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I capi di mio marito 2


di rhapiu
11.10.2011    |    40.383    |    1 9.5
"“Wow, che bel giovanotto!” esclamò Nadia..."
Dopo quattro mesi da quello strano incontro saffico, il primo della mia vita, diedero nuovamente una lettera a mio marito che lo informava che al termine del contratto (ancora due mesi) lo avrebbero lasciato a casa.
Infuriata ritorno nell’ufficio dal suo capo Nadia, la bella e furba 25enne castana che per un’ora fu la mia padrona. Ma stavolta ci porto anche mio figlio, ormai prossimo alla maggiore età, per evitare che accada quello che è successo l’ultima volta.
Dopo aver aspettato dieci minuti in segreteria finalmente veniamo accolti da Nadia che ci fa accomodare sulle due sedie dinnanzi la sua scrivania.
“Wow, che bel giovanotto!” esclamò Nadia.
“Grazie!” rispose mio figlio Vincenzo, arrossendo un poco sulle guance per il complimento.
“Di un po’, ce l’hai la fidanzata?” chiese Nadia a Vincenzo.
Mio figlio scosse la testa in segno di diniego.
“Come come? Ma le tue amiche sono matte per…” Nadia fu interrotta da me.
“Scusa Nadia, ma non siamo qui per piazzare mio figlio!”
“Oh, scusami tu. Immagino già quale sia il motivo per cui siete venuti - fece Nadia – ma sai bene che c’è sempre un prezzo da pagare, e se non soldi…”
“Ti prego, ho portato mio figlio apposta perché voglio un’altra soluzione e che sia normale diciamo” implorai io, ma non avevo capito bene con chi avevo a che fare.
“Ti piacciono le mie tette, eh? Me le stai fissando da quando sei entrato” esclamò Nadia a mio figlio Vincenzo.
Aveva una di quelle scollature dove il vestito è chiuso fino in cima ma ha un buco rotondo in prossimità dei seni.
Vincenzo rimase senza parole e divenne rosso come un peperone.
“Dai, di la verità. Tanto tua mamma non si scandalizza. Pensa che abbiamo fatto l’amore… - disse Nadia, protendendosi in avanti sulla scrivania, quasi sdraiandosi per far arrivare le sue tette vicine a mio figlio – se vuoi puoi chiavarmele anche così, col tuo bel cazzone, perché scommetto che a questa vista è diventato bello grosso e duro e sarai stufo di seghe.”
“Non se ne parla, dai Vincenzo andiamocene…” dissi mentre mi alzai in piedi e mi diressi verso la porta, poi mi voltai e vidi che mio figlio si alzò in piedi, mi guardò incredulo, poi aprì la cerniera dei jeans ed estrasse il pene piuttosto lungo e durissimo, molto più grosso di quello di suo padre, e lo infilò nel solco fra i seni di Nadia, poi piano piano cominciò a chiavarli.
“Sono stufo di masturbarmi mamma, e quando mi si ripresenta un’occasione del genere? Nadia è meravigliosa e così sexy… e poi sei un mito per me, io amo le lesbiche, tu sei andata con lei, perché non lo posso fare io, e poi salviamo pure il posto a papà da quanto ho capito!” fece Vincenzo.
Io rimasi senza parole, mentre Nadia no:
“Grazie tesoro, hai un cazzo fantastico, è un peccato che sino adesso non l’abbia usato nessuno oltre te. E a tua madre è piaciuto tantissimo, dovevi vedere come era bagnata” disse ridendo.
Bussarono alla porta, mio figlio si ritrasse subito cercando di infilarsi il membro dentro i jeans, ma Nadia glielo prese con la mano e glielo impedì.
“Chi è?” feci terrorizzata.
La porta si aprì, fortunatamente era Adriana, la sorella maggiore di Nadia, che oramai era prossima a partorire di lì a un mese.
“Oh oh oh! Sorellina, questa volta mi hai sorpreso davvero! Che bel fusto, non ti imbarazzare, continua pure a strusciarglielo fra le tette - fece Adriana che mi guardò e aggiunse
– complimenti alla mamma Sabrina per il figlio così bello e ben dotato… come stai tu?”
E lestamente mi infilò una mano nella mia intimità.
“Come al solito sei fradicia, ma che porcellina che sei, ti ecciti guardando tuo figlio che fa una spagnola al capo di tuo marito” disse Adriana.
“Non è vero!” cercai di ribattere.
“Ah davvero? – e con la camminata classica da donna all’ottavo mese andò a far sentire l’odore della sua mano a Vincenzo e Nadia – voi cosa ne pensate?”
“Mamma, ti stai eccitando orribilmente. Tranquilla, non ti considero una depravata, anzi… così mi fai eccitare ancora di più!” disse Vincenzo sconvolgendomi.
Mi avvicinai a loro e mi sedetti dove stavo poco prima e mi infilai una mano sotto il pantalone e cominciai a stuzzicarmela.
“Mi dispiace tanto tesoro, ma queste due sorelle sono le uniche che mi fanno eccitare a questa maniera.” Dissi sconfitta, sentendomi terribilmente in colpa tanto che cominciai a piangere sommessamente.
“Oh no, dai cucciolotta. Non sei una cattiva madre, tuo figlio non lo stiamo forzando, a lui piace moltissimo e se piace anche a te questa situazione è del tutto normale.” fece Adriana, che si chinò e mi leccò con la lingua le calde lacrime che versavo sulle mie guance mentre continuavo a masturbarmi.
