Racconti Erotici > lesbo > Le pallavoliste - 2. W le tettone
lesbo

Le pallavoliste - 2. W le tettone


di rhapiu
14.09.2012    |    33.915    |    0 9.4
"Marina oggi non c’è…” “Che cosa possiamo fare in tre?” chiese Samantha, sembrava quasi una domanda a doppio senso, ma non poteva esserlo detta da lei..."
Mercoledì sera arrivò. Per Alice parvero passare mesi, invece erano solamente trascorsi due giorni, da quella che si poteva quasi definire un’orgia di squadra, non completamente riuscita. Il capitano si fece accompagnare da Marina in macchina, e mentre la piccola vipera guidava, la sorellina Erika dedicava tutte le sue attenzioni ad Alice. Le due si trovavano entrambe sedute nei sedili posteriori relegando Marina a una specie di tassista.
“Stronze! Non vale così, non potete farvi le fusa mentre guido e non posso partecipare” protestò Mara.
“Marina, ma come faccio a resistere a queste tettone?” rispose Erika staccando la bocca dal capezzolo, Alice aveva entrambi i seni fuori dalla maglietta.
“Lo so, ma mi irrita parecchio sorellina… sentire tutti questi risucchi e rumori da preliminari, mi innervosiscono ed eccitano perché non posso dare una mano… o la bocca” replicò Marina.
“Non sono poi il massimo le mie tette! Quelle di Sammie sono le più belle oltre che le più grandi, peccato che non potremmo mai assaporarle” disse Alice, gemendo un po’ per il bel trattamento di Erika, e sospirando sconsolata all’idea dei seni imponenti di Samantha.
“Mai dire mai, dolcezza” pronunciò Marina.
“Sono troppo innamorate fra loro, non si tradirebbero mai, neanche sotto tortura” si schierò dalla parte di Alice la giovane Erika.
“Sorellina, lo ripeto, mai dire mai nella vita” replicò nuovamente Marina e mentre guardava la strada fece un sorrisetto a dir poco malizioso.
Una volta parcheggiata la macchina, si recarono con i propri borsoni in palestra, abbracciandosi l’una con l’altra e cercando di toccarsi il culo a vicenda. Era buio, faceva freddo e non c’era anima viva, per cui non il problema che qualcuno le potesse vedere non esisteva. Alice stava in mezzo alle sorelle e sentiva che non avrebbe resistito ancora per molto se non le davano un attimo di tregua, così “denunciò” il fatto:
“Basta adesso con ‘ste palpatine, altrimenti mi bagnerò completamente”
Per tutta risposta Erika le infilò una mano dentro il jeans e, come consuetudine, Alice non portava l’intimo, così tastò le grandi labbra che sussultarono e in pochi secondi si bagnarono.
“Ecco, sei contenta? Mi sono inzuppata i pantaloni…” protestò Alice.
“Dai, calmati amore! Faglielo anche tu, vedrai che Erika verrà subito” le sorrise Marina e la baciò affettuosamente sulle labbra.
“No, per favore. Se mi tocchi griderò dal piacere!” urlò Erika, ma fu troppo tardi:
entrambe le misero una mano sulla patata, da sopra l’abito che indossava, e solo un bacio forzato di Alice trattenne a malapena i mugolii e i fragori di eccitazione culminante, mentre Marina rideva come una pazza e non mollava la presa nella parte intima della sorella.
Arrivarono allo spogliatoio alle 19.20 e c’erano già presenti Samantha e Barbara che stavano parlando. “Strano! Forse avranno consumato parecchio a casa e ora sono sazie.” pensò Alice, ricordando l’ultima volta.
“Ciao ragazze, abbiamo sentito gridare” disse sorridente Sammie.
“Chiedilo a queste ninfomani, ho le mutande da strizzare” rispose imbronciata Erika.
“Una piccola vendetta, ha fatto bagnare Ali e gliela abbiamo fatta pagare!” disse Marina e tutte e quattro risero di gusto (tranne Erika ovviamente).
