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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 4 -Confuso e Felice- II


di Soundserio
07.05.2016    |    4.432    |    4 9.9
"Poggiò entrambe le mani sulle mie spalle e iniziò a spintonarmi per davvero ora –“Siiiiii siiiii”- gemevo mentre lui gasato in viso teneva le guance gonfie e..."
Rallentai il passo, avevo il cuore in gola, con gli occhi cercai di capire bene se in auto ci fosse qualcuno, poteva essere anche Raffaella, ogni tanto Marco le prestava la vettura. Sempre più vicino mi resi conto che dentro vi era una figura maschile, quando attraversai andando verso il portone d’ingresso vidi bene, all’interno c’era lui in vesti da lavoro, mi lanciò un occhiataccia profonda e, senza nessun accenno di saluto, entrai in condominio chiudendo il portone alla mie spalle. Sulle scale affrettai il passo, l’ascensore era occupato, l’ansia mi avvolse cosi tanto da tendermi una trappola, un vero spavento quando il telefono cominciò a squillare nella tasca del giubbino, avevo paura di rispondere, non so che mi prese, ma non ero in me, cosi lo lasciai suonare. Ebbi un vero momento di panico, Marco mi aveva beccato con Bachisio, ne ero certo, quello sguardo di profondo odio parlava chiaro. “Che cazzo faccio?!?” ero nel pallone più totale, tanto da inserire la chiave sbagliata nella serratura. Il telefono riprese a suonare, entrai finalmente in appartamento e, dopo aver bevuto un sorso d’acqua mi fiondai in bagno a lavare i denti. Quando uscii il telefono smise di suonare, non feci in tempo a prenderlo in mano che il citofono suonò.
-“Chi è?”-
-“Salve Gabriele, sono la Signora Domenica, la stavo chiamando al telefono”-
-“Oh Buongiorno Signora, si mi scusi ma ero al bagno, vuole salire?-
-“Si ascolti, purtroppo non sono riuscita ad avvisarla prima, questa mattina mi hanno telefonato dall’agenzia dicendo se fosse possibile mostrare l’appartamento a un cliente”-
-“Ah, si tranquilla non si preoccupi, salga pure!”-
In una frazione di secondo entrai in camera cercando di riordinare il più possibile le cose lasciate per aria quella mattina, per fortuna il resto della casa era in condizioni ottimali. Attendendo l’arrivo cominciai a rasserenarmi, Marco non era li per avermi beccato in compagnia di Bachisio, ma per via del lavoro. –“Eccoci, buongiorno”- disse l’anziana signora all’ingresso –“Buongiorno a voi”- risposi –“Si ricorda di Marco? Il ragazzo dell’agenzia?”- disse invitandomi a stringergli la mano –“Certo”- , -“Lui è il Signor Andrea, vorrebbe vedere la casa”- , -“Prego accomodatevi, scusate un po’ il disordine, ma sono immerso nello studio”- , -“Tranquillo non si preoccupi, anzi scusi lei l’irruzione”- replicò Andrea. Lasciai vagare i tre per casa mentre mi misi a sistemare le ultime cose buttando l’occhio su Marco, lo preferivo in vesti sportive, ma devo dire che la giacca e la cravatta gli donavano. A lavoro aveva sempre il capello perfettamente pettinato e la barba curata. –“Possiamo?”- domandarono sul ciglio della porta –“Certo, prego”- uscii dalla stanza sfiorando il corpo dell’agente immobiliare, un brivido mi percorse completamente la schiena. –“Bene, ora possiamo andare”- salutai i tre e chiusi la porta tirando un respiro profondo. Confuso e felice mi spogliai ed entrai sotto una doccia calda insaponandomi completamente il corpo e il culetto che, quella mattina, era stato servito a dovere. Presi l’asciugamano e lo legai alla vita sbucando fuori dal box, ma nonostante avessi chiuso il rubinetto l’acqua continuò a scender giù, provai e riprovai finché non riuscii a diminuire il flusso di uscita, ma la doccia continuava a gocciolare –“Merda!”- dissi inveendo contro. Andai in camera, presi il telefono e mandai un sms a Franco –“Ciao come va? Senti ho avuto un guasto idraulico a casa, potresti lasciarmi il numero di tuo figlio?”