verso l'idromassaggio. Andava sul sicuro, dal suo nero. 

Io mi avvicinai a una signora sulla quarantina, tutta in forma e rifatta, con un perizoma argentato e un reggiseno a triangolino molto sottile. Beveva un cocktail. Le chiesi se potevo bere con lei. 

"Non potrei chiedere di meglio". Ci presentammo. Lei era inglese, sposata, col marito in camera. 
"Come mai in camera?"
"Spera di vedermi tornare ricoperta di seme"
Rimasi senza fiato, poi lei ci rise su e disse: "No, scherzo, sta poco bene. Preferiva riposare".
"Ah, capisco... Com'era ieri sera la festa?"
"Niente di che, ma stasera ci sarà il white party... È molto eccitante e trasgressivo"
"Ci si veste in bianco?"
"Bimbo...", mi guardò con compassione per la mia inesperienza, "stasera vedrai cosa significa vestirsi di bianco, senza biancheria, con le luci forti". Compresi subito quanto ero stato ingenuo. 
"Allora speriamo di incontrarci stasera"
"Ok, beviamo insieme, con le nostre metà. A proposito dov'è la tua fidanzata?"
Gliela indicai. Lei sorrise. "Fortunata!", riferendosi alla compagnia. 

Proprio mentre la guardavamo, Laura ci venne incontro. Il suo topless fresco, giovane, il più giovane di tutti non lasciava indifferente nessuno. Si sedette a fianco a me, si presentò alla donna e poi chiese:
"Come va qui?"
"Molto bene, hai un ragazzo molto simpatico, parlavamo del white party. Mi raccomando Laura, sii provocante, così fai riprendere mio marito un po'"
"Oh, va bene. Ma non so se ho qualcosa di adatto"
"Non hai nulla di bianco?"
"Solo un pareo e una canottiera"
"Sarai eccezionale, basta che non metti la biancheria!"
"Sarà fatto!"
"Perfetto, vado a vedere se mio marito è ancora vivo. E ricorda, niente biancheria". 

La donna se ne andò e rimasi solo con la mia Laura. 

"Scusa non volevo interromperti"
"Tranquilla stava già andando via. Piuttosto, tu come mai hai lasciato il tuo amico?"
"Diciamo che cercava qualcosa di diverso..."
"Cioè?"
"Te..."
"Oddio"
"Già"
"Beh, rimettiamoci al lavoro, tettona!"
"D'accordo... Mi piaceva quel bastardo!"

La lasciai lì, in topless al bar. Era come un pezzo di pane lanciato in mezzo a un branco di cani affamati. Io andai a cercare fortuna sulla spiaggia. Una donna si stava masturbando. Addosso aveva solo un grande cappello di paglia e gli occhiali da sole. I suoi seni ondeggiavano al ritmo della sua mano destra. Era fantastica perché era tutta naturale.

Pensai a come approcciarmi ma non volli disturbarla in quel momento di concentrazione. Così andai a sedermi su un lettino, lasciandone uno libero tra me e lei. Mi tolsi il costume e cominciai a toccarmi. Lei si girò e mi disse in inglese:

"È un paradiso, non è vero?"
"Se in paradiso ci sono donne così, allora sì, un vero paradiso"
"Vieni pure vicino, non ti mordo"
"Non volevo essere inopportuno"
"Toccami"

Iniziai a masturbarla mentre lei masturbava me. Non mi ero nemmeno domandato dove fosse il suo lui, ma ci pensò lei a indicarmelo. Era in acqua, faceva il bagno e si masturbava guardando verso di noi. Poi mi chiese di Laura. Mi girai ma non la vedevo, così risposi che probabilmente era già nel letto di qualcuno. 

"Qui c'è un cartello enorme che vieta di fare sesso nelle zone comuni, ma in cinque giorni non ho mai visto nessuno rispettare la regola!"
"Oggi è solo il secondo giorno che sono qui, ancora non ho visto molto movimento"
"Ancora è presto. Alle sei sarà pieno di gente. E poi la sera ci sarà il delirio, ma saranno tutti mezzi vestiti. E chi arriva a fare l'alba generalmente si accoppia in ogni angolo della spiaggia e della piscina"

Ero eccitatissimo nelle sue mani. 

"Fuck me"

Come non accettare l'invito. Mi misi sopra di lei. Ma subito mi fermò: "Il preservativo". Cazzo! Dovevo tornare in camera? Mise una mano nella borsa e aprì il preservativo. Era pronta la troia. Me lo infilò con cura e poi sbattendosi una mano sulla figa mi invitò ad entrare. 

Mentre la sbattevo mi immersi tra le sue tette che mi stringevano la testa. Non mi ero nemmeno accorto che il marito era tornato. Si masturbava accanto a noi. Non mi diede alcun fastidio. Non perderò altro tempo a parlare di una scopata ordinaria con questa donna. Quando stavo per venire mi chiese di venirle in faccia. Obbedii e subito dopo di me le venne in faccia anche il marito. Poi le fece una bella foto e mi ringraziò per il servizio resole. Contenti loro, contenti tutti. 

