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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 5 -Non è mica finita qui- IV


di Soundserio
02.06.2016    |    2.926    |    3 9.9
"Si passarono il mio culo a loro piacimento, un po’ la lingua di Bachisio un po’ la lingua di Marco ero completamente aperta e lubrificata, non vedevo l’ora..."
All’arrivo dello squillo mi trovai già parcheggiato sotto casa della mia amica, scesi dall’auto e citofonai, quando aprì il portone sul suo viso comparì una strana occhiata che non riuscii ad interpretare –“Qualcosa che non va?”- domandai a bassa voce –“Vieni, ora capirai”- un sacco di interrogativi invasero la testa e appena entrammo in cucina –“Ei ragazzi c’è Gabriele”- annunciò Marta –“C – c-iao”- ebbi un blocco quando accanto a Mauro vidi Bachisio. –“Ciao Gabriele”- ricambiarono i tre accogliendomi nella stanza. Credo che arrossii, ma cercai di mantenere il controllo nonostante lo sguardo andò a incrociare quello di Marco che mi fissava perplesso, per non parlare poi di Bachisio che cercava di nascondere un piacevole sorrisino –“Ti fermi a cena con noi?”- domandò –“Avrei da fare, comunque grazie per l’auto, l’ho parcheggiata proprio qui sotto”- involontariamente cercai di dileguarmi dalla situazione –“Ma dai è quasi pronto”- insistette lei –“Dai non farti pregare, vieni a sederti”- gridò sorridente il pelato –“Ok, va bene, ma non farò tardi”- , -“Birra?”- , -“Si grazie”-. Appesi il cappotto e con una scusa andai al bagno, presi il telefono alla mano e, preso da un attimo di spavento, scrissi un messaggio –“Scusami, non sapevo che ci foste”- tirai l’acqua e tornai da loro. –“Allora che mi racconti? Come va?”- intavolò subito un dialogo Bachisio fingendo di non sapere niente –“Ma tutto bene, mi sono trasferito qui vicino”- , -“Ah dai.. pensavo avessi finito con l’università”- versò un’altra birra –“In realtà si, ma in pratica no. Seguo un progetto di ricerca in collaborazione con dei prof”-. Fortunatamente l’aria di tensione che si respirò al mio arrivo cambiò totalmente profumo, infatti tutti e quattro, l’unico all’oscuro di tutto era il povero Mauro, reggemmo il gioco, vi erano cosi tanti segreti intorno a quel tavolo che solo io conoscevo uno per uno nei minimi dettagli. Lentamente, un po’ con l’aiuto dell’alcol a stomaco vuoto, iniziai a sciogliermi e non nascondo che fu una cena piacevole durante la quale chiacchierai a lungo con Bachisio, fu interessante confrontarmi con lui, in effetti era una persona davvero squisita oltre ad essere un gran scopatore. Purtroppo non mantenni la promessa, senza neppure accorgermi le ore passarono in fretta e le lattine di birra vuote aumentarono spropositatamente, tutti iniziammo ad esser brilli. Marta, seduta sulle gambe di Mauro che ogni tre per due baciava, cercò di lasciar concentrare Marco su di me, forse era l’unico davvero a disagio in quella stanza. Chiacchierava un po’ a destra e un po’ a sinistra, ma quando i due piccioncini amoreggiavano non poteva fare altro che dedicarsi a me e Bachisio, di fatti quando uscimmo in terrazzo a fumare una sigaretta ci venne dietro –“Mi fai accendere?”- furono le prime parole che mi rivolse direttamente in tutta la sera –“Certo”- chiacchierammo in trio del più e del meno e quando Bachisio buttò giù l’ultima boccata di tabacco –“Vado al bagno”- a conoscenza della nostra situazione, o meglio non sapeva che dopo il bocchino ci fosse stato dell’altro, ci lasciò soli liberi di confrontarci. In men che non si dica ritornò l’imbarazzo iniziale e, dopo due tiri di sigaretta in silenzio, finalmente aprì bocca –“Tranquillo, non preoccuparti”- , -“Mi spiace, scusami se ti ho messo in imbarazzo”- , -“Fa niente”- disse guardandomi con i suoi bellissimi occhioni –“Dorme da te?”