- tornai in bagno a finire di asciugare il corpo. Mentre mi occupavo dei capelli sentii il campanello suonare –“Un attimo”- infilai le ciabatte e stringendo bene in vita l’asciugamano andai ad aprire la porta. Davanti ai miei occhi si presentò Marco che, con sguardo penetrante, mi fissava fermo sul ciglio. Rimase immobile, senza dire una parola allora allungai la mano verso la sua e lo tirai dentro, chiusi la porta e con il battito cardiaco all’impazzata lo baciai. Le sue labbra erano morbide, dopo un secondo di esitazione, anche lui cominciò a muovere la lingua permettendo l’intreccio con la mia –“Finalmente”- sussurrai interrompendo quel bacio focoso e mordendo il suo labbro inferiore. Presi la mano e senza dire una parola entrammo in camera ricominciando a baciarci toccando i nostri corpi. Iniziai a spogliarlo della giacca, lui scese con le mani sul fondoschiena e mi accostò a se infilando a fondo la lingua. Sentii portare avanti la sua mano sul nodo dell’asciugamano che sciolse facendo cadere a terra il telo. Rimasto completamente nudo staccai le labbra dalle sue e con piccoli baci mi portai sul collo allargando la cravatta e cominciando a sbottonare la camicia. Baciai lento il torso nudo con estrema delicatezza, scesi sino alla cintura in pelle nera. Quando fui in ginocchio Marco si sbarazzò della cravatta e della camicia, iniziai a tastare il pantalone gonfissimo, finalmente potevo riavere il mio scettro. Aprii la cintola e slacciai il pantalone che feci cadere giù, si tolse le scarpe e prima di levare completamente il pantalone lo bloccai, feci uscire fuori dallo slip le sue palle e, prima di cominciare, guardai dritto nei suoi occhi e iniziai a leccarlo per bene sui testicoli belli pieni che a turno inghiottii in bocca succhiandoli con passione, tirò indietro la testa e finalmente le sue corde vocali emisero un leggero -“Aaahh”- si stava abbandonando al piacere. Tirai via il pantalone seguito dagli slip e subito sul volto svettò quel lungo palo che in passato mi aveva regalato forti emozioni. Turgidissimo e venoso, stava in piedi da solo scappellato, la cappella rosea e profumata, lo afferrai dalla base e infilai in bocca –“Mmmmh”- quanto mi era mancato il sapore di quel calciatore. Iniziai a ingoiare per metà il palo inumidendolo bene di saliva, tornai sul glande e leccai bene il frenulo riaffondandolo tutto. Era da tempo che non prendevo ventitré centimetri, trovai un po’ di difficoltà ad ingoiarlo tutto, ma dopo un po’ di fatica ce la feci, lo sentivo duro sino alle tonsille –“Aaaahhh”- ansimava dall’alto. Proseguii a lungo il pompino, non avevo fretta, volevo godermelo il più possibile. Lo levai dalla cavità orale e cominciai a percorrerlo lateralmente con lingua arrivando alle palle che ricominciai a leccare con piacere. Marco mi tirò su baciandomi e dopo qualche secondo mi portò a terra mettendomi a pecora, tra noi ancora nessuna parola, si posizionò in silenzio e cominciò una lunga e approfondita leccata di glutei e buchetto –“Mmmmmm”- godevo nel sentirlo dietro, aumentò l’intensità della leccata provocandomi gran godimento, finché non sentii far breccia il dito medio che lentamente prese spazio aumentando sempre più il ritmo mentre la lingua proseguiva a leccare tutto intorno –“Siiii”- ansimavo completamente eccitata. Marco si inginocchiò e accostò il corpo al mio poggiando sopra il culetto il nerchione da ventitré centimetri, afferrò i fianchi e lentamente iniziò a strusciarlo sopra facendomelo desiderare. –“Ooooh siiii”- quel gesto mi fece impazzire di voglia, sentirlo lungo e durissimo strofinarsi sopra a pochi centimetri di distanza dal paradiso mi mandava in bestia –“Mmmmh si, prendimi”- sussurrai calorosamente voltandomi a guardarlo. I movimenti