Gay & Bisex
1983 L’imbianchino (II parte)

13.12.2024 |
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"Antonio aveva il cazzo durissimo e gli occhi persi tipici delle femmine in estasi..."
Il giorno dopo Antonio non avrebbe mai voluto tornare al lavoro. Si vergognava di aver ceduto alle sue lussuriosi pulsazioni e di aver fatto un pompino, il primo pompino della sua vita al suo collega.Era anche il primo cazzo della sua vita e un uomo che, non lo sapeva, avrebbe condizionato le sue future scelte.
Grosso volgare e deciso. Avrebbe trascorso anni a cercare sempre quel cliche, anche se poi avrebbe preso cazzi a destra e a manca da chiunque.
Ora stava andando al lavoro ed era preoccupato della giornata che lo avrebbe atteso. E anche della sculacciata che aveva ricevuto la sera prima mentre uscivano dall’appartamento che stavano imbiancando.
“Domano dopo la bocca assaggio anche questo bel culetto” gli aveva detto mentre lo palpava a due mani e gli mollava due sonore pacche sul culo.
“Buongiorno Mario”
“Ciao porcellina”
Antonio si sentiva sprofondare.. i suoi occhi sbarrati ed il sorriso triste non passarono inosservati
“Dai sto scherzando” e poi sottovoce “hai una bocca fantastica per essere vergine. Stai tranquillo che faremo solo quello che piace a entrambi”.
Poi lo baciò sul collo provocando un lungo brivido al giovane.
La giornata di lavoro scorreva bene con la musica e parlando di vacanze e politica.
All’ora di pranzo Antonio per la prima volta bevve un bichjiere di rosso e si senti subito meglio.
Sembrava che al calabrese l’idea di fare sesso fosse passata di mente.
Antonio si era rilassato ma dentro di se piano piano era cresciuta la voglia di fare qualcosa. Insomma era aumentata la voglia di cazzo.
Quando la giornata stava e ormai sembrava che nulla più sarebbe accaduto Mario si avvicinò al giovane e preso da dietro strusciò il suo cazzo gia duro sul suo culo.
“La vuoi vedere la mia bestia dura?”
Antonio si sentiva morire. Certo che voleva ma anche no per non fare la femmina in calore. Non rispose.
“Vediamo se cosi reagisci” disse l’uomo.
Calò in un colpo pantaloni e mutande del ragazzo e appoggio il suo cazzone tra il solco delle chiappe.
Gli massaggiò la schiena e prese tra le dita i capezzoli del giovane che ebbe uno scatto e si avvicinò ancor più all’uomo.
I due corpi nudi (maglie sollevate e pantaloni abbassati) erano a contatto.
Antonio provava emozione e piacere era rosso dalla vergogna e avrebbe voluto toccare quel maschio impertinente ma non fece né disse nulla.
“Non dici nulla? Chi tace acconsente” disse Mario ridendo e provando a inculare il giovane.
“No Mario no. Hai detto che si faceva se volevo”
“Non vuoi? Non si direbbe a vedere il tuo cazzo cosi dritto”.
Antonio non sapeva dove trovare il coraggio ma ammise “Si vorrei, ma nn so se faccio bene e comunque non qui”.
“Ok.”
Mario si ricompose e decise di adottare una tecnica che gli aveva permesso di superare le barriere di ragazzi e donne che volevano ma nn si decidevano: ignorarlo.
Così più passavano i minuti più Antonio si chiedeva perché non gli avesse detto dove potevano vedersi.
Al termine della giornata di lavoro Mario salutò e stava per andarsene quando solo all’ultimo Antonio disse “e dove potremmo vederci?”
Mario sorridendo “stasera alle 21 è buio. Ci vediamo qui davanti e andiamo in un posto” poi avvicinandosi e guardandolo negli occhi “Fatti bella e pulita. Alla vasellina ed ai preservativi penso io”
Antonio aveva il cuore che batteva a mille quando alle nove in punto salì sull’auto del calabrese.