“Stasera faremo allenamento normale? Vi siete già sfogate, no?” chiese Barbie dai capelli rossi.
“Loro sì, ma io no. Possiamo andare un attimo in bagno se vuoi così ci pensi tu, che ne dici?” disse la solita Marina.
Samantha le lanciò un’occhiata inceneritrice, e dal tono della voce del Tappo non era sembrata una battuta o una provocazione, ma un autentico invito. Era ormai evidente che Marina desiderava Barbara, lo aveva capito anche Sammie.
Alice intuì che si poteva creare qualche scontro, così prese per mano Marina e le disse mentre andavano in bagno: “Ci penso io, tesoro! E poi scusa, non mi vuoi più? Guarda che sono gelosa!”
“Ma va’, lo sai benissimo che ti amo da impazzire, con le altre è solo sesso, con te è amore e… sesso” rispose Tappo facendo la lingua. Alice la fermò e colse l’occasione al volo per succhiargliela tre volte, poi si diressero nei bagni.
Erika decise di cambiarsi dalla panchina e, mentre lo faceva, Barbara le chiese:
“Non c’è Tania stasera?”
“No, è ammalata… credo. Ho paura che lunedì sera si sia incazzata di brutto, lei ha opposto tanta resistenza, all’ultimo sembrava avesse ceduto... penso che abbia finto.” Disse sospirando Erika fra una pausa e l’altra.
“Mi spiace. Da come ne parli mi sa che la ami, non è così?”
“Forse come fra te e Sammie” e non riuscì a trattenere una lacrima.
“Ooohh, non fare così, vieni qui!” rispose Barbie e la abbracciò forte forte.
Mentre si abbracciavano ed erano sedute sulla panchina dello spogliatoio, Samantha le osservava in piedi.
Lo sguardò di Erika puntò il suo e singhiozzando disse:
“Ci voleva un bell’abbraccio, ma avrei preferito te Sammie, su quel tuo grande e morbido davanzale.”
Samantha allungò una mano e le stropicciò dolcemente i capelli rispondendole:
“Un abbraccio? Se ti accontenti di così poco posso concedertelo. E poi siamo amiche, mi rattrista vederti soffrire, quindi te lo do molto volentieri.”
“Davvero?”
“E che sarà mai, vero Barbie? Dopotutto te ne ha appena dato uno anche lei.” disse Samantha e la sua fidanzata fece un cenno di assenso.
Erika scattò in piedi e abbracciò voracemente Samantha.
“Mmm, come sei morbida e consistente” disse Erika, e Samantha e Barbara scoppiarono a ridere.
“Che c’è? È vero! Come è fortunata Barbie…” continuò la ragazzina, e visto che era più bassa di una decina di centimetri le risultò facile appoggiare il viso su quella meravigliosa quinta di seno come se stesse dormendo su di un guanciale.
“Sei una tettomane, eh?” chiese Barbara.
“Mentre eravamo in macchina mi lavoravo quelle di Alice, che sono altrettanto stupende e grandi, ma saranno sempre seconde a quelle di Sammie.” Rispose prontamente Erika.
“E se le potessi ciucciare un po’, ti andrebbe?” disse Barbara, spiazzando entrambe.
Erika la guardò inebetita, come dire “che domande sono? Chiaramente sì”.
“Barbie!!! Ma che cazzo stai dicendo?” disse in tono severo Samantha.
“E dai, è una ragazzina! Facciamola felice, mentre quelle due sono distratte nel bagno a fare altro” disse quasi sottovoce Barbara.
“Ma io non ti tradirei mai… non posso farlo” protestò Samantha.
“Lo so, amore. Ma se lo dico io, qual è il problema? E poi non mi tradisci se ti fai “allattare”, tu non fai niente, no? Fa tutto lei.”
Gli occhi verdi di Erika brillavano, non più di lacrime, ma di gioia allo stato puro, non poteva credere che forse la sua tenera boccuccia avrebbe tentato di contenere quei grossi seni, e quei capezzoli… mmm, solo al pensiero si bagnò un pochino fra le cosce.
