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Le avventure di Serena 3: Il racconto orgiastico di Francesca


di rhapiu
25.09.2018    |    12.097    |    1 6.6
"Accidenti se non mi stavo inzuppando! Non serviva attivare quel piccolo vibratore che avevo dentro, c'erano quelle due sfere a eccitarmi..."
"Bene, ho detto che dovevano provare qualcosa di forte, e glielo avrei fatto provare io stessa. Dissi loro che si baciavano malissimo, così presi prima la rossa e la slinguazzai per benino, poi feci altrettanto con la lardosa. La cicciona ci dava dentro, era la rossa che non era tanto capace, ma con me si stava sciogliendo. Ho chiesto loro se avessero mai fatto altro... macché, manco a chiedere”
“Come? - dissi io - tu Bianca (che era la testarossa) non hai mai succhiato quelle bocce? Non ti andrebbe di farlo?”
“E' immorale, noi siamo devote a Dio...” mi rispose e diventò rossa. Scoppiai a riderle in faccia. L'altra si coprì le tette. Era in reggiseno, una quinta o una sesta addirittura. Potrebbe partecipare al Guinness World Record adesso, visto che a 15 anni era già così. Io glieli palpai quei magnifici meloni... accidenti se non mi stavo inzuppando! Non serviva attivare quel piccolo vibratore che avevo dentro, c'erano quelle due sfere a eccitarmi.
“Esagerata... 15 anni una sesta su... è che eri affamata!" disse Serena dando un colpo assestato nel culetto della narratrice.
"Ah, erano enormi, te lo giuro. Veniva derisa stupidamente da tutti, ma in realtà tutti i maschietti e qualche femminuccia gliele avrebbero volute palpare, e non solo. Insomma, per farla breve, le ho scostato il reggiseno e ho cominciato a leccargliele, provando inutilmente a prenderne una in bocca" continuò Francesca.
"Fra, ma... questa... tettona... aveva un nome?!" chiese l’avvocato.
"Si chiama Jessica. Non sentivano la forza di gravità, erano belle all'insu e non cascanti, con dei capezzoli neri ed enormi come quelli di una negra. Ho incoraggiato l'amica a farsele, e fra l’altro in fatto di tette non scherzava pure lei. Non erano grosse, ma erano perfette. D'altronde tutte le rosse di capelli hanno belle tette, lo sapevate?"
"Non lo sapevo!" commentò ammirata Lucia.
"Nemmeno io, non ho mai conosciuto rosse! Che taglia avrà avuto?" le fece eco la prigioniera.
"Una seconda credo, però erano perfettamente rotonde e con dei bei capezzoli... ricordavano quelle di mia cugina... mmm!"
"Chi?!? Tua cugina?!?!" domandò scandalizzata l’avvocato.
"Sì, volete che vi racconto?" chiese la poliziotta.
"Ormai sei in vena!" disse Serena e rise.
"Però non fare troppa confusione. Nel senso, finisci anche l'altro racconto!" l’ammonì Lucia.
"Con quelle due le ho trombate per bene, poi le ho anche inculate, a turno trombavamo in fica e culo e una godeva al massimo. Jessica poi l'ho scopata fra le tettone, peccato che non potevo sborrarle. Però mi sono sditalinata sopra e poi Bianca le ha ripulite tutte bevendo il mio succo. E' stato fantastico, le ho cambiate da così a così, sono diventate due troie da quel giorno" disse Francesca.
"Per te le donne sono tutte troie, eh?" la pungolò Lucia.
"Sì, hanno ragione gli uomini" rispose la guardia.
"Ma sentila!" disse Serena.
"Gli uomini sono dei bastardi, e porci, allora" asserì Lucia
"Vabbè. Volete sentire la storia di mia cugina? È una cosa un po' triste però" anticipò Francesca.
“Oddio... triste?! Dai, però sono curiosa" fece l’avvocato.