“Tra poco sarò mamma pure io, e tu sei il mio modello” aggiunse Adriana.
Stavolta fui io a prendere l’iniziativa, la baciai in bocca con una passione che la colse di sorpresa, mentre Vincenzo e Adriana si fermarono a guardarci entusiasti.
“Questo è amore, Vincenzo! Tua mamma ama mia sorella, lo sento. Dovevi vedere come le ha lavorato la fica con la lingua, la volta scorsa.” Fece Nadia.
Poi i due cominciarono a baciarsi con la lingua, succhiandosela a vicenda. Dopo alcuni minuti di baci molto eccitanti, Nadia si inginocchiò e cominciò a pompare la verga del giovane ragazzo, emettendo osceni risucchi. Adriana intanto si scoprì i seni colmi di latte e Sabrina se ne prese subito cura. Aveva moltissimo latte, e lo faceva fuoriuscire dalla bocca e a Vincenzo la cosa lo mandò in estasi, sembrava quasi che sua madre stesse succhiando un cazzo mentre riversava fiumi di sborra. Per la miseria, quella vista gli fece raggiungere di già il culmine, non riuscì a trattenersi e scaricò il suo sperma nella bocca di Nadia, che manco fosse stata una delle migliori pornostar gli mostrò la sborra che aveva sulla lingua, e poi mandò giù deglutendo con un ampio gemito di soddisfazione.
“O cazzo, sei già venuto? Riprenditi perché adesso mi devi cavalcare!” fece Adriana.
“Come? Ma sei incinta!” esclamò Vincenzo.
“Non ti preoccupare… sempre che magari non ti piaccio.” Disse Adriana.
“Oh no no, io sono già pronto e mi piaci.” Rispose Vincenzo.
“Wow che stallone che hai, cucciola” fece Nadia rivolgendosi a Sabrina.
Adriana purtroppo interruppe la mia poppata e in un baleno si spogliò tutta e si sdraiò sulla scrivania della sorella, invitando mio figlio a penetrarla.
“Prima nel culo” ordinò Adriana a Vincenzo.
Notai che fu facile come entrarle in fica, chissà quella maiala quante volte lo aveva preso da suo marito e da chissà chi.
Nadia venne da me con uno sguardo da finto angelo e disse:
“Baciami così sentirai il sapore della sborra di tuo figlio!”
Mi alzai in piedi e cominciammo a limonare appassionatamente, mentre Vincenzo inculava voracemente Adriana nonostante fosse appena venuto meravigliosamente nella bocca di Nadia.
Il suo alito aveva davvero un buon gusto di sperma, dovevo ammettere che mio figlio oltre a essere ben dotato aveva anche un buon sapore, ma al solo pensiero più tardi mi diedi della deficiente, come potevo fantasticare su mio figlio? Era incesto, ed è peccato, anche solo pensarlo! Ma in quel momento ero troppo presa dall’eccitazione e la mia fica aveva bisogno di cure urgenti.
Lo feci notare a Nadia indicandole con il dito la mia passera, e lei mi fece sdraiare a terra e si mise sopra di me iniziando un indimenticabile 69.
Passarono dieci minuti di intenso piacere, ricevuto e dato, quando sentii Vincenzo dire:
“Sono prossimo a venire”
“Esci dal culo, e vienimi nella figa” urlò Adriana.
“Nadia alzati, voglio vedere l’atto finale” feci io.
Ci alzammo subito in piedi e affiancammo Vincenzo che stava già scaricando il suo seme nell’utero già fortemente ingravidato di Adriana che urlava come una pazza, stava avendo un orgasmo contemporaneamente a mio figlio.
Quando si riprese disse:
“Avanti, ripuliscimela tutta cucciolotta, assaggia il nettare di tuo figlio dalla mia fica!”
Non ci pensai manco due volte, mi inginocchiai e mi attaccai a ventosa con la bocca alla sua vagina, che stava riversando la sborra davvero deliziosa del mio cucciolo. Ma cosa mi stava prendendo? Non ero mai stata così perversa, persino incestuosa stavo diventando!
Nadia intanto ripuliva il cazzo con la sua sapiente boccuccia di rosa e Vincenzo disse una cosa che mi fece bagnare fra le gambe:
“Mamma, mi sembra che ti piaccia la mia sborra… perché non facciamo l’amore?”
Mi aveva fatto eccitare, ma fu come se mi avesse riportato alla realtà, la parte razionale di me finalmente si attivò e scattai in piedi e mollai un ceffone a mio figlio.
“Non ti azzardare a dire mai più una cosa simile, vestiti subito che ce ne andiamo… e da oggi sei in castigo per un mese!” dissi infuriata.
Le due sorelle rimasero sbalordite, e poco prima che ce ne andassimo Adriana disse:
“Non ha detto niente di male tuo figlio, non puoi fare tanto la santarellina e poi stare al gioco, devi deciderti se essere perversa o meno, non puoi essere entrambe le cose!”
“Fatti i cazzi tuoi, a mio figlio ci penso io!” risposi acida.
“Beh, è quasi maggiorenne, metterlo in castigo perché ha detto una verità sacrosanta è quantomeno sciocco da parte tua. Tu vorresti scoparti tuo figlio, non ci hai pensato un attimo ad assaggiare il suo seme, pensaci bene.” Disse seriamente Nadia.
Non le risposi, mentre stavamo per uscire dall’ufficio Nadia aggiunse:
“Il contratto a tempo determinato di tuo marito è stato rinnovato di altri sei mesi, quindi ci vediamo presto!”

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