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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 5 - La Lettiera - XI


di Soundserio
12.06.2016    |    2.630    |    1 9.6
"Puntuale come non mai arrivò nei pressi di casa e senza molte chiacchiere ci incamminammo –“Te che hai scritto sotto questa voce?”- indicò un punto preciso nei..."
Quella domenica sera, dopo il piacevole pomeriggio trascorso in compagnia dell’idraulico, rimasi d’accordo con Vincenzo che saremo andai in facoltà a consegnare la domanda di partecipazione di persona. Puntuale come non mai arrivò nei pressi di casa e senza molte chiacchiere ci incamminammo –“Te che hai scritto sotto questa voce?”- indicò un punto preciso nei fogli –“Ho lasciato bianco, a noi non interessa”-. Giunti all’interno trovammo qualche collega e dalla biblioteca saltarono fuori Andrea e Paolo –“Ei dottori”- ci vennero incontro –“E voi da queste parti?”- domandò Andrea –“Dobbiamo consegnare dei documenti per un bando”- tutto fiero Vincenzo –“Fatemi vedere un po’”- si incuriosì l’altro –“Wow cosi se vi prendono trascorrerete un altro anno in questo fantastico posto”- disse sarcasticamente –“Già”- recuperai i fogli e andammo in presidenza con il cartaceo –“Ok ragazzi, controllate il sito dove verrà caricata la data del primo scritto”- disse ufficioso il preside. All’uscita ci fermammo, come rimasti d’accordo, a bere un caffè insieme ai due amici e tra un discorso e l’altro beccai Martino uscire dalla segreteria –“Buongiorno”- dissi vedendolo passare accanto –“Ah Gabriele, buongiorno come va?”- , -“Tutto bene grazie e lei?”- sembrava in forma –“Non c’è male.. allora pronto per la partenza?”- domandò –“Assolutamente si, ha ricevuto le relazioni?”- , -“Si, ma ancora non sono riuscito a leggerle con calma, appena lo farò ti scrivo”- , -“Va bene”- , -“Ora scappo, arrivederci ragazzi!”- , –“Arrivederci”-. Che fascino quell’uomo, non scordai certo gli sguardi scambiati durante l’happy hours. Conclusa la bevanda fumammo una sigaretta e, in compagnia di Vincenzo, rientrai a casa. Cominciammo un’attenta ricerca per raccogliere il materiale necessario per superare il bando –“Allora tutta la parte di chimica ce l’ho io”- disse –“Bene”- , -“Allora rimaniamo cosi, io mi occupo della parte di chimica e tu di quella di botanica ok?”- apprezzai la proposta, ero un mostro in quella materia –“Ottimo!”- , -“Ora scappo, ci vediamo alle sedici”- salutai il mio amico e mangiai un morso veloce prima di mettermi a riposare. Quando raggiunsi Vincenzo a casa erano circa le sedici, Silvia e Giacomo era ancora a lavoro, con molta tranquillità aprì il portone con l’accappatoio chiuso –“Eccoti, scusa sono appena uscito dalla doccia, vieni!”-. Entrati in stanza mi indicò i suoi appunti sulla scrivania e, posizionandosi di spalle, fece cadere a terra l’accappatoio cominciando a vestirsi –“Bene, questi sono interessantissimi”- dissi facendo finta di dare un’occhiata, ma in realtà lo sguardo era rivolto solo ed esclusivamente a quel corpo nudo che lentamente veniva coperto –“Hai visto? Amo la chimica”- rispose infilando un felpone –“Allora come si fa?”- raggiunse la scrivania –“Vediamo un po’”- concentrai le attenzioni sul materiale cercando di delineare il programma da svolgere. Un’ora dopo Silvia rientrò da lavoro, venne al piano superiore a salutarci portando con se un succo d’arancia, qualche minuto più tardi sentimmo rincasare anche il marito, l’ormone iniziò a scaldarsi. –“Ciao ragazzi”- esordì dal corridoio Giacomo ancora in vesti di lavoro, ma privo di scarpe –“Salve Signor Giacomo”- ricambiai –“Vinciiiiii”- gridò dalla cucina la mamma –“Che c’è?”- , -“Che ti ho detto stamattina?”- , -“Cazzo è vero!”- disse guardandomi –“Arrivooooo!”