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I capi di mio marito


di rhapiu
12.10.2010    |    71.598    |    1 8.3
"“Brava, tesoro! Continua con gli altri ditini..."
Tutto è iniziato due anni fa, con l’inizio della crisi economica. Mi chiamo Sabrina e ho 39 anni, sono alta 1,70 m e peso 63 kg, un corpo abbastanza curato e un bel viso e capelli lunghi neri e ondulati. Dicevo appunto che la storia ebbe inizio verso la fine del 2008.
Mio marito Ludovico era rimasto a casa perché la ditta in cui lavorava fallì e venne riassunto a tempo determinato con un contratto di sei mesi, che in quel momento stava per scadere.
Ludovico era quasi certo che non gli avrebbero rinnovato il contratto, e la situazione si faceva difficile anche perché abbiamo un figlio di 17 anni (all’epoca).
Così decisi di tentare di andare dal suo capo per cercare di convincerlo a tenerlo.
Arrivai nell’ufficio e la segretaria chiamò al telefono il principale per annunciarmi. Dovetti pazientare una decina di minuti, infine passai un corridoio e bussai alla porta.
“Avanti”
“Buongiorno, sono Sabrina M., la moglie di Ludovico, cercavo il principale”
“Sì? Eccomi!” era una donna il suo capo!
Si alzò dalla sedia e venne verso di me dandomi la mano, era una ragazza giovane sui 25 anni, capelli a caschetto lisci color castano chiaro, con delle forme piuttosto rotonde dove serve e nè magra nè grassa. Fece cenno di accomodarmi sulla sedia.
“Mi scusi, pensavo che il nuovo proprietario dell’azienda fosse un uomo!” esordii imbarazzata.
“Delusa? – sorrise - In realtà siamo due donne, io e mia sorella. Io sono Nadia” si presentò infine.
“Verrò subito al dunque. Sono qui perché mio marito ha lavorato per ben 12 anni con la ditta precedente prima che fallissero. Ebbene, Ludovico dice che è molto probabile che non gli rinnoverete il contratto, è vero?” dissi fissandola negli occhi.
“Beh, dipende – fece alzandosi dalla sedia aggirando con passo lento la scrivania – anzi, vede, sarò franca perché lei è una persona che va al sodo e mi piace molto: se oggi lei non fosse venuta suo marito sarebbe stato spacciato.” Ammise candidamente.
“In che senso?” chiesi confusa.
Nadia era dietro di me, mi appoggiò le mani sulle spalle e avvicinò la bocca al mio orecchio sinistro, mentre premeva i suoi morbidi seni sul mio collo, mi rivelò con candore
“Nel senso che sarai la mia cucciola e io la tua padrona.”
“Cosa? Questo è un ricatto bello e buono!” feci scandalizzata.
“No. Suo marito non ha possibilità in condizioni normali di continuare a lavorare per noi, ma visto che lei mi piace, anche fisicamente, le do una possibilità per far si che abbia un’opportunità insperata. A lei la scelta, non la costringerò” si riaddrizzò mollando la presa dalle mie spalle.
“Non sono nemmeno lesbica, e poi mio marito non lo tradisco!”
“Tanto tanto con un uomo, ma non lo tradisci se lo fai con una donna e per il bene della tua famiglia, compreso tuo figlio.” Osservò Nadia.
Passò qualche minuto di assoluto silenzio, ci osservammo come due animali che si studiano prima di una lotta.
“Cosa devo fare?” dissi rassegnata e sentendomi un verme per aver ceduto.
“Anzitutto voglio assicurarti che il tuo impegno richiesto sarà solo per un’oretta circa da adesso, e che questo varrà il rinnovo certo del contratto del tuo Ludovico. Seconda cosa, puoi darmi del tu visto che potrei essere tua nipote e terzo, comincia a chiamarmi padrona.”
“D’accordo, padrona. Che accidenti devo fare?” iniziai a spazientirmi.
“Stare calma – disse mentre si sedette sulla scrivania mettendomi i piedi sulle cosce – e ciucciarmi le zampine.”
Le sfilai le scarpe da ginnastica, poi i calzini. Avvicinai al mio viso il piede destro che non emanava un buon odore.
“Che schifo, puzza! Non si lava i piedi?” osservai disgustata.
“Cucciola, le feticiste come te adorano e odorano i piedi, soprattutto se sono più puzzolenti. Coraggio, comincia ad assaggiare l’alluce.”
Mi teneva in pugno, o meglio per i piedi. Avvicinai la bocca all’alluce, cominciai a leccarglielo, poi lo succhiai.
“Brava, tesoro! Continua con gli altri ditini. Ti piacerà tra un po’.”
Eseguì l’ordine, poi passai all’altro piede e iniziai a leccare anche la pianta, infine provai a infilarmelo in bocca dai diti.
“Sfortunatamente ho il 43 di piede, è un po’ troppo lungo, ma comunque hai una gola profonda, non c’è che dire!” osservò Nadia.
