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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante del Mercato II


di Soundserio
24.02.2016    |    12.847    |    5 9.0
"Finalmente è arrivato giovedì mattina, mai cosi atteso da me, ieri sera ho fatto una bella doccia calda, mi sono depilato ancora le gambe, il culetto e mi..."
Finalmente è arrivato giovedì mattina, mai cosi atteso da me, ieri sera ho fatto una bella doccia calda, mi sono depilato ancora le gambe, il culetto e mi sono cosparso per tutto il corpo di crema, mentre questa mattina ho deciso di passare sulle gambe un po’ di olio per farle brillare agli occhi del venditore sotto casa. Sin da presto ho notato che il suo furgoncino è presente e situato sempre al solito posto, ma quella mattina ho deciso di non farmi vedere subito, volevo essere cercato, atteso e desiderato. Ho continuato a sbirciare da dietro la serranda se il suo sguardo volgeva verso il mio terrazzo. Si, uno sguardo che non tardò ad arrivare, cosi intorno alle 10 del mattino, munito di bacinella alla mano, mi dirigo in terrazzo a stendere i panni, messi appositamente la notte prima in lavatrice, con addosso un pantalone di tuta nero aderentissimo e una canotta corta. Esco, ci incrociamo gli sguardi e ci sorridiamo per darci il buongiorno. Lui è intento a dialogare con i clienti e i colleghi vicini, ma ogni tanto il suo occhio castano cade sempre su di me alla ricerca di qualcosa. L’uomo desiderava ancora uno spettacolo tutto per lui, ma stavolta non potevo sbizzarrirmi molto, a casa non ero solo e in più a quell’ora il mercato è molto affollato e non volevo rischiare. Intorno alle 11.30 mi mostro ancora in terrazzo, ma sta volta con addosso solo una maglietta lunga sino alle chiappe e con sotto il solito slippino corto che si intravedeva. Fumavo e controllavo se i panni iniziavano ad asciugare, ma guardavo anche lui che puntualmente mi lanciava qualche occhiata. Quella mattina il mercato fu particolarmente ricco di persone perciò sino alle 12.30 i venditori non ebbero molto tempo da dedicare a loro stessi e io puntuale come un orologio svizzero, quando vidi che la mia preda iniziò a ritirare e sistemare tutto all’interno del furgoncino mi misi davanti alla vetrata a palparmi delicatamente il corpo stando attento a non farmi vedere da altri venditori, lui guardava piacevolmente, ma a me non bastava solo il contatto visivo, volevo qualcosa di più, cosi presi un foglio e un grosso pennarello nero per scrivere sopra il mio numero di cellulare in maniera tale che lui potesse vederlo. Lo vidi appuntarsi il numero sul telefonino in maniera nascosta e poi continuò a finire di caricare il furgone. Una volta finito quasi tutti i suoi colleghi erano andati via e le vie erano praticamente deserte, salì a bordo dalla parte del guidatore e volse il suo sguardo verso la mia vetrata, prese il telefono in mano e digitò qualcosa sulla tastiera finché non sentii il mio cellulare squillare. Numero privato, era lui.
- “Ciao” risposi al telefono con voce molto calda e sensuale
- “Salve a lei giovanotto” disse lui , mentre continuava a guardarmi dal suo furgone
- “Come va?” chiesi io per rompere un po’ il ghiaccio
- “Bè diciamo bene, non ci si lamenta”
- “Cosa desidera che faccia?” gli domandai con tono di voce calda e decisa
- “Non so, tu cosa proponi?”
- “Quello che desidera” risposi io
- “Ti va di levarti la maglietta e farmi vedere un po’ come sei fatto?”
- “Certo” lentamente mi sfilai la t-shirt sotto il suo sguardo penetrante
- “Le piace?” domandai mentre con una mano mi accarezzavo tutto il corpo e i capezzoli
- “Non è male” rispose lui tastandosi il pacco nel jeans già duro
- “Ti va di sfilarti le mutandine?”
- “Perché non viene lei a sfilarmele?” dissi con tono caldo e di sfida e muovendomi sensualmente
- “Sei solo?” domandò lui
- “Purtroppo no oggi”
- “Allora non posso sfilarti le mutandine”
- “Vuole che lo faccia per lei?” domandai voglioso io
- “Vuoi levarti le mutandine maialina?”
- “Si, sono una gran maiala, venga lei a levarmele dai”
- “Sei calda?”
- “Si, ho voglia di maschio”
- “Ti piace il cazzo vero?”
- “Si, da morire” risposi mentre mi muovevo come una maiala calda alla vetrata
- “Ti piace fare la puttana vero? Lo vuoi questo?” mi domandò premendosi forte il pacco
- “Si lo voglio tutto”
- “Se fai la brava magari prima o poi lo avrai tutto”
- “Si, lo voglio tutto”
- “Stai buona troietta, alla prossima!”
Chiuse la telefonata, mi saluto dal finestrino del suo furgone come un soldato al suo capitano, giro la chiave e partì, lasciandomi li sola, calda e vogliosa come non mai. La sua voce calde e possente mi conquisto totalmente, mi sentivo già sua.
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