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Rapitori in camera da letto


di rhapiu
25.06.2017    |    72.854    |    7 8.1
"Nonostante la situazione fosse drammatica, cominciai a ridere..."
Mi chiamo Sabrina e ho 44 anni. Mio marito Saverio ne ha 49.
Una notte di fine maggio scorso stavamo dormendo beatamente, quando ci destammo dal sonno a causa di una voce che ripeteva:
“Sveglia!!”
A fatica aprii gli occhi, la luce del lampadario era accesa. Mi girai verso mio marito, che mi disse di stare calma e che sarebbe andato tutto bene.
A quel punto guardai verso la porta, che si trovava ai nostri piedi, e vidi tre ladri che tenevano in ostaggio i nostri due figli, Alice di 22 anni e Riccardo di 19.
Iniziai con l’implorare i rapitori, partendo con un pianto incontrollato:
“Lasciateli andare, per l’amor del cielo! Prendete i soldi se volete, ma non fategli del male, vi supplico.”
“Signora, a noi non interessano i soldi. Noi siamo qui per godere.” Rispose probabilmente il loro capo, un tipo molto alto e ben messo. Aveva la pistola puntata verso di noi, mentre i suoi due scagnozzi tenevano fermi i nostri figli. Questi tre erano vestiti completamente di nero, con un abbigliamento che sembrava in tutto e per tutto identico a quello di Diabolik. E notai che uno di loro era una donna, lo capii dagli occhi che erano scoperti (indossavano tutti un passamontagna).
“Che significa?” chiese mio marito.
“Come che significa! Mi sembra stato chiaro il Boss, no? Siamo qui per godere.” Replicò la donna che teneva in ostaggio mio figlio.
“Mio Dio, amore! Fa qualcosa.” Urlai in maniera isterica a Saverio.
“Dì a tua moglie di piantarla altrimenti le ficco una pallottola in mezzo la fronte.” Fece il Boss.
Saverio mi abbracciò e riuscì a placare il mio sfogo quel tanto che bastava per evitarmi la morte.
Il rapitore che teneva mia figlia cominciava a palparle i seni, mentre l’altra tastava morbosamente in mezzo le gambe di mio figlio, che si stava eccitando. Indossava solo i boxer e si poteva notare chiaramente.
“Vi prego. Prendete noi, ma lasciate i nostri figli.” Insistetti.
“Non hai capito un cazzo! Qui gli ordini li do io, e tutti quanti voi dovete obbedirmi. Se volete vivere, s’intende. Paparino, prendi queste manette e legati alla testata del letto.” Disse il Boss lanciandogliele.
Saverio ubbidì, e rimase sdraiato sul nostro letto matrimoniale con entrambe le mani legate.
Il Boss si calò calzoni e mutande, mostrando un pene enorme, e non era nemmeno in erezione. Venne verso di me, le lacrime non smettevano di scendermi sulle guance, ma sapevo che se avessi ancora fatto la difficile quei bastardi mi avrebbero uccisa. Il Boss mi fece sdraiare completamente, accanto a mio marito e si appoggiò appena col sedere sulla mia pancia, mettendo il suo membro fra i miei seni. Sollevò il lembo che univa le due coppe e ci infilò il fallo, che stava crescendo velocemente.
I miei ragazzi erano stati portati a lato del letto, forse per fargli vedere meglio questa violenza alla loro povera mamma.
Il Boss mi puntò la pistola alla tempia e disse:
“Ora succhiami i coglioni come si deve, e cerca di far produrre il massimo degli spermatozoi!”
Completamente sottomessa, girai gli occhi verso mio marito, che era stato imbavagliato nel frattempo. Lui fece un cenno di assenso. Mi sarei aspettata un po’ più di combattimento da parte sua. Del resto loro avevano la pistola ed erano più forti. Così mi attaccai ai suoi testicoli e cominciai a succhiare meglio che potevo. Per fortuna aveva un buon odore, si era lavato poco prima di venire in casa nostra evidentemente. Ma cosa stavo pensando? Stavo succhiando i testicoli ad un rapitore davanti a mio marito e i miei figli! Cosa c’entrava se era pulito! Il suo glande toccava la mia fronte mentre l’asta passava lungo il mio naso.
“Adesso vai dal mio amico e fagli una sega, spero che almeno in quello tu sia brava, mentre tua figlia prende il tuo posto di succhiapalle.” Ordinò il Boss.
Mi fece alzare, guardai mia figlia e le sussurrai: “Perdonami amore mio”.
Mia figlia mi guardò impietrita e prese il mio posto, sdraiandosi come me fino a poco prima.
Iniziò a succhiare in maniera oscena, sbavando come un’indemoniata.
“Wow, ma sei bravissima! Tua madre è più figa di te, ma tu ci sai fare di più. Chissà quanti cazzi hai già scopato!” disse ghignando il Boss.