“E va bene, d’accordo. Ma fai in fretta, tua sorella ed Alice non lo dovranno sapere, sarà il nostro piccolo segreto” disse in tono sconfitto Samantha.
“Ehm, va bene, però se ne avrò voglia (sicuramente) qualche volta…” disse Erika.
“Eh no, cara. O accetti questo giro, o niente. Non mi puoi ricattare dopo, come puoi provare poi che ti ho concesso le tette?” disse Samantha a bassa voce.
Intanto Alice e Marina erano completamente perse, quelle tre di là avrebbero anche potuto urlare, tanto loro non avrebbero udito una sola parola. Appena chiusa la porta del bagno presero a baciarsi con foga senza precedenti, si esploravano rapidamente le reciproche bocche con la lingua, sbavando parecchio, che se qualcuno le avesse viste avrebbe potuto anche provare ribrezzo oppure massima eccitazione. Gli uomini di sicuro ce lo avrebbero avuto duro, se fosse stato nelle mutande lo avrebbero avuto tanto teso da fargli venire male anche ai testicoli. Non c’era bisogno che si parlassero le ragazze, ognuna capiva le esigenze dell’altra, quasi telepaticamente. Questo che era nato era davvero un grande amore! Fatto molto anche di sesso, vero, ma queste cose accadono a pochi fortunati, capirsi al volo senza nemmeno parlare vuol dire davvero essere fatti l’una per l’altra. Forse perché si conoscevano da tantissimo tempo, come amiche, e si erano confidate i loro segreti più intimi.
Marina aveva davvero bisogno della lingua e la bocca di Alice in mezzo alle gambe, si sentiva terribilmente accaldata lì, nonostante facesse freddo. Fu una liberazione non appena cominciò a stuzzicarle il clitoride e a succhiare le grandi labbra e tutto il resto della sua bella fica. I gemiti di piacere non tardarono ad arrivare, era peggio di una gatta in calore… ma tutto avveniva in modo naturale, non stava sforzandosi per farsi sentire dalle ragazze, insomma non faceva una delle sue commedie.
Dopotutto Alice, che non aveva mai leccato una fica in vita sua fino all’altro ieri, ci sapeva davvero fare, meno male che l’aveva fatta diventare lesbica, o per lo meno bisex, e per di più pareva mettersi bene per Marina, forse si sarebbero messe insieme (lo desiderava tantissimo).
Intanto Samantha si tolse la maglietta e rimase con il reggiseno bianco di pizzo, poi lo sganciò e fu uno spettacolo per Erika, che non perse tempo.
Provò a infilarsi una tetta in bocca, ma era impossibile. Allora lavorò con la lingua prima un capezzolo, poi l’altro. Erano molto turgidi.
“Ti piace?” chiese col fiato mozzato Erika “Perché i capezzoli sono duri come borchie”
Samantha visibilmente imbarazzata, perché aveva di fronte Barbara, la sua amata, ad osservare la scena, era titubante.
“Avanti, dillo che ti piace!” la incitò Barbara che aveva capito lo stato d’animo della sua metà.
“Ammetto che ci sai fare piccola, però ho i capezzoli così per via del freddo” disse una mezza bugia Samantha.
“Piccola a chi?” rispose Erika scherzosamente e mentre ciucciava golosamente un seno pizzicò con delicatezza la mammella dell’altro con le dita.
“Vai un attimo a chiamare Erika e dille di mettersi il dildo, così mentre mi scopa, tu mi prepari il buchetto del culo con la tua lingua” disse Marina.
L’interruzione dei lamenti non fu percepita da Sammie, Barbara e Erika, evidentemente troppo impegnate. Così Alice aprì la porta e la richiuse piano piano senza interrompere quello strepitoso avvenimento. Samantha aveva gli occhi chiusi dal piacere e non vide Alice, mentre le altre due erano girate di spalle rispetto al capitano della squadra.
Alice arrivò da dietro a Barbara e con una mano le tappò la bocca e con l’altra le fece “ssshhh” con l’indice davanti al viso.
