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Mia moglie ed il ragazzino guardone 2


di rhapiu
30.08.2022    |    28.822    |    16 9.9
"Rassicurata sulla mia partenza anticipata, la vidi, comunque, durante la giornata, guardare spesso l’orologio, in smaniosa attesa di rimanere sola in..."
Premessa: nel corso degli anni, ho copiato e salvato i racconti che mi sono più piaciuti. Alcuni di questi sono scomparsi dal sito Annunci69, così ho deciso di ripubblicarli citando il nickname dei vari autori. Qualora qualcuno di questi riconoscesse il suo racconto, mi avvisi e provvederò subito a cancellarlo. Non voglio appropriarmi dei racconti altrui.

di MarcoC
scritto il 25-05-2006

"Ecco la seconda puntata delle vicende che hanno trasformato la tranquilla vita sessuale mia e di mia moglie in un susseguirsi di incontri sessuali sempre più perversi (suoi) e di grandi seghe (mie).
Per l’inizio, vedere “Mia moglie ed il ragazzino guardone”.
Il giorno dopo il primo pompino fatto da S. al suo ammiratore di 15 – 16 anni, tutto andò come previsto: di mattina il giovane non si fece vedere e la mia sposina si premurò di sottolineare la cosa. “vedi, ha rinunciato a spiare dal foro tra le cabine, ha capito che non gli permettevo di vedere niente… puoi stare tranquillo, adesso” Sapevo benissimo che cercava di tranquillizzarmi per poter avere maggiore libertà d’azione, che d’altra parte io ero ben deciso a concederle, quindi stetti al gioco: “Sembra così, forse non si farà più vedere, meglio”.
Di pomeriggio, eravamo entrambi impazienti; arrivati da poco, S. mi chiese se anche oggi sarei andato a trovare mia madre. Rassicurata sulla mia partenza anticipata, la vidi, comunque, durante la giornata, guardare spesso l’orologio, in smaniosa attesa di rimanere sola in spiaggia. Mi eccitava da matti già soltanto l’idea che fosse tanto impaziente di chiudersi di nuovo in cabina con il suo amichetto, non si era mai mostrata così vogliosa, ed anch’io non vedevo l’ora di riammirarla con in bocca il cazzo di Alberto. Alla fine, mi decisi ad andare.
“Mi spiace, però, lasciarti da sola, se vuoi ti aspetto ed andiamo insieme” dissi per provocare la sua risposta, che infatti non mi deluse.
“Ma no, vai pure, tua mamma sarà ben contenta che tu stia da lei un po’ più di tempo, non ti preoccupare per me, rimango ancora un momento perché il sole, a quest’ora è così bello, poi mi avvio anch’io. Ci vediamo in albergo.”
Questa volta non mi nascosi sul lungomare: dopo aver fatto finta di allontanarmi, mi appostai direttamente nella cabina di fianco alla nostra, sicuro di quello che si preparava. Tanto quella cabina non era usata da nessuno: fino a quel giorno avevamo visto solo il nostro amico utilizzarla.
S., evidentemente, non intendeva perdere tempo, perché dopo pochissimo la sentii entrare nella nostra cabina, parlottando a bassa voce con il suo fortunato ammiratore.
Mi incollai al foro nella parete, pronto al nuovo spettacolo porno.
Non c’era più bisogno di schermaglie varie: i due si spogliarono subito, come due amanti consumati, poi mia moglie prese Alberto e gli schiacciò la bocca su una sua tettona, già gonfia di desiderio:
“Succhia, mordi, è tutto il giorno che aspetto questo momento, non sapevo che tradire fosse così bello, è molto più godurioso che farlo con mio marito…. Succhia anche l’altro”, aggiunse, porgendo l’altro capezzolo alla bocca famelica del ragazzo. Effettivamente quella che vedevo, era la S. sessualmente scatenata che tante volte avevo sognato, ma mai sperimentato: peccato che adesso che era, finalmente, uscita la sua vera natura di donna eroticamente sfrenata, mi toccasse guardare un altro goderne i benefici.
Quando i seni furono al massimo del turgore ed i capezzoloni mordicchiati a sufficienza, la porca si sedette sulla panchettina e si dedicò al cazzo di Alberto, già durissimo. Lo leccò a lungo, passando la lingua sulla fessurina, quasi cercando di penetrarla, ed alla base della cappella, abbassando la pelle, poi lo mordicchiò per tutta la lunghezza, fino ad arrivare alle palle, che ingoiò una per volta, per un attimo, strappando ripetuti gemiti al ragazzino.
Poi prese in bocca lentamente l’oggetto del suo desiderio, infilandolo fino in fondo alla gola, per poi farlo uscire, altrettanto lentamente, mordendolo piano. Era sempre stata un’ottima pompinara, ma adesso sembrava improvvisamente avesse fatto un enorme salto di qualità, stentavo a riconoscere la mia dolce sposina e speravo di poter, perlomeno, trarre anch’io qualche vantaggio, prima o poi, da questa sua abilità da professionista del sesso.
“Non venire, però – disse, interrompendo quel pompino meraviglioso – prima devi leccarmi la fica, voglio eccitarmi ancora di più, ho tanti anni passati a scopare solo con mio marito da recuperare, voglio provare tutto quello che non ho fatto finora, è tutto troppo godurioso…”
In un attimo di relativa lucidità, mi resi conto che la mia mogliettina non aveva mai usato certi termini: fica, scopare, seghe, non avevano mai fatto parte del suo vocabolario. Evidentemente la sua decisione di voltare pagina era totale, dopo 35 anni da donna seria aveva deciso di vivere i prossimi anni da porca, in tutti i sensi.
