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Gay & Bisex

Quattro tori per due vacche (4)


di crigio
09.11.2014    |    10.895    |    6 8.6
"Bruno ci si siede sopra e con un dito si tiene la verga dritta verso l’alto..."
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!”, strilla Gino dalla camera da letto.
“Ma chi cazzo è?”, chiede Claudio, spaventato da quell’urlo straziante. Scende dal divano e corre in corridoio. Poi, rientra e fa: “Merda! Di là c’è quella puttanella del trans che mi sono sbattuto l’altra sera al bar! E si sta facendo chiavare da due cazzoni!”.
“Trans!!?? Cazzoni!!??”, mormora Bruno, perplesso, quasi avesse capito male, nello stato di stravolgimento “post- doppio orgasmo” in cui si trova.
“Enrico se lo sta trombando con un suo amico…”, sussurro, anch’io ancora scosso.
“E secondo te… dopo… pure noi…?”, balbetta.
“Penso di sì…”, rispondo, avendo capito che vuole farsi di nuovo Gino, magari insieme a Bruno.
Mentre aspettiamo che nell’altra stanza termini l’amplesso, noi tre ci beviamo qualcosa. Dopo circa venti minuti, il mio ragazzone appare sulla porta col cazzo moscio e gocciolante. “Ho sete: quella vacca mi ha disidratato!”, dice, e sghignazza. Poi, mi viene vicino e mi palpa il culo infilando due dita nel solco. “MMMMMMMM, vedo che te la sei spassata!”.
Io gli sorrido e poi gli domando: “Pensi che Gino voglia farsi scopare anche da loro?”.
“Penso proprio di sì! Quella porcellina non ne ha mai abbastanza!”, risponde Enrico, e Claudio e Bruno si lanciano uno sguardo d’intesa. “Ma se noi vi cediamo il trans, voi dovete darci in cambio quest’altra troietta!”, aggiunge il gigantone, riferendosi a me.
“Mi sembra equo”, ribatte Claudio, e tutti e tre scoppiano in una grassa risata.
“Ehi! Ma io non ho voce in capitolo?”, protesto.
“No!”, fanno loro, in coro, e altre risate risuonano nel soggiorno.
“Che succede qui?”, chiede Gino entrando nella stanza, seguito dallo sconosciuto, anche lui nudo e con la minchia che stilla sperma. Ha un corpo abbronzato e perfettamente definito e depilato. Un tatuaggio gli copre la spalla e il braccio destri e avanza verso di noi senza alcun imbarazzo.
“Lui è Alfio!”, ce lo presenta Enrico. Mentre gli stringe la mano, Bruno si lecca le labbra e non nasconde il suo apprezzamento. Sicuramente non vede l’ora di sbatterselo o di farsi sbattere da questo nuovo energumeno.
Claudio, invece, si avvicina a Gino e gli infila una mano tra le cosce, accarezzandogli la fica fradicia di umori e di sperma. “Bruno! Vieni a sentire!”, chiama il suo amico a tastare anche lui la vacca. Quello, lasciando con gran dispiacere la mano di Alfio, si sposta verso Claudio, mettendosi alle spalle di Gino e strusciandogli il cazzo molle contro le chiappe, mentre le sue mani si portano sul davanti e cercano la passera.
“Porca puttana! È una fica vera!”, si stupisce, e titilla il grosso clitoride per poi affondare con due dita nella vulva. Gino sospira e gli getta le braccia al collo, girando il capo e cercando le labbra dello stallone. Le bacia e si contorce contro il corpo di Bruno. Tra le sue cosce inizia subito a fare capolino la cappella del grosso cazzo del poliziotto, che se la afferra e la strofina contro le grandi labbra del trans. Dall’altra parte, Claudio incolla il suo corpo a quello di Gino e anche la sua verga riprende vigore, allungandosi verso l’alto contro il ventre della troia. Questa sembra fresca come una rosa, quasi che non fosse stata già sbattuta da due stalloni della portata di Enrico e del suo amico.
