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Gay & Bisex

Bordello (4)


di crigio
14.11.2015    |    8.816    |    1 9.0
"È da non credere: tutte le fortune a lui! Anche questa nerchia ha delle dimensioni spaventose e, mentre gli altri due stalloni lo stanno scopando senza sosta,..."
Stavolta Pino scappa via davvero. Dopo essersi ripulito in bagno, esce dalla porta della camera lanciandomi un saluto frettoloso.
Anch’io mi do una lavata e poi mi rivesto. Sto avviandomi verso le scale, quando dal ballatoio vedo salire Gino accompagnato da un uomo sulla quarantina, che gli palpa il culo. Il mio amico sghignazza e saltella ogni volta che il tipo gli pizzica una chiappa. Ritorno di corsa verso la camera e aspetto che i due entrino in un’altra. Spariscono proprio in quella accanto alla mia. Torno in corridoio e faccio capolino oltre l’uscio.
“Dai! Vediamo se quello che vai sbandierando è vero!”, dice l’uomo, abbracciando Gino da dietro e infilando una mano nei suoi jeans. “Cazzo!”, sbotta quando raggiunge le parti intime del ragazzino. “Ma è proprio una fica! Senti quant’è calda!”. Quindi, tira fuori la mano e se la porta al viso, annusando con intensità gli afrori del trans.
“MMMMM! A quanto sento , ti faccio un certo effetto!”, mormora Gino, strusciando il culo contro il ventre dell’uomo.
“Spogliati! Fammela vedere!”, gli ordina quello. Il ragazzino si leva prima la maglia e poi si tira giù i calzoni e le mutandine. Piegandosi in avanti, mette ben in mostra le sue natiche bianche e lisce, che si schiudono leggermente fino a fare intravedere la peluria intorno al buchino. Poi si rialza e si volta. “Mamma mia!”, esclama ancora l’uomo. La passerina di Gino appare come una fessura sormontata da un triangolino di peli, appositamente rasati.
“Siediti lì!”. L’uomo chiede al trans di appoggiarsi al bordo del letto. “Apri le gambe più che puoi”. Gino obbedisce e la piccola fessura diventa una bellissima ostrica. Le grandi labbra si schiudono e fa capolino il clitoride, che è sempre stato particolarmente pronunciato. L’uomo si siede a terra davanti alla sponda del letto e, torcendo il collo, si ritrova davanti la fica del mio amico. Ci avvicina il muso ed estrae la lingua, dando una leggera lappata in mezzo. Gino trema tutto e si guarda tra le cosce. L’uomo alza lo sguardo e gli sorride, soddisfatto di averlo fatto fremere già solo con la prima leccata.
Il clitoride si indurisce e le labbra si aprono ancora. L’uomo ne approfitta per affondaci la faccia e inizia a grufolare e a scuotere il capo come un porco. Il ragazzino aggrotta la fronte ed emette dei gridolini di piacere, continuando a guardarsi le pudenda lavorate dal suo partner. Questo si stacca un momento per riprendere fiato e la fica appare fradicia della sua saliva e pulsante. Poi, si rituffa sul frutto del peccato e riprende a cibarsene. Gino si appoggia indietro sulle mani e si irrigidisce. La sua testa si reclina e un sospiro di piacere estremo riempie la stanza.
Quindi, l’uomo smette di frullare la fica e comincia a dare dei colpetti di lingua ben mirati e calibrati al clitoride. Ad ogni picchiettata Gino sussulta e geme: ad un tratto rialza la testa e, guardandosi tra le gambe, ha come un conato. In realtà, è la sua vulva che vomita qualcosa: sono umori, che l’uomo si affretta a bere senza perderne nemmeno una goccia.
“MMMM… slurp!... ch’è buono!... slurp!... slurp!”, bofonchia, continuando a aspirare i succhi di Gino.
Una volta finito di bere, il tipo si alza in piedi fissando il ragazzino ancora ansimante. Si slaccia la patta e libera il mostro. Una proboscide grossa e turgida come ne ho viste poche penzola davanti alla faccia di Gino, che si lecca le labbra voglioso come la volpe in un pollaio. L’uomo si leva la maglia e i pantaloni, rimanendo completamente nudo. Quindi, si accosta al letto e piega leggermente le ginocchia, finché il suo cazzo, che nel frattempo si è indurito ben bene, si appoggia alla fessura del trans. Inizia a strusciarci contro il glande e mugola: “MMMMM! Com’è morbida!”. Poi spinge un po’ e la cappella sparisce tra le grandi labbra.