- riferendomi a Bachisio –“No, stasera no”- , -“Volevi venire con noi?”- lanciò una battuta rammentando l’ultima volta che noi tre ci trovammo soli –“Bè non mi dispiacerebbe un bis”- replicai con sorriso –“E Raffaella?”- aggiunsi fingendo di non saper nulla –“Non c’è, è rientrata dai suoi”- , -“Interessante”- spensi la cicca e sfiorai la sua spalla –“Ei! Voi due avete finito di fare i piccioncini?”- gridai rientrando –“Non riesco a resistere”- rispose Marta –“Facciamo altre birrette?”- chiese Mauro ai calciatori –“Ci stanno”-. La sorseggiata proseguì , stavo per perdere il freno inibitorio, perciò rallentai il gomito, ma non per molto, a Mauro venne in mente l’ idea di fare una gara della lattina, ovvero –“Il primo che svuota una lattina di birra nel minor tempo possibile vince”- spiegò le regole. Dannazione non ci voleva proprio, ma non potevo tirarmi indietro, partecipavano tutti perfino Marta –“Viaaaa!”- cominciammo a buttar già l’alcol –“Aaaah sei scadente!!”- gridarono in coro a Marco che fu l’ultimo a concludere la lattina. Incredibilmente la vincitrice fu Marta che saltò di gioia tra un ruttino e l’altro. Facemmo altre gare, l’unica che non arrivò mai ultima fu proprio lei. Le ore passarono in fretta e intorno alla mezzanotte rovinai il momento di festa –“Ragazzi io scappo”- catturai le loro attenzioni –“Si si è fatto davvero tardi”- sostenne la tesi Marco –“Si, meglio che andiamo, ti diamo uno strappo noi”- aggiunse Bachisio cercando l’approvazione di Marco –“Certo!”- rispose mentre Marta mi guardò con fare un po’ dispiaciuto, ma ella non era a conoscenza che in privato fossi la loro puttanella –“Grazie di tutto”- , -“Ci vediamo prossimamente”- , -“Ciao “-. Lasciati i due iniziammo a scendere giù per le scale –“Aaaah ci voleva proprio una bella bevuta”- esclamò Bachisio ponendo una mano sulla mia spalla –“Che dici?”- , -“Si, è stata una serata davvero piacevole”- risposi –“Bè volendo potremmo renderla ancora più interessante e piacevole”- stringendomi a se –“E come?”- provocai –“Monta su che ti facciamo vedere”- aprì lo sportello posteriore dell’auto e mi fece salire accomodandosi accanto. Marco non disse una parola –“Marco, mi raccomando il tragitto più lungo”- ordinò Bachisio divaricando le gambe e dando inizio ad una evidente palpata di cazzo –“Ti va di succhiarlo un po’?”- domandò carezzandomi i capelli, con titubanza guardai Marco dallo specchietto retrovisore –“Non fare il timido, sei stato bravissimo la prima volta”- tirò fuori il cazzo duro e dritto mettendolo in bella vista –“Allora non vuoi prenderlo? Guardalo quanto vuole essere coccolato”- non risposi alla provocazione –“Dai prendilo un po’”- afferrò la mia mano portandola sul membro che impugnai e cominciai a segare timidamente –“Dai non vergognarti”- tirò indietro il capo poggiandolo sullo schienale –“Dai fai godere il mio amico”- ruppe il silenzio Marco godendosi la scena dallo specchietto. Non potei credere a quelle parole, senza farmelo ripetere un’altra volta afferrai con decisione l’asta e aumentai l’andamento della mano, adoro segare cazzi duri, –“Cosi brava”- tra una pulsazione e l’altra chinai la testa –“Fammi vedere un po’ quanto ti piace”-. Con piccoli movimenti assaporai con la punta della lingua il glande che sfiorai e leccai circolarmente provocandoli infiniti brividi di piacere –“Siiii”- sussurrò. Percorsi l’intera cappella che, con un colpo di bocca, feci sparire tra le labbra