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Mia cugina, la sputatrice


di rhapiu
03.04.2010    |    57.181    |    0 7.4
"“Come va con le ragazze?” mi chiese Fiorella, cercando di spezzare il silenzio per l’imbarazzamento generale, forse più mio, perché mi sentivo prendere..."
Agosto 2005. Mia cugina Fiorella, ragazza carina di 26 anni, venne a casa mia per passare le vacanze al mare. Si era sposata da poco ma appena la vidi capii che c’era qualcosa che non andava con suo marito, un ragazzo perbene, difatti quella che mi preoccupava era lei. All’epoca io avevo solo 17 anni ma, ovviamente, ormai ero quasi maggiorenne, quindi potevo ragionare abbastanza con la mia testa per capire che mia cugina è sempre stata un po’ zoccola, non me ne voglia. Ha cambiato tanti fidanzati, alla fine si è messa con uno da un po’ di anni e si è sposata, e mo’ sta a vedere che ci ricasca? Questi furono i miei primi pensieri appena la vidi: aveva tagliato i capelli piuttosto corti (li aveva lunghi) e sparati in aria tipo punk, con delle meche rosse. Di solito si dice che le donne (giovani soprattutto) tagliano i capelli lunghi per dimenticare una relazione, quindi questo poteva essere già una prova che stava troncando. La sera sistemammo “la camera degli ospiti” per lei, se così si può dire. In pratica è una stanza al piano superiore dove per andare nelle altre camere bisogna giocoforza passarci; andai in bagno e risalendo le scale per andare a dormire mi guardò e con un cenno della mano mi fece capire di mettermi sul letto a fianco. Parlando a bassa voce, quasi fosse una hot line erotica, mi chiese:
“Allora come va, Ramando?”
“Eh, insomma, tra un po’ ricomincia la scuola”
“Dai, ancora due anni e poi ti diplomi!”
“Già” feci io. Notai che mentre mi aveva parlato aveva allungato la mano sulla mia coscia sinistra e la cosa non mi lasciò indifferente.
“Oh, accidenti, scusami. Non volevo.” Disse mia cugina, riferendosi al rigonfiamento sotto i pantaloni del pigiama. Quella maialina mi aveva eccitato palpandomi l’interno della coscia.
“Come va con le ragazze?” mi chiese Fiorella, cercando di spezzare il silenzio per l’imbarazzamento generale, forse più mio, perché mi sentivo prendere fuoco in viso.
“Ehm, male direi, in classe non ce ne sono e non frequento nessuna, non ho nemmeno un’amica”
“Cavolo, non è per girare il coltello nella piaga ma sei messo veramente male… ma per fortuna che c’è tua cugina, che troverà il modo di farti diventare un Don Giovanni!”
Dovemmo trattenerci dalle risate, altrimenti avremmo svegliato i miei.
“Comunque ora vai a letto, mi farò venire in mente qualche idea per te, caro cuginetto” concluse Fiorella.
Mi alzai dal letto, il mio pisello si era calmato subito ed era tornato alla “normalità”. Andai a dormire. L’indomani andammo al mare da soli, con la sua auto, e durante il tragitto di rientro, imbottigliati nel solito traffico da ritorno a casa dalle spiagge, Fiorella mi fece una proposta:
“Senti, ho pensato molto stanotte alla tua situazione. Che ne dici di tornare con me su in Lombardia? Siccome sono da sola perché adesso mio marito è dai suoi parenti, possiamo andare insieme in discoteca la sera, insomma uscire, così troverai qualche ragazza, poi ne conosco di carine…”
“Beh, sicuramente non mi vorranno, visto come sono impacciato” dissi io.
“Ma che dici, sciocchino! Ti confesso una cosa: alle donne piacciono soprattutto i tipi come te, poi se fai il numero di ieri sera ci mettono un attimo a tirarti giù le mutande e ficcarselo in bocca e…”
“Come avresti voluto fare tu?” azzardai clamorosamente, aspettandomi uno sganascione solenne.
Lei girò lo sguardo verso di me e disse sorprendendomi:
“Si, come avrei voluto fare io. Ma sono sposata e ho degli obblighi, poi tu sei mio cugino e sarei passata per una puttana da quattro soldi che solo vedendo una verga in tiro, sicuramente molto bella e invitante, cedeva agli impulsi del proprio istinto emotivo”
“Grazie per il complimento” le dissi.
