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Gay & Bisex

Puttane! (3)


di crigio
23.06.2014    |    12.566    |    0 8.7
"Mentre sul palco si spengono le luci, una mano si poggia sulla mia spalla..."
Non appena fa per girarsi e uscire dalla scena, Marco si scontra con qualcosa e rimbalza indietro quasi cadendo a terra. Un occhio di bue illumina il muro che ha arrestato la sua corsa e un terzo energumeno, dritto e a braccia conserte, appare alla nostra vista. Non è legato e non si trova su una X, ma è libero di muoversi e tutto mi fa pensare che per la troia, che la cosa sia o no pianificata, sarà un problema.
Infatti, tra le cosce dello stallone pende una sciabola di proporzioni impressionanti. Mi giro verso il bancone: Andrea, con i gomiti appoggiati sul bancone e il sigaro tra i denti, sghignazza di gusto. Mi volto nuovamente verso il palco e anche Marco fissa il suo “padrone” con aria preoccupata: è la conferma che questo terzo maschio non era previsto. Torno a cercare Andrea e anche lui mi guarda: si toglie il sigaro dalla bocca e si lecca le labbra, sbavando come un lupo che ha appena visto un agnello.
Intanto, sul palco Marco prova a sfuggire all’energumeno, ma quello lo afferra per un polso e lo tira a sé. Il corpicino della troia sbatte contro i muscoli di marmo dello stallone, che lo stringe forte iniziando a leccarlo e baciarlo dappertutto.
“Lasciami! Lasciami, bruto!”, protesta Marco, stando al gioco. Ma quando le labbra del maschione avvolgono un suo capezzolo, le sue braccia si abbandonano lungo i fianchi e dalla sua gola esce un mugolio di piacere che eccita la platea. Con una mano sulla spalla, lo stallone spinge la puttanella verso il basso e, turandogli il naso, gli pianta la verga in gola. Marco tossisce e le sue guance si gonfiano. Si aggrappa alle chiappe possenti del suo carceriere e asseconda il suo movimento, respirando a fatica. Il cazzo si indurisce velocemente e Marco è costretto a sputarlo.
Adesso possiamo vederlo in tutta la sua lunghezza e fa davvero paura. Mormorii esterrefatti si levano dal pubblico e accanto e dietro di me sento che si dice: “Ma come farà a prenderlo, poveraccio!”, “Lo distruggerà!”, “MMMMM! Ce l’avessi io, lo squarterei!”, “Ah! Io mi farei aprire volentieri da un palo così!”.
L’energumeno torna a perforare le fauci della povera troietta che non può fare altro che sottostare a quella violenza. Lo stallone lo tiene per i capelli e gli detta il ritmo della pompa. Di tanto in tanto si fa indietro e tira fuori la mazza, ma subito dopo la riaffonda nella bocca di Marco che ogni volta sembra stia morendo asfissiato. Quando alla fine lo scimmione gli lascia la testa, lui si accascia a quattro zampe sul pavimento e prende tutta l’aria che può e che ha perso fino a quel momento. La sua schiena sale e scende e il suo torace si gonfia e si sgonfia, ma lo stallone non ha intenzione di dargli tregua.
Lo spinge con un piede, si inginocchia tra le sue gambe e lo squarta. Si posizione bene e indirizza l’obelisco tra le sue chiappette.
“NO! NO! NOOOOOOOOOOOOOO!!!”, sbraita il povero Marco, ma l’energumeno se ne infischia. Il glande sembra penetrarlo facilmente. Allora, lo scimmione si appoggia con le mani a terra e inizia a muoversi dentro di lui. Lentamente la nerchia sparisce nello sfintere della troia, che via via si agita e chiede aiuto. Si gira verso il pubblico e allunga le mani per avere soccorso. La sua espressione sembra reale: non si aspettava questa terza monta, soprattutto da un maschio di tali dimensioni, libero dalle corde. Finché poteva giocarsela a suo piacimento è stato facile, ma adesso che è dominato da quella bestia comincia ad avere paura.
“Sta fermo o ti faccio male!”, lo redarguisce l’energumeno. Marco si calma un po’, ma ogni volta che lo stallone affonda in lui il suo corpicino sobbalza.
“Mi stai uccidendo!”, si lamenta la povera vittima.
“E siamo solo all’inizio!”, aggiunge quello. Allora, Marco allunga una mano fino al cazzo e lo stringe, rendendosi conto, con suo enorme stupore, che effettivamente solo un terzo della sua lunghezza è dentro il suo budello.
“Non vorrai mettermelo tutto dentro!”, urla la troietta.
“Certo!”, sogghigna lo scimmione, e, con un fendente impressionante, inserisce qualche altro centimetro di minchia in Marco, che urla come un maiale sgozzato. Si muove più velocemente e alla fine il cazzo sparisce dentro la puttanella.