Finito di divertirmi con la milf, andai a cercare Laura. Effettivamente, come aveva detto la donna che mi ero appena scopato e di cui non sapevo nemmeno il nome, la zona piscina e bar si era affollata notevolmente. Era difficile trovare Laura. Così decisi di andare a vedere in camera. Approfittando delle scale guardai dall'alto, ma niente. Mi feci la doccia e attesi non più di venti minuti. Era tornata. 

"Dobbiamo cenare e prepararci per la festa", dissi fintamente seccato del ritardo. 
"Siamo gelosi?"
"No, perché?"
"Perché non sai dove sono stata e ti rode... Ah e comunque c'è scritto di non scopare sulla spiaggia", mi aveva visto. Poco importa, eravamo d'accordo. 
"Non mi dirai che sono uno a zero?"
"Vuoi saperlo?"
"Sì"
"Decidi tu: come si attribuisce il punteggio?"
"In che senso?"
"Potrei essere 3 a 1, ma erano tutti insieme. Vale un punto o tre?"
Rimasi un po' di stucco, diciamo così.
"Racconta, direi tre, racconta..."

"Allora, ero al bar e si avvicina un ragazzo di trent'anni. Giovane, sportivo. Mi offre da bere e facciamo due chiacchiere. La sua fidanzata è con lui, e lui non mi sembra molto disponibile, anche se decisamente interessato, specialmente quando appoggiavo le tette al bancone. Intanto ti vedo che inizi a darti da fare. Allora penso . Mi accorgo che anche alla sua ragazza piaccio, così per fugare ogni dubbio me ne esco con un dopo che lei mi aveva chiesto perché ero sola al bar. Loro stavano aspettando due coppie di amici. Tempo di finire il mojito ed erano arrivati. Mio dio, altri due adoni con le loro ragazze. Mi sentivo di troppo, ma mi presentavo bene, specialmente dopo che John mi aveva introdotto agli altri due come . A quel punto il ghiaccio era già rotto. Uno dei due amici di John fa notare che il tempo stringe e presto sarebbe stata ora di cena, così andiamo tutti nella camera di uno di loro e..."

"E?"
"E sono una signora, non rivelo mica tutti i dettagli"
"Sì invece. Eravate tre uomini e quattro donne?"
"Sì"
"E che avete fatto?"
"Quello che fanno tre uomini e quattro donne mezzi nudi ed eccitati in una camera come questa".
"Dai, racconta. Non farti pregare"
"Oh, che curiosone! Va bene. Se proprio vuoi farti del male... Le tre amichette si son messe a giocare tra di loro. Non ho avuto molto tempo per guardarle. Non che non mi incuriosisse, ma capirai, tre maschioni per me, quando mi ricapita. I tre iniziano a toccarmi, le mutande ovviamente era come non averle. Io ricambio le palpate, ma con più difficoltà, immagina due mani contro sei! Poi, quando uno dei ragazzi si toglie il costume, una delle ragazze si accorge e viene verso di noi. Inizia a succhiarglielo e poi mi dice: . Ci ho pensato su, tipo dieci millesimi di secondo e poi mi sono levata le mutande e ho allargato le gambe. Mentre lei me la leccava io avevo quel cazzo in bocca. Intanto si avvicinano le altre due, levano il costume ai ragazzi e iniziano a baciarli e masturbarli. Man mano che gli altri cazzi mi entrano in bocca, le lingue delle ragazze assaggiano la mia fighetta. Dopo un po' le ragazze ci lasciano soli per andare a prepararsi e io mi ritrovo con tre cazzoni super eccitati da quanto hanno visto e ti ho detto."

"Sono eccitato io, immagino loro..."
"Già"
"Non ti ho detto di smettere", avevo il cazzo in mano.
"Continuo solo se conservi le cartucce per dopo. Non vorrai stancarti inutilmente", rimisi le mani a posto e continuò il racconto.

"A quel punto la fantasia era scemata ed era rimasta solo voglia animalesca di scopare. Mi metto a quattro zampe e a turno prendo uno nella figa e uno in bocca. Il terzo giocava con le tette e me lo metteva in mano. Abbiamo fatto così per un po', ruotando molto. Poi uno di loro si è disteso a terra, l'ho montato e gli altri due accanto mi riempivano la bocca insieme. Quando quello sotto stava per venire mi ha fatto alzare e mi è venuto in bocca. Allora gli altri due mi hanno fatto rimettere a quattro zampe e di nuovo uno in bocca e uno nella figa, finché mi son presa un'altra sborrata in bocca e una sulla schiena. Dopodiché, dopo avermi detto , con ammirazione però, come un complimento, mi hanno accompagnata alla porta. Mi sono lavata nella doccia giù ed eccomi qua". 