“È la verità, non te l’ho mai visto ma a giudicare dal rigonfiamento che avevi non deve essere male, è un peccato che te lo debba trastullare da solo, ed è per questo che devi accettare l’offerta di venire su con me dopodomani, tanto ti riporto io prima che ricomincerai la scuola”
“D’accordo, accetto, cosa ho da perdere? Anzi, adesso già che ci sono me lo tiro fuori così giudicherai se ce l’ho davvero bello”.
Nonostante avessi il sale dell’acqua marina che di solito riduce il membro a dimensioni microscopiche, mi era venuto duro e lungo come se niente fosse a fare quei discorsi con una bella topa come lei, e in pochi secondi lo tirai fuori dal bermuda.
“Eh no, dai! Mi vuoi far cedere, stronzo. Se vuoi la guerra, che guerra sia.” Disse Fiorella.
Nel farlo sfilò una tetta dal reggiseno del costume e la fece uscire dal leggero vestito. Non ha un gran seno, ma quello che mi stupì di più fu che avesse dei grandi capezzoli, scuri e turgidi, nonché molto grossi. Non esagero ma assomigliavano quasi a quelli delle donne nere, che spesso e volentieri hanno seni generosi, ma mia cugina è bianca e avrà appena una seconda di seno!
Cercai di allungare la mano ma ricevetti un respingimento da parte sua.
“Ok, ok! Però a questo punto voglio fare una cosa un po’ porca, anche se tu Fiorella non verrai coinvolta direttamente. Adesso metto la mano sotto la tua bocca, avanti, sputaci.” Lei fece ricadere molta saliva sul palmo della mia mano, grazie anche al caldo il suo palato era sicuramente arso e quindi ne era richiesta parecchia ed era per quello che ne aveva tanta di saliva. Portai la mia mano sul fallo desideroso di una memorabile sega che cominciai furiosamente. Ogni tanto mi facevo bagnare la mano dalla mia complice cugina che mi faceva eccitare parecchio solo a vederla che ogni tanto, mentre guidava, sbirciava e si leccava le labbra. Non riuscì a resistere per molti minuti.
“Sto per venire Fiorella, hai un fazzoletto di carta?” gridai per non sporcarle la tappezzeria.
Lei sterzò bruscamente in una viuzza a destra e si fermò, e raccolse le mani sotto il pisello come quando si deve bere dalla fontana.
“Avanti Ramando, sborra!” urlò Fiorella.
Venni copiosamente, non ero mai venuto così tanto in vita mia fino a quel momento, complice sicuramente perché era la prima volta che mi segavo con una donna vera al mio fianco, oltretutto mia cugina che mi piaceva tantissimo e indirettamente mi aveva aiutato e, per finire, aveva raccolto tutto il mio seme bianco. Addirittura lo assaggiò, e doveva essere arrivata alla conclusione che era molto buono perché lo bevve tutto.
“Grazie tante Fiorella, ti voglio bene!”
“Anch’io, moltissimo” affermò lei mentre si leccava le dita e i palmi per ripulirsi e riprendere a guidare.
“Dannazione, ho bagnato il sedile. La mia patatina non ha resistito e si è inzuppata” disse Fiorella infilandosi una mano quasi ripulita dal mio sperma e raccogliendo i propri umori.
“Vuoi assaggiare, Ramando?” mi chiese lei.
Le afferrai il braccio e lo tirai verso di me accogliendo in bocca le sue piccole dita fradice del suo orgasmo, era davvero buono, era la prima volta che assaporavo l’eccitazione di una donna.
“Apri la bocca, mio bel masturbatore” mi ordinò Fiorella.
Io la aprii subito e lei si avvicino con la sua e mi sputò dentro.
“Ti piace la mia saliva?” mi chiese lei.
“Sì, ti prego dammene ancora come hai fatto prima, sputami in bocca come se fossi ripugnante” le dissi.
“No, questo non lo devi dire. Tu non sei ripugnante, tu sei il mio bel cuginetto preferito, non sei un cesso! Abbassa la testa che facciamo un bel travaso della mia saliva, così ti accontento. Io non sodomizzo nessuno, tanto meno te, visto che ti voglio un gran bene.” Mi ammonì Fiorella, e dopo un po’ di scambiamento di salive senza toccarci, ci riprendemmo da quello strano rapporto e Fiorella riaccese l’auto e ritornammo a casa. Fummo d’accordo entrambi che, per quanto fosse stato bello, sarebbe stata l’unica volta, ma andando a casa sua mi avrebbe potuto spalancare le porte verso un nuovo mondo che ho sempre sognato...

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