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Grandi incesti


di rhapiu
05.12.2009    |    90.169    |    3 6.5
"“Oh mio Dio, allora è stato solo un sogno” s’intristì Elettra “Se ti riferisci alla nostra prima volta insieme, devo ammettere che lo è stato un bel sogno..."
Capitolo 1
Generare incesti involontari

Domenica 28 agosto 2005, nei pressi di La Spezia, la notte era tetra ma le luci dinnanzi una chiesa di quartiere risplendevano in una coppia di giovani fidanzati che la stavano per combinare grossa, più di quanto potevano immaginare.
“Sei sicuro di volerlo fare? Tua madre prima o poi lo saprà e mi ucciderà!” disse la ragazza. “Stai tranquilla tesoro, non lo verrà a sapere, sicuramente non subito e a quel punto non potrà più fare niente” rispose lui rassicurando la sua dolce metà.
“Sarà… comunque sono stanca morta, sono le 2.20 e sento anche freddo cazzo, ormai sono abituata a stare in pizzeria col calore del forno che appena c’è un po’ d’aria fresca la sento subito” constatò lei.

I due giovani continuarono a camminare e passarono davanti al portone della piccola chiesa e si diressero verso il retro a passo svelto. Giunsero alla porta e il ragazzo bussò con insistenza chiamando Don Alfonso; il parroco aprì la porta sonnecchiante e fece accomodare dentro i due.
“Allora ragazzi… sapete bene che non amo fare le prediche” e scoppiarono in una piccola risata nervosa per la battuta “dicevo, a parte gli scherzi, se è veramente quello che volete, soprattutto perché queste sono cose molto importanti della vita e non si possono prendere alla leggera. Sappiate che comunque sia sono d’accordo per ogni vostra scelta, non abbiate paura, nessuno potrà separare il vostro amore qualsiasi decisione prendiate” disse il prete. I ragazzi annuirono ed erano decisi, nessuno ormai lì poteva più fermare, figuriamoci un sacerdote.

Intanto si erano diretti dentro la chiesa, poiché si trovavano nella zona dove viveva il parroco, ed erano pronti per celebrare la breve funzione de “…il matrimonio, è molto importante e probabilmente fra voi due non c’è solo amore fisico e mentale, ma soprattutto spirituale, perché avete deciso di sposarvi in chiesa alle 2.30 del mattino senza nessun vostro caro” disse Don Alfonso “detto questo, Sirio Cesti, vuoi tu prendere Elettra Grandi come tua legittima sposa?” domandò il sacerdote. “Sì, la voglio” assicurò Sirio. “E tu, Elettra, vuoi prendere Sirio come tuo legittimo sposo?” ripropose il parroco a lei che commossa, si asciugò una lacrima, poi sorrise e fece “Certo, lo voglio”. “Bene. Ed ora vi dichiaro marito e moglie, lo sposo può baciare la sposa” benedì Don Alfonso e i due novelli sposi si scambiarono un bacio sulle labbra sobrio e molto amorevole.