"Bene, mia cugina Nadine aveva 26 anni quando si sposò, io ero un anno più giovane - esordì Francesca - e quel figlio di puttana la tradì con sua sorella, cioè non la sorella di Nadine, ma proprio con la sorella di questo porco incestuoso! Li beccò durante il ricevimento dopo il matrimonio, con lei che glielo succhiava... la cosa però andava avanti già da tempo, ma lei lo scoprì troppo tardi, poche ore dopo il matrimonio... si erano sposati perché avevano un bimbo di due mesi"
"Oh, che cazzo di porco maledetto! Vatti a fidare degli uomini!" commentò adirata Serena.
"Già" replicò l'avvocato.
"Allora qualche sera dopo ero a casa di Nadine, che stava allattando il piccoletto, e vidi il suo seno... Vado avanti?" chiese Francesca.
"Dai, continua" la spronò la mafiosa.
"Nadine è una bella rossa, e ha un bel seno. Quando mise il suo piccolo a nanna le dissi se potevo fare qualcosa per lei, per tirarle su il morale. Poi mi venne una brillante idea - si illuminò la poliziotta come se le fosse venuta in mente in quel momento - le chiesi che avevo notato le smorfie di piacere che aveva quando il piccolo la succhiava, e se potevo provarci io"
"Ti sei ammattita Frannie? - mi disse - Va di moda l'incesto quest'anno?"
"Le ho messo l'indice dolcemente sulla bocca e con l'altro me le sono messo davanti il mio viso per dirle di tacere, le ho scostato il vestito e.… mi giudicherete male" commentò Francesca.
"Be’, non bene ma sicuramente sei intraprendente" fece Lucia.
"Le ho preso delicatamente il seno in bocca e cominciato a succhiare. Eravamo sul divano, e il latte usciva dal capezzolo e io l'ho bevuto tutto... che bello! Lei mi accarezzava la testa e mi faceva Sssh! come se fossi la sua bambina, e mi chiamò anche: Brava, cucciolotta mia! Brava" disse la poliziotta con le lacrime agli occhi dalla commozione.
Serena si fermò un attimo a pompare, Lucia accarezzò Francesca sulla testa e le disse:
"Dai Fra su, non fare così. Sei troppo commovente, non ti riconosco! Adesso ti chiedo una cosa per farti tornare normale!"
"Cosa? Chiedi pure."
"Ma Bianca, non ha voluto provare a scopare i seni di Jessica?"
"Oh sì, mentre lo faceva io ciucciavo quelle mammellone gonfie di piacere" rispose Francesca.
"Ci sono altri bei aneddoti con donne o ragazze?" chiese Serena.
"Si si. A pallavolo tanti, ma uno forte è stato quando ero in metro ed ero senza biglietto. Mi ha beccato il controllore, che era una donna, e voleva farmi la multa. Ho cercato di convincerla a parole ma non c'era verso. Poi mi sono resa conto che mi guardava in modo strano, e allora le ho detto in un orecchio di seguirmi in bagno!" fece la guardia.
"Wow, e che è successo?" chiese Lucia
"Avanti, racconta!" disse Serena leccandosi le labbra.
“Be’, una volta chiuse dentro mi sono denudata e le ho detto: io le concedo il mio corpo, ho visto come mi guarda. E lei non mi fa la multa! Per tutta risposta mi ha assalita e divorata” raccontò con piacere Francesca.
"Dio... ma sei irresistibile allora! - disse Serena - ho voglia di essere scopata io adesso. Non ce la faccio più, ho la patata in fiamme, un po' ‘sto coso che ho qui che mi sfrega..."
"Ci penso io..." fece la poliziotta.
"Si, però mentre mi scopi voglio chiederti un'altra cosa, tanto sono convinta che è così!" affermò la mafiosa.
“Chiedi!"
Serena si tolse il fallo e lo diede a Francesca. La prigioniera si stava mettendo a 90° sulla scrivania, e la poliziotta stava indossando lo strap-on.
"Scommetto poi che le due quindicenni le hai sfruttate per i tuoi godimenti, eh? Penso che sei riuscita a coinvolgerle per avere qualche bella visione di qualche altra loro compagna di squadra della loro età" azzardò Serena.
"Ah, ce n'erano anche un paio di tredici, quelle più forti e promettenti in tutti i sensi!" chiosò Francesca.