Di colpo la porta si aprì, mentre stavo tentando di fare un “pompino” al piede della padrona, volevo dire di Nadia. Mi irrigidì e mollai di colpo il piede che cadde a peso morto sulla mia coscia.
“Oh, scusate. Nadia, ti dovevo solo dare questi fogli, ma non sapevo che eri impegnata con un’amichetta.” Disse la donna che aveva fatto “irruzione” nell’ufficio; probabilmente era sua sorella, visto che le somigliava molto, ma aveva solo i capelli più lunghi e dovrà avere avuto cinque anni in più.
“Adriana, ti presento la mia cucciola Sabrina. Sabrina, questa è mia sorella - disse sorridendo Nadia – continua pure la “pedicure””
“Posso rimanere qui anch’io, sorellina? Sai, essere incinta, e solo dopo appena due mesi, è molto stressante. Oltretutto mio marito non mi dedica più attenzioni, e chi è meglio di una donna per farsi amare” osservò Adriana.
Era vero, non ci avevo fatto molto caso, ma appena lo disse notai che aveva una leggerissima protuberanza alla pancia. Quella disgraziata era incinta e chissà cosa voleva da me di lì a poco.
“Cucciolotta, fatti dare un bacio” esclamò Adriana che si avvicinò alla mia bocca.
Appoggiò le labbra sulle mie e inizialmente tentai di non farmi infilare la lingua, ma alla fine dovetti desistere. La cosa mi disgustava, però in fondo baciava molto bene, persino meglio di mio marito. Forse non aveva tutti i torti a dire che era meglio una donna per farsi amare… ma cosa diavolo mi stava passando per la testa? Non avevo mai avuto nemmeno pensieri saffici, e di botto ero lì che mi stavo lavorando due sorelle che oltretutto mi sodomizzavano un po?!
“Cucciola dai, dammi un bel bacio anche a me!” chiese Nadia, che sembrò gelosa.
Mi staccai da quella “ventosa” di Adriana e limonai con Nadia, anche lei molto brava, lo dovevo ammettere.
“Cucciolotta, ti piacerebbe leccare la fica di una donna incinta?” mi chiese Adriana.
“Non ne ho mai leccata una!” risposi indignata, o meglio cercavo di esserla.
“Beh, c’è sempre una prima volta. Penso che ogni tanto avrai pensato a come si fa, che sensazioni possa dare. Bene, ora lo proverai!” disse Adriana.
Prese il posto sulla scrivania della sorella e dopo essersi sfilata la gonna scostò le mutandine dandomi la visione della sua vagina proprio davanti ai miei occhi.
“Coraggio, mangiagliela!” mi incitò Nadia.
Mi avvicinai con la bocca al “mio” stesso sesso, una cosa impensabile per me fino a solo un’ora prima. Cominciai a leccare, poi feci entrare un dito della mano, poi due, mentre leccavo e baciavo sempre più velocemente. Adriana gradiva molto perché cominciava a gemere sempre più forte e cominciava a bagnarsi. Il suo sapore era davvero delizioso, e la cosa mi disgustava ancora di più perché stavo provando piacere ad essere lesbica (senza offesa per chi lo è, ma proprio pensavo di essere etero al 100%, evidentemente non era più così). Nadia dovette tapparle la bocca con la mano per placare le grida di eccitamento, non ci volle molto perché venisse con un potente orgasmo che mi inondò il viso. Mi leccai le labbra ed era ancora più buono del “liquido” di prima.
“Adesso fatti da parte sorella, tocca a me!” disse Nadia.
Infatti cominciai a trattare allo stesso modo la “sorellina” di Adriana, che riuscì a raggiungere l’orgasmo in minor tempo, probabilmente già più eccitata della sorella, con l’unica differenza che gliela leccai con le mutandine e non feci in tempo a togliergliele.
Mentre le succhiavo la fica da sopra l’intimo iniziai a sentirmi bagnare tra le gambe, mi stavo eccitando orribilmente, anche perché Adriana era dietro di me (io ero seduta china in avanti sulla vagina di Nadia), in piedi, e mi palpava i seni mandandomi in estasi.
Nadia, dopo che venne con un grido assordante, trovò la forza per dirmi
“Complimenti, per essere la tua prima volta saffica sei stata formidabile davvero cucciola!”
Mi voltai verso Adriana che con un cenno della testa confermò quanto detto dalla sorella.
“Tuo marito avrà sicuramente il rinnovo del contratto, congratulazioni.” Aggiunse Nadia.
“Bene, devo andare, è tardi, arrivederci.” Dissi furtivamente e in un baleno uscì da quell’ufficio e mi diressi come un tornado verso casa.
Cosa mi era preso? Avevo fretta di mettermi sul letto a masturbarmi con una zucchina, ed era da quando ero ragazzina che non facevo più queste cose, oltretutto lo facevo poche volte perché poi facevo sesso con i pochi fidanzati che ho avuto e naturalmente con colui che è diventato mio marito.

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