Neanche mezz’ora dopo, però, si trovavano nella macchina di Sirio a consumare la prima notte di nozze, con una foga animalesca e quasi sconsiderata pensando al tenero bacio che poco prima si erano scambiati per ufficializzare il loro matrimonio agli occhi di Dio.
“Svegliati, amore” disse Sirio. “Oh mio Dio, allora è stato solo un sogno” s’intristì Elettra “Se ti riferisci alla nostra prima volta insieme, devo ammettere che lo è stato un bel sogno trasformatosi in realtà” gongolò il ragazzo. “Mi sono addormentata, poi ho sognato che siamo andati in chiesa in piena notte, da Don Alfonso, e ci ha sposati” raccontò la ragazza. “Piccola mia, so che vuoi avere la benedizione di mia madre…” mentre lui gli passava una mano sui capelli tinti di nero corvino cercando di rasserenarla e gli dava i vestiti poiché stava tremando. “Ti stavano male i capelli rossi e corti, ora sei davvero stupenda, quasi angelica” disse. “Non cambiare discorso, lo so che i capelli rossi e corti mi davano un’apparenza ambigua… ma sai anche bene che l’aspetto non conta, tu mi stai cambiando anche se non è semplice. Dentro di me c’è ancora quella monellaccia e penso che poco fa te ne sei accorto e forse tua madre ha ragione. Piuttosto, mi è venuta un’idea: domenica prossima vi invito a casa mia a pranzo, tanto non deve partire per lavoro tua madre con mio padre?” chiese Elettra, ritrovando improvvisamente la speranza. Almeno il padre di Sirio l’avrebbe conosciuta e magari anche accettata, cosa molto importante per lei. Il ragazzo ci pensò su un attimo e poi fece “Beh, non sarebbe male, se per te ha molto valore, tutto quello che vuoi”. Elettra tirò un gran sospiro di sollievo e cominciò a rivestirsi dentro l’auto, mentre Sirio si era già rimesso slip, pantaloncini e maglietta. Scese dalla macchina per andare a buttare nel cestino il preservativo usato e rientrò poco dopo. La ragazza intanto si era già rivestita e si stava controllando il viso con lo specchietto preso dalla sua borsa. “Mamma mia, che faccia ho! Sono distrutta, portami a casa che altrimenti domani mi addormento sul lavoro, con la faccia in mezzo a una pizza” scherzò Elettra. Entrambi si misero a ridere, poi lui accese la macchina e partì. Durante il viaggio verso casa di lei non dissero una parola, si erano già detti tutto ma soprattutto erano entrambi molto stanchi visto che erano quasi le 4 del mattino. Giunti davanti casa Grandi, Sirio accostò la macchina al marciapiede e si fermò “Ok, amore, questa settimana ho un mucchio di lavoro da fare, dovrò lavorare anche sabato, quindi ci vedremo domenica a pranzo.” disse lui. “Va bene, tanto lo sai che anch’io sono molto indaffarata, i primi giorni dopo le ferie sono sempre i più duri.” affermò lei. “Allora organizzo io con mia madre, voi non dovete fare altro che trovarvi da me verso l’una e mezza, al resto pensiamo noi. Sai, mia madre è anche brava ai fornelli” disse sorridendo, poi si scambiarono un bacio profondo, si abbracciarono avvinghiati come se nulla li potesse più staccare. Dopo queste lunghe maestranze d’affetto Elettra aprì la portiera e richiudendola si affacciò al vetro del finestrino e gli stampò un bacio sopra lasciandoci il segno del rossetto rosa pallido.