Una station wagon nuova e comoda.
Il ragazzo si era preparato lavandosi meglio che poteva usando un clisterino che aveva dimenticato la sorella in casa utile per il piccolo nipotino nato da poco e aveva messo le mutandine rubate dal cassetto della mamma.
“Sei pronta? Stasera sarai sverginata in culo bella troietta. Intanto inizia a lavorare che ti devi guadagnare il mio cazzo”
Antonio guardando nel buio dell’auto vide che il maschio aveva il cazzo duro gia fuori dai pantaloni e allungò una mano.
Sentirlo caldo e duro che pulsava lo fece eccitare e bastò un lieve tocco dell'uomo sulla testa per farlo scendere tra le cosce ed imboccare la cappella
“Che bocca calda. Pompa porcellina”.
Antonio succhiava ma solo la cappella e Mario con decisione gli spinse il cazzo verso di lui e la testa del giovane in basso per fargli sentire tutta l’asta fino in gola.
Antonio poco abituato andò in panico (da ridere considerato che solo pochi anni avrebbe chiesto lui di essere impalato e sborrato direttamente in gola)
“Dai su prendi bene questo cazzo”
Antonio continuava a pompare quando la macchina si fermò.
Erano in una zona boscosa poco distante dalle case ma abbastanza riparata.
“Qui siamo tranquilli. Potrai urlare che non ti sentiranno”
“Urlare?”
“Prendere il primo cazzo in culo grosso largo come il mio non sarà una passeggiata ma dopo ti troverai bene”
“Adesso succhiami palle e culo Antonella”
Antonio lo fece. Leccava da sotto fino alla cappella e gli piaceva tanto.
Mario occhi chiusi si godeva la lingua e la bocca del ragazzo, poi si tolse i pantaloni e si girò a pecora.
Leccami il culo dai.
“No no” rispose.
Mario lo guardò e con l’esperienza capì che erano solo capricci. Gli prese i capelli e gli ficco la faccia sul culo “Lecca troia”.
Un trattamento deciso che fece andare ai matti il giovane che con naturalezza leccava e strusciava sulla labbra culo palle e cazzo. Leccando avidamente tutto e soffermandosi tra le chiappe muscolose e grosse del suo dominatore.
Leccava il culo mordeva le chiappe segava il cazzo e strizzava le palle.
Era tutto molto bello.
Mario poi lo allontanò lo fece sedere a fianco a lui e finalmente lo spoglio.
Antonio aveva il cazzo durissimo e gli occhi persi tipici delle femmine in estasi.
Mario lo baciò in bocca e contemporaneamente gli strinse i coglioni
“Ahhhhhhh” “zitta troia” “Ahhhh non dai no “ “Shhhhh devi sentirti totalmente soggiogato prim di diventare femmina. I coglioni non ti servono”
“Ahhhhggg”
Quel dolore piaceva ad Antonio che dovette resistere ad un altra prova.
Mario si tolse la cintura, girò il ragazzo verso il finestrino mettendo il suo culetto nudo verso di lui e lo cinghiò sul buchetto vergine.
Uno due tre colpi ancora ripetuti. Antonio sentiva male e piacere. Desiderio di essere femmina cresceva.
Dopo una serie ripetuta di cinghiate sul buco e di strizzate ai capezzoli Antonio iniziò a tremare.
Mario gli ficcò la lingua in bocca “Brava trioietta hai subito tutto in silenzio ora sei pronta”.
Dopo molti minuti di quel trattamento a cui non si era sottratto aveva le palle il culo ed i capezzoli indolenziti.
Antonio era uno straccio con gli occhi persi ed il cazzo che stava per esplodere e la voglia di essere femmina per sempre per quel maschione dominante.
“Usciamo dalla macchina che wui dentro non posso incularti bene”
Era estate e non era freddo ma Antonio aveva ancora i brividi.