“Non dirò niente a Marina, d’accordo? Conoscendo la tipa…” disse sottovoce Alice.
Barbie dai capelli rossi annuì con la testa.
“A patto però che posso ciucciargliele. Fra maggiorate… mmm!” continuò Alice.
Samantha aprì gli occhi e respinse immediatamente Erika.
“Che ho fatto?” chiese stupita la ragazzina, che vide Samantha fissare qualcuno con orrore davanti a se. Allora si voltò e vide Alice che le intimava di stare zitte.
“Erika, puoi andare di là con il cazzo finto a scopare tua sorella? Dille che vi raggiungo subito, ok? Altrimenti si insospettisce e verrà qui.” disse Alice.
La ragazzina a malincuore raccolse dal suo borsone lo strap-on e, mentre se lo infilava, si diresse imbronciata nei bagni. Appena sparì dalla loro vista cominciarono a parlare.
“Non è come pensi…” iniziò Samantha.
“Se va bene per Barbara! A me che importa?” disse Alice e la prese in contropiede attaccandosi con la bocca al suo seno, inumidito della saliva di Erika, notò con gran piacere il capitano. Era una gran golosona.
Erika aveva giurato di non dire niente e così fece, entrò nel bagno da Marina e disse ciò che aveva chiesto di fare Alice.
“D’accordo sorellina, allora scopiamo! Però sarebbe stato meglio se nel frattempo mi leccava il culo quella stronza.” disse Marina riferendosi al capitano.
Erika scrollò le spalle e rispose: “Mi spiace ma io non ti lecco, sei mia sorella. E poi anche se volessi non riuscirei a fare le due cose insieme, è fisicamente impossibile.”
Una cosa del genere poteva comunque sembrare un rapporto incestuoso, ma in realtà non lo era proprio. Loro due si volevano un gran bene, dispetti a parte e normali fra sorelle, ma a parte trombare insieme con un cazzo finto di più non avevano fatto, nessun bacio in bocca, nessuna leccata proibita... qualche palpatina sì, ma in modo scherzoso.
Barbara si toccava insistentemente fra le gambe, mentre con l’altra mano si torturava un capezzolo indurito. Era troppo bello vedere due “maggiorate”, le più belle del mondo a suo parere molto personale, giocare con le proprie tettone. Perché adesso se le stavano premendo l’una contro l’altra per sentire reciprocamente la morbidezza e la sodezza dei loro grandi meloni, come pensava la ragazza dai capelli rossi e mossi e dagli splendidi occhi azzurri.
“Basta così adesso, ti prego!” supplicò Samantha.
“Che c’è? Hai paura di lasciarti andare?” chiese con una punta di malizia Alice.
“Tu sei il capitano e la nostra mentore. Devi riportare un po’ d’ordine, adesso dobbiamo allenarci… altrimenti qui diventa un bordello!” fece Samantha, che se non altro era la più grande (di pochi mesi rispetto alla sua fidanzata) del gruppo e con la scusa cercava di mostrare più raziocinio.
“Hai ragione. Immagino che dovrò starmene zitta, a meno che non ci pensi Erika a riferirlo a Marina…” disse Alice, mentre continuava a roteare le tette contro quelle di Samantha.
“Già. E chissà… magari avrai un’altra occasione, anche con me!” disse Barbara che si avvicinò alle due ragazze.
“Oh sicuro! Le tue bocce non sono da meno, se vuoi possiamo darci una passatina veloce anche adesso” disse entusiasta Alice.
“La prossima volta, eh? Vado a chiamare le sorelle porcelle” disse Samantha, lasciando l’amaro in bocca al capitano.
Barbara se ne accorse e la incoraggiò: “Dai, sicuramente avremo un’altra chance, e l’avrò anch’io per… assaggiarti” e le fece l’occhiolino.
“Mmm, non vedo l’ora” disse Alice e la baciò per un bel po’ di secondi sulla guancia, a momenti le faceva un succhiotto.