"Quindi confermi la tesi di serena!" disse ridendo Lucia.
"Si avvocato, mi dichiaro colpevole" scherzò la guardia.
“Bene bene, sentiamo un po' cosa facevano Bianca e Jessica per lei. Intanto Serena, mentre Fra racconta e ti scopa, perché non me la lecchi?" chiese Lucia.
"Basta che ti metti qua davanti" acconsentì Serena.
"Sono sempre a raccontare! Però dopo gliela sbrano signora avvocato, intese?" la minacciò Francesca.
"Ok, non vedo l'ora. Comunque Fra mi piace come racconta, la mia patata può attendere!" rispose Lucia.
"Intanto si faccia servire dalla mafiosa! Le pallavoliste più le riserve erano dodici, e diventai il loro allenatore. Durante gli allenamenti, potevo palparle senza dare nell'occhio quando le insegnavo a battere... non il marciapiede – rise mentre raccontava Francesca - e quando facevano esercizi. Facevo fare loro le spaccate con pantaloni attillatissimi e vedevo il loro cameltoe, la loro fichetta che risaltava, ma poi..."
"Scommetto che quasi le obbligavi a venire in culotte, magari senza intimo. E le istigavi a farsi scherzi tra loro" disse Serena.
"Sicuro. Con Bianca o Jessica in alcuni momenti poi, quando le altre non vedevano, le palpavo senza ritegno le tette o il culo e le sussurravo sconcezze all'orecchio. Nelle pause mentre sussurravo leccavo dentro il loro padiglione auricolare. Quando le punivo poi… volete sapere cosa facevo fare a loro?" chiese Francesca.
"Dai diccelo" fece Serena, mentre il fallo la riempiva tutta e finalmente, dopo un mese, la sua fica era piena e sazia.
"Le mettevo a culo nudo sulle mie ginocchia e le sculacciavo!" affermò la poliziotta.
"Povere! Ma perché le punivi?" chiese l’avvocato.
"Be’, dovevano imparare anche il sadomaso" disse Francesca ridendo
"E non si ribellavano?" chiese Serena.
"All'inizio un po', ma quando hanno capito chi comandava…"
"Scusa Fra, non per essere pignola. Ma prima hai detto che le hai un po' sfruttate per combinare qualcosa anche con altre loro compagne. Finora però hai detto che hai fatto solo qualcosa con loro. Fammi capire bene" volle capire Lucia.
"Si, ogni tanto a fine allenamento ne trattenevo una e le dicevo che doveva farsi avanti con la tale amica, perché quest’ultima mi aveva confessato di avere un debole per lei. Lo feci con le dieci ragazze questo giochino, e alla fine dopo un allenamento sentii un tale fracasso negli spogliatoi..." affermò la poliziotta.
"Fracasso?! Che stavano combinando?! Facevano a botte?!" domandò Serena.
Francesca rise, poi disse: "Botte? Appena aprì la porta mi bagnai completamente nelle mutande."
"Non mi dirai che..." fece Lucia.
"Era stata quella topolona di Jessica a cominciare. Aveva litigato con Katia e le aveva fatto mettere la testa nel solco fra i suoi seni" disse Francesca.
“Cazzo, che affronto" commentò Serena.
"Lecca stronza - le aveva detto - lubrifica bene il solco che stasera ci deve scivolare un bel cazzone. Poi Bianca urlò: dai ragazze, facciamo un'orgia! Dovete sapere che c’erano almeno altre due ragazze, Veronica e Sara, ben fornite a tette. E ovviamente non hanno voluto essere inferiori a Jessica. Io ovviamente nel mio borsone mi porto sempre dietro due strap-on, più quello che indosso sempre. Con le coppie che avevo scelto io per indirizzarle non ci volle molto per farle acconsentire ciò. Entrai nello spogliatoio e c'era odore di orgasmo femminile, una cosa allucinante, un groviglio incredibile di corpi, braccia e gambe, fiche e culi, il paradiso totale per me" raccontò Francesca.
"Ti sei unita a loro, eh?" la canzonò Lucia.