Il gigantone e Alfio, nel frattempo, mettono in mostra anche la loro virilità: la scena a cui stanno assistendo li sta eccitando e i loro cazzi reagiscono positivamente. Curiosamente, sono anche due cazzi abbastanza simili, perché entrambi, aumentando di volume, si incurvano in su, proprio come piace a me. Ipnotizzato da tanta abbondanza, mi getto ai loro piedi e li impugno. Lecco i glandi, ancora sporchi degli umori di Gino e della venuta precedente, inebriandomi di quegli aromi forti. Un brivido mi risale lungo la schiena e poi ridiscende, facendomi rilassare lo sfintere e sputare un po’ del seme di Bruno, che mi cola lungo le cosce. Questa sensazione mi manda in estasi e ingoio completamente il palo già duro di Alfio. Lo stallone mi fissa stupefatto, mi afferra il capo e me lo preme contro il suo ventre. Stringo lo stomaco per non strozzarmi, mentre lui mi fotte la gola e si gode la scena a poca distanza. Con la coda dell’occhio, scruto anch’io il terzetto alla mia destra: Gino si è girato e ora ha di fronte Bruno. Claudio lo solleva prendendolo per le cosce: gliele apre e offre al suo amico il dolce frutto della troietta. Allora, Bruno si inginocchia e immerge tutta la faccia nella fica del trans, muovendo la testa proprio come ha fatto prima con la mia rosellina. Grufola come un porco e succhia e lecca la sborra che Enrico ed Alfio gli avranno sparato dentro poco fa. Il suo cazzo diventa grosso come quando mi stava scopando e una goccia di precum ne imperla il glande.
Gino è appeso al collo di Claudio e ansima e si contorce sotto le sferzate insistenti dello stallone. D’improvviso, Enrico mi prende per i capelli e mi costringe a lasciare la mazza di Alfio e ad inghiottire la sua. Anche lui la affonda tutta nelle mie fauci e mi fa tossire: stavolta sono stato colto di sorpresa e non ho fatto in tempo a stringere l’addome. Mi coglie un conato di vomito, ma lui se ne infischia: tira fuori il cazzo solo un momento per permettermi di riprendere fiato, ma poi mi riempie di nuovo la bocca col suo tronco di carne e me la scopa, forse immaginando che sia ancora la fica di Gino.
Il trans, intanto, emette degli urletti: guardando in quella direzione mi rendo conto che Bruno gli sta succhiando il clitoride e questo deve essere un tormento per lui. Di colpo, le sue gambe sfuggono alla presa di Claudio e si gettano al collo dello stallone. Gli stringono forte la testa e tremano. Il suo busto si irrigidisce e la sua schiena si inarca.
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!”, urla, poi, mentre Bruno mugola di piacere e inghiotte gli umori della vacca. Contemporaneamente, la minchia di Alfio, che stringo nella mia mano destra, ha un sussulto e si gonfia: lo spettacolo deve eccitarlo parecchio.
“Che troia!”, mormora. “L’abbiamo appena scopata e gode ancora!”.
“Tranquillo!”, gli fa Enrico. “Questa non è da meno!”, aggiunge accennando a me, e Alfio mi afferra per il collo perché torni a succhiare il suo cazzo. Intanto, Gino, esauritosi l’orgasmo, viene condotto al divano. Bruno ci si siede sopra e con un dito si tiene la verga dritta verso l’alto. Il trans lo scavalca e, dandogli le spalle, si conficca tutta l’asta nel ventre, mentre si strofina lentamente il clitoride. Inizia a muoversi, salendo e scendendo sul bacino dello stallone e via via accelera il rimbalzo.
D’un tratto, Enrico e Alfio mi afferrano per le braccia e ci avviciniamo anche noi al divano. Il moro si ferma subito prima: si sdraia a terra, ai piedi di Bruno, e mi intima di impalarmi sul suo cazzone. Obbedisco e mi penetro con quella meraviglia. Subito sento alle mie spalle Enrico che armeggia col suo attrezzo. Con un colpo secco il suo glande mi dilata l’ano e l’asta comincia a scivolare sopra quella di Alfio. Lo choc della doppia penetrazione mi fa sollevare la testa di scatto e mi ritrovo davanti agli occhi la passera di Gino violata dalla mazza di Bruno e sbrodolante, mentre il clitoride appare più gonfio del solito.
Alzo lo sguardo e il trans mi fissa. “E’ grosso! È grosso!”, sibila. “Io… godo… così…!”, prosegue con un filo di voce. Claudio si accomoda accanto a lui e allo stallone e allunga una mano sulla vulva, appoggiandola semplicemente. Col suo movimento, Gino strofina il clitoride contro il palmo del mio capo e il suo piacere viene così amplificato dal doppio massaggio, interno ed esterno insieme. Si piega indietro sul petto di Bruno e continua a saltare sulla sua minchia, che vedo sparire e riapparire sempre più lucida di umori.