Samantha entrò nel bagno e trovò Erika che inculava Marina sul pavimento.
“Sei venuta?” chiese Samantha.
“Non ancora!” replicò Marina.
“Be', datti una mossa che cominciamo l’allenamento… e stavolta niente gingilli, ci siamo già trastullate, no?” disse in tono severo Samantha.
“D’accordo, puoi darmi una mano a godere?” chiese sfacciatamente Marina.
Erika non si era fermata un momento e continuava a stantuffare con forza il culo della sorella maggiore, e Samantha, per la gioia delle presenti, mise in atto un bello spettacolino, danzava sensualmente, si toccava ripetutamente i seni. Erika sbavava, pensando che li avrebbe ciucciati di nuovo molto volentieri.
Marina gridava, era prossima a venire, non si aspettava che Samantha facesse questo e per lei fu troppo: ebbe un orgasmo violentissimo che bagnò il pavimento.
“Dai, pulite, che ci si allena seriamente adesso” disse Sammie ricomponendosi come una che ha fatto quello spettacolo solo per soldi e che non aveva provato un fico secco.
Dava a vedere questo, ma in realtà là sotto divampava dal calore, avrebbe voluto unirsi a loro, essere scopata, scopata!, da un cazzo finto… lei e Barbara non usavano mai giocattoli, ma stava cambiando la dolce Sammie, si era leggermente concessa prima a Erika e poi ad Alice, e con quest’ultima forse avrebbe anche tradito Barbie in sua presenza, se la logica non fosse riemersa all’ultimo secondo.
L’allenamento si svolse miracolosamente con ordine e anche il dopo fu tranquillo e senza particolari degni di nota.
Venerdì, oltre a Tania ancora febbricitante, mancava Marina, che doveva fare degli esami clinici a Bologna. Niente di grave, ma erano necessari.
Via la gatta, i topi ballano, come si suol dire. Doveva ammetterlo anche Alice, senza Marina non è che si stesse meglio (sarebbe stata una cattiveria anche solo pensarlo), ma certe volte il carattere di quella ragazza in gruppo finiva per far tendere i nervi a tutte.
Il capitano accompagnò con la sua auto Erika, e dovette ripetutamente richiamarla perché le frugava con insistenza tutto il corpo.
“Accidenti a te! Vuoi farci ammazzare?” urlò Alice.
“Almeno moriremo godendo” rispose sorridente Erika. Alice aveva lo sguardo sulla strada, è vero, ma sembrava distaccata da lei, allora aggiunse.
“Forse non ti piaccio?”
“Ma no, che dici! Sei una bella patatina tu, ma sei anche sedicenne. Capisco che alla tua età gli ormoni siano a mille e che sei ancora incosciente, ma non si può sempre pensare al sesso o all’amore.”
“Ami di più mia sorella, vero? Vi metterete insieme e presto non mi vorrete più con voi…”
“Ma no, io ti vorrò sempre, almeno fino a quando non troverai qualcuna… o qualcuno, della tua misura.”
“È solo una questione di età allora?”
“In un certo senso… lo sai che se ci beccassero finirei in galera per abuso di una minorenne?”
“Ma che cazzo dici. Fra due anni sarò maggiorenne, e poi lo voglio io, non mi costringi mica.”
“Vallo a spiegare alla gente, potrebbero dire che ti ho indotta a farti pensare questo, che sia una tua volontà.”
“Non dire cazzate Alice… e poi non sei mica tanto più grande di me! Adesso sembra così, ma fra un po’ di tempo sei anni non sembreranno più poi molti… fra e te mia sorella vi passate tre anni!”
“Ecco, visto? Questo è un ragionamento da vera matura” disse sorridendo Alice, prendendola un po’ per i fondelli.
“Fanculo stronza, beccati questo” rispose Erika infilandole due dita nella vagina. Il capitano gridò dalla sorpresa e dal fottuto piacere.
Mentre la violava, Alice si accorse che Erika era abbastanza gelosa della sorella, e decise di lasciarla divertire, anche se questo doveva essere masturbarla mentre guidava.