"Non sono mica una stupida" rispose la poliziotta.
"Scommetto che ti hanno ricoperto di ogni attenzione a un certo punto" disse Serena, prossima all'orgasmo.
"Oh si. Ma poi le ho sistemate io per bene, con il mio strap-on. E ne ho dati due a loro, e se li passavano a turno. L'orgia più bella e stravagante della mia vita, non c'è che dire. Ebbene si, alla fine mi hanno messa sdraiata su una panchina. Lingue in ogni parte del corpo: culo, fica, tette, bocca, orecchie, ascelle… poi ho dato l'onore a Jessica di fottermi e a Bianca di incularmi, aprirmi per bene il mio dannato culo!" disse Francesca, che si muoveva sempre più velocemente. Sentiva che Serena ansimava sempre più forte, l'orgasmo era imminente.
"Sto godendo come non mai... siii... però voglio venire come dico io. Fra, mettimelo nel mio sederino e intanto raccontami per bene di come si fottevano tra loro le tue dolci allieve, tanto lo so che sei anche stata a guardarle mentre si facevano tra loro. Tettone e non tettone. E immagino che te le sei anche fatte personalmente. Dai, dimmi!" fece Serena.
"Porcellina! - e rise - aspetta un secondo, rilassati per bene, così, si. Non lo devi rigettare, lo devi accogliere il cazzo tesoro. Ecco, sono dentro" disse Francesca e Serena lanciò un grido, un bruciore bestiale. Poi però dopo qualche minuto cominciò a piacerle.
"Allora, continuo" fece la poliziotta.
"Sii... mi piace! Continua ti prego!" disse Serena che intanto si rimise a leccare Lucia, giocando col suo buchino posteriore con un dito.
"C'era una ragazza piatta, alta e mora coi capelli lunghi, occhi scuri, che adorava prendere in bocca i due cazzi finti, li ingoiava come la nostra avvocato. Poi un'altra, Laura, si divertiva a masturbare due altre ragazze con le mani, gliele infilava dentro completamente, e queste poverine quasi svenivano e venivano" raccontò Francesca.
"Che troiette!! E quelle due o tre tredicenni che hai detto che c'erano?" domandò Serena.
"All'inizio si baciavano fra loro, castamente, ed erano abbracciate come fossero ubriache. Poi arrivo Jessica e ad una ad una le sfilò l'intimo e le disse: Che bella patatina glabra, vuoi che te la lecchi? La piccola fece no con la testa, ma Jessica la ignorò e gliela leccò. Le altre due stavano in mezzo ed erano sedute come questa ragazzina, e si mordevano le labbra. Jessica se ne accorse e disse se volevano provare anche loro a farsi leccare la micina" continuò Francesca.
"E loro?" chiese Lucia.
"Entrambe la presero per la testa e le tirarono i capelli, la volevano entrambe ma non poteva sdoppiarsi quella grassona, che quindi urlò: Una alla volta. Tu che hai goduto sino adesso occupati di lei, che io mi occupo della foresta nera. Disse così per via di un cespuglio nero tutto attorno alla fichetta di questa ragazzina. Era Jessica a parlare naturalmente" precisò Francesca.
"Wow, fantastico! E le altre due tettone, Sara e Veronica, non aiutavano Jessica?" domandò Serena.
"No, loro erano partite nel loro trip. Se le schiacciavano l'una contro l'altra e si baciavano come due infoiate ninfomani. Poi accadde l'impensabile" fece la poliziotta.
"Cioè?!" chiese l’avvocato.
"Ci fermammo tutte quante. Alla porta c'erano… c'era… la nostra presidente, Georgia, sulla quarantina, capelli castani lisci e lunghi, a bocca aperta." disse Francesca.
"Ahi ahi ahi... che tanata!" commentò Serena.
“Ed era la mamma di Jessica la tettona. La cosa più sconvolgente è che c'era anche l’altra sua figlia con Georgia. Più o meno mia coetanea, allora venticinquenne, la incantevole ma sempre pur suor Marika!" fece la poliziotta.
*** Serie di racconti scritti con un'amica in chat nel lontano 2011 ***
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