S. spinse la faccia del suo amichetto verso il basso, allargando le gambe:
“Leccala tutta, così dai, - sussurrò. chiudendo gli occhi e godendosi la lingua che percorreva le sue grandi labbra in su ed in giù. E poi:
“Adesso succhiami il grilletto, come faccio io con il tuo cazzo… sì continua… ahh che bello!, … ancora, mordilo piano, così…” ansimava la vacca, carezzando e premendo la testa del giovane contro la fica. Credevo volesse già godere, invece si fermò in tempo.
“No fermati, aspetta, voglio riempirmi la bocca con la tua sborra, mi piace di più prima di godere…”
Si inginocchiò davanti al suo amante, prese il cazzo con una mano, lo inclinò e se lo cacciò in bocca come un’affamata. Iniziò un pompino quasi violento, tutto di bocca. Con la sinistra teneva ferma l’asta alla base, mentre la destra carezzava e stringeva le chiappe. Intravedevo (erano di fianco, rispetto al mio punto di osservazione) le dita di mia moglie che percorrevano il solco tra i glutei, fino ad inserirsi, in basso, tra le gambe, pericolosamente vicino al buchetto del ragazzo.
Mentre continuava a succhiare con forza tanto che mi meravigliavo della resistenza di Alberto, la mano risalì sul culo, per poi ridiscendere.
A quel punto, interruppe un attimo il pompino, provocando un “Noo!” di delusione del giovane. Si mise in bocca l’indice ed il medio, bagnandoli bene con la saliva, poi riprese a pompare. Intanto, vidi le due dita che si infilavano, con decisione, tra le chiappe, proprio in direzione del buchino, mentre il giovane trasaliva un attimo, con un gemito più forte. Non riuscivo a crederci, ma non potevo sbagliare: gli aveva messo due dita nel culo e stava facendo andare la mano avanti ed indietro, per farlo godere di più!!! Non c’erano limiti alla depravazione di quella troia ed era solo il secondo giorno della sua trasformazione!!
A quella vista, schizzai mezzo bicchiere di sborra sulla parete della cabina; anche il ragazzino, preso tra due fuochi, scaricò tutta la sua riserva nella bocca di S., che affondò le dita nel buchetto, senza alcun pudore.
Alberto sembrava non finisse più di schizzare, ma la porca non sprecò una goccia di quel nettare: quasi si soffocava, ma riuscì ad inghiottire tutto, lasciando, dopo alcuni istanti, il cazzo perfettamente ripulito.
Rimasero ansimanti per alcuni minuti, poi mia moglie pretese la sua parte.
“Adesso ricomincia a lavorarmi la fica, devi farmi godere più di ieri, ogni giorno devo fare qualcosa di più, provare qualcosa di nuovo” lo incitò, provocandomi notevole preoccupazione: ogni giorno qualcosa di nuovo? A quali traguardi di perversione sarebbe arrivata?
Il giovane, pur ancora un po’ rintronato per il violento orgasmo appena provato, cacciò la bocca tra i peli della fica, cominciando a leccare con foga. S. lo lasciò fare per un po’, ricominciando a respirare affannosamente, poi prese a dirigere lei le operazioni:
“adesso infila dentro la lingua – disse, appoggiando un piede sulla panchetta per agevolarlo – ancora… più che puoi, muovila, come se limonassi…siiì, così, bravo!”
La voce era roca, tipica della donna travolta dal piacere, ma non le bastava ancora:
“Basta, succhiami il clitoride, ora…tiralo, prendilo con i denti, senza stringere e tiralo…..aaahh, adesso lascialo, poi tiralo ancora…che bello! … Continua così, bravo, intanto metti due dita nella fica….siiì, ancora …tre, quattro dita, sono un lago… vai su e giù, scopami con la mano e succhiami il grilletto, più forte,…. Siiiiì ..godooo! godoooo!!! Sono una vacca, sarò sempre più vacca, godooo!!
Mentre mia moglie faticava ad attenuare i suoi gemiti (sono sicuro che, se avesse potuto, avrebbe urlato come una scrofa al macello) io sborravo per la seconda volta sentendo, finalmente, il cazzo ammosciarsi.
S. ci mise qualche minuto a riprendersi, ma, quando riuscì a parlare, il suo primo pensiero fu rivolto a cosa poteva fare di peggio l’indomani. La sua decisione, se possibile, riuscì ancora a sorprendermi.
“Alberto, hai un amico di cui ti puoi fidare veramente?”
“Ma, sì, credo di sì, perché?..” chiese, titubante il ragazzino.
Ti ho detto che voglio provare tutto quello che non ho fatto finora, no? Bene, se domani porti un amico, mi divertirò a succhiare due cazzi insieme e poi, ho in mente una cosa… vedrai domani. Però il tuo amico fallo venire senza dirgli cosa lo aspetta, trova qualche scusa. Se riesci, avrai un premio specialissimo. Mi raccomando, però, non dovrete parlare con nessuno di questi nostri incontri, altrimenti finisce tutto….ed io vi strappo le palle! Siamo d’accordo?”
“Sì, sì con nessuno…domani, domani, certo… verrò con un amico, allora”
Le cose andavano incredibilmente veloci: mia moglie aveva preso una discesa molto ripida, che ci avrebbe portato in tempi più brevi di quanto potessi credere (o sperare, visto quanto godevo nel vederla succhiare un altro cazzo) a superare limiti impensabili.
Quanto mancava a domani pomeriggio?"
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