- si alzò di tutta fretta –“Devo cambiare la lettiera alla gatta, dieci minuti e sono qui”- scappò lasciandomi in stanza. Incredulo da quell’opportunità mi alzai e, senza farmi sentire, sbucai nel corridoio alla ricerca di Giacomo, volevo spiarlo nella sua intimità. Sbirciai la camera da letto, ma era vuota allora quatto quatto andai verso la porta del bagno e guardai dalla serratura –“Mmmmmm”-. L’acqua della doccia scendeva calda sul corpo grosso e peloso, Giacomo si insaponava da per tutto, a partire dalla pelata sino alle caviglie. Il cazzo era a riposo, ogni tanto lo prendeva in mano per pulirlo mimando una sega, fu davvero eccitante vederlo, soprattutto quando cominciò a passare la spugna sotto le ascelle, metteva in evidenza il bicipite massiccio –“Che spettacolo”- pensai cercando di tenere a banda la cappella che faceva già capolinea fuori dallo slip –“Gabri arrivo subito eh!”- sentii dal piano inferiore, ma non mi preoccupai –“Tranquillo”- risposi. Quando l’uomo chiuse il rubinetto dell’acqua sbucò fuori avvolgendo l’accappatoio al corpo, mi alzai andando sul ciglio della camera di Vincenzo, attesi l’uscita dell’uomo e appena i nostri sguardi si incrociarono ci sorridemmo con complicità. Senza levarmi gli occhi di dosso arrivò davanti alla camera matrimoniale aprendo l’accappatoio e mostrando il corpo nudo ancora bagnato. Il cazzo aveva preso consistenza, con la mano destra cominciò a segarlo senza distogliere lo sguardo, contemporaneamente portai la mano sul pacco iniziando a palparlo, ero voglioso. Giacomo era uno spettacolo, vederlo uscire dalla doccia profumato ed arrapato mi fece impazzire, portai alla bocca il dito medio e cominciai a succhiarlo, stando al gioco lui portò una mano davanti al cazzo e mimò delle spinte su una testa immaginaria simulando un pompino, ero arrapatissimo. Non ce la feci più, cominciai ad andargli incontro lungo il corridoio –“Lo vuoi?”- bisbigliò senza farsi sentire dai piani bassi –“Si”- risposi facendo scivolare la mano dal suo petto verso l’uccello che impugnai iniziando a segarlo dolcemente. Le nostre lingue cominciarono a contorcersi appassionatamente –“Me lo fai venire di marmo ogni volta”- disse tra un bacio e l’altro –“Ho una voglia matta”- lo resi partecipe –“Non possiamo”- , -“No, non possiamo”- ripetei anch’io, ma nessuno dei due voleva staccarsi da quegli abbracci caldi. Il suo manico raggiunse la massima estensione e, senza fermarmi , proseguii a maneggiarlo portando le labbra sul mento dal quale iniziai una lunga serie di baci e bacetti sul collo, pettorali, capezzoli, che mordicchiai, indirizzandomi verso l’ascella, l’uomo alzò il braccio e permise alla lingua di entrare sotto a rovistare ogni centimetro di pelle –“Aaaaaahh”- ansimò dalla piacevole sensazione –“Voglio farlo ora”- sussurrai all’orecchio prima di invaderlo con la lingua –“Cosi mi fai impazzire”- ansimava –“E’ quello che voglio”- aumentai la velocità con la mano che impugnava il cazzo –“Dobbiamo fermarci”- cercò di convincermi a fermarmi –“Non riesco”- baciai avidamente il collo –“Ci possono scoprire”- , -“Perché non vieni a casa?”- proposi –“Quando?”- , -“Per te la porta è sempre aperta”- mi afferrò forte baciandomi -“Arrivooooo!”- sentimmo strillare Vincenzo. In fretta e furia corsi verso il bagno, Giacomo si rintanò in camera –“Dove sei?”- gridò Vincenzo –“Al bagno”-. Ero troppo eccitato, non potevo farmi vedere cosi dal mio amico, afferrai dalla cesta lo slip appena lasciato da Giacomo e lo annusai, tirai fuori il cazzo e con velocità pazzesca segai il mio uccello sborrando sopra l’intimo –“Aaaahhhh”- trattenni gli ansimi stringendo le chiappe. Nascosi in fondo alla cesta le mutande sporche e tornai in stanza –“Eccomi”- , –“Allora sei andato avanti?”- domandò –“Si leggevo qualcosa di qua e di la”- , -“Tutto ok?”- domandò –“Si perché?”- guardava perplesso verso il mio bacino
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