“AH!”, reagisce Gino, spalancando occhi e bocca.
“Sei così caldo!”, sussurra l’uomo mentre continua a sprofondargli in corpo. Man mano che il cazzo si fa strada nella sua vagina, Gino tradisce un’espressione mista di sofferenza e godimento.
“E’ grosso… è grosso…”, biascica.
“E’ così che ti piace, no? Grosso!”, lo provoca l’uomo. “E’ per questo che mi avete scelto, tu e Paride!”. Gino alza lo sguardo e annuisce, ma sembra anche intimorito dalle dimensioni di quell’arnese spaventoso, che, tuttavia, gli sta entrando dentro senza difficoltà. Allarga ancora le gambe per agevolare la penetrazione e questo eccita maggiormente l’uomo, che si china in avanti, appoggia le mani sul letto e comincia a muoversi avanti e indietro nella fica del trans.
Devo ammettere che Gino è diventato più sexy dall’ultima volta che l’ho visto: le cicatrici sotto quello che una volta era il suo seno sono sparite quasi completamente ed ha imparato a lasciarsi andare di più. È davvero arrapante guardarlo godere. L’uomo lo avvolge col suo corpo e unisce le proprie labbra alle sue. Le schiude e limona il mio amico, che trema come una foglia sferzata dal vento. Quindi, l’uomo approfitta della distrazione di Gino e inizia a fotterlo con più foga. Il suo ventre sbatte forte contro quello del ragazzino. Il corpicino bianco del mio amico viene squassato da spasmi, quando, d’improvviso, lo stallone estrae il cazzo e si scosta di lato. Gino continua a vibrare tutto e la testa gli cade indietro: le cosce si squartano e il monte di Venere si gonfia. Il bacino si solleva e un copioso flusso di umori schizza fuori dalla vulva e si infrange sul pavimento.
L’uomo, come se avesse previsto l’orgasmo del trans, rimane quasi impassibile. Gira intorno al letto e ci si sdraia sopra, tenendosi la verga dritta verso l’alto. “Impalati qua, ora!”, ordina alla troietta, ancora scossa dal piacere. Gino scivola verso lo stallone e si siede sopra si lui. “No! Dammi il culo!”, chiede l’uomo, vedendo che il trans cerca di infilarsi la minchia ancora nella fica. Allora, il ragazzino avanza un po’ e preme verso il basso per spingersi l’asta nello sfintere. E’ talmente eccitato che anche da quella parte il cazzo non fatica ad entrare.
“Scusate, ma non trovavo parcheggio!”. Un ragazzo moro si precipita trafelato nella camera, superandomi senza quasi accorgersi di me. Poi, guardando bene Gino, esclama: “Amore! Ma hai già goduto?”.
“S… sì…”, dice il trans con un filo di voce, mentre la verga spropositata dello stallone lo sventra. Il nuovo arrivato, che suppongo sia Paride, si avvicina al letto e mette una mano sulla passera della troia. Due dita vi spariscono dentro e Gino inspira profondamente.
“Sì, cazzo! Sei fradicio! Hai goduto proprio tanto!”, prosegue Paride. Quindi, si piega sul ragazzino e lo bacia, mentre le sue mani corrono ai suoi jeans che si affretta a slacciare. La sua nerchia preme contro gli slip: tira l’elastico e la libera. Una seconda enorme biscia si offre a Gino, che volta il capo e schiude le labbra, cercando di raggiungerla. Paride si tira su e avvicina il suo ventre alla bocca di quello che penso sia il suo ragazzo. L’asta, ancora molliccia, viene ingoiata dalla troietta, che inizia a succhiare con voluttà, mentre il secondo stallone si leva la felpa, rivelando un fisico da culturista. Gino si è trovato proprio un gran figo!
“E’ abbastanza grosso, amore? Ho scelto bene?”, chiede, d’un tratto, Paride.
“Oh sì!”, risponde il trans. “Mi ha sfondato… slurp!... E nel culo sembra ancora più grosso!”, e riprende in bocca il cazzo del suo boy.
“Lo vedo! Hai la fica tutta aperta! E sta sbrodolando ancora!”, nota Paride. “Ah! Come succhi, amore! Devi godere proprio tanto!”.
“MMMMMM… slurp!... Sì… Slurp!”. Poi, Paride si sottrae al pompino e sale sul letto. “Dai, girati e infilati il suo cazzo nella passera. Voglio incularti io ora!”. Gino obbedisce: si volta e si impala sulla nerchia dell’uomo. Quindi, si china e aspetta che Paride lo penetri dietro. Il ragazzo si sputa sull’asta e se la lubrifica; prende le misure e spinge contro la rosellina del suo amore.
