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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 5 - Doppietta - XII


di Soundserio
12.06.2016    |    2.907    |    7 9.9
"Non feci in tempo ad entrare in doccia che mi squillò il telefono –“Ciao piccolo, domani sarò in città..."
Quell’interrogativo mi fece sudare freddo –“Ti vedo strano”- rispose –“Tutto ok, solo un po’ stanco”- non feci in tempo a tirar su un respiro di sollievo che i suoi occhi caddero ancora tra le mie gambe –“Che c’è?”- domandai terrorizzato –“Hai scordato di tirar su la braga”- fu la seconda volta che rischiai un infarto in quella casa –“Ah si, scusami”- tirai velocemente su la zip e tornai a sedermi. Erano circa le diciannove quando andai via e tornai a casa stanco e frastornato “C’è mancato davvero poco” pensai prima di chiudere la porta alle spalle. Non feci in tempo ad entrare in doccia che mi squillò il telefono –“Ciao piccolo, domani sarò in città. Che dici di sentire il tuo amico e divertirci?”- era Edoardo, probabilmente l’esperienza a tre gli piacque cosi tanto da volerla riproporre. La mattina seguente mi preparai per andare a casa di Stefano, l’appartamento sotto il mio, uscii di casa alle dieci e bussai alla porta –“Ciao Gabriele”- mi accolse vestito in maniera casual –“Sono in anticipo?”- domandai accomodandomi nella sala deserta –“No, cioè in realtà la riunione è stata posticipata alle dieci e trenta, ma non avendo il tuo numero non sono riuscito ad avvisarti”- si scusò –“Ah non sapevo, allora torno su e ti lascio tranquillo”- feci per alzarmi –“Ma no, non preoccuparti, tanto a breve arrivano gli altri. Faccio un caffè?”- e visto che c’ero accettai –“Va bene”-. Andammo in cucina e comodi a tavola chiacchierammo un po’ –“Allora sei laureato?”- ruppe il silenzio –“Si, ora collaboro con l’università e mi preparo per uno stage”- poggiò la tazzina –“Te invece? Che fai?”- aggiunsi –“Insegno al liceo educazione motoria”- lasciandomi di stucco –“Dici sul serio?”- risposi istintivamente –“Perché non credi?”- che domanda sciocca –“No, scusami.. ma non immaginavo, sei giovane. Complimenti”- cercai di addrizzare il tiro –“Vieni, ti faccio vedere”- segui quel ragazzo moro sino alla sua camera –“Guarda li”- indicò una cornice alla parete –“Ah centodieci!”- esclamai leggendo la pergamena di laurea –“Eh si”- rispose con lieve imbarazzo –“Sei uno molto sportivo”- dissi notando qualche attrezzo sportivo nell’angolo –“Si, due volte a settimana faccio l’istruttore in palestra”- non finiva più di stupirmi –“Non ti fermi un attimo”- pensai a tutti i suoi impegni –“Eh no”- , -“Anch’io avrei bisogno di un po’ di palestra, non pratico sport da un po’”- , -“Ah si? Fa vedere i muscoli”- si avvicinò mentre alzavo la maglietta –“Ecco dovrei gonfiarli”- sorrisi mentre con una mano toccò la consistenza –“Si, dovresti anche tenerlo allenato”- si vede che lo sport e il benessere fisico erano la sua passione –“Guarda un po’ qui”- alzò la manica mostrando il grosso bicipite che teneva nascosto –“Caspita”- rimasi colpito da cotanti muscoli –“Tocca pure”- allungai la mano –“Cavoli, ma è di ferro!”- , -“Perché non vieni al corso che svolgo in palestra?”- cercò di convincermi –“Non so, magari appena trovo un po’ di tempo magari faccio una prova”- senza smettere di accarezzare quel muscolo teso –“Diventeranno di ferro anche i tuoi”- sorrise e il campanello suonò. Arrivati tutti la riunione cominciò e, come la prima volta, le due anziane signore dei primi piani iniziarono a battibeccarsi, neppure si salutarono. Quando la riunione finì venni accompagnato alla porta da Stefano –“Bè allora ci vediamo”- dissi salutandolo –“Guarda che ti aspetto in palestra eh”- , -“Vediamo, non ti prometto niente professore, anzi no amministratore o preferisci istruttore?”- sorridemmo –“Va bene semplicemente Stefano”- , -“Ok Stefano, vado”- , -“Ci vediamo.. ah Gabriele”- sentii chiamarmi alle spalle –“Si?”- , -“Come faccio ad avvisarti per la prossima riunione?”- tornai indietro e gli lasciai il numero –“A presto”-. Arrivata la sera mi preparai per l’arrivo dei due stalloni, quando il citofonò suono a gran sorpresa scoprii che i due erano arrivati insieme, di corsa, lasciando l’ingresso aperto, levai i pantaloni della tuta rimanendo, come richiesto, con addosso solo la t-shirt e lo jockstrap accomodandomi sul divano a pecora. Sentii la porta chiudere e dei passi raggiungermi in cucina sino alle spalle, stavo per voltarmi a guardarli quando –“Ssshhh no no”- uno dei due, dalla voce credo Bachisio, mi impedì di voltarmi e legò una benda intorno agli occhi privandomi la vista. La cosa cominciò ad eccitarmi, tanto che iniziai a muovere sensualmente il corpo, alle spalle sentii rumori di braghette, cintole e scarpe, Edoardo e Bachisio si spogliarono. Uno dei due si avvicinò davanti e, prendendomi per gli zigomi, sollevò il viso baciandomi a stampo, tornò su portando