“Non è vero. Alice è fidanzata dalle medie con lo stesso ragazzo ed è una ragazza perbene.” La difesi.
“Oh davvero? A me pare proprio che il suo fidanzatino abbia due corna grosse come il mio cazzo. Alice, fa vedere alla tua mammina come mi ingoi tutto il cazzo, sono sicuro che tu hai una gola profonda.” Ordinò il Boss.
Mia figlia cominciò a succhiargli il membro e in poco tempo lo fece sparire completamente nella sua bocca. Mio Dio, quel figlio di puttana aveva ragione. Alice, la mia bambina, pareva una ninfomane. Intanto lo scagnozzo mi aveva tolto il reggiseno e palpava senza sosta quello destro, mentre io con la mano sinistra lo masturbavo. Aveva delle dimensioni normali, simili a quelle di mio marito.
“Ti piace il mio cazzo, non è vero bambina?” chiese il Boss.
Mia figlia continuava incessantemente a ficcarselo tutto in gola.
“Questa era la risposta che volevo. Continua a succhiare così. Insegna qualcosa alla mamma… che forse ha paura di mostrare quanto sia troia al marito. Tu invece, anche se hai come pubblico i tuoi genitori e tuo fratello, te ne sbatti i coglioni e stai mostrando la tua anima da porca.” Disse il Boss.
Dopo qualche minuto, la donna fece:
“Boss, se la ragazza continua così, verrai. È ora di fare l’inculata.”
“Hai ragione tesoro. Preparalo. Bendiamogli gli occhi” Ordinò il Boss.
Ci bendarono a tutti e quattro. Il panico salii dentro di me. Quando lo scagnozzo mi sbendò, vidi mio marito ancora sul letto ma girato e piegato a 90° e…
“Noooo! Ferma! Ferma!” Urlai.
“Allora vuoi morire!” disse il Boss, che puntandomi contro la pistola premette il grilletto.
Orinai dal terrore.
Ero ancora lì.
“Sappi che questo era un avvertimento, il prossimo colpo sparerà davvero una pallottola.” Urlò il Boss.
“Boss, posso succhiarle la figa? S’è pisciata addosso ‘sta stronza!” chiese lo scagnozzo.
“Fa pure, ma assicurati che continui a guardare lo spettacolo. A vedere come sua figlia mi lecca il buco del culo.”
Non era vero. Io e mio figlio eravamo stati sbendati, ma Saverio e Alice no. E mia figlia stava leccando il sedere a suo padre!
Mia figlia smise un attimo e la donna fece:
“Sto leccando bene paparino?”
“…c’è mia moglie! Non posso…” rispose Saverio.
“Hai paura che ti chieda gli alimenti la mogliettina? Dillo che godi, dillo.”
“Ok, sì, continua a leccarmi.”
Sicuramente stava al loro gioco, non posso credere che gli stava davvero piacendo, non al mio Saverio.
“Non sai nemmeno se sono io a leccarti il culo… potrebbe persino essere il Boss!” proseguì la donna.
A quel punto vennero entrambi sbendati e io cominciai di nuovo a piangere come una matta.
“Alice!” fece Saverio.
“Papà?” replicò nostra figlia.
“Via, non abbiamo più molto tempo. Basta con le stronzate. Ora si scopa tutti.” Ordinò il Boss.
Io e mia figlia ci sdraiammo sul letto, col bacino a mezz’aria.
Sotto di me c’era lo scagnozzo che si faceva succhiare il pene dalla donna, che alternativamente lo succhiava anche a mio figlio. Avevo capito le loro intenzioni? Volevano farmi una doppia penetrazione, e per giunta uno di loro era il mio Riccardino!
Quella puttana cominciò a leccarmi il buco del sedere, facendomi il solletico. Nonostante la situazione fosse drammatica, cominciai a ridere.
“Tra poco non riderai, ma godrai lurida vacca.” Disse la donna.
Mi voltai verso Alice e il solletico non mi fece più ridere per quello che vidi.
Mia figlia era fra mio marito, sdraiato sul letto accanto a me, mentre il Boss la prendeva da dietro.
“Saverio, cosa fai?” dissi sbalordita.
“Sono un padre degenerato, lo so. Ma se non facciamo come dicono, siamo morti.” Mi rispose.
Del resto in quel momento era entrato dentro di me… mio figlio. Mi stava facendo impazzire, aveva un… coso davvero eccezionale, lo sapeva usare benissimo. Mi stava facendo partire fuori di testa. Tanto è vero che non mi accorsi nemmeno del dolore iniziale che ebbi quando lo scagnozzo mi entrò da dietro.
“Dài Riccardo, al diavolo la morale. Continua a fottere la mamma, fagli vedere quanto le vuoi bene a questi bastardi.” Dissi a mio figlio.
“Oh mamma! Dici sul serio?”
“Certo tesoro. Stai facendo impazzire la mamma. Nemmeno tuo padre mi ha fatto stare così bene.” E mi voltai verso di lui, Saverio.
