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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 3 -La spesa- VII


di Soundserio
13.04.2016    |    3.918    |    4 9.2
"La tenda del vicino si aprì scoprendo un cazzo duro che segava con furia..."
La mattina seguente era sabato, mi sveglia di buon umore, l’incontro della sera prima fu davvero un gran piacere e quando sollevai la tapparella notai con stupore che in veranda era presente l’uomo baffuto. “Da quando le imprese edili lavorano il sabato?!?” Non mi preoccupai più di tanto e, dopo averlo sbirciato un po’, corsi in doccia, dovevo fare la spesa per il week end. Come al solito mi vestii con il solito rito sotto gli occhi del muratore che, tra una martellata e l’altra, non buttò l’occhio più di tanto, non traspariva nessuna emozione e curiosità. Quando arrivai al negozio riempii completamente il carrello, vi erano molte offerte, e tra una corsia e l’altra notai di spalle una figura intenta a leggere un’etichetta di una bibita, Raffaella. Cambiai subito corsia di corsa stando attento a non farmi vedere, recuperai dagli scaffali tutto quello che mancava e cercai di imbucarmi alla prima cassa libera. Svoltai nell’ultima corsia e mi trovai davanti Marco. Presi alla sprovvista da quell’incontro inaspettato ci fermammo di istinto, i nostri occhi entrarono in contatto l’uno con l’altro. Tra noi non ci fu nessuna parola, solo sguardi. Ci passammo accanto senza salutarci, non ebbi il coraggio di farlo. Superata la sua figura mi girai indietro per guardarlo e prima che voltasse nella corsia, anche lui si voltò a guardarmi. Avevo il cuore in gola e senza neppure accorgermi il pacco si era fatto gonfio. Marco sembrava in perfetta forma, il ciuffo castano-biondo perfettamente tirato su con il gel, la barba incolta, l’occhio chiaro e profondo e la tuta che metteva in risalto il suo fisico. Dio mio che colpo al cuore. Oltre all’accelerazione cardiaca involontaria, accelerai consapevolmente il passo verso la cassa, non volevo che Raffaella mi vedesse, chissà poi Marco le avrebbe raccontato l’incontro. Il tragitto dal negozio a casa fu inspiegabile, era come se fossi dentro una bolla e quando arrivai a casa, sapendo da Bachisio che quel sabato avrebbero giocato in casa, volevo mandargli un messaggio. Ci pensai e ripensai. Non trovai le forze, cercai di concentrarmi su altro. Aprii il balcone in cerca di una distrazione con il baffuto, ma non era più li. In preda dell’ansia cominciai a girare per casa e fumare una sigaretta dietro l’altra pensando a cosa fare. Alle quattordici e trenta presi coraggio e scrissi un messaggio –“E’ stato bello rivederti oggi, spero che tu stia bene. Un saluto Gabriele”- . Inutile dire che lo stomaco si chiuse completamente e per pranzo mangiai solo uno yogurt alla banana. Le ore passarono, ma da parte di Marco non ci fu alcuna risposta, cercai di distrarmi andando a sbirciare al balcone dove finalmente trovai l’uomo baffuto con il proprietario. I due parlarono a lungo gironzolando avanti e indietro per il terrazzo, Giovanni indossava un pantalone marron con una semplice camicia bianca, mentre l’operaio portava un vecchio paio di jeans scoloriti e aderenti con una maglia sbracciata completamente sporca e sudata, alla testa portava l’elmetto e legata in vita la cintura degli attrezzi da lavoro. Quell’uomo non era affatto male, sprizzava testosterone da ogni centimetro di pelle. Una volta sicuro che i due mi avessero notato cominciai a spogliarmi sensualmente facendo una sorta di streep tis facendo finta di non essere visto. Qualche minuto dopo l’uomo baffuto, che non sembrava interessato alla scena, andò via accompagnato dal proprietario. Spostai il divano dell’angolo al centro della stanza, posizionandolo proprio in fronte alla veranda, mi accomodai e lentamente cominciai a masturbarmi, ero eccitato. Impugnai la mazza con mano destra e piano la scappellai salendo e scendendo ritmicamente. Con la sinistra, dopo aver leccato il dito medio, cominciai a toccarmi i capezzoli duri. Lasciandomi andare completamente socchiusi anche gli occhi regalandomi quel piacere. Un paio d’occhiali da vista sbucarono dietro la tenda, ecco il Signor Giovanni. Divaricai le gambe portandole sul divano e sollevando il culetto all’aria aperta cominciando ad accarezzarlo con le dita umide di saliva. Segavo e massaggiavo il buchino con passione e delicatezza, pensavo a Marco, a quanto avrei voluto sentire ancora le sue mani sul mio corpo, i suoi baci e il suo maestoso scettro. Il cazzo era turgido e dritto, l’uomo alla finestra si masturbava dietro la tenda godendosi il momento. Ero eccitatissimo, pensavo al corpo di Marco sul mio, le sue mani che pizzicano i capezzoli, il sapore della sua pelle, i peli del corpo tra le mie labbra.. stavo godendo come non mai, completamente abbandonato alle mie voglie. La tenda del vicino si aprì scoprendo un cazzo duro che segava con furia. A gambe divaricate impugnai con due mani la mazza mentre con la lingua leccavo i baffi e ansimavo come una maiala. L’uomo aggrottò la fronte e cominciò a sborrare sul vetro. Prima di scomparire tutto goffo e intimidito mi sorrise e tirò via la tenda. Quel gesto ancora una volta mi eccitò al punto tale che sborrai inaspettatamente ricoprendo il corpo di sborra calda –“Siiii mmmhh”-. Che orgasmo, mi ero completamente lasciato andare al piacere, prima Marco e poi il dirimpettaio. Che voglia di cazzo! ..chissà quando avrò mai Giovanni! Ricomponendomi ricevetti un sms di Marta –“Ei amico che fai?”- era da un po’ che non la vedevo e due birre insieme ci stavano di brutto –“Ciao bona! Finito ora di studiare, ti vanno due birre?”- , -“Direi di si, tra un’ora sotto casa”-. La Raggiunsi e andammo al solito pub, bevemmo un paio di birre e confessai l’incontro della mattinata –“Sul serio?”- domandò incredula –“Non vi siete neppure salutati?”- , -“Non ho avuto il coraggio”- risposi –“Ma lui quindi si è voltato a guardarti?”- , -“Si”- , -“Incredibile”- disse stupita. Ovviamente non le raccontai del messaggio senza risposta, preferii tenerlo per me. Dopo qualche ora tornammo a casa, ero brillo, presi il telefono e inconsapevole della cazzata che stavo per fare cominciai a battere sulla tastiera –“Ti va di scopare ancora?”-. Messaggio Inviato.
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