le dita alle labbra, aprii la bocca e la punta del pollice varcò la fessura, lentamente introdussi anche le altre quattro gustandole deliziosamente con lingua. Nel frattempo due mani mi aprirono le chiappe e una grande lingua scaldò il mio buchetto, era Edoardo avrei riconosciuto quella lingua in qualsiasi occasione. Lentamente, senza fretta, mi fecero scaldare deliziandomi di piacere in maniera intensa. Sentii un gran calore avvolgere il corpo, ero calda e desideravo ardentemente sentire quei maschi dentro di me. Il banchiere lubrificò il buchetto penetrandolo con la punta della lingua, le mani scivolarono sotto la maglia andando a stringere i due capezzoli –“Aaaahhh”- ansimai con le dite dell’altro tra le labbra, senza preavviso il ritmo delle leccate aumentò, una mano lasciò il capezzolo facendo breccia dentro il buchetto –“Mmmmmm”- gemetti sentendo due lunghe dita entrare iniziando a dilatarmi le pareti. I due non avevano detto ancora una parola, quella situazione mi stava eccitando alla grande, a pensarci bene poteva essere chiunque, ma stavo godendo. Le dita divennero tre e un profondo ditalino anale prese il via –“Uhmmmm”- godetti. Il calciatore avvolse una mano dietro la nuca e con delicatezza accostò l’uccello portandolo alla bocca, con piccoli e dolci movimenti arrivò fino in fondo all’ugola, lo assaporai con calma –“Brava”- sentii dire dall’uomo. Edoardo da dietro si alzò in piedi e prese la mira –“Aaaaahhhmmmm”- gemetti sentendolo entrare, portò le mani sui fianchi e, tenendomi ben stretto, iniziò a martellarmi, la partenza fu dolce e delicata, dopo le prime spinte prese però forza ed energia, le palle cominciarono a sbattere forte sui glutei, Bachisio, in sintonia, cambiò atteggiamento e, da dolce e tranquillo, divenne forte e veloce. L’atmosfera cambiò di botto –“Cosi brava”- , -“Ti piace cosi eh?”- gli stalloni iniziarono a scoparmi vigorosamente bocca e culetto –“Mmmm siii”- ansimai sotto quei colpi forti e profondi –“Siiii siiii”- cominciai a sentirmi la troia che desideravano BANG! Sotto i forti colpi di minchia il banchiere iniziò a sculacciarmi e con l’altra mano afferrò il nodo del nastro e tirò indietro la mia testa –“Troietta”- BANG! Ecco quello che avevo fatto del banchiere, l’avevo trasformato in un vero e proprio porco. Sfilo il cazzo dal culo e salì sul divano posizionandosi sopra di me, la pancia contro la mia schiena, prese la mira e ricominciò a trapanarmi dall’alto –“Questo sei, sei una troia!”- accostò il viso al mio e tirammo fuori le lingue leccandocele vogliose –“Succhia il cazzo dai”- ritrovai Bachisio di nuovo in bocca –“Guardala come le piace”- , -“Troia”-. Lasciandomi quasi senza fiato i due mi liberarono dalle loro mazze –“Dai tocca a te, prendila”- disse Edoardo alzandomi e passandomi all’altro –“Scopala come si deve”- completamente bendato non vedevo niente, mi sentivo spintonata da una parte all’altra come un giocattolo, sentii un rumore di una sedia e poco dopo, sentendomi sollevare, mi ritrovai in ginocchio sopra il sedile con il petto sullo schienale, Bachisio chiuse le mie gambe e senza sapere cosa stesse per fare lo sentii entrare con forza sfondandomi –“Aaaaahhhhh”- gridai prima che la bocca mi venne tappata dal cazzo dell’altro che spintonò forte sino alla gola –“La nostra puttana”- sentii l’elastico del jockstrap tirare, Bachisio mi teneva da li scopandomi con tutta la forza del corpo –“Aaahhhh ahhhh”- mugolavo con la bocca tappata –“Siiii cosi sfondala”- godeva il banchiere –“Siii fatemi vostra”- godevo come una puttana -“Zoccola!”- non si fermarono. Il culetto iniziò ad esser dolorante, il calciatore spinse cosi forte che mi sentivo completamente ripiena –“In ginocchio dai”- ordinò poi togliendo il cazzo e posizionandomi sul mattone -“Sborra”- ordinarono –“Sborra sui nostri piedi”- rimasi scossò da quella richiesta, ma fu molto allettante –“Siii”- tirai fuori l’uccello e lo segai , nel frattempo sentii i loro piedi nudi strofinarmi il corpo –“Eccomiii”- tremai schizzando senza sosta –“Brava, ora ripulisci”- sentii i piedi pieni di sborra sul viso che infilavano l’alluce e le restanti dita in bocca –“Mmmm”- ciucciai a dovere ripulendo tutto e assaporando la sborra –“Ora tocca a noi”- uno dei due sciolse la benda che scivolò sul corpo, aprii gli occhi e vidi i due avvinghiati in un lungo bacio con le loro mazze sul mio volto, le afferrai segandole e ciucciandole una per volta finché –“Aaaahhhh”- il primo a inondarmi fu il banchiere e a seguire il calciatore –“Siiii aaahhhh”- tremarono guardandomi ricoperto delle loro sborre –“Siii”- i due si baciarono ancora e cominciarono a rivestirsi lasciandomi li a terra come un oggetto. Prima di andar via mi vennero incontro baciandomi sulle guance–“Sei stata fantastica. La nostra troietta!”- sussurrò Bachisio uscendo di casa –“A presto”- disse l’altro
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