“Sabrina! Ma cosa cazzo dici?” fece mio marito.
“La verità. Tuo figlio mi fa… mi sta facendo uscire pazza. Ho voglia di lui. Voglio che me lo ficchi in gola. Così farò vedere al Boss che sono anche più brava di mia figlia. E che se dopo vuole anche al Boss gli ingoierò i testicoli con tutto quel suo dolcissimo e profumatissimo pisellone! Avanti Riccardo, soffocami con la tua fava.” Ero completamente partita. Non ragionavo più con la testa, questo era sicuro. Mi trovavo in una fantasia perversa, e avevo rimosso ogni freno inibitorio.
Riccardo ubbidì. Guardai il Boss, che mi osservò ghignante e soddisfatto, e gli feci l’occhiolino. La puttana cominciò a placare la mia micina succhiandomela. Che lesbicona. Me la succhiava con trasporto. Mi fece venire due volte.
“Papi, la mamma sembra che provi davvero piacere” sentì dire ad Alice.
“Tesoro, non ti giudicherò. Lo so che è sbagliato, ma non stai provando piacere anche tu facendolo con me ed il Boss?” le chiese suo babbo.
“Sì, da una parte si. Ma tu sei mio padre! Il Boss aveva ragione, il mio fidanzato è un grandissimo cornuto, scopo con più persone possibili, sono una gran troia. Ma tu sei il mio papi, questo davvero è inaccettabile.”
Intanto Riccardo si era scambiato di posto con lo scagnozzo e mi impalai sopra di lui, infilandomelo nel sedere. I due scagnozzi fecero un passo indietro e cominciarono a masturbarsi l’uno con l’altra. Evidemente vedere madre e figlio in un rapporto così estremo era troppo eccitante per mettersi in mezzo.
“Cara Alice, non ti giudico se vai con tanti ragazzi perché io lo sto facendo con tuo fratello. Quindi non avere paura di godere con il tuo papi.” Le diedi la mia benedizione, in un certo senso.
“Mamma, ma tu sei fulminata!” mi rispose.
“No, è che sono troppo eccitata, e adesso comando io! Bastardo di un Boss, vieni qui che ti faccio vedere che sono la migliore nel succhiarlo… te lo divoro.” Dissi con una prepotenza inaudita. Il Boss rise, si sfilò da mia figlia e venne verso di me con la sua proboscide.
“Scommetto che si dessi la pistola, spareresti ad uno dei tuoi se solo provassero a smettere di scopare.” Disse il Boss.
“Non tentarmi… e adesso ficcamelo in gola pervertito, fammi gustare lo sfintere di Alice.”
Nonostante qualche conato di vomito, riuscii a prenderlo tutto in bocca mentre guardavo il Boss come la più lurida delle puttane. Con la lingua riuscii anche a leccargli sotto l’asta. Mio figlio mi stava facendo godere come una matta.
Il Boss iniziò a gemere sempre più forte, ed io continuai a pompare ancora di più aspettandomi il suo seme in gola, che non tardò ad arrivare. Con un fallo così grosso, fu normale che producesse tanto sperma. Lo ingoiai quasi tutto, un po’ fuoriuscì dalla mia bocca.
“Grazie signora Sabrina, ma adesso dobbiamo levarci dai coglioni. Conosciamo l’uscita e vi abbiamo messo dei soldi per riparare la porta che vi abbiamo scassinato.” Fece il Boss.
“Sono io che ringrazio voi! Posso darle un bacio Diabolik?” gli chiesi.
“Ha appena inghiottito la mia sborra, anche se è mia mi fa leggermente schifo. Anche se chiaramente sono lusingato. Magari alla nostra “Eva” non dispiacerà affatto.”
Così limonai con quella puttana. Le piacevo, l’avevo capito. Ma volevo comunque ringraziare anche lei. Anche se non avevo mai fatto niente di lesbico prima in vita mia. Ma col coso di mio figlio ancora infilato saldamente nel sedere, continuavo a ragionare ancora con altro.
Il Boss continuava ancora a tenere la pistola puntata verso mio marito, che sembrava ancora riluttante, finché non uscirono dalla porta della camera da letto e se ne andarono.
Mio figlio fece per sfilarsi ma lo bloccai.
“Che fai?” dissi scocciata.
“Come cosa fa?! La vuoi piantare di recitare?” disse mio marito, che nel frattempo aveva smesso di fare subito l’amore con nostra figlia, appena i tre si erano dileguati.
Mi misi in piedi presi per il pene Riccardo e lo condussi con me alla porta, poi mi voltai verso Saverio e Alice e dissi:
“Voi fate quello che volete, dormite pure o chiamate la polizia. Ma non venite a disturbarci in camera di Riccardino, non si è ancora svuotato e poi ho intenzione di prosciugarlo per tutto il resto della notte.”
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