Capitolo 2
Due suoceri li benedicono

Domenica 4 settembre 2005, ore 14 circa. Il pranzo cominciò durante il Gran Premio d’Italia di Formula 1, e terminò verso le 15.
Nel frattempo c’era un bel dialogo sull’argomento della relazione tra Sirio e Elettra e i genitori li appoggiavano, ovvero Doriana e Alessandro. Si volevano sposare presto con la benedizione di tutti, anche del rispettivo padre e la madre dei due ragazzi. Sirio al termine propose di rimanere soli con i propri futuri suoceri. Elettra accompagnò Alessandro in camera sua e gli mostrò il suo computer e tante altre piccole cose. “Come va con Sirio a letto?” chiese senza pudore Alessandro “Sa, sono un po’ imbarazzata, parlare a lei del mio rapporto intimo con suo figlio non è il massimo per una ragazza, comunque va molto bene” rispose Elettra che era davvero arrossita. “Ehi, non ti devi imbarazzare. Tre cose: uno, dammi del tu, due, ti puoi confidare tranquillamente con me e tre, mi hanno riferito che ti piacciono i randelli di carne grossi e che non riesci a resistere, quindi è un problema perché io sono superdotato” proclamò il signor Cesti. Nel frattempo Sirio aiutava Doriana a lavare i piatti mentre il Gran Premio volgeva al termine. Le Ferrari a Monza erano tristemente decima e dodicesima, questo anno non ne andava proprio più bene una alla celebre casa di Maranello. “Allora, Sirio, ti domandi da chi ha preso Elettra, con quella sua verve peperina?!? Ovviamente da me, suo padre è un pigrone, ma probabilmente te ne avrà parlato tua madre visto che è la sua segretaria personale…” chiosò Doriana. Il pavimento era bagnato e la signora scivolò per terra e nella caduta picchiò fortemente con il sedere. Mentre si rialzava vede che Sirio era arrossito, poi si guardò addosso e vide che dal vestito le era uscito il push up del seno mostrando solo la sua reale prima. Elettra era titubante “Come fa, come fai a saperlo visto che non ho parlato di randelli con Sirio? E poi ha bevuto troppo forse, mi sembra un po’ ubriaco” Ma prima che l’uomo potesse rispondere, già che c’era gli disse “Sinora sono stata con altri due ragazzi prima di Sirio e nessuno aveva un membro particolarmente grosso. Le ha per caso raccontato che qualche anno fa ero una ragazza un po’ facile ma che poi non ti fa concludere niente e che viaggiavo sui siti porno quando stavo nell’ufficio di mio padre?” Lui affermò “l’ho fatto per vedere la tua reazione. Allora hai mentito a Sirio ma non a me. Sul fatto del bere sono ubriaco dalla mattina alla sera, fumo molto e mi piacciono le ragazze punk come te” “Ora ho smesso, amo Sirio e basta. E con tutto il rispetto non credo che sei molto superdotato”. Elettra non aveva capito che il randello grosso ce l’aveva Alessandro e lui glielo mostrò improvvisamente. “Che vergogna” disse Doriana, per non farla sentire troppo in imbarazzo Sirio confessò “Sta benissimo così” “Non è vero, perché allora hai scelto mia figlia che è una tettona? Beh, almeno io ho un bel culo, no?” Risero assieme e nel frattempo lei rimase a terra “Volevo fare la dottoressa sin da piccolina, quando avevo diciotto anni ho fatto uno stage infermieristico durante l’estate, otto anni prima di diventare dottoressa generica. Una volta mi capitò che, durante l’assenza dell’urologo, mentre un uomo era disteso con indosso solo i boxer, dovevo farmi dare un campione di sperma. Ma alla fine mi è finito nell’utero ed è nata Elettra. Anche a lei piace farlo in posti strambi ed è un po’ farfallona, ma con te penso che abbia capito che non ne vale più la pena.” Sirio se la rise, poi le chiese “Vuole una mano a rialzarsi?” Ma lei rispose “prendi il bicchiere e stenditi in terra vicino a me”. In pochi attimi ebbe un erezione ed Elettra rimase da una parte inorridita, dall’altra estasiata e l’unico commento che le riuscì di farle fu “Non ne ho mai visto uno così grosso di diametro dal vivo e nemmeno nei porno, questo ti schianta tutta” Poi lui le disse “Avanti, cosa aspetti, è la tua occasione” La ragazza titubante fece “Ma non posso, e non voglio! Al piano di sotto c’è il mio fidanzato con mia madre e io sono davanti al belinone del padre della mia dolce metà” “È proprio questo il bello, Elettra”. Poi si scoprì un seno ed era veramente piccolo e gli disse “Sirio, prova a metterci il bicchiere dentro, per favore” “Cos’è, uno scherzo?” “Si, lo è! Voglio solo farmi due risate col mio futuro genero, dai!” Sirio glielo mise, con mano tremante ed effettivamente gli entrava tutto nella coppa, e Doriana se la rise di gusto. “Elettra non ha proprio preso niente da me in senso fisionomico, ma l’unico suo difetto è che non ha un culo così bello come il mio, anzi…” Sirio ritrasse il bicchiere e disse “Mi trovo divinamente con sua figlia, non voglio rovinare tutto” “Oh, ma non rovini niente. Diciamo che così mi dimostri il tuo amore reale per lei; e poi è da troppo tempo che non lo faccio, mio marito non mi guarda più” “Mi spiace molto, lei è molto bella” “Oh, grazie! Ti faccio vedere il mio buco del culo che sarà