iniziando ad assaporarla delicatamente guardando con la coda l’occhio l’autista –“Sei bravissima”- continuò a lusingarmi come una cagna Bachisio. Non gli feci neppure finire la frase che con un ulteriore spinta orale affondai l’intera verga tra le fauci provocandogli uno spasmo –“Aaaaaah”- ansimò sorpreso dall’avvinghiata. Lento e dolce cominciai a scivolare e risalire lungo tutto il corpo cavernoso, l’arte del pompino l’avevo fatta mia, risalii sulla cappella e, poggiando la nuca sulla pancia, leccai tutta la mazza anteriormente in maniera tale che i miei occhi incrociassero quelli di Marco che, tra un incrocio e l’altro, ammirò bramosamente lo spettacolo. –“Questa è una vera pompinara, accosta”- invitò Marco ad unirsi a noi –“Vado in periferia”- replicò eccitato lui. Quando l’auto si fermò il calciatore pelato mi teneva ferma per i capelli sul suo cazzo e, appena Marco ci raggiunse sui sedili posteriori, Bachisio iniziò a spingere la testa con forza sul cazzo –“Brava, guarda come le piace!”- , -“Ora le facciamo vedere noi cosa vuol dire sfidare due uomini”- disse Marco al compagno di squadra. Senza neppure rendermi conto l’uccellone del compagno di Raffaella svettava già libero, Bachisio che continuava a tenermi per i capelli, sollevò la mia testa dal suo uccello portandola con forza contro quello di Marco che, appena assaporai, mi resi subito conto di quanto fosse eccitato, era bagnato –“Mmmmm”- ansimai lasciando inondare il palato da quel dolce sapore –“Succhia come sai fare”- spintonò fino al fondo la bocca che venne completamente invasa da quei lunghi centimetri duri e pulsanti –“Cosi vacca”- disse Marco sostituendosi a Bachisio che nel frattempo cominciò a spogliarmi dei pantaloni e delle mutande. Marco era particolarmente eccitato non dava tregua, senza sosta proseguì a spingermi su e giù sulla sua nerchia guardandomi con aria da stallone –“Aaaah siii”- mugolai sentendo la calda lingua dell’altro invadermi il buchetto –“Guarda com’è calda la puledra”- disse interrompendo la leccata –“Preparala bene”-. Senza capire che stava succedendo mi lasciai guidare dai due uomini ubriachi e vogliosi, in men che non si dica mi sentii tirare su, infilarono la mia testa tra i sedili anteriori dando loro le spalle, Bachisio si sedette nel sedile centrale tra le mie gambe e ricominciò a leccarmi per bene l’ano –“Siiiii”- godevo impazzita senza vedere i due in volto BANG! Marco cominciò a sferrare forti sculacciate. Si passarono il mio culo a loro piacimento, un po’ la lingua di Bachisio un po’ la lingua di Marco ero completamente aperta e lubrificata, non vedevo l’ora di sentire entrare le loro mazze –“Dai aprila bene questa cagna”- continuò Marco mentre l’altro infilò di botto tre dita –“Aaaahh siiii cosiii”- ansimai matta dal piacere che mi provocò –“Guarda come grida”- disse Bachisio estasiato –“Dai rompile il culo”- mi sentii spingere il corpo in avanti, voltandomi vidi il pelato mettersi in ginocchio sui sedili e con un solo colpo entrò dentro di me –“Aaah aahhh”- gridai sentendolo tutto e cominciando a stantuffare –“Ti piace eh troietta?”- , -“Siii non fermarti ti prego”- , -“E chi si ferma, ti sfondiamo stasera”- Marco si godeva il tutto seduto accanto masturbandosi il palo che da li a poco mi avrebbe spaccato in due –“Dillo che sei troia, dillo”- proseguì a sbattermi forte –“Sono una troia!”- , -“Dillo ancora”- , -“Sono una troia!”- urlai a gran voce BANG! Mentre i fari di un auto che passò mi accecarono –“Troia cazzo!”