La cosa che la sconvolgeva ed eccitava di più allo stesso tempo era questa: cosa avrebbero fatto stasera con Samantha e Barbara, senza Marina a rompere le balle? Di sicuro se lo stava chiedendo anche Erika, che probabilmente non vedeva l’ora di riassaporare quelle, a dir poco magnifiche, coppe enormi.
“Che porcellina che sei, ti stai bagnando come una verginella” disse ridendo Erika.
“E allora tu? Scommetto che sei fradicia solo perché tocchi me… quindi sei una porcellona!” ribadì Alice ed esplosero entrambe in una fragorosa risata.
Stranamente non c’era molto traffico ma arrivarono comunque in ritardo (per forza, Alice non si smentiva mai).
Samantha era già negli spogliatoi, guarda la fatalità, solo con reggiseno e mutande indosso.
“Ciao ragazze!” fece la maggiorata.
Erika ed Alice ricambiarono il saluto con la mano.
“Barbie arriverà un po’ in ritardo perché ha dovuto fare gli straordinari al lavoro” disse Samantha.
“Wow, bene!” disse Alice in modo sarcastico, poi aggiunse: “Siamo solo noi tre per il momento. Marina oggi non c’è…”
“Che cosa possiamo fare in tre?” chiese Samantha, sembrava quasi una domanda a doppio senso, ma non poteva esserlo detta da lei.
“Potremmo riprendere quel discorso… sai… sulle Grandi Montagne Anatomiche” disse sorridendo Erika.
“Sei proprio una piccola pervertita!” dichiarò Samantha.
“Beh, allora siamo in due” gracchiò Alice, lasciandola a bocca aperta.
“No, non si può. Barbie non c’è e…”
“…è andata a trovare il suo amante Ken.” continuò Alice per Samantha rifacendosi alla famosa bambola americana.
“Non è divertente! E se arrivasse? Ammettiamo che vi lasci allattare come due brave cucciolotte, ma se arrivasse cosa potrebbe pensare? Che se non fosse arrivata in tempo l’avrei tradita? Cosa che tra l’altro non ho nessuna intenzione di fare.” completò tutto di un fiato Samantha.
“Ti fai troppi problemi, per me. Vivi la vita più serena, fatti amare anche dalle tue amiche, sei così bella!” disse Erika.
“Grazie… ma fra dieci anni forse ripenserai alle mie parole e capirai che avevo ragione, con l’esperienza si matura, tu sei ancora giovane e acerba, senza offesa!” disse un po’ spicciata Samantha.
“Ho capito. La verità è che hai paura di lasciarti andare, forse già l’altra volta ci eri vicina con me, mi desideravi… il modo in cui ci strusciavamo… sono una donna come te, certe cose le capisco a differenza degli uomini.” Disse Alice, e per fortuna non c’erano persone di sesso maschile, altrimenti questa era una stoccata bella grossa come una casa.
“Ti prego, non succederà nulla, sgancia quel maledetto reggiseno! Ti fermeremo se dovessi commettere qualche stronzata. Abbiamo bisogno di un seno materno che ci protegga dalle avversità” disse Erika mettendosi in ginocchio, con le mani unite a pregarla, in una scena che vista da fuori era a dir poco comica e da matta.
“Dovrete farlo voi” le sfidò Samantha.
Erika fu rapida a rialzarsi in piedi e far balzare il seno destro fuori dal reggipetto. Il capezzolo era bello ritto e turgido.
“Vedi, le tue mammelle hanno bisogno di cure urgenti, io mi occupo della sinistra” disse Alice.
E così fu, Samantha se ne stava beata in piedi a farsi succhiare e leccare i seni imperiosi.
Le due ragazze non sembravano mai sazie, perché la cosa andò avanti per un interminabile quarto d’ora, finchè non accadde l’incredibile…
CONTINUA…

www.facebook.com/dickrhapiu
twitter.com/rhapiu
[email protected]
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Le pallavoliste - 2. W le tettone:

Altri Racconti Erotici in lesbo:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni