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Gay & Bisex

1982: l’annuncio nei bagni


di birbantotto
11.10.2021    |    24.654    |    32 9.7
"Mi mise, come fossi una bambola, sullo schienale del divano e mi unse il buco con della roba che credo fosse vasellina poi appoggiò il suo poderoso cazzo sul..."
Entrai nel bagno dell’autogrill una mattina di agosto del 1982 mentre stavo andando al lavoro.
L’ennesimo annuncio gay scritto sul muro del pisciatoio mi colpì il cervello “0584 – 3215473 – CAZZO GROSSO PER CHECCHE”.
Avevo solo 25 anni e durante il servizio militare avevo avvertito una forte attrazione verso gli uomini ma non mi ero mai deciso a mettermi alla prova.
Mi venne in mente il maresciallo che dormiva in una stanza singola in fondo al corridoio della caserma.
Peloso con la pancia prominente che lasciava aperta la porta della sua stanza la sera e girava nudo per andare nel bagni. La sua dotazione era notevole. Cazzo largo e grossi coglioni pendenti.
Ma non era solo quella ad attrarmi. Mi piaceva il corpo maschile e l’idea di forza che emanava. Pensare di essere posseduto da un maschio mi eccitava. Avrei voluto fare come qualche mio commilitone che lo andava a trovare in camera ma non ebbi mai il coraggio. Al massimo origliavo alla sua porta e sentivo le grida sommesse di chi immagino subiva le sue cure.
Ogni tanto compravo una rivista porno gay (doppio senso) e provavo attrazione verso i maschi pelosi e grossi, non certo verso uomini con lineamenti delicati, eppure mai avevo pensato di avvicinarmi ad un ragazzo o ad un uomo con intenzioni sessuali.
Stavolta ero deciso a mettermi alla prova. Non mi sentivo checca, scopavo con piacere la mia fidanzata di allora e mi piacevano le donne ma memorizzai il numero che risaltava sulla parete e appena in macchina me lo appuntai sull’agenda.
La testa era partita pensavo solo se chiamare. Mi vergognavo delle mie voglie. Pensavo a chi mi sarei trovato davanti. Mi raffreddavo pensando alle difficoltà su cosa avrei fatto e se mi avrebbe dato il tempo di decidere cosa fare e se avessi dovuto pagarlo, ma al tempo stesso mi bolliva il sangue se idealizzavo di toccare un uomo e finalmente prendere in mano un bel cazzo.
Vi chiederete se ero vergine. Di maschi in carne e ossa si, ma il mio buchetto era stato già violato da ogni oggetto od ortaggio utile: manici di utensili, zucchine, carote, candele. Non i cetrioli che desideravo ma che erano troppo larghi e non riuscivo per il dolore.
Almeno una volta la settimana li lubrificavo come potevo e me li infilavo nel culo. Sentii anche elettricità pura una volta che usai il manico in plastica morbida di una piccola ventosa e raggiunsi un punto difficile da trovare. (Oggi so che è la prostata che mi fa venire a fiume senza toccarmi!!))
Decisi di chiamare e prima di rientrare a casa mi fermai per telefonare. Mi venne in mente che però ero maschio e non checca. Mi avrebbe voluto? Persi ogni speranza e ripartii ma l’idea di essere messo a pecorina, schiacciato da un maschio che mi fotteva mi fece accendere di nuovo e dopo pochi chilometri telefonai.
Dalla voce che mi rispose, l’uomo era decisamente più grande di me. “Ciao – dissi – ho letto il tuo numero” “Ciao puttana – mi rispose – vuoi il mio cazzo?”
Mi vergognavo ma risposi di si.
“Quanti anni hai?” –
“25” –
“cerco un effiminato, dalla voce non sembri” –
“No, ma vorrei finalmente fare qualcosa con un maschio” –
“Ah, ho capito, quindi sei un ragazzo normale” –
“Si” –
“Cerco delle checche, sai quelle che fanno gridolini, hanno mutandine piccole e che si fanno sottomettere? Tu lo faresti?”
Indugiai, non capivo ma non volevo perdere l’occasione “Si, ci proverei, ho voglia”
“Ah, ho capito, quindi dovrei allevarti”
“Cosa intendi?”
“Se non sei mai andato con un uomo devo sverginarti?”
“Ecco, si”
“Ah ecco, cavolo mi fai venire voglia, va bene facciamolo ma guarda che sono grosso, ti potrei fare male”
Rimasi in silenzio, avevo paura
“Ci sei? Puttanella vuoi il mio cazzone o mi fai perdere tempo? Devo venire a sculacciarti per convincerti?”
“No no, va bene vengo” dissi sperando che poi potessi ben gestire la situazione
“Ah ecco (lo diceva spesso), segnati l’indirizzo e quando sei con me comportati da femmina”
MI spiegò come arrivare e gli dissi che sarei stato da lui il giorno dopo alla stessa ora.
La sera stessa riuscii a trafugare delle micro mutandine ed una canottiera bianca dal cassetto di mia sorella.
Allo specchio mi piacevo perché comunque mi stava tutto stretto e facevo un bell’effetto, almeno speravo. Provai a sculettare e mi resi conto che farlo mi eccitava ed il mio cazzo usciva dalle mutandine. Speravo che l’uomo che avrei conosciuto l’indomani mi avrebbe apprezzato.


Il giorno dopo prima di uscire dal lavoro andai in bagno, mi lavai e mi misi mutandine e canottiera.
Camminando verso la macchina sentivo una eccitazione notevole; se fossi stato una ragazza le mutandine sarebbero state da strizzare dalla voglia di attenzioni maschili.
Mezz’ora dopo, con il cuore che andava a mille per l’emozione e la paura suonavo al campanello dell’indirizzo che mi aveva dato.
Mi aprì un uomo molto più grande di età, non alto ma grosso, con la barba e la faccia da galeotto. Aveva un jeans attillato ed una maglia che lasciava le braccia scoperte.
Mi piaceva, speravo di piacere io a lui.
“Entra” disse mentre mi tirò dentro strattonandomi per un braccio. Mi fece girare su me stesso come per guadare un mobile che doveva comprare. Mi tastò il culo poi mi dette una manata e si mise a ridire.
“Non sei una checca ma un bel ragazzo lo sei” Mi abbraccio e mi avvicinò al suo viso per baciarmi. Ero senza parole non avevo pensato a questo ma non potevo rifiutarmi e la sua lingua calda mi penetrò in bocca. Ebbi una erezione immediata e mi lasciai andare.
Baciava benissimo e non smise un attimo mentre mi levava pantaloni e maglietta e rimasi con il mio intino improvvisato.
“Che bel completino.. brava” mi strinse le chiappe con le sue manone e con una mano mi strinse un capezzolo.
Un dolore notevole mi fece allontanare
“Ah, ecco, ho capito, devo proprio educarti a tutto”
“Non sono mai stato con un uomo”
“Vieni qui che oggi hai una lezione gratis” e mentre lo diceva mi portò in soggiorno e mi mise in ginocchio davanti ai suoi jeans che sbottonò velocemente.
Il suo pacco era a pochi centimetri. Emozionato gli calai anche le mutande e ne usci un bel cazzone scuro con due grandi palle pelose. Fu istintivo iniziare a leccare e prendere in bocca la sua meravigliosa cappella.
Non lo avevo mai fatto prima ma lo spinsi fin dove potevo e lui apprezzava, ma durò poco.
Mi fece alzare mi girò e mi spoglio. Eravamo entrambi nudi in piedi, lui dietro di me mi toccava ovunque ma due cose mi facevano impazzire. Sentire il suo cazzo duro appoggiato alla schiena e le sue mani che mi strizzavano natiche e capezzoli.
Ad una stretta più forte urlai ed uscì un suono stridulo, da femmina, involontario!
“Eccola qui la puttanella che sta uscendo fuori” disse
Mentre con una mano passava il pollice sul solco del culo e spingeva sul buco, con l’altra mi strinse i coglioni e urlai di nuovo.
Ripeteva i gesti sempre più forte specie torturandomi i capezzoli. Mi piaceva da impazzire e alternavo lamenti a urletti.
“Puttanella già urli e devo ancora fotterti”
Più si strusciava più avevo desiderio di lui. Mi girò e mi ficcò la lingua in bocca. Sbattè forte il suo cazzo sul mio e mi limonò ancora.
Le gambe mi cedevano, era un trattamento che non avrei mai immaginato di subire.
L’istinto della parte femminile che è in me si era impadronita della mia testa e del mio corpo. Ero una bambola nelle sue mani.
“Maschio di aspetto ma a letto sarai una femmina deliziosa” Mi girò di nuovo e stavolta mi spinse in avanti e caddi sullo schienale del divano mostrando il mio buchetto vergine. Dei gridolini uscivano dalla mia bocca. Mi sentivo una troia in balia del suo maschio.
Ero desideroso e spaventato. Il suo cazzo era grosso quasi quanto i cetrioli che non riuscivo a prendere. Come avrei fatto a farmi inculare?
L’uomo mi appoggiò la cappella al buco e si strusciò a lungo. La sbatteva forte e poi puntava il buchetto
“Sono vergine ti prego fai piano”
“Non sei la prima che apro, stai tranquilla” mi disse. E subito dopo senti la sua bocca sul mio ano.
La barba mi solleticava le natiche e le labbra mi mangiavano il culo. Ero in estasi poi sentii il suo pollice che violava il mio culo.
Io mugolavo lui rideva.
Mi introdusse indice e medio, mi sentii aprire e mi scappò un urletto.
“sarai una grande scopata” mi disse e le infilò ancora più giù e sempre più veloce.
Mi scopava con due.. anzi tre dita.
Mi leccò ancora. Il cazzo mi scoppiava. Mi fece inginocchiare e venne a infilarmi la sua mazza in bocca anzi in gola! Mi scopava la gola e mi chiedeva di bagnarla. Mi piaceva il suo sapore ma mi faceva quasi vomitare. Era davvero grosso. Poi rallentò “Ora insalivalo bene che ti faccio il culo”
Lo feci. Avevo una voglia da stare male. Era passata mezz’ora buona di trattamento da femmina ed ero pronto alla monta.
Mi mise, come fossi una bambola, sullo schienale del divano e mi unse il buco con della roba che credo fosse vasellina poi appoggiò il suo poderoso cazzo sul mio buchino vergine.
Spinse piano e dopo poco già mi faceva male e gli chiesi di fermarsi.
“Ah ecco, già cambiato idea?” e rise scompostamente rifilandomi una sculacciata sul culo, poi un’altra ed un ‘altra. Mi faceva male. MI strizzò anche i capezzoli. Una scossa mi fece alzare in piedi. Mi spinse giù e stavolta mi sculacciò tra le palle ed il buco, e continuò.
“Vedrai che con questo trattamento diventi una vacca da monta senza problema”
In effetti mi piaceva ed sentii del calore si diffondeva in me in me
“Si dai ancora colpisci sul buco dai” lo istigai.
Lo fece ancora alternando pizzicotti alle mie tette. Non capivo più cosa mi faceva
poi d’improvviso mi tenne per i fianchi, spinse il cazzo e senti il rumore con cui il mio ano cedette e la cappella entrò dentro.
Urlai e cercai di spostarmi ma mi colpì ancora sulle natiche e mi strinse i capezzoli e dimenandomi lo infilai da solo ancora più dentro. Ed urlai ancora.
Mi mise una mano sulla bocca “Ora basta giocare te lo infilo tutto”
Dette una paio di spinse e mi impalò completamente.
Con la sua manona a tapparmi la bocca non potevo urlare e uscivano solo lamenti che lo eccitavano visto che dopo qualche minuto di pausa iniziò a scoparmi.
Velocissimo, poi lentamente lo levava e sentivo aria fresca dentro il buco.
Mi aveva rotto il culo davvero.
“Ora che sei domato, vieni a incularti da solo” Si sedette sul divano ed io ubbidiente mi misi sopra di lui.
Il suo cazzo entrò tutto e imparai non solo a prenderlo a pecorina ma anche a cavalcare qual gran cazzo.
Mi scopò in tante posizioni. Ero sfinito stanco ma non ero sazio anche perché finalmente il dolore era diminuito ed il mio cazzo era teso e duro.
Mentre ero nuovamente a pecora me lo prese in mano e mi fece venire segandomi delicatamente.
Ero sfinito e avrei voluto che uscisse ma lui mi teneva stretto e i suoi colpi erano così forti e profondi che mi faceva andare in avanti. Poi grugnì come un animale e stringendomi ancora di più venne nel mio buco. Uscì ed il caldo del suo sperma era in contrasto con l’aria fresca che entrava nel mio culo.
Come mi aveva promesso mi aveva aperto il culo e aveva fatto conoscere le meraviglie del sesso maschile che cerco ogni volta che incontro un uomo.

Disponibile per incontri reali

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