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Ho pulito il cazzo per la prima volta


di birbantotto
01.02.2021    |    27.036    |    24 9.8
"Lo succhiai come poche volte avevo fatto..."

Alla bella età di 55 anni nonostante i tanti rapporti occasionali non avevo mai avuto contatto diretto volontario con lo sperma. Anzi devo dire che vedere venire gli uomini non è mai stato un mio desiderio.
In tanti hanno sborrato sulle mie natiche o sulla pancia, qualcuno sui piedi, ma nessuno in bocca o sul viso, eccetto che quando da giovane fui sorpreso durante un rapido contatto al cinema. Un omone maturo mi aveva trascinato nei bagni del cinema e mi aveva scopato la bocca. Pur inesperto per paura delle malattie avevo chiesto di venire fuori ma in preda ai sensi non seppi riconoscere i sintomi dell’orgasmo e mi inondò la bocca. Uno schifo acido e non voluto che mi ha condizionato fino a pochi giorni fa.
Da allora avevo escluso tale evenienza ed a chi chiedeva l’ingoio o solo di venire sul viso rispondevo no e piuttosto rinunciavo al sesso, anche con uomini molto molto desiderabili.
Pochi giorni fa, invece, è accaduto l’imponderabile.
Al bar vicino all’ufficio è cambiata la gestione da pochi mesi. A causa della pandemia alle 18 chiude tutto ma con un paio di colleghi poco prima dell’ora di chiusura ci siamo fermati a bere un aperitivo. A quell’ora al banco ci sono Sara e Nicola. Sara bella ragazza ma fredda come un ghiacciolo, mentre Nicola è una uomo simpatico sorridente con capelli lunghi che attira gli sguardi di tutte le clienti, ed anche il mio per il suo bel fisico atletico e la capigliatura fluente.
Insomma nemmeno pensavo di avere un contatto anche perché la mia omosessualità non è evidente, ma accadde che per un disguido entrambi cercammo di prendere un bicchiere e ci toccammo. Una piccola elettricità ci colpì
“Le scarpe” disse Nicola.
“Si “risposi imbarazzato senza sollevare lo sguardo perché riconobbi invece i sintomi della chimica sessuale che mi aveva fatto incontrare la mia amante preferita ed il mio unico amore maschile.
Sollevai gli occhi e trovai il suo sorriso. Feci finta di nulla e continuai a parlare con i miei colleghi.
Il pomeriggio seguente da solo mi fermai al bar per rivedere Nicola.
“Sei tornato” mi disse sorridendo.
Sorrisi anche io “Mi fai un deka per favore”. Cercavo di fare il tranquillo ma il cuore mi batteva come quando vado ad un appuntamento.
Sotto la tazzina trovai un biglietto con un numero di telefono. Guardai il barista che mi sorrise.
Uscii senza dire una parola, non sapevo nulla di lui ed è meglio un incontro con uno sconosciuto che con chi lavora vicino al tuo ufficio e conosce i tuoi colleghi. Ma sarebbe stato bello avere una relazione ed un uomo fisso. Insomma fantasticavo ed era male, molto male.
Il giorno dopo però la voglia prevalse e messaggiai con lui.
[Ciao Nicola sono Patrizio mi hai dato il numero ieri] [Ciao che bello sentirti]
[Ma se non ci conosciamo] [Allo conosciamoci meglio. Alle 18 bar chiuso sono solo. Passa a fare due parole]
[Ok] risposi senza riflettere.
Alle 18 e un quarto timoroso di fare un errore bussai alla vetrina. Nicola in jeans e maglione attillato mi venne ad aprire con la mascherina. MI strinse la mano e stavolta non potevano essere le scarpe a far scattare la scossa.
Andammo in un angolo non visibile dalla strada e parlammo un pochino ma presto si alzò e venne vicino a me. Si abbassò la mascherina e si avvicinò. Feci lo stesso e le nostre lingue si unirono.
Il cazzo mi scoppiava ed il cuore batteva a mille. Andammo nel retro e ci spogliammo. Aveva un corpo perfetto. Era molto più alto di me, tonico e sodo e dotato il giusto, sembrava fatto per i miei desideri.
“Sei bellissimo, mi farai impazzire” dissi mentre lo toccavo ovunque
“Anche tu sei proprio un bel maschio maturo”
Le parole non servirono più. Ci piacevamo ed eravamo in sintonia.
Mi succhiò il cazzo con avidità, poi volle essere penetrato. Il suo culo era grande e sodo e dentro era caldo e accogliente, ma non mi fece venire. Si spostò e si piazzò dietro di me, mi leccò il buco del culo in modo stupendo. La barba mi solleticava ed ero in estasi. Decise di penetrarmi. Il suo cazzo entrò senza fatica allargandomi in modo perfetto. Mi martellò il punto giusto per 10 minuti tenendomi per la anche e strizzandomi le cosce finché non venni senza toccarmi.
Ero in estasi. Rara volta in cui alla gioia della penetrazione e della dilatazione anale si aggiungeva un massaggio prostatico.
Mi girai e seduto sulla sedia dove ero stato messo per la inculata lo presi in bocca. Lo succhiai come poche volte avevo fatto. Leccavo palle e asta e poi ingoiavo la sua cappella mentre gli stuzzicavo l’ano. Sentivo che stava per venire e come sempre continuai di mano. Ma stavolta sentivo una voglia diversa. Quando iniziò a venire lo indirizzai sui miei capezzoli ma a questo punto per la prima volta mentre stava finendo di eiuculare lo ripresi in bocca e lo feci terminare ingoiando il suo sperma e continuando a pulire tutto. Leccai la cappella ed i coglioni dove era colato lo sperma. Nicola apprezzò e mi tenne la testa premuta sul suo cazzo ancora in tiro. Lo feci uscire e lo leccai ancora. Il sapore era dolce e non avrei volevo più smettere.
Mi piacque tanto perché mi sentivo una troia perduta tra le cosce e le palle di quel maschio bonazzo che non avrei mollato facilmente.

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