- inveiva contro sfogando tutte le sue porche voglie –“Vieni qui dai”- cercò di rubare il mio corpo l’altro –“Si aprila in due ora”- replicò Bachisio lasciando liberi i fianchi e tirandomi indietro facendomi sedere sopra il palo dell’amico di spalle –“Aaaaahhhh”- lo sentii entrare tutto allargando le pareti anali –“Salta bella”- disse Marco prima di leccarmi l’orecchio –“Oooh siii”- , -“Dai ti piace il cazzo del mio amico?”- domandò Bachisio mentre sentivo le mie palle saltellare –“Siii”- , -“Vuoi che ti sfondi vero?”- , -“Siii sfondatemi sono una troia”- , “Brava cosi”- si chinò tra le gambe e prese in bocca il mio cazzo succhiandolo –“Aaah aaahh aaahh ahhh aaahh”- godevo a scatti durante tutti quei saltelli sul cavallo –“Hai anche un buon sapore troia”- annunciò il pelato staccandosi dal cazzo e cominciando a segarmelo forte –“Aaahh ahhhh cosi vengo”- gridai mentre Marco cominciò a scoparmi forte da sotto e l’altro con estrema velocità mi segava –“Puttana”- rallentarono entrambi permettendomi di muovermi circolarmente con l’ano su quei meravigliosi centimetri –“Riempitemi di sborra”- dissi vogliosa –“Mica è finita qui”-. Mi fecero alzare dal cazzo, Bachisio aprì lo sportello rivolto alla campagna, Marco si sdraiò sui sedili portandomi sopra e penetrandomi ancora, Bachisio si inginocchiò dietro e prendendo la mira iniziò a spingere con forza il suo glande dentro il buchetto –“Ora ti allarghiamo la figa”- , -“Aaaahhhhh”- gridai dal dolore sentendo la cappella di Bachisio entrare adiacente al cazzo di Marco –“Stai giù e godi ora troia”- , -“Aaaahhhh”- il dolore fu assurdo, non avevo mai preso due cazzi in culo contemporaneamente. Marco arrestò i movimenti permettendo all’amico di entrare piano piano, lasciarono cinque minuti di tempo al buchetto di abituarsi e lentamente ripresero a spingere –“Oooh cazzo”- gridai –“Ti piace è?”- sentii alle spalle –“Siii che mi piace”- , -“Vuoi che ci fermiamo?”- , -“Noo”- le spinte dei due divennero forti e precise mi sentivo sfondato –“Falla godere dal culo”- disse Marco all’amico –“Godi troia sborra dai”-. Fu una sensazione stranissima un mix di dolore e piacere indescrivibile, mai provato prima, sotto le continue spinte di Bachisio sentii il mio cazzo eruttare sul petto di Marco che fortunatamente si alzò la maglietta –“Sborratemi in culo”- ordinai ai due –“Riempitemi tutta”- non so che mi prese, l’orgasmo non mi fece calmare, anzi fui più infuocata di prima tanto da muovere il bacino da solo contro quei due pali –“Vuoi sentirci schizzare dentro?”- domandò Bachisio –“Siii”- non ebbi il tempo di finire che già le spinte e gli ululati dei due si fecero forti e intensi –“Aaaaahhhh”- , -“Aaaahhhh”- gridarono contemporaneamente mentre sentii una meravigliosa sensazione calda nel retto –“Mmmmm siiii”- ansimai tra i loro corpi in preda agli spasmi dell’orgasmo –“Che scopata”- disse Bachisio sfilando l’uccello e lasciando liberare anche quello di Marco che in pieno silenzio cercò di riprendersi pulendosi con un fazzolettino –“Non sputarlo fuori”- ordinò il pelato –“Voglio che lo tieni dentro sino a casa, è un ordine”- non potei obiettare, ci risistemammo, il calciatore sta volta si sedette di fianco all’autista e mi riaccompagnarono sotto casa. Completamente distrutto da quel rapporto corsi su per le scale, non ce la facevo più a trattenere il loro sperma, aprii la porta di casa e corsi in bagno a pulirmi e liberarmene, la testa mi girava ancora un pochino per via dell’alcol e il buchetto era abbastanza dolorante, controllai l’ora dal telefono: le due meno venti –“Cazzo”- esclamai, era tardissimo! Diedi uno sguardo ai messaggi e trovai due chiamate perse: Edoardo
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