spanato da te!” “Non si metta idee strane in testa, da me non avrà proprio niente se non un bel pompino e un’inculata e trombata finale con sborra in faccia” esclamò la vera Elettra “Dici davvero? Questa è musica per le mie orecchie, lo sapevo che sei speciale” “Hai trovato il mio punto debole al primo colpo e questo per me è sufficiente” Poi stava per chiudere la porta ma Alessandro la fermò “No, è proprio questo il bello della situazione” “Eh già, è la cosa che mi eccita di più, volevo solo vedere come avresti reagito, e vedo che siamo dello stesso parere” si sputò sul palmo della mano e la rigirò sopra il pene non toccandolo, lui lo stava per prendere in mano ma lei lo fermò “No, se mi vuoi dovrai stare alle mie condizioni! Quindi se non ti dispiace ti legherò i polsi e ti farò impazzire per l’unica volta, poi non ci sarà più niente tra noi, è l’ultimo svago prima di sposarmi con tuo figlio, poi mi dedicherò solamente a lui!” Doriana si girò e si abbassò i pantaloni e mutande e mostrò il suo sedere stupendo. “Ti eri accorto che porto sempre pantaloni attillati per far risaltare le mie forme del culo perfette, ti darò solo questo perché è sacro, non è stato mai toccato nemmeno da mio marito!” Doriana prese le mani di lui e le condusse sui suoi glutei, poi prese la panna spray e se la mise sull’ano. “Lecca, tesoro mio! Pulisci bene questo magnifico ben di Dio” Sirio, molto insicuro e rossissimo in viso, cominciò a leccare la panna senza toccare la sua pelle e Doriana si arrabbiò “Amore, non così, merda! Devi andare a fondo, così mi fai il solletico!” “Ho paura che ci scoprano” “Oddio, me ne ero completamente dimenticata. Dai, puliscimi il culo di corsa che andiamo in bagno a fare i porcellini” Leccò con sicurezza e presero la panna spray e se ne andarono nel bagno. Cominciò a sputare tantissima saliva sul pene di Alessandro, facendola colare sul pavimento e gli disse “Ti faccio morire, eh?” Dall’armadietto tirò fuori dei legacci posticci e gli avvolse le mani, poi trovò dei guanti in lattice e se li infilò “Se devo essere la tua troia per un giorno lo faccio in modo professionale, non voglio avere rimorsi per essere stata col mio futuro suocero” Poi prese un preservativo e, dopo averlo inumidito con la saliva insieme al pene, glielo infilò. Successivamente lo bendò e lo legò e sempre con le sue manine se lo mise nella vagina e nel deretano e alla fine, sfilatoselo da dentro, gli leva il profilattico e comincia a masturbarlo finchè non uscì lo sperma. Una quantità incredibile di roba avvolse il viso di Elettra, che impiegò molto tempo in camera sua per non sprecare nemmeno una goccia del seme “Niente pompino ma sei stata super” commentò Alessandro.
Alessandro si sbendò e scese subito al piano inferiore e, mentre si stava recando nel bagno per sbollire l’eccitamento, non sentì rumori dalla cucina, o meglio gli parve di sentire Doriana dire “Ah, è freddo il gelato! Che cunnilingus eccezionale!” Allora si affacciò alla porta e vide in terra Doriana che aveva diversi dolci che si metteva nelle chiappe e suo figlio glieli leccava. Si godeva la scena, quando finirono i dolci Sirio andò al gabinetto e intimò a Doriana di non guardarlo, si tirò fuori il pene e venne su un piatto di fragole. Doriana se le mangiò tutte con una foga terribile, poi lo ringraziò baciandolo sulle guance. Alessandro tutto trionfante tornò da Elettra ma non le disse niente, poi tornarono giù insieme e ritrovano i due che stavano finendo di lavare i piatti “Si è fatto tardi, dobbiamo andare. Ma prima Doriana scusami, ma dovrei chiederti in privato per quelle medicine” usò come pretesto Alessandro per prendere da parte Doriana. Si recarono nel corridoio e il padre di Sirio, senza mezzi termini, gli disse “Vi ho beccati, te lo lecca bene il culo” Doriana, visibilmente impacciata, fece finta di non capire e lui insistette “Perché allora sei bagnata la sotto?” Aveva il pantalone bagnato dall’eccitazione e non se ne era nemmeno resa conto “È stata l’acqua del lavandino che è schizzata” inventò come stupida scusa “No, mio figlio ha schizzato sulle fragole e te ne sei fatta una scorpacciata. Voglio bene a tua figlia e mio figlio, penso che avranno un futuro gioioso insieme, per questo starò zitto. Mio figlio si è fatto abbindolare, è chiaro. Ma io ho bisogno di un piccolo favore, sempre che tuo marito Ambrogio non venga accidentalmente a sapere che la cara mogliettina ama farsi mangiare il culo con la frutta dal futuro genero. Non è un ricatto, non voglio soldi” “Allora cosa vuoi, il mio culo? Bastardo!” si arrabbiò Doriana “No io non lo voglio grazie, anche se devo ammettere che è perfetto. Stammi a sentire, tu vieni a casa mia stasera stessa con tuo fratello Andrea e la sua famiglia, ti spiegherò i dettagli poi, tranquilla. Non avere paura, ti lascerò in pace poi e, visto che sei in crisi con tuo marito, questo probabilmente è più un favore per te che per me tra un po’” Doriana accettò incuriosita.
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