non si arrestarono, proseguì a tenermi ben stretto dai fianchi facendomi sentire tutto per intero la verga durissima strusciare lungo i glutei arrivando sino alla schiena –“Mi fai impazzire”- ansimai aiutandolo nei movimenti. Poggiò una mano sulla spalla e fece forza per tirarmi su, mi baciò di spalle e poco dopo sentii una forza spingermi di nuovo giù. Prese alla mano lo scettro, ci sputò sopra bagnandolo con una mini sega e prese la mira. –“Ouhhmmm”- emisi un sussulto sentendo l’ingresso della cappella tra le chiappe, piano la sentii scivolare sempre più in fondo –“Ammm”- cominciai ad avvertire un po’ di dolore sentendo le palle sui glutei. Prima di iniziare a stantuffarmi, Marco rimase fermo qualche secondo per cercare di fare abituare le pareti dell’ano a quella nuova presenza all’ interno. –“Aaahhh”- cominciò a muoversi iniziando a deliziarmi. Non fu violento, ma lento e passionale entrava ed usciva fino in fondo. Pian pianino il ritmo cominciò ad aumentare –“Mmmhh aaah”- ansimavo perforata da quel bellissimo palo –“Siiii aahh”- impazzivo. Poggiò entrambe le mani sulle mie spalle e iniziò a spintonarmi per davvero ora –“Siiiiii siiiii”- gemevo mentre lui gasato in viso teneva le guance gonfie e rosse muovendosi a ritmo forte e sostenuto senza emettere alcun lamento. Il rumore delle palle sbattermi rimbombò per l’intera stanza, i miei lamenti di piacere erano ritmici e profondi, mi stava facendo impazzire –“Siiii aaaahhhm siiii”- ansimavo sperando che non si fermasse più. Fece scivolare una mano sul mio fianco sino al gluteo destro che subito colpi con una forte sculacciate inaspettata –“Aaaahh siii”- gridai eccitata da quella mossa violenta BANG! Ancora un’altra –“Siiii mmmmh”- impazzivo cazzo, non si fermava più era un treno quella mattina. Tolse completamente il cazzo e subito di colpo lo rinfilò tutto e ricominciò a sbattermi forte –“Aaah aaahhh”- iniziava a godere finalmente. Rallentò i colpi fino a fermarsi, fece uscire la mazza e mi voltò –“Mettiti sopra dai”- finalmente disse qualcosa. Mi misi a cavalcioni e riprese a scoparmi il culo con dolcezza e violenza alternata, le nostre bocche si sfiorarono iniziando un lungo bacio, la sua barba tornò a pungere la mia pelle. –“Ti sono mancato?”- sussurrai al suo orecchio –“Ssssshhh”- rispose aumentando il ritmo tenendomi forte per i fianchi con le mani –“Fammi sentire quanto ti sono mancato”- dissi incitandolo. Si portò in piedi tenendomi in braccio e poggiò la mia schiena sul letto, lui rimase in piedi e tenendomi con il culo per aria iniziò a sfondarmi spingendo tutto il peso corporeo contro il culo e sbattendolo forte, colpi secchi e lenti. Il frastuono delle palle si fece forte –“Aaaaahhhhh”- gemevo impazzita dal piacere –“Siii”- , -“Aaahhh”- godeva anche lui. Mi sbatté a lungo con forza finché sfilò di botto lo scettro inondandomi il torso di sborra calda –“Aaaaaahhh”- tremò scaricandosi. Qualche istante dopo tornò serio e soddisfatto, senza dire una parola, raccolse gli abiti dal pavimento e cominciò a rivestirsi. Alzandomi gli passai delle salviette per ripulirsi il palo e, mentre tentava di fare il nodo alla cravatta allo specchio mi avvicinai per dargli una mano, sapevo fare perfettamente quel nodo. Una volta finito, tentai di baciarlo, ma mi scostò indietro –“Ciao”- disse dirigendosi verso l’ingresso. Rimasi senza parole da quel rifiuto, ma mi accontentai della scopata appena regalata. Prima di chiudere la porta alle sue spalle –“Mi raccomando niente messaggi, sono controllato a vista. Nel caso mi farò vivo io.”- si voltò e andò via per le scale. Confuso e felice dalla situazione tornai in camera a rivestirmi e sul telefono trovai la risposta di Franco –“E’ la scusa per farti scopare dall’idraulico?”-
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