“Ma questo è uno stupro in piena regola!”, sbotta il tipo seduto accanto a me, che prima sbirciava il mio massaggio alla patta di Enrico. Mi volto a guardarlo e anche lui mi scruta. Devo dire che non è niente male. “Piacerebbe anche a te, non è vero?”, mi chiede, sfacciato.
Io, dopo un primo attimo di stupore, gli rispondo: “E a chi non piacerebbe?”, e gli sorrido.
Lui ricambia la mia espressione e risponde: “Se vuoi… dopo…”.
“Perché no!”, ribatto e il suo sguardo si illumina. Poi entrambi rivolgiamo gli occhi al palco, dove lo scimmione sta montando Marco come un vero toro. La povera troietta e aperta non in due, ma in quattro. È completamente squassata da tanta abbondanza e potenza, e tuttavia riesce a prendere tutta la mazza in culo. Al bancone, Andrea si è seduto su uno sgabello e si sta strofinando il pacco: deve essere su di giri e, come al solito, anche felice che la sua trovata abbia avuto successo, sia per il pubblico che per Marco.
E infatti, la puttanella, dopo qualche minuto di paura, comincia a ricevere i colpi del maschione con enorme piacere. Nonostante le sue gambe si muovano scomposte nell’aria, per la forza dei fendenti dello stallone, lui comunque si gode i colpi di minchia alla prostata ed il suo corpicino comincia a vibrare.
“Ma guardati! Sei tutta in fregola!”, commenta l’energumeno, continuando a stantuffare. Poi, entrambi ruotano di novanta gradi in modo che il pubblico possa avere una piena visione della rosellina dilaniata e slabbrata di Marco. Adesso possiamo gustarci completamente il cazzo entrare ed uscire dal buco, che viene di conseguenza dilatato a dismisura. Dall’anellino cola del liquido vischioso, un misto di sperma e di umori che lo sfintere della povera troietta sta rilasciando a causa dei colpi che subisce.
Ma all’improvviso succede qualcos’altro: due ombre si allungano dentro il disco di luce sul pavimento del palco. Guardo meglio e mi rendo conto che si tratta degli altri due stalloni che poco fa Marco ha montato. Qualcuno deve averli slegati e adesso anche loro pretendono di partecipare allo stupro.
Non appena Marco apre gli occhi e li vede smette di contorcersi e, sollevandosi sulle mani, sputa dal culo la verga che lo riempiva e scivola via urlando: “ODDIO NO!”. Ma uno dei due energumeni in piedi lo afferra per un braccio e lo strattona facendolo cadere in ginocchio. Tutti e tre gli si fanno attorno e gli danno i loro cazzi da succhiare. La bocca della troietta si riempie via via di quelle mazze e, una dopo l’altra, le spompina tutte. Uno stallone gli va dietro, gli alza un po’ il culo e poi gli pianta la sua virilità in corpo. Quando il glande colpisce la prostata, Marco fa un balzo e geme, ma l’energumeno inizia a montarlo incurante delle sue proteste.
I tre cazzoni si alternano nelle viscere della puttanella più e più volte e quella ad un certo punto smette di lamentarsi e si gode la monta. Il pubblico è ormai in visibilio e molti hanno la minchia fuori dai pantaloni e se la menano. Altri si fanno spompinare dall’amico al tavolo. Anche il mio vicino si è calato la cerniera dei jeans e ora sfoggia la sua asta. Non appena la vedo, inorridisco: lui incrocia il mio sguardo ed è contento dell’effetto che il suo cazzo ha avuto su di me. Non ha certo le dimensioni di quelli dei tre energumeni sul palco, ma è sicuramente interessante.
“La mia proposta è sempre valida!”, mi sussurra chinandosi un po’ verso di me ed io gli sorrido confermando che anche la mia lo è. Poi mi volto verso Enrico che è ipnotizzato dallo spettacolo e non sembra essersi accorto delle avances del mio vicino.
Marco è di nuovo sdraiato sulla schiena a cosce larghe e uno dei tre scimmioni lo sta sventrando di brutto, mentre un altro, che si sta masturbando sulla sua faccia, inizia a schizzare litri di sborra su tutto il suo corpo. Il terzo aspetta il suo turno per la monta: e infatti, quando quello che sta scopando la troia ha finito di scaricarsi le palle, lascia il posto al suo compare che infilza la vacca e, dopo qualche colpo potente, si svuota i lombi con rantoli liberatori.
Mentre sul palco si spengono le luci, una mano si poggia sulla mia spalla. “E non è tutto!”, ci sussurra la voce di Andrea. “Di là c’è il privé…”.
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