Dopo il racconto ero eccitato e sconvolto. Ma era esattamente quello che prima di partire speravo succedesse. Andammo a mangiare. Rapidamente, senza perderci troppo nei tentativi di approccio di altre coppie. Tornammo in camera e in mezz'ora fummo pronti, lavati e profumati per la serata. 

Come da dress code ci vestimmo di bianco. Ci eravamo dimenticati di passare dalla donna che ci aveva parlato del white party, ma a Laura non servivano certo i suoi consigli. Era come se dopo quella scopata fosse più donna di prima. Aveva un pareo bianco e una canottiera aderente. Io invece avevo dovuto comprare dei pantaloni bianchi giù al market dopo cena. Li indossai senza mutande. Avevo anche una camicia di lino. Eravamo pronti. Guardammo dalla stanza com'era l'affluenza. C'erano già una ventina di persone. Alcuni bevevano, altri ballavano. Andammo. 

Ci sedemmo al chiosco, l'atmosfera era fantastica. Tutte le donne avevano vestiti leggerissimi riempiti perfettamente dalle tette. C'era molta euforia e non si capiva bene se la ragione fosse l'alcool o la grande carica sessuale dei presenti. Dopo aver bevuto il suo drink Laura andò a ballare con altre donne, mentre io restavo a parlare con i mariti. Ognuno indicava la propria e raccontava le cose più porche che avevano fatto nella giornata, nella settimana e nella vita. 

Ad un certo punto lo speaker chiese: "C'è tra di voi, signore, qualcuna che indossa delle fottutissime mutande?". Un coro di no si alzò forte. "Io però riesco a vedere delle mutandine sotto quei vestiti bianchi!", replicò l'animatore. "Chi ha le mutande se ne può andare! Chi vuole restare mi dia le mutande!", insistette. 

Erano tre le donne con le mutande. Lo speaker le prese in disparte a bordo piscina, chiamò i mariti. Una donna era molto giovane e stava con un uomo decisamente più grande, a occhio lei aveva meno di trent'anni e lui una cinquantina. Indossava un perizoma bianco sotto il vestitino aderente dello stesso colore. La seconda e la terza erano amiche, stessa età, sulla quarantina, e anche i loro mariti. 

"Adesso facciamo un gioco: via le mutande. Altrimenti un bel salto in piscina", disse loro, e poi rivolgendosi a noi: "Siete d'accordo?". E un coro di sì. Le due amiche accettarono contente di togliersi le mutande. Una alzò la gonna e abbassò il perizoma senza preoccuparsi del fatto che tutti stavamo osservando la sua figa. L'altra amica invece abbassò le mutande cercando di rimanere pudica. A quel punto lo speaker la spinse in piscina e rapidamente spinse anche la giovane che non era intenzionata a levarsele. Poi invitò tutti a tuffarsi in piscina. Dopo quel bagno i vestiti bianchi bagnati erano meravigliosamente trasparenti. Per tutti quelli che si erano tuffati i cocktail erano gratis. E l'alcool iniziò a scorrere senza controllo. Anche io e Laura ci eravamo tuffati e presto eravamo ubriachi. 

Ballavamo, toccavamo ed eravamo toccati, ci baciavamo. Laura si strusciava su tutti quelli che capitavano vicino. Alla fine era quella messa peggio. Aveva bevuto più di tutti e soprattutto era inesperta rispetto alle altre donne che avevano esperienza pari a qualsiasi pornostar. La mia pura Laura invece era un agnellino in mezzo ad un branco di lupi. Ed io, il suo pastore, avrei tanto voluto darla in pasto. 

Così, mentre chiunque toccandola l'aveva lasciata praticamente nuda sulla pista, io davo l'assenso a qualsiasi cosa. Quattro uomini mi proposero di allontanarci con lei. Allora la trascinai con me. Lei voleva ballare ma le dissi che era ora di scopare e così non obiettò. Aveva perso il pareo e indosso aveva solo la canottiera bagnata. 

Andammo dall'altra parte della piscina, io mi distesi e lei si sedette sulla mia faccia. I quattro attorno a lei iniziarono a masturbarsi e a metterglielo in bocca. La mia donna era un oggetto, per la seconda volta quel giorno. Senza nessuna gentilezza glielo sbattevano davanti alla faccia aspettando di entrarle in bocca. Sempre senza nessun garbo le strapparono la canottiera e le presero i seni e strizzandoli forte. Presero completamente in mano la situazione. La fecero girare e, sempre mentre io ero sotto inebetito ed eccitato, la misero a pecorina e a turno glielo sbatterono nella figa. L'unica cosa che non riuscirono a fare fu sverginarle il culo. Per il resto se la passarono come una prostituta da venti euro e quando fu il momento di svuotarsi (molto presto) la rimisero in ginocchio e le inondarono il volto. Poi ci lasciarono lì.  

Tornammo in camera senza parlare. Lei si lavò la faccia e venne a dormire. Non me ne fregava niente del fatto che aveva ancora sborra addosso. Ci addormentammo abbracciati. 

-continua-
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