Mario lo mise in ginocchio e scopò per un po’ la bocca del ragazzo poi
lo mise appoggiato al cofano si mise il preservativo e iniziò a lavorare con la vasellina il buchetto di Antonio che non poteva reagire. Era distrutto.
“tra poco ti monto”
Quando sentì due dita nel culo ebbe dolore ma resistette.
Quando sentì qualcosa di grosso puntare al buco si voltò.
Mario gli sorrise “sei pronta a diventare femmina”
‘Si. Fammi tutto”
La cappellona del calabrese entrava piano piano ma per Antonio era un dolore molto,peggiore dei precedenti
“Basta basta”
“Zitta troia ho voglia di montarti. Spingi l’ano in fuori e andrà meglio”
Il cazzo entrava inesorabile e Antonio non respirava dal dolore.
Poi l’uomo sì fermò. Antonio sentiva un ferro rovente nel culo. Bruciava tutto.
“Ê tutto dentro zoccola. In pochi la prima volta lo hanno preso come te. Il tuo culo é fatto per essere inculato. Ora esco e poi ricominciamo”
Mario estrasse il cazzone e Antonio sospirò.
Lo rimise in ginocchio e colpì in faccia il ragazzo che riuscì a prendere in bocca avidamente il randello.
“Ma quanto ti piace il cazzo”.
Poi lo ributtò dimforza sul cofano e lo,prese a cappellate sul buco che però stava chiudendosi.
“Si ti ho già aperto. Ora continuiamo”
Mise della vasellina e ancora tre dita entrarono senza lamenti del giovane.
“Sei quasi femmina ora completiamo il lavoro con la tua prima sborrata in culo”
Ficcò in modo diretto e rapido il cazzo in culo con cosi tanta forza che lo fece balzare in avanti.
Stavola Antonio emise dei gridolini.
“Una cerbiatta sgozzata” rise Mario
“Ora sentirai un maschio che monta”
E lo prese a cappellate dure per dieci minuti in cui il ragazzo si sentiva un fuscello nelle mani sapiente del boscaiolo.
Lo teneva per i fianchi incurante delle grida e delle implorazioni fino a che non sentì che il giovane smesso di lamentarsi lo implorava di continuare
“Si si dai oddio cosa succede .. si… si ma come cosa” a quel punto Mario rallentó e iniziò a strusciare il cazzo dentro il culo verso il basso a colpire per quanto poteva la,prostata. Quel movimento lento nel suo culo Antonio non lo avrebbe mai scordato e lo rese passivo per sempre.
Il ragazzo venne in un fiume di sborra senza toccarsi. Era distrutto felice e incredulo.
Poteva godere come una donna (ma non sapeva la rarità dell’evento).
“Sei fantastico” disse Antonio
“Ecco bene visto tanta fatica e dolore per poi godere cosi vale la pena no?. Ora hai anche il buco pronto a essere inculato con facilità. Mi tocca un premio”
Mario aveva il cazzo duro come il marmo, mise Antonio ancora in ginocchio, si tolse il preservativo e iniziò a scopare la bocca del ragazzo con la stessa brama e forze con cui lo aveva deflorato. Le cappellate lo colpivano in gola.
L’uomo gli teneva ferma la faccia con le due mani. “Apri apri la bocca. Succhia. Chiudi chiudi. Senti la cappella. Senti come me lo fai duro troietta senti senti.
Aprindai che non soffochi. Dai dai fatti scopare la gola”
Antonio stava eccitandosi ancora e inziò a masturbarsi violentemente.
Gli piaceva subire eccome se gli piaceva. Sarebbe diventata una puttanella in cerca di cazzi,
Mario venne urlando e sborrando in gola al ragazzo. Continuava a venire anche mentre usciva il cazzo e lo strusciava sulla faccia.
imbrattato di sperma, in ginocchio sotto i grossi coglioni dell’uomo Antonio venne di nuovo.
Grazie Mario per avermi deflorato e trasformato nella troia che sono.
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