“Oh sì, così!”, li esorta il trans. “Sono pieno di cazzi! Che meraviglia!”, esclama, perdendo ogni inibizione. I due uomini si muovono alternatamente nei suoi due buchi e nella camera risuona lo sciabordio dei suoi umori rimestati dalle verghe.
“Ma è una puttana?”, mi chiede una voce, all’improvviso. Mi volto e, all’altro stipite della porta è appoggiato un tipo, anche questo tra i quaranta e cinquant’anni, tutto rosso in faccia, suppongo per l’eccitazione.
“No, no”, rispondo.
“E’ brava però! A prendere due cazzi così grossi ce ne vuole!”.
“E’ un ragazzo”, gli faccio notare.
“Eh?!”, fa lui, perplesso. “Ma se ha la fica!”, sghignazza.
“E’ un trans”, preciso.
“No! Davvero?”, sbotta, incredulo. “Non me ne sono mai scopato uno!”.
“C’è sempre una prima volta!”, lo invoglio. Lui mi guarda e capisce che lo sto esortando ad entrare in camera e ad aggiungersi all’orgia. Oltrepassa l’uscio e si avvicina al letto. Gino gira la testa e il suo sguardo è alterato dal godimento. Vede il terzo uomo e, quasi in trance, allunga una mano verso il suo pacco. Lo strofina e lo palpa. Cerca di sbottonarlo, ma con una sola non ci riesce. Allora, il terzo uomo gli viene in soccorso: si slaccia i calzoni e tira giù la cerniera. Poi si abbassa pantaloni e boxer insieme. Gino sgrana gli occhi, risvegliandosi dal suo stato di confusione. Io non capisco bene, visto che l’uomo mi dà le spalle, ma, quando la troietta gli afferra il cazzo e se lo porta alle labbra, comprendo la ragione del suo sgomento.
È da non credere: tutte le fortune a lui! Anche questa nerchia ha delle dimensioni spaventose e, mentre gli altri due stalloni lo stanno scopando senza sosta, lui si imbocca la terza minchia, incavando le guance e succhiando come un forsennato. La sua testa si muove avanti e indietro ad una velocità pazzesca, tanto che l’uomo inizia subito ad agitarsi. Il suo cazzo si ingrossa velocemente e Gino si strozza diverse volte mentre se lo pianta completamente in gola.
“Oltre che puttana, sei anche un gran succhiacazzi!”, lo insulta il terzo uomo, stravolto dall’incipiente orgasmo. “Merda! Che troia che sei! Mi fai già venireeeeeeeeeeeeeeeee!!!”, urla, e gli scarica tra le fauci il suo caldo seme, che Gino beve e ingoia.
“Amore! Avevi tanta sete!”, lo sfotte Paride, che continua a montarlo da dietro. “Potevi dirlo prima: ho le palle piene di sborra, tutta per te! E anche il nostro amico, credo!”. L’uomo sdraiato sotto, col viso contratto per cercare di trattenere l’orgasmo, annuisce.
“Allora datemi da bere, vi prego!”, implora la troietta, con la bocca impastata dello sperma che ha appena ricevuto. Paride si fa indietro e la rosellina del trans rimane per qualche secondo spalancata. Poi, lui stesso si tira su e si libera della nerchia dell’altro uomo. Entrambi si mettono in piedi sul letto, ai lati di Gino, il quale apre la bocca estraendo la lingua e aspettando che quelle due aste sputino tanto buon nettare. I due stalloni si masturbano con foga e si affrettano ad accontentare la loro troia.
“Dai che arriva, dai che arriva!”, urla l’uomo, e un secondo dopo uno schizzo lorda la lingua di Gino, che si volta e inghiotte la minchia. L’uomo si piega in avanti, costretto dagli spasmi dell’orgasmo.
“Anch’io! Anch’io!”, sbotta Paride dall’altro lato. Gino sputa il cazzo dell’uomo e si volta verso quello del suo boy, aprendo la bocca e aspettando che spari. I fiotti gli spariscono direttamente in gola e il suo gozzo sale e scende. Quindi, ingoia anche questo cazzo e lo succhia e lo ripulisce ben bene.
“Mi hai fatto venire troppo presto, merda!”, protesta l’ultimo arrivato. Gino lo guarda e gli fa: “Tranquillo!”. Poi, scende dal letto e mi viene incontro.
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