Sorelle

Helena stava facendo jogging come ogni venerdì pomeriggio, percorrendo la riva del fiume sulla passeggiata più importante della città. Con lei si era unita Carmel, sua sorella minore, che per una volta era stata convinta (con la forza) a fare un po’ di moto per cercare di togliere un po’ di grasso dai glutei. Non era grassa, era un po’ robusta ma ugualmente affascinante, con in capelli nero corvino, lisci e a caschetto; anche sua sorella aveva gli stessi capelli, ma li portava lunghi fino quasi al fondoschiena, anche se in quel momento li aveva raccolti a coda di cavallo. Entrambe avevano gli occhi verdi; Helena aveva ventisette anni mentre Carmel venti. Stavano sudando parecchio, seppure il sole stava tramontando, perché la fine della primavera stava dando spazio all’estate che cominciava a farsi sentire. “Un attimo, fermiamoci a bere a quella fontana” fece Carmel, e la sorella annuì. “Non ti gonfiare così d’acqua che altrimenti non ce la fai più dopo” la rimproverò Helena “Cosa credi, che voglia ripartire? Tanto non avrò e non vorrò mai il fisico da atleta come te!” osservò Carmel. Helena stava facendo stretching, e continuò ad intimare la sorella a riprendere la corsa, ma non voleva proprio sapere, era ancora incollata alla fontana. “Ti ci sei attaccata come a un cazzo in piena eiaculazione” disse ironizzando Helena, che con un gesto della mano simulò un pompino. “Stronza adesso ti faccio vedere io” chiuse il rubinetto e si catapultò contro la sorella, con una mano le prese le guance e gliele strizzò, tanto che la fece inginocchiare. “Oh che cazzo fai? Smettila, ti prego” nonostante fosse più grande di età, subiva la dimensione fisica della sorellina. Iniziò a schiaffeggiarla leggermente, era impazzita. Cominciò a sputarle in faccia, in bocca. “Oh aiuto!” tentò invano Helena e, coincidenza, stava passando un ragazzo. Carmel diede uno spintone alla sorella scaraventandola per terra e si diresse velocemente verso il giovane uomo, di media statura. Lo placcò, gli tirò giù i pantaloni e si inginocchiò e prese a succhiarglielo, il pene dopo alcune pompate si ingrossò e diventò duro, mentre Helena si rialzava e si avvicinava incredula per vedere come diavolo fosse mai così infoiata sua sorella: aveva forse il demonio in corpo, o era una ninfomane all’improvviso? Fatto sta che stava eseguendo un magnifico amplesso orale con un completo sconosciuto in pieno luogo pubblico. “Dai, sborra, sborra! Voglio che la mia sorellona veda come ingoi tutto lo sperma, dai, figlio di puttana!” gridò Carmel, mentre Helena si era affiancata al giovane che la fissava altrettanto incredulo. Poco dopo venne e Carmel mantenne la parola, fu molto avida e non sprecò niente. Il ragazzo si rivestì e se ne andò e Carmel si andò a sedere sulla panchina con sua sorella.
“Porca… e troia, ma sei pazza te, prima mi sputi sul viso, in bocca, poi spompini uno qualunque qui, ti poteva vedere chiunque!”
“E tu non hai fatto niente per fermarmi, anzi mi guardavi e avresti voluto essere mia complice, non spettatrice”
“Ripulisciti attorno la bocca, sei ancora sporca”
“Perché non lo fai tu? Leccami il viso, ti prego! Assaggiala, è stupefacente”
“No grazie, sporca incestuosa, te la lascio tutta per te, io me ne vado e non ti voglio manco più vedere”.
Helena si alzò ma fu colpita alle spalle da un sasso e svenne.