“AH! AH! AH!”, geme il trans e il suo torace si solleva e la sua schiena si inarca sempre più. Smette di scoparsi il cazzo di Bruno e inizia a tremare. Claudio, intuendo che cosa sta per succedere, toglie la mano dalla fica e subito il clitoride si impenna e spara un getto lungo e abbondante che mi innaffia la faccia.
“Apri la bocca, amore!”, mi sussurra Enrico, impegnato a fottermi da dietro. “Dissetati, dai!”. Le mie labbra si schiudono e cerco di raccogliere lo schizzo, il primo ma anche quelli che seguono. L’aroma della vacca di fronte a me mi inebria. Sento un fuoco montarmi dentro e il mio sfintere si rilassa e si apre ancora, cosicché i due cazzi che ho dentro riescono a scorrere più facilmente. Le mani di Alfio raggiungono il mio petto e le sue dite giocano con i miei capezzoli: li avvitano e li svitano, li tirano e li pizzicano. Le verghe che mi scivolano dentro e fuori mi solleticano l’anellino, ben lubrificato dalla sborra di Bruno e dalle secrezioni della mia prostata.
La lingua di Enrico mi solletica un lobo. Poi, sento la sua voce: “Non sei mai stato così aperto! Quanto godi? Dimmelo!”.
“Tanto… ta… aaaa… aaaaahhhh… nto…!”, rispondo singhiozzando. Alfio mi prende il viso e mi trascina in basso: mi lecca dappertutto ripulendomi degli umori di Gino. Poi, mi bacia e, infilandomi la lingua in bocca, mi limona profondamente. Sento le sue mani scivolare lungo i miei fianchi e arrivare alle mie chiappe: me le apre e le due minchie si infilano completamente in me, tanto che i coglioni dei miei due stalloni mi solleticano il solco.
“Ti siamo dentro fino alle palle! Ci senti?”, mi chiede Enrico.
“S… sì!”, rispondo a fatica. Quando rialzo la testa, Gino sta spostando il cazzo di Bruno dalla fica al culo. Lo vedo sparirgli nelle viscere, mentre dalla vulva continuano a colare umori. Claudio gliela strofina un po’ e si lubrifica l’asta con quelle secrezioni. Quindi, si alza sul divano, scavalca sia il suo amico che il trans, piega le ginocchia e punta il palo alla passera di Gino, affondandoci dentro in men che non si dica.
“AAAAAHHHHH! Che bei cazzoni! Sì, dai! Scopatemi tutto! Così… così!!!”, mugola la troietta, riempita davanti e dietro da due minchie spaziali. Quella di Claudio inizia subito a pistonarla: le mani di Gino compaiono sulle chiappe dello stallone, gliele stringono e ne accompagnano il movimento. Chiede sempre più cazzo: non gli basta mai.
“Anche tu ne vuoi di più, eh?”, mi domanda Enrico.
“S… sì! Datemene ancora!”, rispondo infoiato e subito il gigantone e Alfio accelerano lo stantuffo, regalandomi un godimento crescente.
“Ti sborro tutta, puttana! La vuoi la sborra, eh?”, chiede Claudio a Gino.
“Sì, maschioni! Datemi tanta sborra, dai!”, geme la vacca.
“Ecco che arriva, stronzetta! Eccooooooooooooooooooolaaaaaaaaaaaaa!!!”, sbraita il mio capo, e subito estrae la minchia dalla vulva e, masturbandosi come un ossesso, schizza a più non posso contro la passera e il ventre del trans. Quindi, si accascia di fianco sul divano e lascia che anche il suo amico si scarichi i coglioni nelle viscere di Gino.
Una volta farcita a dovere, la puttanella scende dal divano e mi sbatte la fica in faccia, affinché gliela ripulisca. Poi, piega le ginocchia e si siede sulla faccia di Alfio, di modo che lui possa cibarsi dello sperma di Bruno dal suo culo. Il mio stallone si eccita talmente tanto che comincia a tremare e a rantolare. Dopo pochi secondi, avverto dei fiotti potenti e caldi inondarmi il budello, mentre il suo cazzo si gonfia ad intervalli regolari.
Enrico, sollecitato dalla pulsazione della verga del suo compare, inizia ad ansimare. “Vengo anch’io! Ecco… eccooooooooooooo!!!”, mi urla in un orecchio e anche la sua mazza sputa sperma a volontà nei miei intestini.
La serata si conclude con me e Gino, a sessantanove, che ci abbeveriamo l’uno dai pertugi dell’altro, assaporando il frutto dei lombi dei quattro maschioni, mentre questi ci guardano avvinghiarci sul pavimento e si trastullano con i loro gioielli di famiglia.
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